Epilogo
La polvere si posò lenta su di loro, Harry era fra le braccia dell'uomo che amava. Draco gli aveva fatto scudo con il suo corpo e lo stringeva stretto come non volesse farlo andare via mai più. Harry non aveva nessuna intenzione di andare da nessuna parte.
«State bene?» Severus fu il primo ad arrivare, li abbracciò entrambi e li baciò sulla testa. «State bene, sia ringraziato Merlino» Piangeva.
Harry trovò la forza di sollevare gli occhi. Voldemort non c'era più. Il cadavere del suo enorme serpente, con la testa schiacciata da un masso, giaceva immobile in un angolo della sala, coperto dai lunghi tendaggi caduti a terra.
Il soffitto era crollato e il sole baciava le loro facce. Era un sogno, o qualcosa di simile.
Draco si mosse. «Dov'è andato?»
Harry sorrise, le labbra secche si tagliarono, ma lui non sentiva dolore, solo un immenso senso di pace che colmava ogni cosa. «Non c'è più»
Un brusio indistinto disturbava le sue orecchie che gli sembravano piene di cotone, sentiva i rumori, ma era come se fosse qualcun altro a sentirli. Sollevò il viso a occhi chiusi e lasciò che il sole lo riscaldasse.
«Sei sicuro?» Draco intrecciò le dita con le sue e lui le strinse, era bello. Finalmente. «Non è che poi torna? Sai, l'ha fatto ancora»
Harry sbuffò una risata di pancia, era leggero, era felice era... completo e voleva godersi la sensazione. «No, stavolta se n'è andato per sempre, lo sento qui» Si indicò la cicatrice. «E' come se fosse... vuota. Come se una parte di lui se ne fosse andata.»
Draco lo guardò, per la prima volta, e sgranò gli occhi. «La... cicatrice... non c'è più»
Cosa? Si accarezzò la fronte, la pelle liscia non aveva nessuna imperfezione e Draco lo fissava ancora più pallido. «Che c'è? Al suo posto mi sta spuntando un corno?»
Draco ignorò la battuta. «Che cosa hai al dito?» Sussurrò strozzandosi con le parole.
Merlino! E cos'era di tanto spaventoso?
Si esaminò la mano, non c'era nulla di strano, solo... da qualche parte, durante la prigionia o la battaglia, doveva essersi infilato l'anello porta fortuna al dito e non se ne era neanche accorto.
«Dici questo? Non so dove l'ho preso, me lo sono trovato in tasca...» Certo, nelle tasche dei Jeans che aveva indossato al ministero, durante la battaglia contro Voldemort e contro... Lucius Malfoy! Certo!
«"Prenditi cura di lui"» Saltò su come una molla. «Certo! Non avevo capito» Tolse l'anello e lo gettò a terra. «Allontanati, me lo ha dato lui, è una trappola» Puntò la bacchetta contro l'anello, ma quello non dava segni di vita.
«Harry, ma che fai? Quale trappola?» Draco si mise fra lui e l'oggetto. «Sai almeno di che anello si tratta?»
Harry scosse la testa. Tutto quello che voleva era che Draco si levasse da lì. «No, ma finalmente ho capito chi me l'ha dato e... non ti piacerà» Niente di buono poteva venire da quell'uomo.
«E' stato Lucius» Draco sorrise, possibile?
«Co... come lo sai?»
«Perché l'unica altra persona che avrebbe potuto farlo, beh, sono io» Quello che diceva non aveva alcun senso. Piton raccolse l'anello, lo guardò e sorrise.
Lo porse a Draco. «Sta a te ora, vuoi che lo abbia lui?» Era impazzito anche lui?
«Ma non capite?» Urlò Harry. «E' maledetto, può...» Cosa poteva fare? Ucciderli? Maledirli? Neanche lo sapeva, ma era pericoloso. Draco e suo padre si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere.
«Harry, amore, calmati» Draco si accostò a lui, gli prese la mano. «Questo non è un anello maledetto, è un anello di fidanzamento, una promessa» Arrossì. «La mia promessa»
«Vuoi dire che...»
«Per tutto questo tempo è come se mi avessi portato sempre con te» si aggiustò i pantaloni. «Non può essere maledetto, perché contiene già un contratto magico, il contratto nuziale» Piegò un ginocchio, le guance rosate e gli occhi sognanti lo facevano somigliare più a un angelo che a un essere umano.
Harry si trovò incapace di incamerare aria, le orecchie gli fischiavano e la testa gli girava, che stava succedendo?
«Harry James Potter» Draco si portò le sue dita alle labbra e le baciò. Harry le sentì prendere fuoco. «Vuoi sposarmi?»
Il fuoco divampò in lui. Che succedeva? Che stava facendo... era possibile?
Non riusciva a rispondere, non riusciva a respirare, qualcosa gli bagnava il viso e Draco sorrideva, anche se lui era così idiota che non riusciva neanche a dire. «Shì»
«Cosa?»
«Scì...cì...Sì» Si lasciò cadere fra le sue braccia, sopra le sue labbra. «Sì! Sì! Sì»
Baci e altri borbottii e altri baci e lacrime e gioia e amore. Come sarebbe sopravvissuto a tutto questo?
«Bene, così alla fine entrerà a far parte della mia famiglia, Signor Potter» Un brivido gli corse lungo la spina dorsale, riportandolo su questo pianeta.
«Da come lo dice, professore» Si scollò da Draco quel tanto da lanciare all'uomo un'occhiata complice. «Sembra quasi che le dispiaccia»
Piton si asciugava le lacrime, Remus lo aveva raggiunto e lo teneva per mano, Narcissa tratteneva Sirius che sembrava sul punto di travolgerli per l'emozione.
«Sai ragazzino, di solito una cosa del genere si contraccambia»
«Nel senso che...» Piton doveva aver battuto la testa, o l'aveva battuta lui, perché era più incomprensibile del solito.
«Ma papà, come fa Harry ad avere il suo anello?»
Ma certo, se quella cosa era fatta per tutti i maghi, forse ce n'era uno che fosse suo, da donare a Draco.
Ma dove?
«Sarà nella mia camera blindata?» Dove altro avrebbero potuto metterla i suoi genitori? Anche se, in tutte le volte che vi aveva fatto visita aveva visto solo denaro, pile e pile di galeoni ammonticchiati in mezzo alla sala. Nient'altro.
Piton agganciò la catenina che portava al collo. «Non si trova alla Gringott»
«Perfetto! Un altro cimelio di famiglia che è andato perso» Guardò la mano di Draco, così nuda senza l'anello che lo qualificava come suo, che cosa ingiusta. «Si potrà rifare?»
«Non credo che serva» Piton fece scivolare qualcosa lungo la catenina e lo sfilò. «Perché non provi con questo?»
Era un anello, semplicissimo, liscio, con solo un piccolo smeraldo incastonato che quasi scompariva nell'oro. Harry lo prese e nel momento stesso che lo toccò, avvertì che era suo, che era connesso con lui... e che doveva darlo a Draco.
«Vuoi che mi inginocchi?» Draco lo aveva fatto, ma non c'era tutta quella gente.
Draco gli sorrise. «Mettimelo al dito, prima che Sirius si faccia venire un infarto» Allungò la mano, era pallida e perfetta ed era sua, solo sua.
«Che stai pensando?» Gli sussurrò Draco, una scusa per chinarsi a baciarlo. Un coro esplose, ma da dove arrivava tutta quella gente? C'erano tutti i loro amici e un sacco di auror, persino gli abitanti di Hogsmeade. Che folla.
Arrossì.
«Che alla fine mi hai incastrato!»
Draco sorrise, uno di quei suoi sorrisi che sembravano ghigni. «Sei tu che ci guadagni, Potter»
Aveva ragione, ma Harry non era tanto sciocco da ammetterlo. Si voltarono verso i loro amici, sollevando le mani unite, gli anelli che brillavano al sole e un nuovo applauso partì.
«Credo che tu mi debba qualche spiegazione» Mormorò al Professor Piton, che annuì e sorrise.
«Più tardi» Una promessa che adesso non gli faceva più paura.
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L'estate era finalmente esplosa, Grimmauld Place era affollato, ma a Harry non importava, c'era solo una persona di cui gli importava.
Pansy distribuì le ciotole di gelato e si sedette a fianco a suo marito George.
Estate! Nessun impegno per mesi e Draco, sempre più innamorato, al suo fianco. Il paradiso.
«Adesso che facciamo?» Hermione imboccò Not con un cucchiaino di gelato, Zabini li fissava apertamente, gli altri dissimulavano, fingendo di non sapere che lui si portava una scatolina di velluto in tasca, aspettando il momento buono. La prossima coppia felice.
Neville diede una gomitata al suo fidanzato, l'anello con la pietra nera che brillava al suo dito. «Noi ci troviamo un lavoretto estivo... dobbiamo mettere da parte qualcosa per il matrimonio» Blaise gli sorrise.
Ginny leccò il cucchiaio. «Tua nonna non ti parla ancora, Nev?»
Zabini le lanciò un'occhiataccia e prese per mano Neville che scuoteva il capo con l'aria afflitta. «Non ancora» Sollevò lo sguardo e lo incatenò a quello di Blaise, erano tanto belli che faceva male agli occhi, guardarli. «Però vedrete che prima o poi cederà.»
Blaise gli sorrise. «Intanto passiamo l'estate a Hogwarst!»
Hermione si raddrizzò tanto velocemente che il gelato finì sul tavolino.
Neville arrossì. «La Sprite mi ha promesso uno stage, ma non c'è ancora niente di certo», Si voltò dalla loro parte, Draco si era alzato e la sua schiena era diventata troppo fredda. «E voi, Harry, che farete?»
Niente! Assolutamente niente! Per tutta l'estate. Era quello il programma. Si strinse nelle spalle.
Draco girò attorno al tavolino, raccolse le tazze vuote e raddrizzò il quadro con la lettera di sua madre, «Torno subito, prendo la chitarra» Ottima idea.
Hermione fissava il quadro. Lui non ci faceva più caso, ma per loro era una novità. «Come l'ha presa Sirius?»
Harry si alzò a sua volta e recuperò la cornice: "Caro Severus," C'era scritto, fra le altre cose. "Ti affido il mio tesoro più grande. Prenditi cura di Harry e aiutalo a diventare l'uomo che deve essere. Mi fido solo di te. Con amore Lily" La firma di sua madre, la grafia di sua madre, qualcosa di suo arrivato direttamente dal passato a riscrivere tutta la sua storia.
«Ha passato gli ultimi sedici anni convinto di essere responsabile per me» Accarezzò il vetro sottile. «Ci è rimasto un po' male all'inizio, ma adesso sembra che lo abbia preso come una liberazione» Posò la cornice sul tavolino, di fronte a lui, quello era il suo passato, il futuro lo attendeva adesso. «Ha cominciato a uscire con Tonks, lo sapevate?»
«Basta gossip, amore, o queste pettegole ti succhieranno anche l'anima» Draco sollevò la chitarra per passare fra i divani. «E sì, sto parlando anche di te, Blaise»
«Suona va, così la pianti con queste sciocchezze» Zabini si chinò verso Pansy «Ma tu lo sapevi?» Lei scosse la testa furiosamente. Povero Sirius, con quei due a caccia di notizie addio alla privacy.
Draco si sedette vicino a lui, sistemò con cura le dita e partì con i primi accordi. «Hey Dear Delhila...»
«Mi piace questa» Gli sussurrò, Draco sorrise, e anche se c'erano altre persone nella stanza, Harry lo sapeva che suonava solo per lui.
«Oh oh oh» Partì il ritornello e tutti i loro amici si unirono al canto.
Piton e Remus si affacciarono alla porta, si tenevano per mano, ma senza entrare, alle loro spalle Narcissa teneva a braccetto suo cugino Sirius.
Dobby brontolava in cucina, Kreacher rifaceva i letti al piano di sopra.
Gli uccellini volavano allegri nel sole, cinguettavano fuori dalla finestra.
Per la strada, le persone passavano distratte davanti alla porta della loro casa, magari qualcuno si chiedeva perché il numero tredici fosse apparso all'improvviso.
E magari c'era qualche altra tragedia all'orizzonte.
Ma Draco cantava e Harry lo sapeva che cantava solo per lui, e qualunque disastro affliggesse il mondo... se ne sarebbe occupato qualcun altro, lui aveva la sua vita da vivere!
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