Draco e Lucius
-Gli verrà un infarto quando si accorgerà che lo hai aiutato e lo hai fatto arrivare direttamente nel suo dormitorio- Disse al suo padrino, sforzandosi di sorridere. Il livido sotto l'occhio sinistro tirava maledettamente ogni volta che provava a muovere il viso.
-Cerca di stare fermo un istante, mentre ti medico- Gli intimò Severus, frugando fra i vasetti e le provette che gli aveva portato Harry. -Ma guarda qua!- Commentò lo zio alzando un sopracciglio -Quel tonto ha portato tutto quello che gli avevo chiesto, ogni dannatissima cosa! Persino le infiorescenze di celosia! Non una volta che le abbia trovate, durante le lezioni. Se stesse attento la metà di così in classe...- Aveva un tono strano, quasi di rammarico.
-Sono contento che Harry tenga più a me che ai suoi voti- Commentò ironicamente, mentre lo zio gli spalmava l'unguento sul livido, almeno la faccia non gli faceva più male. -Ma a cosa servono le infiorescenze di celosia, zio?- Chiese.
-A tenere occupato Potter fino a quando non ti fossi ripreso. Immagino che non sia tutto qua vero? Hai altri lividi?- Gli domandò, la mano tremava mentre posava l'unguento. -Ti aiuto a togliere i vestiti- Aveva un tono di voce dimesso. Non sembrava neanche lui.
-Zio...- Lo aveva chiamato, lui aveva nascosto il viso -Per favore guardami- Lo zio invece si era alzato e gli aveva dato le spalle.
-Scusa piccolo... io... ho paura di avere peggiorato le cose- Aveva proferito in tono amaro, le spalle cadenti denunciavano il suo stato d'animo più di una dichiarazione.
Aveva provato a difenderlo, si era messo tra lui e suo padre, e Draco, per un istante si era sentito al sicuro... per un istante. Quando era arrivato nel suo studio lo zio e suo padre erano già ai ferri corti, non aveva mai visto Lucius tanto infuriato.
-Muoviti Draco, vieni a casa con me- Gli aveva urlato Lucius senza neppure dargli il tempo di chiudere la porta. Draco si era sentito morire, anche se suo padre era violento con lui, finché era ad Hogwarts avrebbe dovuto limitarsi, mentre quando erano a casa poteva andare avanti per ore e una volta finito, nessuno sarebbe accorso a salvarlo, a curarlo.
-Tu non puoi portarlo fuori dal castello Malfoy, il ragazzo resta qua- Non aveva mai sentito il suo padrino usare quel tono, se l'avesse usato con lui se la sarebbe fatta sotto, poi Severus si era messo fra lui e suo padre proteggendolo con il suo corpo.
Draco lo aveva amato, si era sentito amato. Ma non era durata a lungo.
Suo padre aveva gettato a terra il suo padrino con un incantesimo non verbale e se lo era trovato davanti. Alto e solenne, un'aura scura attorno al volto ed uno sguardo velenoso negli occhi. Lo fissava con odio puro e Draco aveva avuto paura, molto più del solito.
Istintivamente aveva portato la mano alla bacchetta, fermandosi appena in tempo prima che lui se ne accorgesse. Erano rimasti a fissarsi per un lungo istante, poi Lucius lo aveva schiaffeggiato col dorso di una mano. Draco aveva sentito l'osso scricchiolare, suo padre gli aveva fratturato uno zigomo, se non gli avesse concesso di curare la ferita sarebbe guarita in modo sbagliato e lui sarebbe rimasto sfigurato.
-Togligli le mani di dosso, Malfoy!- Severus aveva perso la freddezza che lo contraddistingueva e pareva incapace di trattenersi. Lucius gli era scoppiato a ridere in faccia.
-È MIO figlio Piton! Faccio tutto quello che voglio con lui!- Sembrava folle. Suo padre lo aveva stretto a sé, come in un abbraccio.
Draco non aveva mai avuto tanta paura, premuto contro il corpo teso dell'uomo si era sentito sporco, contaminato. Ogni cellula del suo corpo gli gridava di scappare, di fuggire al contatto.
Ci era voluto ogni brandello di forza di volontà per non tentare qualcosa di folle, come ribellarsi a suo padre. Non era ancora abbastanza forte per quello, non sarebbe sopravvissuto.
Rimase immobile fra le braccia dell'uomo, seguendolo docilmente fin dentro al camino.
Poi era stato solo dolore.
Per ore.
Fino a quasi a renderlo folle.
Sembravano essere trascorsi molti giorni, a quel modo, invece erano solo un paio d'ore. E Draco si era trovato smaterializzato nella neve, carponi a vomitare l'anima. Era talmente debole che non aveva retto la smaterializzazione e si era sentito male, era un miracolo che non si fosse spaccato.
-Così pusillanime!- Aveva berciato suo padre fissandolo con disgusto e se n'era andato, lasciandolo lì solo.
Draco avrebbe dovuto attraversare tutto il parco arrancando nella neve... non ce l'avrebbe mai fatta, era troppo provato, si sentì svenire solo per essersi alzate in piedi.
-Devo farlo e basta- Disse a se stesso, per incoraggiarsi, mentre si appressava ad aprire l'enorme cancello.
Spinse forte.
Il cancello non si mosse.
Draco spinse con più forza.
Restò immobile.
Il ragazzo smise di spingere, fissando il grosso monumento di ferro.
Incombeva su di lui e sembrava perdersi nel cielo privo di stelle fra i fiocchi di neve che cadevano pigri. "Avrà una fine?" Si chiese, respirando profondamente.
Appoggiò le mani nude al metallo ghiacciato, il freddo lo morse come milioni di piccoli spilli conficcati sotto la pelle, ma lui lo ignorò.
Spinse, con tutte le sue forze, facendo appello a ogni brandello di energia e poi forzò ancora e ancora, ma fu inutile, i cancelli non cedevano di un solo millimetro. Ansante si lasciò cadere a terra nella neve. "È chiuso! È chiuso a chiave, Dannazione! E adesso che faccio?" Non sapeva esattamente che ora fosse, ma non mancava sicuramente poco tempo all'alba. Si sedette con la schiena appoggiata al cancello, chiedendosi come avrebbe fatto a sopravvivere fino al giorno successivo, già sentiva le estremità diventare insensibili per il freddo. Sarebbe morto, ne era sicuro. Poi l'orologio della torre batté due rintocchi. "Le due del mattino, a che ora apriranno questi dannati cancelli? Alle sette, alle otto? Sicuramente non vedendomi arrivare per l'inizio delle lezioni Pansy e Blaise daranno l'allarme, cominceranno cercarmi. Devo resistere solo conque o sei ore... si può morire congelati in 5 ore?" Draco non lo sapeva ma aveva talmente freddo che ogni secondo gli sembrava infinito.
Lasciò vagare la fantasia cercando di distrarsi, richiamando alla mente tutti quei pensieri su cui non si concedeva mai di indugiare, perché erano talmente belli e intensi che poi, ritornare alla realtà era troppo doloroso: Harry che lo stringeva durante il ballo, le sue braccia calde che lo avvolgevano, le loro labbra che si incontravano per la prima meravigliosa volta e poi Harry che lo baciava ancora e ancora, fino a quella mattina, quando aveva baciato lui, Draco, non la ragazza che diventava indossando il medaglione.
Si soffermò su quel bacio, ancora e ancora rivivendo ogni secondo come in un loop infinito, cercando di rivivere l'intensa emozione che aveva provato. Se quelli erano i suoi ultimi istanti li avrebbe trascorsi crogiolandosi in quella felicità insensata che gli procurava quel ricordo. Quanto avrebbe voluto che Harry non fosse fuggito via da lui subito dopo, lasciandolo solo a rimpiangere ogni secondo.
Gli aveva detto che teneva lui e se n'era vergognato per tutto il giorno, sentiva di essersi lasciato andare troppo.
Invece in quel momento avrebbe voluto avergli detto la verità, avergli confessato che era innamorato di lui.
Ma Harry amava Gwendolin, questo sì che era un bel casino. Certo, era contento che Harry si fosse innamorato di Gwen e, dopo tutto Gwen era lui... ma non poteva fare a meno di desiderare che Harry lo amasse anche quando era nel suo corpo. "Quanto vorrei essere al caldo al sicuro fra le tue braccia amore mio"
-Draco...- Aveva sussurrato Harry apparendo davanti a lui come un miraggio. Sembrava un sogno, uno di quelli da cui non voleva mai svegliarsi. Era troppo bello per essere vero... eppure Harry sembrava tanto reale, il suo volto appariva così preoccupato. E quando aveva allungato la mano era lì, solido e reale e lo aveva tratto in salvo, portandolo al sicuro, prendendosi cura di lui. Draco si lasciò sfuggire una lacrima al pensiero.
-Draco...- Lo stava chiamando, il suo padrino, distraendolo dai suoi pensieri.
- Non preoccuparti zio, non è stato peggio del solito- Gli rispose, sforzandosi di sorridere. Il suo padrino fissò con compassione il viso irregolare, lo zigomo gonfio e tumefatto gli deformava l'espressione. Come avrebbe fatto a giustificarlo ai suoi amici il giorno successivo? Pansy e Blaise avrebbero capito ogni cosa in un istante e poi gli avrebbero dato il tormento, naturalmente. Ma cosa avrebbe raccontato agli altri?
-Dovrò darti dell'ossofast per quello zigomo ma non oso senza prima avere controllato se c'è altro da curare- Aveva seguitato lo zio, slacciandogli la camicia. Le dita delle mani gli dolevano talmente che non riusciva neppure muoverle.
-Zio... magari... sarebbe possibile che ti occuparsi prima di queste?- Domandò, sollevando le mani rigide e doloranti. Le dita esangui avevano assunto un colorito preoccupante, facevano sempre più male sembravano andare a fuoco. Il pozionista spalancò gli occhi deglutendo vistosamente.
-Certo- Si limitò a rispondere, sembrava incapace di dire altro ma prima di prendere in mano la bacchetta afferrò un paio di boccette dal comodino.
-Cosa sono quelle?- Chiese il ragazzo, era un pozionista eccellente, ma quelle pozioni dovevano essere un'invenzione del suo padrino perché non assomigliavano a niente che conoscesse.
-Ti faranno dormire mentre ti sistemo le dita... e tutto il resto, non sentirai nessun dolore- Lo rassicurò l'alchimista mentre con delicatezza gli cingeva le spalle per aiutarlo a sollevare il capo quel tanto che bastava per riuscire a bere il contenuto delle fialette. Draco ne approfittò per stringersi a lui e rubare qualcosa di simile a un abbraccio, si sentiva fragile in quel momento anche se sapeva di essere al sicuro e cercava di morstrarsi allegro. Sorprendentemente il suo arcigno e freddo padrino lo strinse forte a sé.
- Farà molto male zio?- Chiese, in cerca di rassicurazioni.
-Bevi questo e non sentirai nulla, dormirai tutto il tempo e quando ti sveglierai starai benissimo- Il tono del pozzonista era così strano nella sua bocca sembrava che stesse cercando di rassicurare un bambino piccolo, cosa che lo zio Sev si sarebbe guardato bene dal fare. Al massimo lo avrebbe guardato dall'alto in basso con uno dei suoi sguardi severi fino a spaventarlo a morte come faceva con i suoi amichetti quando era piccolo.
Si perse nuovamente nei ricordi mentre ingoiava, una dietro l'altra, le boccettine che il suo padrino gli avvicinava premurosamente le labbra. Un torpore pigro si diffuse nel suo corpo, una calda sensazione di benessere che invitava al sonno, istintivamente la combattè per qualche secondo prima di soccombere e con un senso di vertigine, cedere al sonno.
...............
Severus aveva curato tutte le ferite con incantesimi, pozioni, unguenti e persino con un rimedio babbano che trovava molto più pratico dell'equivalente magico. Avrebbe usato ogni mezzo per far star meglio il suo figlioccio. Quando finalmente non ci fu più nulla che potesse fare si concesse di sedersi al suo fianco a guardarlo dormire.
Il viso sereno del ragazzo era così simile a quello della madre, gli stessi lineamenti delicati, gli stessi capelli biondissimi, persino i suoi bellissimi occhi grigi appartenevano alla famiglia di lei.
Nonostante quello che poteva apparire Draco non assomigliava affatto a suo padre, neppure la più piccola somiglianza, a parte forse quelle dovute al caso.
Ogni volta che pensava a Lucius ed al modo barbaro in cui trattava il ragazzo si sentiva invadere dalla rabbia. Non riusciva a darsi una spiegazione al comportamento dell'uomo, non era quel tipo di persona una volta.
Erano stati molto uniti subito dopo la fine della scuola, quando entrambi erano poco più che ragazzi al servizio di quel pazzoide esaltato dell'Oscuro Signore. Si erano coperti le spalle a vicenda, salvandosi la vita reciprocamente persino troppe volte per poterle contare, avevano scherzato assieme, avevano riso... erano stati amici.
La loro amicizia era proseguita per anni fino a quando Lucius non si era fidanzato e sposato.
Erano stati così vicini, così intimi che, quando Lucius si era trovato davanti all'impossibilità di procreare il tanto desiderato erede era stato naturale per lui rivolgersi a Severus.
-Narcissa non riesce a concepire Severus- Il tono della voce teso e carico d'ira come non lo aveva mai sentito prima. -Quella donna è inutile sa solo piagnucolare e lamentarsi- Concluse battendo i pugni chiusi sul ripiano della scrivania. Non lo aveva mai visto così. Certo, non c'era da meravigliarsi che Narcissa non riuscisse a concepire, viste le voci che giravano su Lucius e i suoi numerosi amanti. Voci che lui, da buon amico, aveva fatto di tutto per ignorare.
-Non sono un esperto, Lucius, ma ci vuole pazienza in queste cose. Siete sposati solo da pochi mesi- Replicò cercando di mantenere un tono neutro, l'amico era già fin troppo alterato e non voleva rischiare di irritarlo maggiormente.
Non era la prima volta che notava il carattere bilioso di Lucius, ma solitamente l'amico riusciva a mascherarlo bene e a tenersi sotto controllo, solo dopo che si era sposato gli eccessi di collera si erano fatti più frequenti. Lucius batte nuovamente i pugni sulla scrivania facendola scricchiolare pericolosamente.
-Non capisci, Severus. Quella maledetta lo fa di proposito a non rimanere incinta- Aveva sibilato con rabbia, il viso deformato da una smorfia rancorosa. Severus si trovò a chiedersi se, per caso, il nobiluomo stesse uscendo di senno.
-Dubito fortemente che si tratti di questo, Lucius- L'amico lo fulminò con lo sguardo. -Ma se nutri questo dubbio, potrei avere qualcosa che fa al caso tuo- Spiegò, il nobile, fattosi attento, si acquietò pur mantenendo una posa rigira.
-Di cosa si tratta?- Lo interrogò piegando la testa di lato. Severus gli si accostò sussurrando quasi come avesse timore di essere udito da orecchie indiscrete.
-Ci sono diverse pozioni che posso preparare per te, talmente potenti che renderebbero inutile ogni azione da lei intrapresa per evitare di concepire il tuo erede- Lucius si era fatto attento, lo fissava con gli occhi ridotti a due rughe sottili nel centro del volto, forse cercando qualche falla nel suo ragionamento.
-Credi che possa funzionare?- Si informò il nobile, rilassandosi visibilmente ed assumendo una posa meno rigida.
-Metti forse in dubbio le mie capacità di pozionista?- Gli chiese lui con un ghigno che gli si allargava sul viso. Lucius era limitato a scoppiare in una sonora risata di fronte a una tale assurdità.
Fu in quel periodo che Severus notò le prime avvisaglie del temperamento collerico che più tardi avrebbe riversato su suo figlio.
Maledisse se stesso per non aver dato il giusto peso a quei primi, precoci segni. Sospirando prese la bacchetta e controllò il ragazzo che dormiva sereno nel suo letto, sembrava che le pozioni stessero facendo effetto, Draco stava guarendo velocemente e senza complicazioni. Poteva permettersi di lasciarlo solo qualche minuto, aveva bisogno di vedere alcune immagini del suo passato.
Si diresse al camino, sperava di trovare Silente ancora sveglio.
Pochi minuti dopo adagiava il pensatoio del preside sul basso tavolino da caffè del suo soggiorno.
Il pensatoio di Silente, al di fuori della sua abituale collocazione sbrava aver perso buona parte del suo splendore, come se, la tetraggine umida e perniciosa del tuo alloggio avesse scacciato il fulgido splendore dell'ufficio del preside.
Eppure la vita del suo mentore non doveva essere stata molto più facile della sua, tuttavia il preside era riuscito a portare un po' di luce nella propria esistenza, cosa che a lui non era successa...
Riflettè, mentre estraeva i ricordi dalla sua mente e li lasciava affondare, come lunghe dita fumose, nelle profondità del pensatoio.
Il fumo si sparse, disperdendosi sulla superficie lucente. Senza perdere tempo, Severus si chinò e vi immerse il viso. Le immagini nebulose si fecero sempre più nitide, fino ad assumere contorni familiari.
Un giardino fiorito apparve attorno a lui, lunghi vialetti curati, bordati di cespugli di rose in fiore, alti alberi frondosi creavano pozze d'ombra nel panorama assolato, uccellini cinguettavano allegri fra i rami e le cicale frinivano nell'erba. Non ricordava per quale motivo fosse al Manor, ma non avrebbe mai scordato il suono di quella voce.
La sentì giungere attraverso le siepi, e vide il se stesso più giovane alzare lo sguardo dal libro che stava leggendo, ascoltando estasiato. Ricordava perfettamente di essersi chiesto se per caso, Lucius non avesse catturato una sirena.
Era la cosa più bella che avesse mai udito. Stregato, seguì il melodioso canto fino ad un piccolo spiazzo in cui aveva trovato posto un romantico pergolato. All'ombra di un glicine profumato Lady Malfoy cantava. Lo sguardo perso in lontananza, era voltata in modo che lui potesse scorgere solo una piccola parte del suo bellissimo viso.
Lucius l'aveva sposata l'anno precedente, con una cerimonia fastosa. Era tanto bella e radiosa nel suo abito da sposa che Severus non aveva potuto fare a meno di provare invidia per l'amico.
Da allora aveva fatto il possibile per evitare di incontrare la donna, non voleva certo trovarsi in qualche situazione imbarazzante nel caso in cui l'amico si fosse accorto dei sentimenti che provava per la sua moglie.
Non la vedeva da allora, era passato più di un anno, aveva avuto altre storie, altre donne, donne bellissime che avrebbero fatto girare la testa a molti uomini.
Era cosciente di non essere particolarmente avvenente, o affascinante, eppure nessuna gli aveva resistito e, presto o tardi, era capitolata i suoi piedi.
Era passato oltre quella "qualsiasi cosa fosse" che aveva provato per la giovane Lady, non avrebbe avuto difficoltà nel conversare garbatamente con la donna. Anche se erano soli e i suoi capelli sembravano risplendere come oro fuso nel sole del primo pomeriggio. Fu solo perché era molto impegnato nella lettura del suo testo che decise di non importunare la padrona di casa rivelandole la sua presenza. Con cautela tornò sui suoi passi, ma un movimento incauto doveva averlo tradito.
-Signor Piton! Mi ha fatto spaventare- Disse lei, portandosi una mano al petto come per calmare il battito del cuore. -O dovrei forse dire "professore"- Proseguì, abbassando gli occhi e voltandosi leggermente, Severus continuava a vedere solo metà del suo volto. Non avrebbe più potuto attuare il suo piano di andarsene senza dirle nulla, sarebbe stato maleducato e lui certo non voleva offendere la padrona di casa, quindi suo malgrado, si trovò costretto ad avanzare verso di lei.
-Le porgo le mie scuse Milady, non era mia intenzione spaventarla- La donna aveva raddrizzato ulteriormente la schiena, nascondendo il volto nel fazzoletto, mentre lui si avvicinava. -Vi prego, non interrompetevi a causa mia- Sarebbe stato veramente meraviglioso se avesse ricominciato a cantare, Severus avrebbe potuto ascoltare ancora quella voce incantevole, ammirando la bellezza angelica della cantante.
Purtroppo la donna non pareva avere intenzione di riprendere da dove si era interrotta. Con un profondo sospiro la nobildonna iniziò invece a parlare.
-Professore io... mi chiedevo se potessi chiederle una cortesia...- Sembrava peritante, dubbiosa e persino imbarazzata. -Forse non è appropriato che io ne parli con lei, ma non ho proprio nessun altro a cui poter chiedere aiuto- La sua voce era sempre più bassa, quasi parlasse a sé stessa anziché a lui.
-Se posso in qualche modo esserle d'aiuto, Lady Malfoy, sarebbe un piacere per me- La rassicurò lui, la fissava in cerca di qualche accenno, qualche indizio che potesse svelargli lo stato d'animo della donna. La giovane moglie di Lucius, aveva, nell'anno trascorso dal suo matrimonio, mantenuto tutta la leggiadria di quel giorno, ma aveva acquistato una gravità, una certa tristezza malinconica, nello sguardo e negli atteggiamenti che la rendeva, agli occhi di Severus, ancora più profonda, più bella persino.
La bella, piccola Lady, col suo sorriso triste e il suo naturale atteggiamento discreto, faceva nascere in lui la necessità di proteggerla, di renderla felice. Per questo aveva cercato di evitare il più possibile di vederla: non aveva senso desiderare ciò che non poteva avere. Eppure quella donna riusciva sempre a farlo sentire come se valesse la pena di soffrire pur di vederla sorridere.
-Professore io mi chiedevo se potesse... vede, Lucius si fida di lei, le vuole molto bene...- Si era interrotta, quasi si aspettasse una risposta da parte sua, cosa avrebbe dovuto dirle?
-Lucius è un buon amico, un caro amico, sono lusingato che anche lui mi ricambi- Aveva ammesso, cautamente.
-Io mi chiedevo se per lei fosse possibile, parlare con mio marito... dei fatti della vita, diciamo- Aveva sussurrato, arrossendo pudica. Severus era sconvolto, non poteva avergli chiesto veramente quello.
-Milady io non so se...- Lei lo interruppe.
-La prego, professore, io non ho proprio nessun altro a cui chiederlo. Non posso dirlo a suo padre, o a chiunque altro. Lucius non me lo perdonerebbe mai- Aveva detto, nascondendo il viso tra le mani. -Mio marito... lui mi costringe a prendere tutte quelle pozioni... ma non serviranno a nulla fino a quando lui si ostinerà a giacere con me a quel modo... Non è così che si può generare un figlio.- Ed aveva sollevato il viso, solo una frazione di secondo, per poi voltarsi nuovamente, ma lui aveva visto, ora sapeva.
-Lady Malfoy... Narcissa...- L'aveva chiamata, osando sfiorarle una guancia con il dorso dell'indice, come avrebbe fatto con un uccellino spaventato. E lei era scoppiata in lacrime. Il suo cuore si era fermato, non poteva, non voleva vederla così, sofferente, spezzata. Incapace di governare le sue emozioni la prese fra le braccia e lei ci si abbandonò. Non poteva essere, tutto quel tempo, tutti quegli sforzi, per togliersela dalla testa e lei ora era fra le sue braccia. Non riusciva a pensare a nient'altro, né alla disperazione della donna, né al livido che le ornava l'occhio sinistro. Non c'era nient'altro se non loro due, un momento perfetto.
-Severus, non so più cosa fare, ho provato a spiegargli che non si possono concepire dei figli facendolo a quel modo, ma lui non ascolta, non vuole sentire e più il tempo passa più diventa irascibile, a tratti violento. Vorrei tanto così tanto poter avere un bambino... Severus, ti prego- Lo supplicava, lui lo sapeva che erano le pozioni di cui si era imbottita a renderla tanto insicura, tanto bisognosa. Le pozioni che lui aveva distillato per lei. Eppure non poteva rinunciare a quel loro momento perfetto.
-Narcissa io... farei qualunque cosa per te, dimmi cosa desideri e io te lo darò, fosse anche la Luna stessa! Se vuoi che parli con Lucius lo farò, lo metterò sotto imperio e lo obbligherò se devo...- Rispose, stringendola al petto.
-Nessuno... mai nessuno mi ha toccato come stai facendo tu ora...mio marito, lui... è sempre così violento, sbrigativo, non si sognerebbe di stringermi a questo modo... mi darai tutto quello che voglio, Severus? Quello che voglio veramente è un bambino... un bambino che non abbia nulla in comune con quel maniaco violento di Lucius Malfoy. Mi aiuterai?- Lo supplicò, cercando i suoi occhi. "Quanto di quello che dice lo pensa veramente? E quanto invece è frutto delle pozioni che sta prendendo? Quelle che IO ho distillato apposta per farla sentire a questo modo?" Non aveva modo di saperlo, l'unica cosa che sapeva era che la donna che lo aveva conquistato, quella che sognava da più di un anno, in quel momento era lì, fra le sue braccia, gli stava offrendo se stessa, anzi, lo stava scongiurando di farla sua, e lo guardava con quello sguardo carico di speranza, di desiderio.
E Severus non era mai stato molto bravo a resistere alle tentazioni.
Le figure divennero indistinte, mentre lui si piegava verso di lei. L'ultima cosa che Severus vide fu il se stesso più giovane, che baciava la bellissima donna che aveva fra le braccia. Non aveva bisogno di rivedere il ricordo di quello che era accaduto dopo. Era scolpito a caratteri di fuoco nella sua mente. Ricordava ogni gesto, ogni carezza, ogni gemito, proprio come se fosse accaduto pochi istanti prima.
Arrossì al ricordo, mentre gli angoli della bocca si incurvavano in una posa innaturale, quasi un sorriso.
Le volute di fumo vorticarono attorno a lui, addensandosi in cumuli sempre più solidi, fino a formare delle nuove figure.
Il salotto di villa Malfoy faceva da sfondo a quel nuovo ricordo. Narcissa, elegantemente seduta sul divano, lo fissava disperata, le mani protettivamente intrecciate sull'addome.
-Cosa posso fare? Se Lucius se ne accorgesse?- Gli occhi, fissi sul tappeto, pieni di lacrime. Severus si era avvicinato e le aveva preso la mano.
-Lucius non sospetterà mai nulla, mi sono occupato io di tutto, e il bambino assomiglierà solo te. Io... confesso che avevo previsto che un eventuale erede potesse non essere figlio di Lucius... conoscendo le sue inclinazioni- Narcissa si era aggrappata alla sua mano, lui le si era inginocchiato di fronte, i loro visi erano alla stessa altezza ora.
-Ne sei certo, Severus?- Lui l'aveva tirata verso di sè e l'aveva stretta al petto. Narcissa tratteneva il fiato.
-Non ti devi preoccupare di nulla, Narcissa, non permetterò che ti succeda nulla, nè a te nè al bambino-
"Il nostro bambino" non aveva avuto il coraggio di pronunciare quelle parole.
Mai.
In tutti quegli anni, non le aveva mai pronunciate.
E il ricordo cambiò nuovamente.
Davanti a lui stava Lucius. Un Lucius molto più giovane, più sereno, l'amico che conosceva un tempo.
-Non puoi dire sul serio Sev, questo... sarebbe fantastico!- Fra le mani rigirava la provetta, il liquido colorato brillava sotto la luce delle candele.
-Assolutamente, Malfoy! La pozione è infallibile. Devi solo farla bere alla tua consorte, dopo aver aggiunto una goccia del tuo sangue, naturalmente- Lucius ghigò, maligno.
-E lei resterà incinta senza che io... condivida il suo letto?- Domandò, infilandosi la provetta in tasca.
-Il mago che l'ha creata aveva avuto un brutto incidente... che lo aveva lasciato privo di alcune parti anatomiche che definirei indispensabili... eppure lui e la moglie ebbero diversi figli, almeno secondo quanto riportato dal testo che ho consultato- Gli aveva spiegato, incrociando le braccia.
Probabilmente Lucius voleva crederci così disperatamente che si sarebbe bevuto qualsiasi sciocchezza gli fosse uscita di bocca.
Non aveva chiesto altre informazioni, neppure di vedere il fantomatico testo, ma era corso a casa.
Una settimana dopo brindava assieme ad altri cento invitati all'annuncio che Lord e Lady Malfoy erano in attesa di un erede...
Il fumo si diradò mentre lui riemergeva dai ricordi. Chiuse gli occhi un attimo, cercando di riordinare le idee, mai riscosse immediatamente ad un movimento del ragazzino che dormiva nel suo letto. Draco si era lamentato nel sonno e lui era accorso al suo fianco. Non sembrava fosse nulla di cui preoccuparsi, il viso del ragazzo era tornato subito sereno "Starà sognando?" Si chiese in silenzio, passando una mano fra i biondissimi capelli del suo figlioccio che splendevano sparpagliati sul cuscino. Un moto di affetto lo invase e istintivamente di chinò per posare un piccolo bacio sulla fronte del ragazzino. E l'espressione di Draco mutò, si rasserenò, come sapesse di essere al sicuro.
Eccola la luce della sua vita... il suo figlioccio...
...Suo...
...Figlio.
E se Lucius avesse provato ancora ad avvicinarsi al ragazzo... lo avrebbe ucciso. A mani nude se non avesse avuto altra scelta.
E al diavolo le conseguenze.
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