Il ballo del Ceppo 3
-Miseriaccia Harry! Come diavolo faccio a presentarmi con questo dannato vestito?! Quella mi ride in faccia e mi molla lì come una pera matura!- Ron non la finiva più di lamentarsi, eppure non era una novità che il suo vestito fosse orrendo, era da quando l'aveva ricevuto che lo usava come straccio, sbattendo qua e là.
-Almeno tu conosci l'identità della tua dama. Pensa se la mia non si presentasse!- Replicò Harry, sempre più preoccupato, cosa gli era saltato in mente di fidarsi di Ron e accettare un appuntamento al buio? Certo, lì per lì aveva significato poter finalmente smettere di impazzire per trovare una ragazza, ma ora, che era arrivato il momento, si sentiva sempre più terrorizzato
-Vedrai che verrà, amico, tranquillo- Aveva replicato il rosso, sfoggiando una sicurezza indifferente che aveva avuto l'effetto di far agitare ancora di più Harry, già immaginava, costretto ad entrare in sala grande, completamente solo, gli occhi di tutti puntati su di lui, alcuni lo avrebbero guardato con compassione, altri avrebbero riso... "Oh! Malfoy mi prenderà in giro per sempre con una figuraccia simile!" Che diamine gli prendeva di mettersi a pensare a Malfoy in un momento simile? "Chissà lui con chi ci va?" Ma non aveva nessuna intenzione di rovinarsi la serata pensando al Serpeverde! Così fece del suo meglio per concentrarsi sulla bizzarra coreografia che Ron stava eseguendo nel tentativo di rimirarsi allo specchio da ogni angolazione. Non che ci potesse essere qualche miglioramento.
Il vestito di Ron, era quanto di più imbarazzante si potesse immaginare: di velluto, che aveva senz'altro visto giorni migliori, di colore ormai indefinito e guarnito di pizzi tarmati, puzzava ancora di naftalina. Per quale misteriosa ragione una famiglia di maghi dovesse conservare gli abiti nella naftalina non è dato saperlo, ma l'aroma era inequivocabile! Era ancora disperato quando, finalmente, la sua accompagnatrice si palesò.
-Bene bene Weasley. Ho saputo che hai seguito il mio consiglio!- Fasciata in un abito nero, aderentissimo e scollato Pansy Parkinson avanzava verso di loro ancheggiando sui vertiginosi tacchi. Il trucco aggressivo e la pettinatura raccolta la facevano sembrare una modella. Le sinapsi di Ron andarono semplicemente in tilt, era uno schianto!
-Ron, non avrai invitato la Parkinson vero?- Ipotizzò Harry allarmato, in un lampo di comprensione, era fregato! Pansy Parkinson era la migliore amica di Malfoy, praticamente vivevano in simbiosi! Se era lei ad avergli procurato la ragazza poteva star pur certo che ci sarebbe stata la fregatura! Ma Ron neppure rispose, era troppo impegnato a cercare di non sbavare davanti a quell'apparizione.
Pansy lo osservò con sguardo critico per qualche istante, poi decise di accantonare la questione "Ron ed il vestito da incubo" per qualche istante, giusto il tempo di fare le presentazioni.
-Bene Potter, almeno tu sei presentabile. Lei è la mia amica Dray... Gwendoline Gladys Dray, la tua dama- Poi, girandosi verso la ragazza al suo fianco, aggiunse.
-Cara, lui è Harry Potter, penso di non dover aggiungere altro.- Harry finalmente si voltò a guardare la ragazza che avrebbe portato al ballo, e restò basito. Tutti i dubbi e le paure evaporarono immediatamente. Era talmente bella da non sembrare neppure umana!
Aveva lunghi capelli chiarissimi, quasi bianchi e lisci, che le arrivavano alla vita, era appena più bassa di lui e con un fisico atletico, il vestito lungo dietro e cortissimo davanti, lasciava in mostra delle gambe da urlo ed il viso aveva tratti delicati e una pelle di porcellana. Ma la cosa che lo colpì di più furono i suoi splendidi occhi grigi, così luminosi e belli, sembrava di rimirare un cielo in tempesta. Harry ci si perdette, dentro quegli occhi, che lo scrutavano quasi con timore. Lei, titubante, gli porse una mano.
-È un piacere fare la tua conoscenza- Sembrava nervosa, la mano tesa in segno di saluto tremava appena, "Di cosa avrà paura? Che io non accetti la sua mano?" Pensava, divertito mentre le si avvicinava e le stringeva la mano. In quel momento avvertì come se tutta la tensione scivolasse via, come se finalmente, potesse respirare nuovamente dopo aver trattenuto il fiato.
Lei gli sorrise e lui si scoprì a pensare che quella serata non sarebbe stata poi così male, se lei avesse seguitato a guardarlo in quel modo.
-Bene, bene- Li interruppe Pansy, sembrava sollevata. -Visto che voi due, piccioncini, andate così d'accordo, forse potreste darmi una mano a dare una sistemata a questo vestito da brivido! Non è mica Halloween Weasley-
-Ma...- Provò a protestare lui, cercando di mostrarsi vagamente offeso, ma Pansy era abituata ad averla vinta con ossi ben più duri del povero Ron e, dopo averlo zittito con un'occhiata a metà fra il seducente e l'assassino.
-Zitto e seguimi caro. Ti prometto che non te ne pentirai!- Ron si arrese praticamente subito e non c'entrava il fatto che la sua dama gli camminasse davanti e che il vestito le fasciasse il fondoschiena evidenziandone la forma perfetta!
Con una risatina timida, che mise ancora più in evidenza la sua aria dedicata, l'amica di Pansy, si rivolse ad Harry,
-Mi sa che farò meglio a seguirla, o si arrabbierà con me. Tu che fai, vieni?- Gli chiese, alzando i suoi incredibili occhi grigi su di lui, Harry non ebbe scelta, l'avrebbe seguita anche in una fornace ardente. Invece si trovò ad entrare semplicemente in un'aula vuota, dove le ragazze, con qualche tocco di bacchetta, resero almeno presentabile l'orrendo vestito di Ron: eliminarono il pizzo con un incantesimo tagliente, mutarono il colore da indefinito a un nero profondo e, con molti, molti incantesimi di pulizia, resero il tessuto morbido e pulito!
Infine Pansy estrasse dalla piccola borsa che portava appesa al polso, una minuscola fialetta di profumo, se ne mise qualche goccia su un dito per poi avvicinarsi a Ron e sfiorargli i lati del collo.
-Ecco fatto, così stai molto meglio, tesoro-. Il ragazzo arrossì, tossicchiando e si sottrasse al contatto, un po' troppo "intimo" ma in effetti Ron pareva molto più a suo agio ora.
Prendendo il suo cavaliere sottobraccio, la Serpeverde esortò tutti a ritornare nell'atrio.
-È meglio che ci sbrighiamo, o rischiamo di far tardi!- Disse uscendo dall'aula a passo di carica, imitata dall'amica che aveva trovato il coraggio di appoggiare la propria mano, incerta e timida, sul braccio teso di Harry, scrutandolo di nascosto per vedere la reazione del suo cavaliere. Quel contatto procurava al ragazzo una strana e piacevole sensazione che lo catapultò in un altro mondo assorbendolo al punto da non notare Cho sotto braccio a Cedric, non vedere Hermione, accompagnata addirittura da Victor Krum, né di gustarsi la reazione di Rondi fronte alla coppia... fu scosso dai suoi pensieri solo dall'arrivo della professoressa McGranitt, che gli annunciava che doveva essere lui, assieme agli altri tre campioni Tremaghi, ad "aprire le danze".
"Cosa? Fantastico! Tutti che mi fissano mentre faccio la figuraccia più brutta della mia vita! Proprio davanti a lei!" Pensava Harry, desiderando di poter tornare indietro nel tempo, per stare più attento alle lezioni di danza.
-Fantastico! Tutti che mi fissano mentre faccio la figuraccia più brutta della mia vita!- Disse lei quasi fra sé e sé, dando voce si suoi pensieri, Harry si trovò a pensare che quella ragazza sembrava proprio capirlo quasi come se fosse una sua vecchia amica... o meglio, un amico!
-Sembra quasi che tu mi abbia letto il pensiero!- Esclamò. Lei gli regalò un sorriso.
-A te non piace stare al centro dell'attenzione?- Lo fissava con uno sguardo curioso, o forse... sorpreso. "Perché le sembra strano che non mi piaccia stare al centro dell'attenzione? Con tutto quello che ha scritto di me "Il Profeta"... non starà pensando che mi piaccia?" Pensava il Grifondoro, scortandola nella sala grande. Hermione al braccio del campione bulgaro, li aveva sorpassati sorridendo e accennando un cenno di saluto con una mano.
-Non mi piace per niente! Anzi, è una delle cose che odio più al mondo! Però per un motivo o per l'altro, mi capita sempre!- Dovette ammettere, suo malgrado, di stava impegnando come non mai per riuscire a camminare e parlare contemporaneamente, non gli era mai sembrato così difficile, come avrebbe fatto a ballare? Ma lei lo ascoltava rapita e lui curiosamente, aveva solo una gran voglia di parlare, di raccontarsi a quella ragazza che sembrava assaporare ogni sua parola, bere ogni suo sguardo. La conosceva da pochi minuti ma non provava nessuna delle sconvolgenti e frustranti sensazioni che gli suscitavano la maggior parte delle altre ragazze: niente imbarazzo, niente timidezza. Si sentiva a proprio agio con lei, avrebbe parlato tutta la notte.
-Io di solito mi regolo così: faccio quello che mi diverte e mi diverto facendo quello che faccio! Agli altri non sta bene? Problemi loro! Io ho tutta l'intenzione di divertirmi stasera!- Concluse lei, facendogli l'occhiolino. "Questa ragazza è fantastica" pensò Harry, curiosamente non si vergognò di quel pensiero. Anzi ne era entusiasta. Cho Chang, concedendo al braccio di Cedric per prendere posto davanti a loro, fissava Gwen come a volerla valutare, chissà che le era preso? Lei le aveva restituito lo sguardo, assottigliando gli occhi e stringendosi maggiormente ad Harry, mentre le sorrideva e la Corvonero aveva abbassato lo sguardo. Harry, frastornato ed un po' sorpreso da quando successo fra le due ragazze, sentiva il bisogno di tornare alla loro tranquilla conversazione.
-Allora il piano è: divertirsi e fregarsene di tutti gli altri! Mi piace! Ci sto! - "Molto Grifondoro" Le rispose strappandole l'ennesimo sorriso, "se continui a sorridere così, penso proprio che tutti gli altri non li vedrò neanche". Invece, stranamente, era lucidissimo, profondamente cosciente di tutto ciò che lo circondava! In fila dietro alle altre tre coppie di campioni, Harry, riuscì, in qualche modo, a scortare la sua dama al centro della pista senza troppi problemi e, sfoggiando tutto il suo coraggio Grifondoro, ed un pizzico di menefreghismo Serpeverde, la prese in vita e diede il via alle danze. Fu allora che avvenne una specie di miracolo, lei gli posò una mano, leggiadra su una spalla e si affidò completamente a lui. Tutte le altre persone semplicemente scomparvero e si trovò a "fluttuare" per la stanza, quasi privo di peso.
Gli sembrava di volare, i passi che prima gli parevano difficili e noiosi, ora gli riuscivano naturali, Gwendoline si muoveva leggera ed aggraziata tra le sue braccia, con un'espressione assorta, sembrava gli stesse studiando il volto.
-Va tutto bene? Mi guardi come se avessi uno Schioppodo sulla faccia.- Chiese lui ironico. La musica riempiva l'aria, le aveva posato una mano sulla vita, per guidarla ed era arrostito per in attimo, ma ora sentiva il calore del suo corpo attraverso la stoffa sottile era una sensazione talmente sconvolgente che faticava ad accorgersi del resto.
-Scusa, è che non mi sembra vero!- Aveva risposto lei, gli altri invitati si erano uniti alle danze ed ora la pista era gremita di coppie danzanti. Harry sentiva il proprio cuore fare le capriole nel petto.
-Cosa?- La incalzò, voleva sentirla parlare, ancora e ancora, desiderava sapere ogni cosa di quella ragazza misteriosa, ma soprattutto voleva che lei lo guardasse con quello sguardo.
-Essere qui ...- Rispose lei dopo un istante ed abbassò gli occhi sul suo petto, sbattendo le ciglia, come per cercare di dominare un'emozione. Sembrava che avesse ancora qualcosa da aggiungere, ma all'ultimo istante avesse cambiato idea "Forse...essere qui con te?" Sperava Harry, ma pensò che non fosse importante e cambiò argomento, non sapeva che dire, ma non voleva cadere nel silenzio, così guardandosi in giro colse l'ispirazione dalla prima cosa che si trovò davanti.
-Vedi quella ragazza con il vestito viola, che balla con Victor Krum?- Le disse indicando Hermione, che, nel suo vestitino violetto, si lasciava guidare dal cercatore bulgaro, sorridendo, sembrava si stesse divertendo un sacco. Lei annuì, facendo una faccia strana ed assottigliando gli occhi. -È una mia amica. Non ci ha voluto dire con chi sarebbe venuta al ballo, ci sarà Ron che da fuori di matto!- Concluse Harry, sorridendo sotto i baffi al pensiero di come Ron si sarebbe dimostrato geloso "Spero che non si metta a fare qualche scenata" pensava, ma in realtà l'idea lo divertiva parecchio.
-Sai, non sarei troppo sicuro al posto tuo, Pan sa il fatto suo, non si lascia certo trascurare così!- Gli aveva risposto, trascinandolo in un paio di passi un po' troppo veloci, che lo avevano quasi fatto inciampare. Hermione e Krum non erano più in vista, però ora aveva una perfetta visione di Ron, che, con entrambe le braccia attorno alla vita di Pansy Parkinson, se la tirava addosso, assolutamente indifferente al resto della sala.
-Com'è che tu chiami la tua amica "Pan" e lei invece usa il tuo cognome?- La Serpeverde l'aveva presentata come "Dray", solo in un secondo momento aveva aggiunto che il suo nome era Gwendoline, Harry pensava che non ci fosse nome più bello in tutto il mondo! La ragazza si lasciò sfuggire una risata soffocata, prima di aggiungere:
-Puoi chiamarmi Gwen!- E accostarsi maggiormente a lui, la musica era cambiata ed ora era meno formale, così la ragazza ne approfittò per far scivolare entrambe le braccia sulle spalle di Harry. Lo fece lentamente, prendendosi tutto il tempo di accarezzare voluttuosamente il braccio e la spalla del Grifondoro, mentre con sguardo assorto, seguiva con gli occhi il percorso delle sue dita. Harry deglutì pesantemente, cercando di inghiottire il proprio cuore che aveva, di propria volontà, deciso di saltargli in gola. Ci fu un attimo di incertezza da parte del ragazzo, poi, decise che, se lei poteva fare una cosa simile allora anche lui poteva fare lo stesso, "faccio quello che mi diverte" gli aveva detto, dopotutto e gli aveva suggerito di fare lo stesso! Con la mano tremante si era avvicinato al suo fianco, vi aveva posato delicatamente la mano, facendola poi scivolare, con un movimento dolce e sensuale, lungo tutto il suo fianco e l'aveva stretta a se. Lei aveva spalancato gli occhi per un istante, colta di sorpresa, poi gli aveva socchiusi, apparentemente intenta a godersi la lenta carezza ed alla fine con le guance leggermente rosate di piacere, gli aveva sorriso. La musica era abbastanza lenta e romantica da permettere loro di ignorare le figure della danza e limitarsi a dondolare lentamente ai lati della pista, così lei semplicemente posò il capo sul suo petto, facendo aderire completamente i loro corpi. Ad Harry sembrava quasi di poter prendere il volo, come la zia di suo cugino, quando l'aveva gonfiata, un paio di anni prima. Sorrise al ricordo, anche se era praticamente certo che tutti potessero udire gli assordanti battiti del suo cuore.
Ad un certo punto della serata si erano trovati con Ron, Pansy e altre coppie di amici della ragazza a ridere come matti.
-Non sono così male questi Serpeverde!- Aveva sentenziato Ron, tra una risata e l'altra. -Quando non fanno gli stronzi!- Forse aveva bevuto un po' troppo... le bevande erano tutte analcoliche naturalmente, ma naturalmente quelle che sorseggiavano le serpi erano state "aggiustate" e non erano più così innocue...
-Davvero Ron? E dimmi, cosa ti piace dei Serpeverde? La scollatura della Parkinson?- Lo canzonò Harry, anche lui aveva assaggiato un sorso di quel miscuglio, prima che Gwen votasse il bicchiere in un solo lungo sorso. Ron non ritenne necessario rispondere, in fondo era chiaro: quella era la parte migliore!
Senza rendersene conto si trovarono sotto il palco, urlando e saltando come matti al ritmo della musica. Harry non si era mai divertito tanto, gli veniva naturale lasciarsi andare a fianco di Gwen.
Lei lo aveva preso per mano, scatenandogli insondabili sentimenti a cui non sapeva dare un nome e lo aveva trascinato nuovamente in mezzo alla pista per poi allacciare le dita dietro la sua nuca e lasciarsi guidare da lui muovendo piano un dito fra i suoi capelli, un po' come per fargli una carezza. Si sentiva confuso... come se l'unica cosa vera di tutta quella sua vita forse quel contatto, quelle dita che si infilavano nei suoi capelli, che lo trascinavano in un mondo fatto di sensazioni nuove ed esaltanti.
Purtroppo però, anche quella magica serata, doveva giungere al termine. Sempre più coppie lasciavano la sala, alcuni si salutavano e tornavano nei dormitori. Mentre altri cercavano qualche angolo nascosto nel castello o nel giardino, per continuare a "festeggiare" assieme.
Gli insegnanti erano di ronda per catturare i fuggiaschi e rispedirli a letto... nel proprio letto! Piton si aggirava per il castello feroce come un mastino, era sparito già da ore, alla ricerca di coppiette appartate ed aveva rispedito in sala un sacco di Serpeverde contrariati (inutile dire che gli appartenenti alle altre case, scoperti in atteggiamenti "affettuosi" venivano invece spediti in punizione, non tornavano certo a divertirsi!).
Harry ballava con Gwen, stringendola dolcemente e non gli importava di nulla, finché poteva sentire il calore del suo corpo fra le sue braccia, finché poteva ascoltare il suono della sua voce, finché poteva tuffarsi in quegli occhi d'argento liquido ed abbandonarcisi, niente altro contava per lui, neanche che il suo migliore amico avesse appena litigato con Hermione. Tutta la sala si era voltata a guardarli quando lei gli aveva urlato contro.
-Hai rovinato tutto Ronald Wesley!- Prima di intimargli di andare a letto e scappare via in lacrime. Pansy si era lasciata sfuggire un commento sferzante, così Ron aveva litigato anche con lei. Ma non gli era andata altrettanto bene che con Hermione: Pansy, che non si lasciava certo trattare in quel modo da nessuno, gli aveva rifilato uno schiaffo per poi urlargli dietro tutto quello che pensava di lui, in termini tutt'altro che gentili, mentre il ragazzo se ne stava impietrito a massaggiarsi la guancia, guardandola con aria colpevole e un po' delusa. Forse Ron aveva pensato di risponderle per le rime, ma non aveva fatto i conti con la fedeltà che i Serpeverde nutrivano nei confronti degli appartenenti alla loro casa: in un battito di ciglia, Pansy fu affiancata da Blaise, seguito da una mezza dozzina di serpi.
Ridotto in minoranza, Ron, era battuto in ritirata, nascondendosi nella sala comune dei Grifondoro. Forse aveva sperato che il suo migliore amico si unisce a lui, speranza vana! Harry si era a malapena accorto di quello che era successo, e solo perché Gwen sembrava essersene interessata. Addirittura la ragazza aveva provato ad intervenire, quando la sua amica aveva iniziato ad urlare, ma Harry l'aveva trattenuta.
-Devo andare da lei... - Aveva protestato debolmente lei, anche se stava già intrecciando nuovamente le dita dietro la sua nuca.
-Se la sa cavare da sola, ci scommetto, e poi guarda- Rispose lui indicando tutti i compagni di casa della moretta, che le si affiancavano.
Scomparso Ron, Pansy aveva cominciato a ballare con Millicent e Dafne, mentre Blaise chiacchierava con dei ragazzi di Durmstrang.
Non c'era quasi più nessuno quando l'orchestra intonò l'ultimo brano della serata: era un lento, una canzone dolcissima, che parlava d'amore.
-Che bella canzone!- Aveva sussurrato lei, spalancando gli occhi e facendogli saltare il cuore in gola, per l'ennesima volta -Io l'adoro. È la mia preferita!- Ed aveva iniziato a canticchiare la canzone mentre ballavano. Harry era rapito, Gwen aveva una voce incredibile: dolce e magnifica come lei.
Man mano che la musica proseguiva, la ragazza alzava il tono, fino a sovrastare ogni altro suono, persino il battito del cuore del ragazzo che si era fatto assordante. Il testo della canzone raccontava una bellissima storia d'amore, Gwen, con la sua voce angelica, cantò tutte le strofe fino ad arrivare all'ultima che finiva con:
-"... Ti amo... "-. Gwen lo fissava negli occhi, come se quelle parole fossero rivolte a lui, solo a lui. Quella magnifica creatura, che era abbracciata a lui, aveva creato attorno a loro una "bolla" fatta di note che li proteggeva e li faceva volteggiare come se fossero senza peso.
Travolto dall'emozione più intensa che avesse mai provato, Harry agì senza riflettere, la strinse a sé e, avvicinando il viso al suo, fece incontrare le loro labbra. Per un istante sentì la ragazza irrigidirsi, per la sorpresa, ma subito si rilassò e rispose al bacio. Le sue labbra morbide e carnose si muovevano sicure su quelle del ragazzo.
Harry ci si perse in quel bacio, naufragando in un mare di sensazioni sconvolgenti. Durò solo un attimo, ma di quelli che cambiano la vita. Il tempo parve fermarsi e scorrere più veloce contemporaneamente, Gwen si aggrappava con forza a lui, che la teneva stretta, le labbra che si assaggiavano a vicenda, reclamandosi. Harry era a corto di fiato ma non voleva interrompere quel bacio, era la sensazione più bella che avesse mai provato, si sentiva in paradiso. Ma, improvvisamente, furono assaliti da Pansy che urlava all'amica.
-È scattato il coprifuoco! Dobbiamo andare! Subito Gwendoline!- E laveva presa per un braccio, strappandogliela letteralmente di dosso. Gwen lo fissava senza parlare, nei suoi occhi Harry poteva leggere tutta la sofferenza per essere stata separata così bruscamente da lui. Era la stessa che c'era nel suo sguardo.
-Aspetta...- La supplicò lui, ancora destabilizzato dal bacio che si erano appena scambiati. L'interruzione era stata tanto brusca da ridurre in frantumi la bolla di magia che li aveva avvolti.
-Non possiamo fermarci Potter- Pansy si era messa fra lui e la sua amica, la lontananza da Gwen era una presenza spiacevole, un dolore quasi fisico, gli impediva di pensare, di muoversi, sapeva solo che la rivoleva fra le sue braccia, ne aveva bisogno!
-Sì, Potter. La serata è finita- Si intromise Blaise, coprendo la "fuga" delle ragazze, Pansy aveva trascinato Gwendoline quasi di peso fuori dalla sala, e lei lo aveva fissato fino all'ultimo secondo, come se volesse imprimersi nella memoria il suo volto, come se fosse l'ultima volta che lo vedeva. "Non può essere, io devo DEVO rivederla!
-Dobbiamo proprio andare!- Concluse il Serpeverde, mentre Pansy, vinta ogni resistenza, usciva finalmente dalla sala, trascinando la ragazza con sé. Voleva seguirla, doveva fermarla! Tenerla con sé!
-Levati dalle palle Zabini o io...- Ma anche quei due trogloditi di Tiger e Goyle si erano uniti a Zabini e gli bloccavano la strada! "Dannati Serpeverde il loro spirito di squadra!". Pensò, quando anche le ragazze si unirono al trio.
-Tu cosa fai? Potter? C'è pieno di insegnanti, estrai la bacchetta e ti trovi in punizione prima ancora di riuscire a puntarmela contro!- Gli aveva intimato Blaise. Alla fine dovete rinunciare! Di malavoglia e parecchio depresso, tornò nel dormitorio, Ron dormiva, così come tutti gli altri a parte Neville che, arrivato pochi minuti prima di lui, si stava preparando per la notte. Aveva passato una bella serata, Neville, era felice e voleva parlare, ma Harry non se la sentiva, non vedeva l'ora di trovarsi solo con i suoi pensieri.
Si tolse solo la veste e le scarpe e, ancora vestito, si infilò sotto le coperte, abbracciato al cuscino, pensando e ripensando ad ogni secondo di quella incredibile serata.
......
Nello stesso momento, nei dormitori di Serpeverde, nella stanza di un certo biondino aristocratico e altezzoso, Gwendoline Gladys Dray, si stava specchiando attentamente. Si era tolta le scarpe e si rimirava come se fosse ipnotizzata dal suo riflesso.
Pansy, seduta sul letto dell'amico, la scrutava con aria ansiosa.
-Tesoro...- La chiamò dolcemente, - Non è l'ora di togliersi quel pendente?- La ragazza non rispondeva. Qualcuno bussò alla porta, era Blaise.
-Allora?- Chiese a Pansy, lei alzò le spalle come a dire che non sapeva più che fare, così ci provo lui.
-Dray, come va? Non vorresti togliere quel pendente?- La ragazza si voltò verso di loro con uno sguardo vuoto e perso, poi un lampo passò sul suo volto.
-Ti piacerebbe vedermi vestito da donna? Pervertito!- Rispose con un ghigno. -Per prima cosa via queste!- Urlò infilandosi una mano sotto la gonna e sfilando un paio di mutandine di pizzo. -È tutta la sera che mi fanno impazzire!- Sospirò con un sorriso di sollievo, poi si infilò un paio di pantaloni del pigiama da uomo e si tolse il resto dei vestiti.
-Accipicchia tesoro, complimenti!- Se ne uscì Pansy, quando la vide a torso nudo. "Lei" non ci aveva neppure fatto caso, d'altronde era abituata a girare svestita fino alla vita, senza alcun problema, nessuno ci avrebbe dovuto fare caso.
-Niente male davvero!-Aggiunse Blaise, che sembrava ipnotizzato dal suo petto
-Perché? Che c'è?- Chiese lei perplessa, per poi abbassare lo sguardo, cosa aveva di strano? Gli amici l'avevano vista così migliaia di volte, solo che, di solito, non aveva un paio di tette da urlo, lì davanti...
-Ah! È per queste?- Chiese, indicandosi il piccolo seno sodo e benfatto, che attirava le attenzioni dei ragazzi, non si sentiva in imbarazzo, non molto almeno, insomma non è che quello fosse veramente il suo corpo, anche se, lo sguardo insistente di Blaise cominciava a farla sentire a disagio -Ma siete dei maniaci! E tu non eri gay, Zabini?- Li redarguì, mentre si copriva il petto con una mano e con l'altra si toglieva il medaglione. Il seno scomparve, i lunghi capelli si accorciano, la figura crebbe di statura ed i delicati lineamenti femminili furono sostituiti da altri, altrettanto delicati ma tipicamente maschili.
Draco Malfoy, Nobile Serpeverde purosangue, per prima cosa, non appena ebbe riconquistato il suo aspetto abituale, si controllò dentro i pantaloni e, con un sospiro di sollievo sussurrò.
-Bentornato amico! Mi sei mancato!- Parlando alle sue "parti basse". Pansy era scandalizzata, mentre Blaise dichiarò.
-Ti preferivo con le tette Draco-
-Ma quanto siete "delicati"! Adesso che avete visto che sto bene e non mi taglierò le vene, potete anche levarvi dai piedi!- Disse il biondo, infilandosi la casacca del pigiama.
-Ma non ti metti le mutande?- Chiese Blaise un po' curioso ed un po' arrapato.
-Perché? Vorresti goderti lo spettacolo? Ti piacerebbe, pervertito!- Lo sgridò Draco, spingendolo fuori dalla porta.
-Buonanotte tesoro!- Gli disse invece l'amica, abbracciandolo velocemente. Lui invece la strinse maggiormente a sé sussurrandole.
-Buonanotte Pan! E grazie!- Lei gli diede un bacio fraterno su una guancia.
-Perché tu puoi baciarlo mentre io vengo sbattuto fuori?- Si lamentò Blaise.
-Perché io non mi comporto da maniaco! Notte Blay. Notte Dray.-
-Notte ragazzi- Salutò ancora il biondo, mentre chiudeva la porta.
Finalmente Era solo! Finalmente era libero di perdersi nei suoi pensieri, nei ricordi della serata più incredibile della sua vita, con due dita sfiorò in una leggerissima carezza il pendente fatato che gli aveva consentito di vivere quelle ore da sogno, si infilò sotto le coperte e, abbracciato al cuscino, passò tutta la notte rivivendo, minuto per minuto, la favola che aveva appena vissuto.
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