Il licantropo perde il pelo...
Che volete che vi dica? Ci ho preso gusto a scrivere questi capitoli che sembrano scritti da una ragazzina... magari mi vengono uno schifo... fatemi sapere cosa ne pensate!
Buona lettura,
Noy
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Draco chiuse il libro che aveva di fronte e lo spostamento d'aria fece volare a terra le pergamene su cui Hermione lavorava da tutto il pomeriggio. Guai in vista! Harry si mise sull'attenti, pronto a affrontare la crisi.
Lei si infilò sotto la tavola per recuperarle. «Non puoi stare un po' attento?»
Draco sbuffò. «Scusa» Bofonchiò. Cosa? Le chiede scusa? Starà male? «Sono esausto, dobbiamo proprio andarci?» Era pallido, forse stavano studiando troppo. Harry gli accarezzò la testa e lui gli sorrise. Per fortuna la crisi era scongiurata, erano tutti troppo stanchi.
«Non possiamo reggere ancora a questi ritmi» Ron, semisdraiato sul tavolo, sbadigliò e Pansy, che usava la sua schiena come un cuscino gli diede un colpetto.
«Andiamo cognatino se arriviamo tardi Piton ci scuoia» Prese lo slancio per alzarsi e, coraggiosamente, si raddrizzò. Era solo al terzo mese, ma la pancia cominciava a vedersi e lei, sembrava intenzionata a farla vedere per bene, visto il modo in cui arcuava la schiena.
Hermione aveva già raccolto i libri e aveva sistemato le pergamene nel raccoglitore. «Anche voi, muovetevi, non voglio restare mezz'ora in più perché voi vi siete fermati a pomiciare in corridoio»
Draco, colto mentre infilava un libro nello zaino, arrossì «Lo abbiamo fatto solo una volta» Adorava quando Draco era in imbarazzo, ma preferiva di gran lunga quando erano da soli.
Harry si alzò a sua volta, porgendo la mano al suo adorabile ragazzo. «Però non è una brutta idea, se a te andasse»
Draco gli sorrise. «Non dirlo alla Granger» Gli sussurrò. Non avevano un momento per loro da una vita, dopo San Valentino non avevano più potuto stare da soli. Così, non appena si liberavano dei loro amici... bhe, si saltavano addosso. Harry si sentiva come sulle montagne russe, o almeno così sperava. Non era mai stato veramente sulle montagne russe...
«Andiamo tesoro? O sei troppo impegnato a sognare a occhi aperti?» Draco lo teneva per mano, e gli altri si erano già avviati.
«Aspetta» Lo attirò a sé e lo spinse contro uno scaffale.
Draco socchiuse gli occhi e le lunghe ciglia gettarono seducenti ombre sul suo sguardo affamato. «Che cosa hai intenzione di farmi, amore?» Lo chiava così, amore, tutto il tempo, e Harry si sentiva scioccamente felice tutte le volte!
Harry fece combaciare le loro labbra, dolci morbide labbra. Draco gemette il suo apprezzamento, che meraviglia. Le mani di Draco sfiorarono dolcemente la sua nuca e si infilarono fra i capelli. Adorava quando lo faceva, quando gli accarezzava i capelli, come nessuno lo aveva mai fatto. Amore non smettere!
«Ahem ahem» Oddio! Non avevano un momento di tregua.
Draco lo spinse via con dolcezza «Che vuoi Theo?»
Not, con le braccia incrociate e l'espressione annoiata, non sembrava affatto felice di essere lì, «Ho preso la pagliuzza corta» Sbadigliò. «Oggi tocca a me distruggere le vostre fantasie romantiche, non che muoia dalla voglia di toglierti Potter di dosso, Draco, ma siamo tutti esausti, domani abbiamo l'interrogazione di Incantesimi e vorrei ripassare, prima di andare a dormire»
Di malavoglia si scostò dal suo ragazzo, Draco era così bollente che Harry sentì freddo. Che sensazione sgradevole. «Se non vi foste fatti beccare non dovremmo scontare questa punizione infinita con Piton, noi neanche c'eravamo!»
Not si strinse nelle spalle. «Ha fatto tutto la Granger. Piton le ha chiesto di prenderglielo in mano per andare in bagno e lei è andata nel panico. Ragazzina!» Lo fissò con quell'espressione allusiva tipica dei Serpeverde. «Davvero te lo faceva fare?»
«COSA? Ma sei scemo? Certo che no!» Harry sentì le guance andare a fuoco. Draco e Theo ridacchiarono, uscendo dalla biblioteca. Che diavolo era successo fra Hermione e Piton? L'amica non gliene aveva parlato e lui non aveva chiesto, ma se era andata così, forse avrebbe dovuto fare qualcosa.
Quasi tutti gli altri studenti erano nelle sale comuni o in biblioteca a studiare e i corridoi erano deserti. Harry passò un dito su uno dei molti arazzi che adornavano il castello. Dannazione che idiota! Quanta polvere!
Si pulì nei pantaloni. «Voi credete che... le abbia fatto qualcosa? Dovremmo parlare con lei?»
Draco si fermò e gli rivolse uno sguardo sconvolto. «Che diavolo stai dicendo?» Certo, Piton era suo padre, lui non avrebbe mai ammesso che potesse fare una cosa del genere, ma se aveva fatto davvero qualcosa, non potevano chiudere gli occhi.
Theo si strinse nelle spalle. «No, Potter, lei ha parlato con Pansy e sembra tutto a posto»
Questo metteva fine alla questione? Certo che no, fino a quando non avesse potuto parlare con Hermione, non si sarebbe dato pace, ma non poteva dirlo a Draco. Non avrebbe capito. «Ok... allora va bene» Draco non sembrava convinto. «No, davvero, a posto» Ripeté, cercando di sembrare più sicuro.
«Abbiamo fretta. Ma ne riparliamo più tardi» Concesse. Crisi superata... o meglio, rimandata. «Prima di te, amore» Il tono in cui aveva detto quell'amore non era proprio rassicurante, ma meglio di essere chiamato stronzo!
L'acuta voce femminile di Piton li richiamò all'ordine. «Potter! Malfoy! Volete chiudere quella porta? Se avete finito di palpeggiarvi, naturalmente» Oddio! Anche il professore lo sapeva. Sprofondare! Voleva sprofondare in una voragine tanto profonda da non essere più ripescato. «Abbiamo una sorpresa, sempre che vogliate partecipare»
Tutti gli altri ragazzi erano raggruppati in un angolo e davano loro le spalle. Hermione si girò verso di loro e era raggiante. «Harry, vieni!» Gli ordinò, prendendolo per mano e trascinandolo in mezzo alla folla.
Blaise e Neville si spostarono e, sepolto nell'angolo, stava Remus e gli sorrideva. Harry gli volò fra le braccia e l'ex professore lo strinse. «Che ci fai qui?»
«Severus aveva bisogno del mio aiuto, così vi terrò compagnia per un po'» Quanto gli era mancato. Il suo tono pacato, a tratti allegro, aveva il potere di ridimensionare ogni problema, di farlo sentire in pace con il mondo. Merlino solo sapeva quanto ne avesse bisogno in quel periodo.
«E il preside è d'accordo?» Remus e Piton si scambiarono uno sguardo d'intesa. Che voleva dire? Da quanto erano così uniti? Non osavano neppure guardarsi quando erano a Grimmault Place, non al di fuori della loro camera, almeno.
«Diciamo che non sa ancora di essere d'accordo» Rispose Piton al posto suo. «Adesso basta con i convenevoli, che ne dite di cominciare? E... Potter, veda di smettere di abbracciare mio marito» Un urlo eccitato attraversò la sala.
«Non me lo hai detto» Mormorò Harry, scostandosi da Remus, a quanto pareva qualcuno era geloso.
Remus si schiarì la voce. «Abbiamo fatto una cosa molto semplice, solo noi due e i testimoni. Non potevamo invitare tutti» Si giustificò, sembrava in imbarazzo e Harry ebbe pietà di lui.
Gli batté la mano sulla spalla. «Congratulazioni allora» Al suo dito brillava un piccolo anello, un semplice cerchietto dorato con un'unica pietra nera. Qualcosa fece capolino nella sua memoria, ma non riusciva a ricordare e poi, non era affatto il momento.
Nel frattempo Piton aveva freddato ogni entusiasmo e fatto schierare i ragazzi in due file ordinate. «Cominciamo, signor Potter, si metta in copia con il signor Paciock, così almeno eviteremo la gara di sguardi con il signor Zabini»
Anche Neville arrossì, a Harry dispiacque, ma era consolante sapere di non essere il solo bersaglio di Piton e poi, non era più come una volta, quando il professore faceva veramente paura.
Si sistemò di fronte a Neville e gli fece un gesto con il capo per fargli capire che andava tutto bene, il ragazzo annuì e si infilò in tasca la bacchetta, dopodiché si voltò a destra e a sinistra per vedere se qualcuno facesse caso a loro.
I loro compagni erano impegnati nelle loro esercitazioni, Remus parlava con Draco, anche se non sembrava che stessero lavorando e Piton sgridava Fred che aveva sbagliato, per l'ennesima volta il semplice incantesimo di disarmo.
Che cretino! Ci riusciva benissimo, Harry glielo aveva visto eseguire in modo impeccabile diverse volte durante le riunioni dell'Esercito di Silente, ma pareva che fare la stessa cosa davanti al professore fosse impossibile!
Perso nei suoi pensieri non si era accorto che Neville aveva tirato fuori la bacchetta nuova. «Harry? Sei pronto?» Caspita! Era una cosa grossa.
Neville non si era ancora azzardato a usarla durante le lezioni o davanti a un professore. A dire il vero neanche lui lo aveva mai visto fare magie con quella.
Sapeva che lui e Blaise si rinchiudevano tutti i pomeriggi nelle stanza delle Necessità ad allenarsi, ma nient'altro.
Annuì, «Expelliarmus!» Gridò, la bacchetta di Neville rimase salda nella sua mano.
Ora toccava a lui ribattere. Gli puntò la bacchetta contro e... non pronunciò neppure una parola! La sua bacchetta gli schizzò dalle mani, per finire diritta contro il muro, alle spalle di Neville, così come quella di George, che stava alla sua destra, e di Pansy, che era dall'altra parte.
Tutti si zittirono, Piton si voltò e squadrò Neville da capo a piedi. «Paciock!» Berciò. «Di fronte a me» Secco, senza nessuna inflessione. Neville camminò verso il professore come se salisse sul patibolo.
L'uomo sollevò la mano con la bacchetta fin di fronte al viso e mise l'altra piegata dietro la schiena, sembrava uno spadaccino. «Provi a disarmare me»
Neville tremava, non ce l'avrebbe mai fatta, cosa credeva di fare Piton? Voleva umiliarlo ancora come al terzo anno? Ma non erano passati oltre a quelle stronzate?
Cercò lo sguardo di Draco, tanto per capire se lui ne sapeva qualcosa, ma il suo ragazzo era troppo occupato a osservare la scena. Sorprendendo tutti, Neville prese un profondo respiro, raddrizzò le spalle e, come aveva fatto con lui, puntò la bacchetta contro il professore senza dire una parola.
La bacchetta di Piton volò via e atterrò dritta nella mano tesa del ragazzo.
Un silenzio esterrefatto calò sui presenti. Tutti fissavano Neville. Neville fissava il professore e aveva ricominciato a tremare.
«Neville! Veramente straordinario!» Remus fu il primo a rompere il silenzio, ma nessun altro fiatava.
Il professor Piton avanzò di un passo e tese la mano. «Sono d'accordo, ben fatto» Neville sembrava sul punto di svenire, mentre gli restituiva la sua bacchetta. «Non questa»
Il ragazzo si guardò in giro in cerca d'aiuto, nessuno poteva fare niente per lui. Con una lentezza esasperante sollevò la mano e consegnò la sua nuova bacchetta al professore. Lo fissò mentre se la rigirava fra le mani e poi, come niente fosse, gliela restituì. Neville sospirò talmente forte che Harry ebbe l'impressione che avesse ripreso a respirare solo in quel momento.
«Sono colpito. Cinque punti a Grifondoro, Paciock» Adesso sì che Neville sarebbe svenuto! Pansy si coprì la bocca, sotto shock e Hermione sembrava sul punto di piangere.
«Se non lo avessi sentito con le mie orecchie non lo avrei mai creduto possibile, Severus» Tutti si voltarono: Silente aveva appena fatto il suo ingresso. Che diamine ci faceva lì? E proprio nella serata in cui c'era Remus. Quell'uomo aveva un sesto senso ai limiti della preveggenza.
«Signor Preside. Benvenuto, è passato a vedere se maltratto i suoi preziosi Grifondoro?» I Serpeverde ridacchiarono.
Silente sollevò un sopracciglio e si fermò al centro della sala. «Vedo che hai fatto del tuo meglio per mettere a loro agio i tuoi studenti, hai persino richiamato il professor Lupin, mi sorprende Severus, non eri fra i suoi più accaniti sostenitori quando insegnava qui» Le mani unite in grembo, osservava al di sopra degli occhiali a mezza luna, il viso minuto del Professor Piton. Come faceva a guardarlo a quel modo? Harry si sentiva sempre in imbarazzo da quando era diventato una donna.
Il professore lo fronteggiò senza abbassare lo sguardo. «Le cose cambiano, Albus» Si mosse di un passo verso il preside e ne copiò la postura. Era in atto una sorta di lotta, qualcosa che Harry non poteva comprendere fino in fondo. «Anzi, ero intenzionato a offrire a mio marito il posto di assistente»
Silente spalancò la bocca, come un bambino di fronte a un palloncino colorato. «Non sapevo nulla. Congratulazioni, ragazzi miei, è una splendida notizia» Per quanto Harry volesse credere alle parole del Preside, non aveva potuto fare a meno di notare una certa rigidità, come se non fosse affatto sincero, ma si sforzasse di apparire felice. «Tuttavia credo che riavere il Professor Lupin fra il personale, sia una decisione da ponderare con attenzione» Ecco la mazzata, era troppo bello per essere vero.
Ma Piton, evidentemente non aveva ancora finito le frecce al suo arco. «Suppongo che la tua presenza fra noi, significhi che hai parlato con Minerva, o sono in errore?»
Silente annuì. «Mi ha riferito che Poppy ti ha consigliato di riposare»
«Proprio così e ora invece gestisco due corsi. Puoi immaginare benissimo che carico di lavoro sia. Un assistente è la soluzione migliore e, per quanto abbia fatto un lavoro passabile, non posso sfruttare ulteriormente il signor Potter»
«Capisco il punto, ragazzo mio, ma forse potremmo trovare qualcuno di più adatto» Il preside non avrebbe lasciato perdere, Remus non aveva speranza. Sarebbe stato così bello riaverlo, era l'unico professore ad aver conquistato tutti gli studenti, indipendentemente da quale casa appartenessero.
«E ti hanno informato anche a proposito degli sbalzi d'umore?» Oh no! Anche lui cominciava con quella storia, Pansy li tirava in ballo ogni volta che voleva spuntarla su qualcosa... Cazzo! Piton era un dannato genio!
«Mi hanno informato, ma io...»
Piton non lo lasciò terminare. «Non sei mai stata una donna in attesa, se non sbaglio»
Il preside appariva incerto, piegò la testa di lato. «Naturalmente no, però...»
«Allora non hai idea di quello che sto passando!» Che faceva? Piton non perdeva la calma a quel modo! Non con il preside. La sua voce si fece ancora più acuta. «Ho la nausea tutto il giorno! E i dolori, il sentirsi sempre come se fossi su una dannatissima giostra! E siamo solo all'inizio!» Era da non credere! La faccia di Piton era rossa come un peperone. «Non posso sopportare una stupida testa di rapa che incasini tutti i miei corsi! Ho faticato per insegnare a queste teste dure!»
Era puro fuoco quello che ardeva negli occhi del professore, la stessa rabbia che aveva visto nello sguardo della ragazzina immortalata nella foto che aveva visto l'estate prima. Era... oddio! Era... bella?
Silente lo fissava, per una volta senza parole. E tutti gli studenti stavano in silenzio ad aspettare la sua decisione. «Severus, non volevo certo turbarti a questo modo, non immaginavo» Si voltò verso gli studenti. «Naturalmente, se è quello che desideri, ma ti ricordo che alcuni aspetti della reintegrazione del professor Lupin potrebbero essere difficili da gestire e io non posso giustificare ogni cosa»
«Non preoccuparti, Albus, abbiamo previsto ogni cosa» Piton era tornato sé stesso, così di botto. Harry non ci capiva più nulla.
Silente si voltò per andarsene. «In questo caso, forse dovrei dirti ben tornato, Remus. Faccio affidamento su di voi perché vi gestiate le lezioni in autonomia» Come a dire che non voleva saperne niente, ma chi se ne fregava! Remus sarebbe tornato!
«Bella bacchetta, signor Paciock» Commentò e prima di uscire gli rivolse una di quelle occhiate, che gli riservava da un po'. Alle volte Harry aveva l'impressione che fosse deluso da lui, altre che avesse qualcosa da dirgli ma che non volesse farlo.
Harry si sentì a disagio, come ogni volta.
Pansy si tolse la mano davanti alla bocca. «Professor Piton... lei è un genio!» La sincera adulazione della ragazza ebbe l'effetto di far rinsavire il professore.
«Uscite di qui!» Ordinò.
Hermione guardò l'orologio. «Ma manca più di un'ora» Ron le tappò la bocca prima che riuscisse a finire la frase. Uscirono neanche avessero un drago alle calcagna. Mentre gli passava a fianco, Piton afferrò Harry per un braccio e se lo tirò vicino, solo il tempo di sussurrargli: «Se il preside prova a parlare con te, non starlo a sentire e avvisami immediatamente» Lo guardò fisso negli occhi e Harry sentì qualcosa contorcersi nel petto. «Per una volta dammi retta, ragazzo»
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«Secondo voi che cosa è successo là dentro?» Chiese Ron, correndo fuori nel corridoio.
Pansy lo prese sotto braccio. «Che il professor Piton ha costretto il Preside a riprendersi un professore che non voleva. Quei due ne combineranno delle belle, se volete sapere la mia!»
Blaise prese sotto braccio lei, e dall'altra parte aveva Neville, camminarono così, in fila, era buffo! «E il mio Nev ha disarmato un professore! Dobbiamo festeggiare!»
Anche Draco si attaccò alla fila, e lo trascinò con sé, adesso passavano a malapena nel corridoio, ma non sembrava avere importanza. «Buona idea! Non facciamo una festa da una vita e ho voglia di cantare» Harry aveva tutta un'altra idea su come passare il tempo libero, però anche sentire Draco cantare era alquanto invitante, soprattutto se avesse indossato gli stessi vestiti che aveva a San Valentino e poi, non dovevano fermarsi tutta la notte.
Tese la mano a Hermione. «Quindi non ripassiamo Incantesimi?»
«Certo!» Risposero Ron e Draco, quasi allo stesso momento. «Tu porta i libri, Granger, qualcosa su cui ballare serve sempre» Aggiunse il suo ragazzo. Alle volte era proprio un cretino, ma un cretino adorabile!
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