Giudizio Unico per Fattucchiere Ordinario

Buon anno potterhead!

Il vecchio mago barbuto del ministero della magia entrò ballonzolando. «Chi si becca le classi di Piton quest'anno?» Erano arrivati come un'invasione e avevano preso possesso della sala insegnanti. Severus si versò una tazza di the e con molta calma, aprì il grosso armadio, per poi seppellircisi dentro alla ricerca di una buona scusa per restare nella stanza senza destare sospetti.

«Non ci penso neanche Anton! Quei ragazzini terrorizzati  non saprebbero miscelare una pozione decente, neanche ne andasse della loro vita! Uno è scoppiato in lacrime l'anno scorso» La grassa collega lo seguì e prese subito possesso di una delle sedie più vicine alla porta. Che si era messa sulla testa? La strega si tolse l'orrendo cappello coperto di piume fiammeggianti e rivelò un cranio completamente calvo. Severus si schiacciò dietro l'anta dell'armadio. Il suo corpo minuto scomparve coperto dalla grossa porta.

«Appunto Magda, tu sei sicuramente più materna, più adatta di me» 

La donna sbuffò. «Neanche per sogno. L'ho fatto l'anno scorso, quest'anno lo fai tu o Mistrol!»

«Io non posso!» La voce nasale dell'ultimo degli esaminatori ministeriali gli ferì le orecchie, quanto odiava quell'uomo. «Non mi occupo di pozioni da anni. Farò Trasfigurazione come al solito, Magda farà Difesa e Pozioni tocca a te, Anton» Una sedia venne trascinata sul pavimento e produsse un suono fastidioso e pesante. 

«Il solito despota! E va bene, ma se mi tocca pozioni la Cooman ve la gestite voi» Era un affare! Mistrol ancora non lo sapeva, ma si stava assicurando la libertà da Sibilla Cooman in cambio della migliore classe di pozioni degli ultimi anni. Severus ridacchiò fra sé.

Qualcuno si schiarì la voce. «Possiamo esserle utili, signorina?» Severus si raddrizzò emergendo dall'armadio. «Chiedo scusa... signora» Si corresse la donna, vedendo la pancia.

«Niente che possiate fare» Severus si accarezzò il ventre gonfio e prominente, il bambino scalciava come un forsennato. «Grazie comunque, Magda»

La strega spalancò gli occhi. «Chiedo scusa, ci conosciamo?» Lo scrutava attenta. Avrebbe mai capito che si trattava proprio di Severus Piton?

«Solamente da vent'anni, Magda» Che soddisfazione vederla rabbrividire e cercare aiuto con lo sguardo dai suoi colleghi. «E' meglio che vada, ora, così potete finire di dividervi le materie» Raggiunse la porta e, all'ultimo si voltò sorridendo. «Mi raccomando Anton, fa un buon lavoro con le mie classi!» Chiuse la porta mentre il mago cadeva dalla sedia e finiva sul pavimento.

Remus lo aspettava appena oltre la soglia. «Allora?» Chiese, trattenendo il fiato.

«Io sono con Anton. Minerva ha Mistrol» Remus sospirò. «Sbrigati, dobbiamo parlarci prima che si facciano condizionare da lei» 

Remus annuì e lo seguì senza fiatare fino ai sotterranei. La sala comune era, come dire... affollata.

«Sapevo che vi avrei trovati tutti qui» Severus si piazzò nel centro della stanza, diverse paia di occhi assonnati e cerchiati da profonde occhiaie scure si volsero verso di lui. Che musi lunghi! Ma almeno erano tutti assieme, le sue Serpi con i loro amici Grifondoro, tutti nella stessa stanza, proprio come aveva sperato che fosse.

Solo la Granger ebbe il coraggio di aprire bocca. «Professore, è ora di andare?» L'unica che potesse essere entusiasta dell'inizio degli esami.

«Non ancora. Pima devo dirvi qualche parola» Alzò la voce, per assicurarsi che tutti lo guardassero. «Tutti sapete che ogni anno c'è la coppa delle case» Diversi ragazzi annuirono, Draco e la Granger si fecero attenti. «Quello che non sapete, è che ogni anno, io e la professoressa McGranit, abbiamo una piccola... come dire... leale competizione... sfida...»

«Questi due scommettono su di voi» Intervenne Remus. Che modo poco elegante di definire la cosa. Erano gli svantaggi di essersi scelto un impulsivo grifone come compagno.

«Grazie, professor Lupin, per il suo intervento» A Severus bastò uno sguardo per zittire tutti, anche quei due gemelli Weasley che non avevano nessun motivo per essere nella sua sala comune, tra l'altro. «Comunque il professore non ha torto! Purtroppo, quest'anno voi pesti avete deciso di mescolarvi in modo del tutto imprevedibile» Esibì un'espressione disgustata che non convinse nessuno e più di una testa vuota gli sorrise. Erano insopportabili. «Perciò la nostra consueta scommessa, Serpeverde contro Grifondoro, non ha più senso»

«Ma professore...» Saltò su la Granger, quell'irritante manina tesa e fremente.

«Non siamo in classe, ragazzina, e mi usi la cortesia di farmi finire di parlare, prima di interrompermi» La ragazza abbassò la mano e strinse le labbra. Aveva fatto star zitta la Granger, un sogno che si avvelava. «Quest'anno abbiamo quindi deciso di prendere in considerazione i vostri voti nelle rispettive materie! Pozioni contro trasfigurazione!» 

«Riguarda solo noi o anche le altre case?» Saltò su Draco. Questa sì che era una domanda sensata.

«Naturalmente riguarda tutta la scuola, ma capirete da soli che non serve che raccomandi ai Corvonero di impegnarsi al massimo per avere bei voti, ed è inutile dirlo ai Tassorosso» I Serpeverde annuirono, i Grifondoro si guardavano fra di loro perplessi.

Potter era un po' in mezzo, non sapeva da che parte pendere. «Quindi ci sta chiedendo di prendere brutti voti in trasfigurazione?»  Che diamine ci faceva fra i Grifondoro, quel ragazzo? La Granger sembrava sul punto di svenire.

«Se qualcuno si azzarda a fare una cosa del genere gli taglio i pollici personalmente e glieli faccio mangiare!» Hermione riprese a respirare. Peccato! C'era andato così vicino. «Niente affatto, grandissime teste di rapa. Le rape dovrebbero offendersi di essere paragonate a voi!» Era un bel po' che non se lasciava andare a una bella scenata, era quasi catartico. «Dovete impegnarvi in pozioni e prendere tutti Eccellente! Tutti voi! E dopo dovete impegnarvi anche in Trasfigurazione, ma... senza esagerare»

«Severus!» Sbuffò Remus, dannata cavalleria grifondoro! «Ragazzi, fate del vostro meglio e basta!»

Ma andiamo! Li aveva terrorizzati così bene. «Stai rovinando tutto il mio lavoro, Remus, voglio che tu ne sia cosciente» Diverse risatine divertite scoppiarono fra le zucche vuote. «Lo vedi? Ridono! Quando dovrebbero essere in preda a sacro terrore» Disgraziatamente il tono perentorio che con la sua solita voce aveva l'effetto di far tremare i suoi allievi, risuonava lamentoso con quella vocetta acuta che doveva usare da quando il suo corpo era cambiato. Altre zucche vuote si unirono al coro delle risatine sommesse, un fastidioso brusio. 

«Non è il caso di terrorizzarli prima degli esami, caro» Per l'appunto, ci mancava giusto il nomignolo affettuoso per fargli perdere quel poco di credibilità che ancora aveva.

Sbuffò, portandosi una mano alla fronte. «Impossibile Grifondoro!» Scosse il capo. «Usciamo da qui prima che mi rovini del tutto la reputazione» Fece un passo e... OH Merlino! Che male.
Si accasciò a terra, in preda alle fitte, le mani al ventre e il viso stravolto dal dolore.

«Severus» Urlò Remus inginocchiandosi al su fianco. Il dolore gli faceva contrarre il ventre, non poteva essere, era troppo presto, troppo presto! 

«Dobbiamo portarlo in infermeria» Gridò Draco, qualcuno lo fece levitare e Remus lo tenne fra le braccia mentre entrava nel caminetto.

Madama Chips non gli era mai sembrata tanto propizia. «Che è successo? Non possono essere le contrazioni, mancano ancora tre mesi!» Ecco, qualcuno lo aveva detto. Aveva ragione lui, il suo bambino non stava per nascere, era tutto un errore. Allora... perché tutto quel dolore?

Ansimò forte, cercando di far finire la fitta e quella, come per miracolo, si placò. Era finita! Severus si sentiva esausto ma almeno era finita! Madama Chips gli tastava la pancia e intonava incantesimi diagnostici mentre lui si lasciava andare al sollievo. 

Poi ricominciò. 

«Merlino benedetto! Basta» Si afferrò il ventre, cercando di massaggiarlo.

La medistrega gli prese le mani. «Severus, fermati, così stimoli il travaglio» Porco Godric! Era l'unica cosa che gli desse un minimo di sollievo. «Respira, inspira con il naso e espira con la bocca» Ecco... ecco... adesso passa.

«Poppy, che cosa? E' il bambino?» Remus era bianco come un lenzuolo. 

«No, state tranquilli, sono finte contrazioni» Un sollievo enorme lo colse, tanto che sentì le lacrime bagnargli il volto. Ora, se suo marito fosse riuscito a non svenire, forse potevano tornare nei loro alloggi. 

Un'altra piccola contrazione partì, ma stavolta sapeva cosa fare e passò subito. «Bene, adesso possiamo andare...»

«Togliti dalla testa di andare da qualunque parte, Severus. Tu resti qui» Remus non lo lasciò neanche finire di parlare. Da quando era così autoritario? E perché la cosa era così... piacevole?

«Sono d'accordo con il professor Lupin, Lei non si muove di qui, professor Piton» Non potevano dire sul serio. Lui stava bene! Certo, aveva ancora qualche doloretto, ma erano sempre più deboli.

«Non crederete di potermi obbligare» 

Remus gli lanciò un'occhiataccia che lo fece sentire colpevole. Quell'uomo aveva un dono, dannazione! «Proprio così, mio caro! Te ne starai a riposo fino a quando Madama Chips non dirà che stai bene o fino a quando non nascerà il bambino, a costo di legarti al letto personalmente» 

«Ma mancano più di tre mesi» Restare bloccato a letto per tutto quel tempo. Non poteva essere vero, non lo avrebbe sopportato. «Impazzirò!» Doveva esserci un'altra soluzione.
Remus lo fissava e nei suoi occhi c'era una determinazione così ferrea da lasciargli poche speranze.

«Adesso cerchiamo di non esagerare, qualche giorno dovrebbe bastare» Si intromise Poppy. «Ha lavorato troppo, professore, deve stare attento, nelle sue condizioni» Con uno sventolio di bacchetta trasfigurò la sua tunica in un pigiama da infermeria. Ma non poteva farlo anche le altre volte invece di costringerlo a denudarsi davanti a lei? 

«Non fare quella faccia, amore. Pochi giorni sono meglio di diversi mesi» Aveva frainteso tutto, non era per quello la sua faccia sconvolta. Madama Chips ghignava, quella donna era sadica! 

«Ma... e i ragazzi?» Entrambi si voltarono a guardarlo, la medesima espressione sconvolta su entrambi i volti. Che credevano? Lui si preoccupava per i suoi alunni! Fece del suo meglio per assumere un'aria offesa.

«Non preoccuparti» Remus si chinò a baciargli la fronte. «Ci penso io a loro»

«Certo! E io dovrei fidarmi di te?!» Ma che cavolo! Che stava dicendo?




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