Hogwarts Express

Quattro del mattino.
Partì l'allarme.
Draco, strappato al sonno nel bel mezzo della fase REM, si schiacciò il cuscino sulla faccia. Non ce la faceva più. 

La porta di fronte alla sua stanza si aprì andando a sbattere contro il muro. «Fai piano, o sveglierai tutti» Bofonchiò Remus, dalla sua stanza. Tutti erano già svegli, ma dettagli.

Suo padre aprì la porta a fianco alla loro, il pianto si fece più intenso. «Potevi alzarti tu, se non volevi disturbare» Sempre la solita discussione. Uffa, stava facendo un sogno così bello! Chiuse gli occhi, cercando di riannodare i fili della storia, ma non riusciva a ricordare bene. C'era Harry, di questo era certo e poi? La sensazione di calore e gioia che aveva provato era ben forte nel suo petto, tutto il resto svanito.

«Ti ho chiesto se volevi che mi alzassi!» Remus alzò la voce, per fortuna non voleva disturbare. «Dammelo, dai, così la smetti di lamentarti»

«Ormai l'ho preso io, ha smesso, forse non aveva fame» Il coso ricominciò a piangere. «Ecco, lo hai irritato!»

«Come avrei fatto?» Litigavano tutte le notti e anche le mattine, i pomeriggi e le sere... cosa trattenesse Remus dal piantarli tutti in asso non lo capiva proprio. «Ha solo fame, dammelo ti ho detto»

«Certo, adesso sai tutto, non è vero?» Stavano svegliando tutta la casa, niente di nuovo, solo che quella notte Draco avrebbe dovuto dormire, e anche gli altri.

Quella situazione non poteva continuare, adesso si sarebbe alzato e li avrebbe fatti ragionare, con le buone o con le cattive! Buttò via le coperte e in un paio di falcate fu alla porta. Harry doveva aver avuto la sua stessa idea, perché se lo trovò di fronte.

«Remus, Severus, che succede? Volete che ci pensi io?» No, non aveva avuto la sua stessa idea, per niente. 

«Non è necessario, Harry, torna a dormire» Disse suo padre, come se fosse possibile con loro due che litigavano ad alta voce nel corridoio. «Anche tu Draco, vai a letto» Draco non si mosse.

«Severus, dammi il bambino, gli do il suo biberon e lo rimetto a letto» Insisté Harry allungando le braccia. «Lo sai che Teddy mi adora e Draco mi farà compagnia, non è vero amore?» Suo padre lo guardò, speranzoso. Perché Harry aveva dovuto tirarlo in mezzo? Adesso non poteva tirarsi in dietro, non con suo padre che lo guardava così, come se si fosse deciso a creare un rapporto con quell'esserino di cui si rifiutava ancora di accettare l'esistenza.

«Ma certo... resto sveglio con te, a chi serve dormire?» Remus gli mollò in mano il biberon neanche fosse una caccobomba e, prima che potesse accorgersi di nulla si trovò in un corridoio freddo con Harry che cullava il suo orrido fratellastro.

«Non serve che resti» Gli sussurrò con un sorriso comprensivo. «L'ho detto solo per convincere Severus» E bravo il suo ragazzo. Serpeverde onorario! «Lo so che hai sonno, ci penso io con lui» Valutò la cosa: riguadagnare il suo letto, riprendere il bel sogno da dove lo aveva lasciato andare, ma Harry con i capelli in piedi, più del solito, e la maglia del pigiama troppo larga, aveva qualcosa di sensuale a cui era difficile resistere.

«Resto con te, se ti va» Harry gli sorrise e gli fece cenno di entrare in camera sua. Il cosino smise di piangere. «Allora è vero che gli piaci»

«Certo! Teddy mi adora. Non è vero piccolo?» Come faceva a parlare così a quel nanerottolo orrendo? Era proprio brutto con i capelli neri e il naso da corvo, per fortuna che non era sempre così, alle volte era più brutto.

Harry si sedette sul suo letto e Draco a fianco a lui. «Sei emozionato per domani?» Il piccolo succhiava il suo latte come non ci fosse un domani. Che fame!

Harry si strinse nelle spalle. «Non è niente di che, non ci sarà nessuna cerimonia formale, solo un paio di firme su un foglio»

«Quando lo ha fatto Blaise sembrava che ci fosse l'incoronazione di un principe, Pansy ha voluto fare una gran festa per nominare i padrini delle gemelle»

«Mi spiace essermela persa, ma sai come sono fatti Severus e Remus. In realtà credo che a Remus non dispiacerebbe festeggiare, però non vuole contraddire tuo padre»

Draco rise piano, per non far svegliare il piccolo diavoletto urlante che si era addormentato beato fra le braccia del suo ragazzo. «E chi lo farebbe? Lo hai visto ultimamente? Fa paura»

«Non dorme mai, ci credo che è nervoso» Harry stava giustificando suo padre, adesso aveva sentito tutto! «Appena torniamo a Hogwarts vedrai che ricomincerà a stare bene» Era anche la sua speranza ma ci credeva poco, almeno fino a quando non avesse ammesso che aveva bisogno di aiuto.

Harry si stese, lasciando una parte del letto libera per lui e Draco ne approfittò subito. Harry fece scivolare il bambino fra di loro. «Non mi piace che lo sgorbio si metta in mezzo»

«Teddy non è uno sgorbio! E' il bambino più bello del mondo» Si lamentò Harry, sbadigliando. Si stava così bene, nonostante il terzo incomodo. Draco prese le coperte e coprì tutti e tre, adesso era perfetto. 

«Non addormentarti con questo coso nel letto, se lo schiacciamo o lo facciamo cadere poi mio padre chi lo sente?» Sbadigliò a sua volta, era vero che era contagioso, non era una leggenda metropolitana?
Chissà poi perché le chiamavano così? Doveva essere un modo di dire babbano... ma da dove veniva?
Forse da qualche metropoli... e poi... che stava pensando?
Non lo ricordava più, ma le palpebre erano tanto pesanti, doveva chiuderle, almeno un secondo...

«CHE DIAMINE STATE FACENDO?» Cosa? non poteva già essere ora di alzarsi, aveva troppo sonno e chi era che urlava a quel modo?

«Papà... che ci fai in camera mia?» Si strofinò gli occhi. Un attimo, quella non era la sua stanza.

«Avete dormito assieme? E con mio figlio, per giunta!» Suo padre era proprio incazzato, ma che voleva? Non aveva fatto niente lui.

Si girò a guardare il letto, Harry si sfregava gli occhi, il bambino ancora stretto fra le braccia. «Teddy sta benissimo, Severus. Sta dormendo» Anche lui stava dormendo, fino a un attimo prima.

«Lo sapete che non voglio che Teddy si abitui a dormire con altre persone» Severus strappò l'impiastro dalle mani di Harry e lui si mise a frignare, la cosa che sapeva fare meglio. «E se muovendoti lo avessi schiacciato? E' così piccolo! E se lo avessi fatto cadere?»

«Per questo c'era Draco» Era una specie di barriera anti caduta per impiastri adesso?

«Molto lusinghiero, Potter. Si può sapere che ore sono? E perché non si può più dormire?» Erano diventati tutti allergici al sonno, da quando era nato quello. Che rabbia. Si alzò di scatto, tanto valeva cominciare a prepararsi, comunque era così nervoso che non avrebbe più dormito.

«Dove vai adesso?» Gli urlò dietro suo padre.

«In bagno, se mi è consentito» Si chiuse la porta dietro le spalle, con un tonfo che svegliò i pochi che ancora riuscivano a dormire, sordo ai rimproveri di suo padre e alle urla di Harry che lo chiamava in dietro. Si guardò allo specchio, come aveva fatto la sua vita a diventare quella specie di incubo? Lui lo sapeva, lo aveva saputo dal primo momento che quel bambino era una pessima idea, che avrebbe portato solo scompiglio e infatti, ecco dove li aveva portati, sull'orlo dell'esaurimento. 

Strinse il lavandino fino a quando le nocche delle sue dita non divennero bianche. Doveva farsi forza, resistere. Ancora poche ore e sarebbe salito sull'espresso per Hogwarts. Basta pianti isterici a ore impossibili, basta litigi a notte fonda, basta ruttini e pannolini da cambiare. Solo la normale vita di uno studente qualunque, non desiderava altro.

Qualcuno bussò alla porta. «Malfoy non ci sei solo tu. Il bagno serve a tutti» 

«Non ho ancora finito, Weasley! Non rompere»

«Esci con le buone o butto giù la porta» Non era possibile! Ma non poteva più stare in pace neppure in bagno, adesso? Aprì la porta per dirgliene quattro dritte su quel suo muso lentigginoso e trovò una piccola folla. Gli Weasley al gran completo, Remus e Blaise stavano aspettando il loro turno per usare i servizi.

«Scusate» Balbettò colto alla sprovvista, mentre anche Tonks si univa alla partita. Con i capelli più spettinati di Harry di color cipria chiaro, sbadigliava e aveva delle occhiaie talmente profonde che neppure la sua dote di metamorfosi riusciva a camuffare. «Ricordatemi perché sono venuta qui, stanotte?» Sbadigliò in faccia a Remus.

«Per fare da testimone alla nomina di Harry come padrino di Teddy, per accompagnare i ragazzi al binario e per deliziarci con la visione della tua ugola, a quanto pare» Le rispose lui, mentre Weasley spingeva Draco fuori dal bagno e si rinchiudeva all'interno.

«Giusto, giusto. E ricordami quando avrei detto che volevo essere svegliata alle sei e mezza dalle urla di un pozionista isterico?»

I ragazzi ridacchiarono, Remus invece si guardò attorno allarmato. «Per carità non farti sentire o lo vedrai veramente fuori dai gangheri!»

Ci mancava solo quello. Draco piantò in asso tutti e si chiuse in camera sua alla ricerca di un po' di solitudine. La testa gli doveva per la mancanza di sonno e si sentiva pesto e incompreso.
«Muoviti Draco o ti perderai la cerimonia» Quale "cerimonia"? Si infilò la prima cosa che gli capitò sottomano, non aveva nessuna voglia di partecipare, ma per Harry era importante e lui non voleva deluderlo.

Appena fuori dalla porta della sua stanza lo accolse il solito trambusto. Remus lo stava aspettando. «Dai, muoviamoci» Gli mise una mano su una spalla, neanche avesse paura che scappasse via, e lo scortò giù per le scale. 

Suo padre, Harry e Tonks lo aspettavano in cucina. Sulla tavola, già mezza apparecchiata per la colazione, una pergamena srotolata, con il timbro del ministero bene in vista, aspettava solo di essere firmata. 

«Era ora» Borbottò suo padre, che reggeva fra le braccia il neonato. «Ha fame, facciamo presto» Inutile, quell'affarino era sempre al centro dell'attenzione. Che scatole.

«Siamo pronti quando volete» Disse Tonks, prese la piuma e la porse a Harry. «Devi firmare qui e qui» Indicò due punti sul foglio e Harry scarabocchiò il suo nome. 

«Adesso?» Chiese, posando la piuma. 

«Fatto. E' ufficiale, sei il padrino di Edward Remus Lupin. Passo al ministero e archivio la pratica prima di portare i ragazzi in stazione» Tonks si alzò e prese la pergamena arrotolata e si alzò per andarsene.

«Tutto qui?» Chiese Harry, sembrava piuttosto deluso. Molly Weasley gli mise un piatto di fronte, suo padre era già uscito dalla stanza con il pupo urlante e un biberon caldo, mentre Remus sbuffava come un mantice.

«Certo, cosa ti pensavi?» Rise la ragazza, prese una manciata di polvere volante e entrò nel camino.

«E' stato veloce. Ci sei rimasto male?» Draco si sedette al suo fianco, Harry si strinse nelle spalle. 

«Non so, mi aspettavo qualcosa di più... non so, solenne» 

Draco si alzò, la sedia fece un baccano infernale e tutti i presenti si voltarono verso di loro. «Io, Draco Malfoy» Alzò un dito e lo calò in modo molto teatrale sulla spalla di Harry. «In qualità di unico possessore delle chiavi del tuo cuore» Arrossì, Harry lo fissava stranito, così come tutti gli altri. Si stava rendendo ridicolo, ma pazienza. «Ti autorizzo a proteggere a educare quello sgorbio del mio fratellastro, oltre ogni limite umano, che è l'unico modo in cui fai le cose» Toccò anche l'altra spalla, poi si chinò e gli rubò un bacio.

«Sei pazzo» Ridacchiò Harry, mentre Ron si portava due dita alla bocca. Che cafone Weasley!

«Sì, vero. Ma tu mi ami lo stesso» Prese un paio di fette di pane tostato e le mise nel piatto del suo ragazzo, prima di fare lo stesso con il suo.

«Vero anche questo» Rispose Harry, mentre gli versava il the. Che coppia affiatata. Prendi questo Weasley!

«Muovetevi a fare colazione» La signora Weasley, con un bricco di latte in una mano e la bacchetta nell'altra, fece levitare la padella delle uova sui loro piatti, rovesciandone la maggior parte sul tavolo. «Dovete finire di preparavi» Insomma, non erano neanche le otto del mattino e già tutti gli facevano fretta. 

⫷⫸⋇⫷⫸⋇⫷⫸⋇⫷⫸⋇⫷⫸

«Muovetevi! O il treno partirà senza di voi» Come al solito erano in ritardo! Il plotone degli Weasley aveva impiegato una vita a uscire di casa. E poi il tiratardi era lui!

«Sono già rimasto a Londra una volta» Commentò Harry, tirando su il suo baule. «Mi è bastata, grazie tante» Che confusione. Erano gli ultimi, non avrebbero trovato un vagone libero neanche a pagarlo. 

«Stiamo da Grifondoro o da Serpeverde?» Chiese la Granger, teneva per mano Theo e non sembrava troppo entusiasta di unirsi ai suoi compagni di casa. 

«Che domande sciocche Granger» Le rispose Pansy, per una volta del tutto vestita. «Stiamo con i nostri amici, come abbiamo fatto dal primo anno» Prese per mano suo marito, che ancora baciava la testolina pelata di una delle loro bambine e lo trascinò sul treno sul treno. «Fatti forza, George, le vedrai domenica»

Non aveva tutti i torti. «Andiamo a cercarci una cabina?» Harry gli fece l'occhiolino.

«Che avete in mente voi due?» Si lagnò Weasley, il solito rompiscatole. «Non farete come alla fine dell'anno scorso, che vi siete chiusi dentro a sbaciucchiarvi?» Da come ne parlava sembrava una cosa brutta, ma Draco non ricordava affatto che fosse spiacevole.

Harry si strinse nelle spalle. «A me non è dispiaciuto» Gli lanciò un'occhiata di sbieco, che sexy!

«Sono assolutamente d'accordo» Rispose Draco, aprì la porta di un vagone e ci spinse dentro Harry che si lasciò andare a un risolino nervoso che lo faceva apparire ancora più desiderabile. «Fuori!» Ordinò al gruppetto di tassorosso che aveva occupato il vagone.

«Draco!» Lo sgridò Harry, senza però fare nulla per fermarlo.

«Dai Harry, non lasciarmi da solo» Si lamentò Weasley. Harry lo ignorò e afferrò Draco per la maglietta. 

«Certo Ron, dammi solo cinque minuti» Aveva una faccia che non era da cinque minuti. Draco diede un calcio alla porta, chiudendo fuori Weasley e tutto il suo bisogno di attenzioni. «Sei un malvagio Serpeverde, hai trattato malissimo quelle povere ragazze e anche Ron» Si lamentò, il labbro inferiore in fuori come un bimbo capriccioso.

«E quanto ti piace questa cosa?» Sussurrò, a un millimetro dalle sue labbra. Il fiato caldo gli fece drizzare i capelli sulla nuca. Certo! La nuca! Harry adorava essere accarezzato lì, se ne era quasi dimenticato. Allungò la mano e infilò le dita tra i capelli spettinati del suo ragazzo. 

Harry rovesciò gli occhi. «Oh! Che meraviglia!» Era così assorto, così concentrato e così bello! Draco non poteva più resistere. Lo tirò a sé e fece combaciare le loro labbra. Che meraviglia!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top