G.U.F.O.

Ciao a tutte bellissime persone che leggete e commentate. Grande notizia: Il pendente dei Black è finito! Ebbene sì, ho finito di scrivere l'ultimo capitolo, dopo quattro lunghi anni finalmente questa avventura è finita! Quando ho scritto l'ultima parola mi sono commossa.
Ma non temete, prima che voi possiate leggerlo mancano ancora molti mesi, ci sono ancora più di trenta capitoli prima della parola fine. Quindi dateci sotto con i commenti e con le stelline! Ah, nel caso non ci aveste fatto caso, ho cambiato il giorno di pubblicazione, non più il mercoledì, ma il sabato, così avete tutta la domenica per leggerlo.
E niente, buona lettura.
Baci.
Noy


«Perché diavolo non mi fanno entrare?» Draco batté la mano sulle porte chiuse dell'infermeria, per l'ennesima volta. Nessuno rispose. Avevano deciso di farlo impazzire? Voleva solo sapere se suo padre stava bene.

Harry lo prese per le spalle e lo costrinse ad allontanarsi da lì. «Cerca di essere ragionevole» Ragionevole? Come faceva? Remus aveva fatto levitare via dalla sala comune suo padre, in preda a dolori tanto forti che gli impedivano persino di reggersi in piedi e Draco lo aveva visto resistere a una Crociatus con appena una smorfia a tradire la sua sofferenza.

«Come faccio a stare calmo? Lo hai visto anche tu come stava» Harry, il suo meraviglioso ragazzo, lo attirò in un abbraccio, questo sì che era d'aiuto. Posò la testa sulla sua spalla e lasciò che le carezze si portassero via un po' della sua ansia.

«Certo che l'ho visto, è per quello che ti dico di aver pazienza. Se tuo fratello stesse nascendo in questo momento?» Draco tirò su con il naso. «Al posto tuo io non vorrei stare là dentro» Rabbrividì.

«Ma che dici! Non può... deve nascere a settembre» Non era pronto! Davvero, non poteva succedere ora. «Mancano ancora troppi mesi» Aveva fatto di tutto per ignorare che fra poco quel bambino sarebbe arrivato a sconvolgere la sua intera esistenza.
Aveva gli esami da preparare e poi, c'era tutta l'estate per venire a patti con quella cosa, non poteva affrontarla ora! 

«Sono sicuro che andrà tutto bene, Madama Chips è la migliore, non permetterà che succeda qualcosa al bambino» Harry lo strinse a sé, certo che era proprio bravo a consolarlo! Era di suo padre che gli importava, anche se si sentiva meschino e crudele a pensare una cosa del genere, in fondo, quel bambino lui neanche lo conosceva.

Non ebbe il coraggio di confessare i suoi pensieri a Harry, lui era tanto buono e giusto e leale... Grifondoro! «Doveva succedere proprio adesso?» Si lamentò invece.

Harry sbuffò divertito. «Ha avuto un tempismo impeccabile. Giusto prima dell'esame di trasfigurazione» Ma certo! La prima prova era Trasfigurazione e stava per iniziare. «Scommetto che neanche Hermione riuscirà a stare attenta» Se voleva tirarlo su di morale era la strada giusta. La Granger in difficoltà era il suo argomento preferito.

«Dubito che lo abbia fatto di proposito, hai sentito anche tu come si è infuriato quando hai avuto la brillante idea di spiattellare la prima cosa che ti veniva in mente» Ecco un buon modo per distrarsi, sgridare Harry! 

«E adesso cosa ho fatto ancora?»

Si scostò da lui, appena lo spazio sufficiente per guardarlo in faccia di traverso. «Potter, Potter. Possibile che tu non ti renda conto?» 

Harry si accigliò. «Lo sai che odio quando mi chiami Potter!» Lo ignorò.

«Come ti è saltato in mente di dire che dovevamo fallire trasfigurazione, davanti a tutti?» Non ci riusciva a pensare da Serpeverde, era inutile. «Certe cose si dicono in privato! O non si dicono per niente, si fanno e basta» Poi lo guardò in faccia con uno sguardo comprensivo. «Ma nel tuo caso io eviterei di passare all'azione, potresti fraintendere» Era una fatica educare il suo ingenuo fidanzato, ma qualcuno doveva pur farlo.

Harry lo fissò incredulo per un istante, poi sbuffò e in fine, rassegnato, piegò la testa, posandogliela sul petto. «Non ti rispondo perché sei preoccupato per tuo padre e lo capisco, ma non ti sembra di esagerare a volte?» Draco pensava di non fare a sufficienza, di fargliene passare troppe, tuttavia ritenne saggio tacere anche questa informazione.

Gli fece una carezza sulla testa, infilando le dita fra i riccioli disordinati. «L'esame sta per cominciare, è meglio che ti avvii o arriverai tardi»

Harry sollevò la faccia di scatto. Aveva un'espressione preoccupata. «Tu pensi di non venire?»

Scosse il capo. «Non riuscirei a concentrarmi» E poi, si sentiva già in colpa per non volere la nascita di quel bambino, non poteva andare avanti con la sua vita mentre suo padre stava soffrendo.

«Ti uccide quando lo scopre» Non serviva che Harry gli rivelasse a chi si stava riferendo, Draco si figurava benissimo l'espressione furiosa di suo padre, una volta che avesse scoperto che aveva saltato un esame. Lo avrebbero bocciato? In quel momento però non riusciva a considerarlo importante. Se solo gli avessero fatto sapere qualcosa.

«Ne sono consapevole, amore, grazie» 

Harry lo lasciò andare e lui sentì subito tutto il peso delle preoccupazioni tornare sulle sue spalle. «Non possiamo permetterlo!» Si avvicinò alla porta dell'infermeria. Che aveva intenzione di fare? «Periculum!» Enunciò, infilando la bacchetta nel buco della serratura.

«Ma sei impazzito?» Sussurrò. Era pazzo! Il suo ragazzo era pazzo e impulsivo e lui lo amava tanto da sentirsi spaccare il cuore a metà.

«Non potevo lasciarti buttar via tutto per...»

Non finì la frase, Draco lo travolse con un bacio da mozzare il respiro prima che rovinasse tutto parlando! «Grazie» Mormorò sulle sue labbra, mentre Harry ritornava sulla terra, dopo essere stato spedito in orbita dal suo assalto.

«Valeva la pena rischiare l'espulsione» Gli rispose, gli occhi ancora imbambolati e l'espressione assente. La porta dell'infermeria si aprì cigolando.

«Non sgridarli!» Si sentì ordinare da dentro, mentre Remus usciva chiudendosi la porta alle spalle.

Lo guardò, ignorando Harry e il fatto che erano ancora avvinghiati. «Sta bene» Due parole, solo due parole, ma le più belle del mondo. 

«Cosa gli è successo?» Chiese Harry, lui non aveva la forza di parlare, era troppo impegnato a ricominciare a respirare.

«Era un falso allarme, ha lavorato troppo e adesso deve stare a riposo qualche giorno» Tutto qui, era... stanco... «Volete entrare un minuto? Non fatelo agitare però» Aggiunse Remus, aprendo la porta.

Harry si spostò di lato per farlo passare. «Vai tu» Dov'era tutto il tanto sbandierato coraggio da Grifondoro? «Io ho un talento innato per farlo arrabbiare» Era vero, non ci aveva pensato! Che pensiero premuroso... e lui che lo aveva giudicato male.

Annuì, senza aggiungere altro e entrò quasi di corsa. Suo padre era sdraiato su un lettino, il viso pallido e gli occhi stanchi. Era davvero tanto provato? Perché non si era accorto di nulla?

«Ciao, vieni» Gli disse Severus, sorridendo. «Ti ho fatto preoccupare?» 

Una lacrima gli bagnò la guancia e lui la fece sparire. «Non è stato bello vederti così» Ma che gli succedeva? Suo padre stava bene e lui si metteva a frignare? «Stai bene adesso?» Le parole gli uscivano a fatica, come se avesse qualcosa in gola che non andava né su né giu. 

«Draco, avvicinati, per favore» Avanzò di qualche passo. «Non è niente di grave, ho sottovalutato i miei limiti, ci starò più attento e non capiterà più» Draco annuì, era solo quello, poteva stare tranquillo, suo padre stava bene e quel coso non sarebbe nato, per il momento.

«Io... devo andare adesso. Ho la prima prova d'esame» Non sapeva per quale ragione, ma ora che non era più preoccupato, restare in quella stanza lo metteva a disagio. 

«Certo, vai. E dì a Potter che se la cava, per questa volta, ma che la prossima sciocchezza che fa non sarà così fortunato» Un ghigno divertito si disegnò sul visetto stanco di suo padre, riportando un po' di vivacità nel suo sguardo. Suo malgrado Draco sorrise uscendo dall'infermeria.

«Tutto bene?» Gli disse Remus andandogli in contro. Si sentiva più sollevato, ma non era sicuro che fosse tutto a posto

«Sì, papà, grazie» Oh Merlino! Cosa si era appena fatto sfuggire? Non lo aveva mia chiamato a quel modo, anche se, in effetti era vero... Remus era suo padre... o meglio, il suo patrigno, visto che aveva sposato suo padre. Solo che lui non ci si era soffermato molto, non aveva considerato...

Remus gli sorrise. «Andate adesso, o rischiate veramente di non poter sostenere l'esame»

Harry partì a passo svelto, senza aspettarlo e Draco dovette correre per raggiungerlo. Aveva un'espressione che non lasciava presagire nulla di buono. Chissà che gli prendeva adesso?

«E così Remus è "papà". Da quando lo chiami così?» Sibilò Harry senza guardarlo in faccia.

Era arrabbiato per quello? Era geloso forse? Draco affrettò il passo per non essere lasciato in dietro di nuovo. «Mi è scappato, non è che ci abbia riflettuto. No, non l'avevo mai chiamato a quel modo prima e non ho intenzione di farlo ancora» Era stato un lapsus, possibile che per Harry contasse tanto?

Il suo ragazzo sembrava essersi chiuso in un mutismo rabbioso. Certo, Draco sapeva che per lui, il professor Lupin era importante, che rappresentava il primo vero legame con i suoi genitori e che il loro rapporto era fondamentale per Harry. Però arrivare a mettere giù una simile scenata per così poco. «Non ti sembra di esagerare?»

Harry si fermò nel centro del corridoio. «Detto da te che non vuoi neanche parlare del fatto che avrai un fratello fra pochi mesi, fa proprio ridere» Si allontanò senza dargli al possibilità di rispondere. Ma come si permetteva? La sua situazione era del tutto diversa! Harry non aveva qualcuno con cui sarebbe stato costretto a dividere l'affetto di suo padre, qualcuno che lo avrebbe chiamato "papà", quando lui non poteva farlo se non quando erano soli... oh Merlino! Era un idiota!

«Harry aspetta» Urlò, scendendo gli ultimi gradini.

Le porte della sala grande si stavano chiudendo alle spalle del suo ragazzo e lui ci si infilò appena prima che si serrassero. 

«Era ora! Signor Malfoy. Stavamo per iniziare senza di lei» La fastidiosa voce nasale dello scrutinatore del ministero lo fece sussultare. Era un ometto alto e sottile, con il naso aquilino e i capelli quasi bianchi. Doveva trattarsi di August Mistrol, se non sbagliava. Suo padre lo odiava e lui cominciava a capire perché.

«Mi scusi» Nella sala grande non c'erano più le lunghe tavole delle case, ma una marea di piccoli banchi, su ognuno dei quali era stata sistemata una pergamena, un calamaio e una speciale piuma che impediva di copiare. Tutti i suoi compagni era già al posto.

«Se non le dispiace prendere posto» Gracchiò il professore. Draco si sedette nell'unico posto disponibile, fra un tassorosso che non conosceva e Terry Boot che gli rivolse un sorriso tirato e stanco, mentre l'esaminatore scopriva la lavagna, sistemata al posto del tavolo degli inseganti, su cui era scritta la traccia del compito. Il fruscio di decine di piume coprì ogni altro rumore.

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Le quattro ore dell'esame scritto volarono in un lampo. Draco non era sicuro di aver fatto un lavoro accurato, ma chi avrebbe potuto pretendere che si concentrasse con tutto quello che era successo?

Nell'atrio i ragazzi si riunivano a gruppetti, attendendo che la sala fosse ripristinata per permettere loro di pranzare. Harry era impegnato a chiacchierare e ridere con i suoi due vecchi amici, il solito gruppetto che si riuniva. Draco cercò con lo sguardo Pansy e Blaise, poi cambiò idea. Insomma, era il suo ragazzo quello! Se voleva andare da lui avrebbe dovuto poterlo fare anche se era con i suoi amici, invece di sentirsi escluso.

«Ciao amore» Lo accolse Harry con un sorriso. Che idiota era stato, era tutto nella sua testa! «Scusa per prima» Harry gli prese la mano. «Credo di aver esagerato un pochino»

No! Ma che dici! «Non importa, ho capito cosa intendevi e... mi dispiace»

Harry gli diede un piccolo bacio a fior di labbra che fece arrossire Weasley. Che idiota. «Abbiamo deciso di pranzare nel parco, ti va? Neville e Blaise sono andati in cucina e Pansy sta avvisando gli altri» Che idea carina, stare all'aria aperta lo attirava.

«Non è una cattiva idea» Prese per mano Harry e seguì la Granger e Weasley fuori dalle grandi porte dell'ingresso. Il sole gli baciò il viso riscaldandolo. L'estate era arrivata e lui non se ne era accorto.

«Sembri ancora più bianco alla luce del sole» Scherzò Harry.

«Ah! Ah! Che cosa divertente» Poteva scherzare quanto voleva, l'estate era lì a un passo e, per la prima volta da anni, Draco l'attendeva con ansia. «Oggi pomeriggio le prove pratiche di Trasfigurazione e domani Difesa. Non vedo l'ora di finire» C'era come una promessa di libertà nell'aria satura di profumi di inizio maggio.

«Speravo che durassero di più» Commentò Harry, c'era una punta di amarezza nella sua voce. Ma che c'era adesso?

«Harry?» Draco gli rivolse uno sguardo preoccupato.

Harry sospirò. «Quest'anno non mi andava proprio di tornare a Privet Drive» Ecco cos'era! Draco si diede dell'imbecille. Sirius! Non era ancora stato scagionato! Così Harry avrebbe dovuto passare un'altra estate con i suoi zii. E le cose che gli aveva raccontato su di loro...

«Mi dispiace io... non ci avevo pensato» Adesso si chiariva anche la scenata di prima con quella cosa di Remus.

Harry si strinse nelle spalle. «Ci sono abituato» Blaise e Neville li raggiunsero con un grosso cesto. «È solo che pensavo sarebbe stato diverso, quest'estate»

Draco si sentì stringere il cuore. Come aveva fatto a essere così insensibile? Gli strinse la mano e Harry si voltò verso di lui, pretendendo un bacio.

Pansy, con il suo grosso pancione teso si lasciò andare su una delle grosse coperte. Era talmente grossa che lui e Blaise avevano scommesso che sarebbe esplosa prima delle fine degli esami.

«Piantatela voi due, siete così noiosi, sempre a sbaciucchiarvi» Si accomodò sbuffando, con le gambe incrociate. «Passatemi qualcosa da mangiare piuttosto» Si sporse in avanti, verso il recipiente del pollo arrosto e si bloccò a metà strada, una mano tesa verso il cibo, l'altra sull'enorme pancia. «Ahu! Che male» Tutti si voltarono verso di lei.

«Non ti ci metterai anche tu, Parkinson!» Si lagnò Ron, addentando la sua coscia. «Abbiamo già dato per oggi» Pezzetti di pollo finirono sulla gonna di Hermione che si alzò per scrollarseli di dosso.

«Possibile che non ti riesca di dire una frase intera senza sputacchiarmi qualche avanzo di cibo? Come sta il professore, Draco?» Aggiunse, cambiando velocemente argomento.

Draco prese posto a fianco a Harry. «Bene, sembra fosse un falso allarme. Tu piuttosto come stai?» Chiese a Pansy che si stava massaggiando la pancia.

Era pallida e aveva un aspetto stanco. «Non sono riuscita a dormire per questi stupidi esami» Chiuse gli occhi e si appoggiò alla spalla di Blaise per un po' di sostegno. Lui l'avvolse con le lunghe braccia muscolose. «E ho questi stupidi doloretti, sembra che le bambine stiano facendo una danza irlandese nella mia pancia. Si agitano da stamattina!»

«Sei sicura di non voler andare da Madama Chips per un controllo?» Si intromise la Granger rubandogli le parole di bocca. Non era una cattiva idea.

Pansy sbadigliò. «Magari stasera, dopo la prova pratica, adesso non ho tempo» Biascicò. Sembrava esausta. Blaise la fece sdraiare su un fianco, tenendola fra le braccia e in pochi istanti era addormentata.

«Reggerà tutta la settimana?» Chiese Draco all'amico. Era preoccupato, Pansy sembrava sempre più esausta, non riusciva neanche più a sgridarli e non faceva altro che sonnecchiare tutto il giorno. 

Blaise le tolse una ciocca di capelli dalla fronte. «Non so, spero non si sforzi troppo» Se la tirò contro, per farla accomodare meglio e lei sospirò di sollievo nel sonno. I dolori dovevano essersi affievoliti. «A proposito, siete riusciti a vedere il calendario delle prove? Noi non ci siamo riusciti, c'erano troppo Tassorosso ansiosi»

Hermione raddrizzò la schiena, impettita e estrasse dalla borsa un blocco per gli appunti «Sì, domani abbiamo Difesa, teoria al mattino, prove pratiche al pomeriggio, come oggi, poi Artimanzia, per me, te e Draco, mentre Harry, Ronald, Neville e Pansy fanno Divinazione» Una smorfia di disgusto le attraversò il volto, odiava davvero quella materia! «Giovedì abbiamo tutti quanti Erbologia e, in fine, venerdì Pozioni» Concluse, con un'aria di attesa. «Amo gli esami!»

Quella ragazza aveva qualcosa che non andava. Anche lui amava la scuola, ma non fino a quel punto. «Io invece non vedo l'ora di aver finito» Anche se significava che non avrebbe più visto Harry fino all'autunno successivo.

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La settimana più di merda della sua vita stava per avere termine, ed era ora! Draco non ne poteva più. L'unica cosa positiva era che Severus era uscito dall'infermeria, giusto in tempo per augurare loro buona fortuna prima della prova pratica di pozioni.

«... e ricordate teste vuote, che se avrò anche solo il sentore che qualcuno di voi non si è impegnato al massimo, finirà dritto nell'armadio delle scorte, sotto forma di ingrediente!» Appunto, era sempre lui!

Peccato che gran parte dell'effetto si perdesse con il suo nuovo aspetto, forse era per quello che anche Paciock sorrideva come un cretino. «Grazie professore» Rispose sorridendo, neanche Piton gli avesse augurato buona fortuna. Quel ragazzo! Chi lo capiva?

Entrarono nell'aula con un certo senso di apprensione. Che prova complicata avrebbero dovuto affrontare?  

Il vecchio mago del ministero li fissò con aria affranta, aveva lunghi capelli grigi e una pancia che poteva tranquillamente rivaleggiare con quella di Pansy. «Molto bene, prendete posto» Disse, con un tono piatto, quasi meccanico. «Non appena vi sarete sistemati, farò apparire il nome della pozione da preparare e la lista degli ingredienti, ma non le istruzioni» Che cosa stupida da dire! Certo che non avrebbe dato loro le istruzioni, che esame si aspettava che facessero a quel modo?

La mano della Granger scattò alta sulla sua testa. «Quanto tempo abbiamo, Signore?»

L'uomo la fissò stupefatto e si schiarì la voce. «Avete tutto il giorno, quindi non mettetevi a frignare se la pozione non vi riesce al primo tentativo, potete farne fino a tre» Tre calderoni erano sistemati su ogni postazione di lavoro infatti e ora se ne spiegava il motivo. 

Oltre ai calderoni c'erano già preparate diverse provette e contenitori con i vari ingredienti. Draco li valutò velocemente: c'erano alcuni rametti di menta, diverse pelli di salamandra e tentacoli di purvincolo*, oltre a una provetta di essenza di dittamo. «Per me è l'elisir dell'euforia» Sussurrò a Harry.

«Certo che è quello, cosa vorresti preparare con le foglie di Footleaf?» Indicò un vaso mezzo nascosto dal calderone da cui spuntavano le foglie pelose verdi scuro. Non lo aveva notato.

«Non può essere, è troppo semplice» Sibilò Pansy. Era più pallida del solito e le occhiaie blu attorno agli occhi la facevano apparire simile a uno spettro.

Harry alzò gli occhiali cielo. «È quello per forza...»

«Non è detto» Si intromise Draco, non voleva contraddirti, ma Pansy lo preoccupava. Il suo ragazzo gli lanciò un'occhiataccia. «Pansy potrebbe avere ragione» Scandì con cura le parole, avrebbe capito cosa c'era sotto?

«Oh... ma certo» E bravo il suo Harry! «Hai ragione Pansy»

Il mago del ministero si schiarì la voce «Se avete finito di chiacchierare, siamo pronti...» Disse guardandosi attorno con aria afflitta, poi, vedendo che tutti erano al loro posto e attenti, sventolò la bacchetta. Una scritta apparve sulla lavagna e poi una serie di ingredienti.

A che serviva scriverli, visto che qualcuno li aveva già preparati sul loro banco? Ah, sì... non c'erano mica tutti... mancava l'acqua! Draco scosse la testa e prese il calderone.  «Aguam...»

«Ma signore  ci deve essere un errore, non può essere...» Era la voce di Paciock quella? Perché si stava lamentando? Non era così male come prova...

L'esaminatore si sistemò gli occhiali e tirò su dalla sedia il suo grosso addome tremolante. «Signor... Paciock! Questa è la traccia approvata dal ministero, sono spiacente che non la sappia preparare...»

«Ma io la so fare!» Lo interruppe Neville. «Solo che mi sembra troppo facile» Paciock che si lamentava di una pozione troppo semplice, adesso aveva proprio visto tutto!

Il pover'uomo lo fissò interdetto. «Troppo semplice? È un livello avanzato, le pare semplice?» Non solo Paciock, ma tutta la classe annuì. «Tutti d'accordo? Bene, allora siete stati fortunati! A lavoro ora» A Draco parve che l'uomo si sentisse il più fortunato di tutti!

Come in una coreografia ben collaudata, ogni bacchetta si alzò e i ragazzi intonazione all'unisono. «Aguamenti»
Poi accesero il fuoco per farla bollire.

Dovevano attendere l'ebollizione prima di aggiungere i petali di coclearia. Draco prese il barattolino con i piccoli fiori bianchi, doveva prendere solo i petali. Cavolo! Harry ne aveva già sei preparati su un quadratino di pergamena e aveva alzato la fiamma! Doveva sbrigarsi o il suo ragazzo avrebbe finito molto prima di lui. Agguantò una pergamena e ne strappò un pezzetto irregolare, Harry non lo avrebbe battuto, prese le pinzette e si accorse che Pansy non aveva ancora messo a bollire l'acqua. Doveva anche aver sbagliato mira perché l'acqua le era schizzata addosso e le aveva inzuppato le gambe. Che bella pozzanghera! Certo che Pansy soffiava come un gatto era arrabbiata... o stava solo respirando?
Draco realizzò che non era la prima volta che la sentiva fare così. «Tutto bene Pan?»

«Fatti gli affari tuoi» Che gentilezza! Pansy era intrattabile da giorni, ma non era mai stata tanto rude.

Draco giudicò prudente non contraddirla. «Hai rovesciato l'acqua a terra, asciugala prima di cadere» Si girò verso il suo calderone, se Pan non voleva che lui si interessasse, non lo avrebbe fatto, anche se ci era rimasto male.

«Non è acqua... sono "le acque"» Sussurrò l'amica. Sì, beh, non aveva importanza quante acque fossero, anche se non aveva mai pensato che ci potesse essere più di un'acqua... ma aspetta...

«Merlino! Vuol dire che... sono le bambine?» Pansy fece di sì con la testa. «Adesso?» Gridò.

«Stai zitto!»

Come zitto? Doveva andare in infermeria, chiamare qualcuno... invece Pansy prese l'ingrediente per la sua pozione, e, come niente fosse, accese la fiamma.

«Che stai facendo? Non è il momento di...»

«È il momento di finire il mio esame!» Una scintille folle brillava nel suoi occhi. Draco rabbrividì e fece un asso in dietro. «Non butterò tutto all'aria per questo» Si indicò il pancione.

Merlino! Merlino! Merlino! Era impazzita! Draco guardò l'amica, poi guardò il suo calderone. Harry aveva già gettato i piccoli petali bianchi nell'acqua bollente e stava prelevando il muco di vermicolo.

Che doveva fare lui? Pansy non lo avrebbe perdonato se le avesse fatto saltare l'esame. Ma se, con il suo silenzio avesse messo in pericolo lei e le bambine? Insomma, era pericoloso restare lì in quelle condizioni. Vero?
Suo padre era corso in infermeria al primo campanello d'allarme... ma suo padre non si reggeva neppure in piedi per il dolore, mentre Pansy faceva appena una smorfia, di tanto in tanto.

Magari non era quello... magari ci voleva ancora del tempo... magari... se non si sbrigava avrebbe dovuto ricominciare...
Infatti! Metà buona dell'acqua che aveva preparato era evaporata. Fece evanescere il resto, doveva concentrarsi!


*E' davvero l'elisir dell'euforia, e questi sono i veri ingredienti di quella pozione, secondo diversi siti che ho consultato a caso, sì perché dovete sapere che gli ingredienti delle pozioni cambino a seconda di quale autorevole fonte voi stiate consultando. Polemiche a parte, ho fatto i compiti stavolta, invece di limitarmi a rompere le scatole alla mia amica Strega (lo sai che sto parlando di te, vero? Anche se dici che questa storia l'hai già letta io non vedo commenti...) e niente, ci tenevo a farvelo sapere. A sabato prossimo, ma se siete brave vi posto un capitoletto anche durante la settimana, tanto appena tornate dalle vacanze i professori mica vi caricheranno di compiti, dico bene?
Fatevi sentire!
Baci.
Noy


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