Gwendolin e l'occlumanzia

Buon mercoledì, per quei quattro gatti che seguono questa sciocchezza, ecco il nuovo capitolo, spero che vi piaccia.
Allora, vi avviso, in questo capitolo ci saranno alcuni accenni di sesso etero, ma vi prego di ricordare che, anche se ha un corpo femminile, si tratta pur sempre di Draco!
Buona lettura.
Noy

Il resto della giornata trascorse come un sogno. Harry non seppe mai come si era ritrovato al termine delle lezioni a vagare nel corridoio del settimo piano.
Non appena passo davanti all'arazzo di Barnaba il babbeo la porta della stanza si aprì.

Dentro c'era lei, bella come un sogno, la ragazza che amava, la ragazza che era lecito amare.
Gwen lo fissava incerta, con uno sguardo al limite delle lacrime e lui la prese fra le braccia, baciandola con calore e gratitudine. Lei rispose entusiasta, e il suo ardore lavò via il sapore del bacio di Draco dalle sue labbra. Quel bacio proibito che si erano scambiati non era altro che un ricordo, presto dimenticato, sostituito dai baci che Gwen non gli lesinava.
-Entriamo, almeno. Se qualcuno passasse di qua...- Gli disse, lasciando la frase in sospeso. Fintanto che la porta restava aperta era visibile a tutti, solo dopo che l'avessero chiusa sarebbe diventata invisibile e irrintracciabile per chiunque. Sarebbero stati al sicuro.

-Certo, tesoro- Le rispose, seguendola all'interno e chiudendo la porta alle loro spalle. La stanza era diversa da ogni altra volta che l'aveva vista. Si era aspettato qualcosa di simile alla stanza che appariva per gli incontri dell'esercito, invece si era trovato di fronte ad una camera da letto, vera e propria. Il grande letto a baldacchino era l'unico pezzo d'arredamento in tutta la stanza. Un folto tappeto nei toni caldi dell'ocra e del mattone ricopriva il pavimento e un grande caminetto di marmo nero e lucido scaldava l'ambiente con il suo fuoco scoppiettante. Alle pareti quadri di fiori e nature morte.

-Em... non è esattamente quello che avevo chiesto...- Sussurrò la ragazza a mezza voce, arrossendo.
-Non ti preoccupare, possiamo sederci sul tappeto se usare il letto ti mette a disagio- Propose Harry, rendendosi conto troppo tardi di quello che aveva detto. "E che caspita! Cosa penserà che volessi dire con 'usare il letto' non crederà forse che io alludessi a... quello?" Pensava, cercando di non mostrarsi troppo imbarazzato.
Gwen l'aveva guardato interdetta, poi, vedendolo arrossire era scoppiata a ridere e l'aveva preso per mano.

-Muoviti, dai, non perdiamo altro tempo o non concluderemo niente- E l'aveva guidato al centro della stanza, lasciandosi cadere poi sul tappeto, di fronte al caminetto. Harry aveva appellato un paio di cuscini dal letto e gliene aveva allungato uno, prima di sedersi sull'altro.
-Allora, Harry. Oclumanzia, quindi- Commentò lei, con un lampo malizioso negli occhi, seduta a gambe incrociate, il cuscino stretto fra le braccia che le faceva da appoggio per la testa. Harry aveva annuito poco convinto, il disappunto che gli si leggeva chiaramente in faccia. -Perchè quella smorfia? L'oclumanzia è un po' difficile, ma è anche molto utile, e non serve solo per impedire ad altri maghi di leggerti nella mente- Gli spiegò, fissandolo negli occhi, la testa leggermente inclinata, la guancia schiacciata contro il cuscino, i capelli le ricadevano ai lati del viso come una lucente cascata lunare. Quanto era bella, e quanto era facile stare con lei.

-Davvero? E a cos'altro potrebbe servirmi?- Le chiese, con un tono che sperava potesse sembrare sensuale e ammiccante, ma la ragazza non sembrò accorgersene perchè rispose in tono serio.
-A un sacco di cose in realtà. Aumenta la concentrazione, quindi riuscirai a studiare meglio, sarai più concentrato, più attento. Serve anche a tenere sotto controllo gli attacchi di panico o di rabbia e addirittura a dormire meglio- Sembrava quasi Hermione in quel momento, ma Harry ebbe il buon senso di non farglielo notare. Invece tentò di rendere più leggero l'argomento con una battuta.
-E mi aiuta anche a rimorchiare le ragazze?- La sua ragazza gli lanciò uno sguardo assassino "Sono veramente un idiota"
-Hai bisogno di aiuto per rimorchiare le ragazze?- Chiese lei raddrizzando la schiena e tenendolo sotto tiro con quegli occhi pericolosi.
-Niente affatto! Cioè... voglio dire... l'unica ragazza su cui vogli fare colpo... è in questa stanza... e credo di avere appena fatto la figura dell'idiota- Replicò, abbassando gli occhi e passandosi una mano tra i capelli, scompigliandoli più del solito. Gwen seppellì il viso nel cuscino per soffocare una risata.

-Per fortuna che sei carino- Bofonchiò, emergendo dal sul rifugio -Ringrazia la tua buona stella. E adesso cominciamo! Sdraiati e chiudi gli occhi, concentrati sulla respirazione- Gli ordinò in tono pratico. Harry buttò il cuscino a terra e ci appoggiò sopra la testa, poi distese le gambe ed incrociò le dita sopra l'addome, cercando di rilassarsi.
-Harry, ma che fai?- Chiese lei, avvicinandosi. Harry aprì gli occhi e le lanciò uno sguardo interrogativo.
-Che ho fatto di sbagliato?- Domandò curioso, doveva solo stendersi, come aveva fatto a sbagliare anche quello?
-Tieni gli occhi chiusi, ti aiuto io- Sussurrò prendendogli le mani e appoggiandogliele ai lati del corpo con i palmi rivolti verso l'alto. Il suo tocco leggero gli provocava una marea di brividi lungo tutto il corpo.

-Respira più lentamente, devi sentire l'aria che ti gonfia i polmoni, fino a non poterne più contenere, poi trattieni il fiato per un paio di secondi e quindi la lasci andare, tutta quanta, fino a quando non sei completamente vuoto, quindi ricominci da capo- La sua voce, melodiosa e morbida come velluto gli accarezzava i sensi, si sentiva quasi sciogliere sul tappeto, diventare un tutt'uno con il pavimento. Nel frattempo Gwen gli aveva sollevato le ginocchia e ci aveva fatto scivolare sotto il suo cuscino. Quindi, scivolando leggiadra al suo fianco si era portata dietro la sua testa e gli aveva tolto il cuscino che gli sosteneva il capo e che era diventato piuttosto scomodo, troppo alto gli teneva il collo in una posizione sforzata. Gli aveva fatto appoggiare la testa sui suoi avambracci uniti e gli stava massaggiando il collo e le spalle con la punta delle dita. Harry si sentiva fluttuare privo di peso.
-Concentrati solo sulla respirazione, l'aria entra, e poi esce molto più lentamente- Era alla deriva, la voce della ragazza era ipnotica e le sue dita, che ora gli massaggiavano le tempie, facevano miracoli. Gli sfuggì un gemito di puro godimento.

-Ti stai rilassando, vero? Continua a respirare, cerca di concentrarti solo su quello- Lo istruiva, mentre, mantenendo una mano a contatto con il suo viso gli scivolava lungo un fianco per poi salirgli a cavalcioni sull'addome. Harry cercava di seguire i suoi ordini, ma era parecchio difficile con lei che gli accarezzava il petto a quel modo. Aveva infilato le mai sotto la sua camicia e le dita bollenti lasciavano scie di fuoco sul suo petto. Un altro gemito, stavolta meno casto, e Gwen gli si spalmò addosso, come una coperta... una coperta morbida ed eccitante. Harry sentiva i seni della ragazza, sodi e turgidi che gli premevano sul petto. Cosa pensava di fare? Non avrebbe resistito ancora a lungo.
-Respira, Harry- Gli sussurrò sulla bocca, uno sbuffo di fiato caldo e sensuale, prima di cominciare a mordicchiargli le labbra.

Era troppo, non poteva pretendere che stesse ancora fermo. Fece scivolare le braccia attorno al corpo della ragazza, accarezzandole i fianchi. Adesso era il turno di Gwen di lasciarsi sfuggire un gemito di apprezzamento. Harry non aveva mai sentito un rumore più godurioso. Gli arrivò direttamente in testa, come un incendio e lo accese di passione. Con uno scatto di reni fece volare la ragazza sul pavimento e le fu sopra, le labbra ancora a contatto, approfondì il bacio, forzandola quasi ad aprire la bocca. Una gamba fra quelle di lei a tenerle aperte per accoglierlo, un gomito a sostenerlo e l'altra mano sotto la sua camicetta "Se l'ha fatto lei..." Pensava, mentre alcuni bottoni saltavano. Il seno era morbido e caldo. E al centro si ergeva quel bottoncino turgido che lo attirava come le api al miele. Lo accarezzo con calma, studiandone la forma e la consistenza con le dita, prima di strizzarlo con tutta la mano.
-Ahi! Fai piano!- Lo sgridò lei, spingendolo via.
-Scusa- Mormorò Harry, riprendendo il bacio, Gwen non opponeva nessuna resistenza, anzi, rispondeva con entusiasmo e si era aperta la camicetta per scoprire il seno. Harry si sollevò per ammirarla. Nuda dalla cintola in su, con le labbra gonfie e le guance rosse d'imbarazzo e d'eccitazione, era splendida, assolutamente splendida. Si addossò a lei, riprendendo il bacio e, delicatamente, fece sfregare il proprio bacino sul suo, in modo da farle capire quanto era coinvolto. Anche attraverso tutti gli strati di stoffa che li dividevano lo sfregamento fu tanto piacevole che Harry non resistette e cominciò a spingersi contro di lei. Gwen, d'altro canto, sembrava gradire almeno quanto lui quel tipo di stimolo, visto il modo in cui si puntellava al pavimento per spingerglisi incontro. Doveva avere di più, non gli bastava! La mano che palpava il seno della ragazza scivolò verso il basso, infilandosi fra i loro corpi uniti. Gwen si fermò, ma non smise di baciarlo, ne gli fece capire in alcun modo che non voleva che continuasse, quindi Harry, dopo aver litigato con la cinta della ragazza ed essere riuscito a slacciare un paio di bottoni infilò la mano direttamente nelle sue mutandine. Gwen si irrigidì un po', ma non lo respinse.

Harry sfiorava le labbra chiuse della ragazza, incerto su cosa avrebbe dovuto fare, finché, con un pressione maggiore non le forzò a dischiudersi e si ritrovò immerso nel calore umido del suo corpo, libero di esplorare quel mistero che era il sesso femminile. Era viscido, morbido e bollente ed Harry, che non si ricordava neppure il suo nome, avrebbe tanto voluto vedere almeno quello che stava toccando, sembrava tutto rughe e pieghe di pelle, finché non inciampò in un bottoncino turgido.

-Ah! No... non lì- Sibilò lei, cercando di allontanare la sua mano. Harry la tolse immediatamente.
-Scusa, scusami stavo andando troppo di corsa ma... pensavo che ti piacesse- Gwen era arrossita vistosamente.
-No... non ti devi scusare. Va bene... cioè... io voglio... solo che mi hai colto di sorpresa, non pensavo che fosse un punto così sensibile. Cerca di fare più piano- Gli disse, tenendo gli occhi bassi e fissi sul suo petto. Era così deliziosamente in imbarazzo. Harry deglutì un paio di volte prima di riacquistare la capacità di parlare.

-Sei... sei sicura? Possiamo fermarci se non te la senti- Se adesso lei gli avesse detto di no il suo amichetto del piano di sotto non lo avrebbe perdonato tanto facilmente, ma lui doveva essere assolutamente sicuro che fosse quello che lei voleva veramente, non si sarebbe mai perdonato di averla forzata. Ma non pareva un problema, visto il modo in cui lei annuiva sorridendo e tentando di baciarlo allo stesso tempo. Inarcò la schiena quel tanto che riusciva, con lui che la schiacciava contro il pavimento, ma abbastanza da permettergli di sfilarle i pantaloni. Le mutandine che indossava erano qualcosa di vezzoso e pieno di pizzi, non facevano assolutamente nulla per coprire la parte, anzi, la seta lucida esaltava incredibilmente la bellezza di quel triangolino di pelle, mettendolo in evidenza.

-Wow- Proferì Harry, sinceramente ammirato. Gwen squittì per l'imbarazzo.
Ormai aveva raggiunto un tale livello di eccitazione che anche lo stimolo più insignificante gli provocava reazioni esasperate.
Lasciò le mani vagare sulle sue cosce setose e calde fino ad incastrare le dita nell'elastico delle mutandine che scivolarono giù, mentre lei inarcava la schiena, ora non aveva più filtri, era completamente nuda davanti a lui, ed era splendida.

Harry allungò la mano per accarezzare il ciuffo di ricci chiarissimi, quasi trasparenti, erano ispidi sotto le dita. Gwen ridacchiò nervosa e serrò maggiormente la gambe. Non era esattamente la reazione che aveva sperato di ottenere, non aveva idea di quello che doveva fare, se solo avesse visto dove infilare le dita... Provò prudentemente a farle allargare le gambe, facendo pressione sulle ginocchia, e lei si spaventò.
-No... asp... aspetta- Gli disse, balbettando. Harry si voltò per abbracciarla.
-Sicura che vada bene? Sto... facendo qualcosa di sbagliato?- Non si sentiva molto a suo agio ad ammettere di non essere all'altezza, ma la reazione della ragazza non gli era piaciuta per nulla, sembrava quasi che la stesse costringendo, ed aveva messo un freno alla sua eccitazione.
-Sì, va bene, è solo... strano- Aveva risposto lei, rilassandosi fra le sue braccia.

-Perchè non mi guidi tu?- Aveva proposto, infilando la propria mano sotto quella piccola e delicata della ragazza. Lei aveva deglutito. Tremava. Harry si era sentito ancora più male, a questo punto non era neanche più sicuro di volerlo. Ma Gwen, sfoggiando un coraggio incredibile, aveva già guidato la sua mano fra le sue gambe, dischiudendole appena. Era così calda e umida, le dita si muovevano da sole, mentre l'eccitazione ricominciava a montare.
-No... così non va- aveva sentenziato lei, la voce sibilante per il fastidio, mentre gli spostava la mano -Forse... potresti bagnarla con la saliva?- Gli aveva chiesto, mettendogli le dita davanti alla bocca. Un'altra interruzione sgradita, ma se serviva a metterla a suo agio... Seguì le istruzioni e si impiastricciò le dita di saliva, prima di provare un nuovo approccio. Stavolta la ragazza resistette per trenta secondi prima di agitarsi e mugolare.

-Cosa c'è adesso? Io... non capisco cosa sto sbagliando- Sibilò frustrato, togliendo la mano dalla cavità vischiosa. Forse, senza volere, aveva usato un tono di voce un po' troppo aspro... Gli occhi di Gwen si riempirono di lacrime.
-Scusa... io, non voglio fare la difficile... io... è tutto nuovo per me- Aveva farfugliato, mortificata. Ma si stava scusando? Lui era un mostro insensibile e goffo che le aveva fatto male e lei si stava scusando? Tutta la situazione era surreale. -Va bene, cercherò di stringere i denti, tu... non far caso se faccio qualche faccia strana, va bene?- Concluse, guardandolo con un sorriso triste, mentre apriva le gambe.

-No che non va bene!- Le rispose lui, sconvolto -Gwen, Ma cosa dici? Non ti riconosco neanche più- Dove era la ragazza spiritosa e sicura di sé che gli rispondeva per le rime ed era capace di rimetterlo al suo posto con un'occhiataccia? Gwen aveva abbassato lo sguardo, sembrava così fragile ed indifesa in quel momento, ma com'era possibile che accettasse di farsi trattare a quel modo? Di farsi fare del male?

-Io... io ti amo Gwen, voglio farti stare bene. Non voglio che tu debba stringere i denti per sopportarmi. Se questa cosa non ti piace... allora non mi interessa- Aveva dichiarato, con tutta la convinzione e la fermezza di cui era capace. La ragazza lo aveva fissato incredula spalancando i suoi grandi occhi grigi.
-Tu... Ma dici sul serio? Voglio dire, sei proprio sicuro di quello che provi?- Harry aveva annuito sorridendo, il cuore che andava a mille, non si era neppure accorto di averle confessato i suoi sentimenti, gli era venuto così naturale.
-Ti amo- Ripeté, arrossendo, era la prima volta che lo diceva a qualcuno e lo faceva sentire veramente bene. Lei lo guardava con gli occhi liquidi, sorridendo, era così bella quando sorrideva, era come se il sole sorgesse solo per lui. Le sorrise di rimando.

-Anche io ti amo Harry- Gli confessò, baciandolo con dolcezza e stringendosi a lui. L'eccitazione di poco prima era completamente scomparsa, sostituita da un sentimento dolce e avvolgente, ed Harry si lasciò cullare da quella dolcezza mentre la riempiva di baci. Non avrebbero fatto sesso quella sera, ma a lui andava bene così, e, dopo tutto l'aveva vista nuda... ed era già molto più di quello che avevano fatto la maggior parte dei suoi coetanei.

L'allarme lo colse di sorpresa, facendolo scattare in piedi.
-Che diavolo succede?- Urlò saltando in piedi e cercando la sua bacchetta.
-Tieni- Gli disse lei in tutta risposta, porgendogli la bacchetta che aveva recuperato sotto la sua camicia. -Finite incantate!- Enunciò poi e finalmente il fastidioso suono tacque.
Quando si voltò verso di lei per riprendere da dove erano stati interrotti, però si accorse che Gwendoline si stava rivestendo velocemente.
-Quanta fretta!- Commentò lui, colpito dalla brusca interruzione.
-Se non sono nel suo studio fra due minuti il mio padrino mi scuoia vivo- Aveva commentato lei, saltellando per rimettersi un calzino -Hai visto le mie mutandine?- Gli chiese poi, chinandosi in avanti a raccogliere i pantaloni dal pavimento e mostrando ad Harry un panorama che non avrebbe mai dimenticato "Per tutti i santi del Paradiso! Che culo!" Pensava imbambolato e incantato -Harry?- Lo chiamò ancora la ragazza, risvegliandolo bruscamente.
-Cos... ah certo, scusa- Si scusò, porgendo alla ragazza il microscopico brandello di stoffa. Lei lo aveva guardato di traverso, con uno sguardo malizioso.
-Vorresti tenerle?- Gli aveva chiesto ambigua, Harry si era sentito andare a fuoco.
-No! Che dici?- Aveva bofonchiato lanciandole la biancheria e infilandosi la sua camicia, tanto per non essere costretto a guardarla in faccia mentre finiva di vestirsi ridacchiando.

-Non arrabbiarti per favore, sei tanto carino quando arrossisci così- Cercò di blandirlo la ragazza, avvicinandosi con un'aria tutta carina e dimessa, ma lui non ci sarebbe cascato non l'avrebbe perdonata solo perché si dondolava su un piede, con le mani dietro la schiena e con un'espressione assolutamente adorabile, pensò... tirandola a sé per darle un ultimo bacio... ok, avrebbe tenuto il punto un'altra volta.

-Ci vediamo fra una settimana...- Aveva cominciato lei, ma Harry l'aveva interrotta.
-Perché non domani? Come faccio a resistere sette giorni senza vederti?- Le aveva chiesto implorante.
-Non hai gli allenamenti di Quiddich domani?- "Certo! Il Quiddich!" Per un istante pensò di lasciare la squadra solo per stare con lei, ma i suoi compagni lo avrebbero ucciso.
-Va bene, allora dopodomani...- Insistette lui, lottando per trattenerla mentre cercava di sfuggirgli per infilarsi nel camino.
-Dopo domani non posso io!-Gli aveva risposto.
-Cosa devi fare? Vedi un altro ragazzo?-

Commentò ironicamente, ma non troppo, era veramente molto interessato a sapere se la ragazza a cui aveva appena detto "Ti amo" frequentasse qualcun altro e lei era sempre così evasiva sulla sua vita.
-Sei geloso? Magari anche io ho gli allenamenti di quiddich, che ne sai?- Scherzò lei, con un lampo malizioso negli occhi, avvicinandosi al caminetto. Harry le prese la mano e la trasse nuovamente a se, abbracciandola da dietro.
-Naa, domani si allenano i Serpeverde...- Aveva risposto lui, ridendo.
-Harry devo andare! E tu usa questo tempo per esercitarti con la respirazione che ti ho insegnato, devi essere in grado di respirare così in modo naturale, quindi fai un sacco di pratica!-Gli intimò, lo sguardo serio e l'indice teso verso il suo naso "Ecco che ricomincia ad assomigliare ad Hermione" pensava, guardandola sparire nel caminetto.
-Tanto vale che vada a mangiare qualcosa prima della punizione con la Megera- Disse alla stanza vuota, prendendo le sue cose di uscendo nel corridoio.

.........................

Gwendoline era emersa dal caminetto nello studio del suo padrino, Severus la stava aspettando seduto in poltrona con una tazza di tè in mano. Sul tavolinetto al suo fianco un piatto con ancora mezzo sandwich abbandonato "Ha cenato nel suo studio, mi stava aspettando". Non appena la vide si alzò per andargli incontro. La metteva a disagio che lo zio la vedesse così, e si affrettò a cercare la catenina sotto i vestiti per levarla e riprendere il suo aspetto.

-Solo un momento- Ordinò il suo padrino, fermandole la mano -Fammi vedere il tuo viso, per favore- Severus gli aveva messo due dita sotto il mento, spingendola ad alzare il viso e l'aveva scrutata attentamente.
-Sei veramente bellissima, qual è il nome che hai detto a lui?- Le aveva chiesto, un'espressione strana negli occhi.
-Gwendoline... Gwendoline Gladys Dray- Gli rispose, si sentiva strano sotto lo sguardo attento del padrino.
-Gladys, cioè "Gladiolo" un fiore... come tua madre- Le aveva fatto notare, gli angoli della bocca si erano incurvati in una sorta di piccolo sorriso, o la cosa più simile ad un sorriso che avesse visto sul viso del suo padrino. -Ma sembri triste- Le aveva detto, accarezzandole una guancia con un dito. Draco avrebbe tanto voluto buttargli le braccia al collo come quando era bambino e farsi tenere al sicuro, ma era un uomo ormai, e doveva esserne all'altezza. E la prossima volta avrebbe dovuto ricordarsi di indossare il reggiseno! -Centrano qualcosa i bottoni che mancano alla tua camicetta? Potter ti ha... mancato di rispetto?- Gli stava chiedendo lo zio, "Ma come parla? Non siamo mica nel medioevo!"

-No, zio... Harry non ha fatto assolutamente nulla che io non volessi- Gli confessò arrossendo e sfilandosi finalmente il pendente dal collo. Ritornare nel suo corpo fu un sollievo, anche se il perizoma di pizzo gli segava le palle in modo veramente fastidioso.
-E' per la punizione, sono un po' preoccupato- Proseguì, sperando che il suo padrino lasciasse correre.
-A tal proposito, Draco, tuo padre ha espresso il desiderio di vederti, dopo che avrai finito con la Humbridge- Il ragazzo sbiancò e per poco non finì a terra. Severus lo sostenne e lo aiutò a sedersi sulla poltrona da cui lui si era appena alzato. -Cerca di mantenere la calma, ragazzino!- Lo riprese, ma lo guardava con un viso preoccupato che non avrebbe mai mostrato a nessun altro.

-Scusa zio, hai ragione- Rispose, cercando di ricomporsi. Aveva cercato di accantonare le preoccupazioni per la reazione di suo padre alla sua punizione e, fino a quando aveva avuto la prospettiva di poter passare del tempo con Harry, c'era anche riuscito, ma, ora che non aveva più nulla di così emozionante su cui concentrarsi si stava velocemente facendo prendere dal panico.
-Proverò a parlare con tuo padre, gli chiederò di essere clemente. Ma, qualora non funzionasse, è arrivato il momento di prendere una decisione- Gli stava dicendo il suo padrino, mentre prendeva posto di fronte a lui su una sedia che aveva appena evocato. La seduta era molto più alta di quella della poltrona su cui era seduto lui e il suo padrino lo scrutava dall'alto, facendolo sentire ancora più piccolo e fragile. Odiava sentirsi a quel modo.
Era così che si sentiva di fronte a Lucius, ogni volta.

-Quale decisione, zio. Non ho molta scelta, devo solo sopportare e pregare che finisca presto- Draco era piuttosto fatalista quando c'era di mezzo suo padre, aveva imparato da tempo che non c'era modo di sottrarsi alla sua furia.
-Non è l'unica soluzione, dipende tutto da te. Posso farti sparire, basterebbe rivelare a Silente che hai cambiato fazione e che stai aiutando Harry. Il vecchio ci metterebbe poco a capire quanto sei importante per il suo prezioso prescelto, ti proteggerebbe- Davvero lo zio Sev aveva appena chiamato Silente "Il vecchio"? Era impazzito? E poi non era così sicuro che Harry lo considerasse importante quanto credeva lui, non l'aveva visto scappare dopo il loro bacio. Lo stomaco di Draco si strinse in una morsa dolorosa al ricordo della schiena di Harry che spariva fuori dalla porta.

-Draco, che ne dici?- Lo zio Sev si era sporto verso di lui, e gli aveva messo una mano su una spalla.
Gli stava offrendo la salvezza, la libertà dalla tirannia di suo padre, tutto quello che aveva sempre desiderato. Si concesse di assaporare la cosa. Niente più punizioni, niente dolore, basta stare attento ad ogni singola parola che pronunciava. Quella sera avrebbe potuto andare a letto tranquillo, senza farsi massacrare da Lucius, non avrebbe passato le prossime due settimane dolorante a farsi cambiare le fasciature da Pansy.

-Ma questo non indebolirebbe la tua posizione con il Signore Oscuro, zio?- Il suo padrino distolse lo sguardo.
-Non devi preoccuparti di questo, Draco, sono perfettamente in grado di gestire la cosa ragazzino- Aveva replicato il pozionista, in tono secco, ma Draco lo conosceva troppo bene sapeva che era preoccupato. Scoprire le carte a quel punto poteva essere pericoloso, avrebbe potuto mettere a repentaglio la buona riuscita del loro piano, forse addirittura fare saltare la copertura del suo padrino.
-No, non credo sia una buona strategia, io... posso sopportarlo. L'ho fatto finora ci riuscirò anche adesso- Aveva risposto, coraggiosamente. Il professore aveva fatto per ribattere, ma lui lo aveva preceduto.
-Per favore zio, manca poco alla mia punizione, potresti farmi portare una tazza di tè. Io... non me la sento di andare in sala grande- Gli aveva chiesto, consapevole che lo zio lo avrebbe accontentato immediatamente. Infatti non aveva neppure finito di parlare che Severus stava già chiamando gli elfi.
-Ma certo, vuoi anche qualcosa da mangiare?- Draco aveva scosso la testa, aveva lo stomaco chiuso -Non vuoi neppure una fetta di torta?- Gli chiese l'uomo, posando un invitante fetta di cheesecake al cioccolato a fianco alla tazza di tè caldo e zuccherato che gli aveva appena messo davanti. Draco si lasciò andare ad un sorriso, mentre prendeva una forchettata di dolce: era il suo preferito.
-Non puoi mangiare solo torta a cena, ma per una volta, non ti farà male- Concluse il suo padrino, lasciandolo mangiare. Alle volte era proprio bello lasciarsi viziare.

Allora, che ne pensate? Ci sono tanti spunti di riflessione, ad esempio: Harry è innamorato di Gwendoline o di Draco? E Gwendoline è impazzita a permettere ad un ragazzo di trattarla a quel modo? E Draco non si sente in colpa ad ingannare a quel modo il ragazzo di cui è innamorato? La risposta è una sola: sono tutti adolescenti! Incasinati, indecisi, caotici adolescenti! E che Merlino ce la mandi buona!
Fatemi sapere il vostro pensiero.
A mercoledì.
Noy

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