Dove ti metto?


Scusate il ritardo... sto male, ho un torcicollo tremendo, quindi amatemi perché penso a voi e commentate numerosi, così leggo i vostri commenti e non penso al dolore.
Buona lettura,
Noy

"Forse sono stato troppo duro con il ragazzo, ieri. Quando è uscito di qua non si reggeva neanche in piedi" Una notte di sonno e una lunga chiacchierata via camino con Remus gli avevano migliorato l'umore, si sentiva proprio bene.
"Credo che oggi lo lascerò riposare" Si sentiva molto magnanimo.
Prese la camicia dalla stampella e si infilò la manica sinistra, poi lottò con l'altra manica. non era facile senza un braccio.
E Potter era in ritardo.
Un conto era essere magnanimi, un altro era farsi prendere in giro da quel debosciato scansafatiche inaffidabile ragazzino.

-Ma che fine ha fatto?- Era riuscito ad infilarsi entrambe le maniche e si mise a lottare con i bottoni. Dannazione! Perché dovevano farli tanto piccoli? -Adesso sto perdendo la pazienza, se quell'impiastro non arriva immediatamente...- Non riuscì a finire neppure la frase che bussarono alla porta. "Finalmente! Eccolo!"

-Avanti. E' aperto- Potter aprì uno spiraglio e ci infilò dentro la testa.

-Mi scusi professore... non volevo. La lascio finire di vestirsi.- E chiuse la porta dietro di sé.
-Potter! Si muova!- Il ragazzino si decise a entrare e si addossò alla porta, con gli occhi sul pavimento.
Insomma, cosa era tutto quell'imbarazzo? Con i pantaloni e la camicia già quasi abbottonata, riteneva di essere più che presentabile.

-Po...sso fare qualcosa per lei? Professore?- Chiese il ragazzino, che non si era ancora mosso dalla porta. Che gli prendeva?
-Che succede alla sua voce? Signor Potter?- Lui si irrigidì e si schiarì la gola.
-Mi scusi, un po' di mal di gola- Rispose, azzardandosi a fare un passo nella sua direzione. Di quel passo lo avrebbe raggiunto per l'ora di cena.
-E crede di riuscire comunque ad allacciare questi polsini?- Assottigliò gli occhi, osservando con attenzione l'impiastro.

-Ce... certamente- Disse il ragazzo, raggiungendolo.
Faceva passi piccoli e veloci, molto diversi dal suo solito incedere barcollante. Qualcosa non gli tornava.
Gli prese una mano, usava solo la punta delle dita, quasi avesse timore di sfiorarlo, quando passò al polso sinistro, tirò un po' troppo la stoffa e Severus sentì una fitta. -Insomma! Faccia attenzione-

-Scu.. si Pro... fessor Piton, presterò maggiore attenzione-
No! Quella frase non poteva essere stata pronunciata da Potter, decisamente qualcosa non andava. Sembrava come se non fosse più lui, che fosse qualcun altro, ma non era possibile, a meno che... Che avesse usato...? Non era possibile che le zucche vuote stessero provando a fare una cosa tanto sciocca. Non potevano pensare che fosse tanto ottuso da farsi confondere da un trucco simile. Ma doveva essere sicuro.
Decise di metterlo alla prova.

-Ora non ci resta che una cosa da fare, deve aiutarmi a usare il bagno- Il ragazzino si immobilizzò, respirava a fatica. -E stavolta cerchi di stare più attento quando estrae il mio membro, non lo tenga troppo stretto!- Harry sbiancò, sembrava sul punto di svenire.
-Pro...professore io non...- "Beccato!"

-La pianti di balbettare sciocco! Quel lavativo fastidioso di Potter sa benissimo che non gli permetterei mai di fare una cosa del genere!- Berciò lui, prendendo il ragazzino per un braccio e portando il suo viso a pochi pollici dal proprio, Harry tremava.
-Io... io...- Non si sforzava neppure più di mascherare la voce.

-Come vuoi, irritante ragazzino, tieniti i tuoi segreti, non ci resta che attendere. La pozione polisucco dura solamente un'ora.- L'impostore spalancò gli occhi e divenne pallido, tanto che il professore temette che sarebbe svenuto sul serio. -Ripensandoci, non credo di avere un'intera ora da gettare al vento.- Disse, mentre trascinava lo sventurato verso la sua dispensa. Prese una boccetta di un improbabile color verde pus e la porse al ragazzino. -Bevi questa! A meno che tu non preferisca metodi meno piacevoli per annullare l'effetto della pozione- Non che ce ne fossero, ma, dopo più di un decennio a contatto con quegli irritanti marmocchi, sapeva per esperienza che la minaccia sarebbe stata più che sufficiente, a meno che...

-Non esistono altri metodi per eliminare l'effetto di questa pozione, solo il sangue di pixy ha questo effetto- L'impostore si coprì la bocca, Severus gli strinse ancora di più il braccio e lui urlò, cercando di divincolarsi, un urlo molto poco virile.
Severus lasciò il braccio. Si sentiva sopraffatto dall'ira, doveva cercare di dominarsi, doveva calmarsi, o non sapeva fino a che punto si sarebbe potuto spingere.

-Si sieda- Sibilò, lottando per mantenere il controllo. -Signorina Granger-
Lei sussultò spalancando gli occhi, un coniglio in trappola, poi si avvicinò alla poltrona e si sedette sul bordo, la schiena rigida, lo sguardo basso e le mani posate in grembo.
Aveva l'aspetto di Potter, ma si comportava come una ragazzina intimidita.

-In tanti anni di insegnamento, signorina Granger, io mai ho visto un simile, inappropriato comportamento. Come osa cercare di ingannarmi?- Che le era passato per la testa? Era ancora quella cotta improbabile che si era presa per lui? Possibile? Eppure sembrava che le fosse passata.
-Mi... mi...- Balbettò lei.

-Non osi cercare scuse, insolente ragazzina! Lo sa che potrei farla espellere per una cosa simile? Introdursi nelle stanze private di un insegnante, nella MIA camera da letto! E per cosa poi? Cosa pensava di ottenere?- Questa storia doveva finire e subito per giunta! Non avrebbe sopportato le patetiche avance di quella sciocca ragazza un secondo di più! Doveva mettere fine alle sue fantasie e poi avrebbe scoperto se Potter era d'accordo con lei e avrebbe preso provvedimenti.

-La prego lasci che...-
-Ho detto silenzio! Non si azzardi ad aprire bocca. Ora lei mi ascolterà e con estrema attenzione! Voglio che si imprima bene in testa queste parole.- Si mise proprio di fronte alla sua poltrona e attese che lei sollevasse lo sguardo. -Non sono interessato! Ha compreso bene? Non lo sono ora, non lo sarò mai!- Ecco, più chiaro di così era impossibile. Forse era stato in po' brutale, ma se la ragazzina ci fosse rimasta male... beh, era quello che si meritava! Entrare in camera sua! Ma era impazzita? Lei lo fissò come non capisse a cosa si stava riferendo.
Certo era brava a fingere, quando le conveniva.

-Andiamo! Anche io so riconoscere una causa persa!- Replicò, incrociando le braccia. Gli occhi verdi di Potter brillarono di femminile indignazione e quello sguardo, quel preciso sguardo lo bloccò.
-Come?- Riuscì a chiedere, tutta la rabbia spazzata via dalla potenza dei ricordi, d'un tratto era tornato un ragazzino di sedici anni e quegli occhi lo tormentavano ancora una volta.

-Non penserà che io... e poi, non potrei mai fare un torto simile a Remus- Che c'entrava adesso Remus?
-Come si permette? Questi non sono affari che la riguardano!- La ragazzina gli lanciò un'occhiataccia da sopra gli occhiali. Che cavolo! Possibile che non lo rispettasse più nessuno?
-Diciamo che avete reso impossibile ignorare la vostra relazione, professore. Anche con tutta la buona volontà- Severus si passò una mano sul viso, quella conversazione non stava affatto prendendo la piega che lui si sarebbe aspettato.

-Allora per quale motivo è qui. Si vuole spiegare?-
-Ci stavo provando.- Per Merlino e tutte le sue amanti! Che stava succedendo? Perché gli si rivolgeva così?
-Avanti, mi illumini, ma tenga bene a mente con chi sta parlando, signorina- La Granger deglutì, mentre lui appellava una poltrona e ci si accomodava.

-Harry dice che è cambiato... che capisce- Sembrava parlare più con sé stessa. -Non crede che quello che è successo a Blaise sia ingiusto?- Che diamine centrava ora il signor Zabini? Certo, Silente era stato particolarmente rigido in quella situazione e la cosa non gli era andata a genio, ma che poteva farci?
Lei lo fissava, in attesa.
-Ritengo che ci possa essere del margine di manovra, anche se queste non sono affatto cose che la riguardano-

-Non è così, professore. Riguardano tutti quanti, quello che è accaduto a Blaise poteva succedere a ognuno di noi. Potevo essere io a schiantare la Humbridge, oppure poteva farlo Harry...-
-E le conseguenze non sarebbero state neanche lontanamente gravi come nel caso del signor Zabini- La interruppe, lei annuì abbassando lo sguardo.
La cicatrice sulla sua fronte scomparve. Grazie a Merlino la pozione stava esaurendo il suo effetto, era estenuante parlare con lei e vedere il corpo di Potter.

-Ha ragione, sonno arrivata anche io alla stessa conclusione, ma Blaise non aveva altra scelta, se lui non fosse intervenuto... nessuno sa cosa avrebbe potuto fare quella donna- Rabbrividì e il suo corpo si fece più piccolo, i capelli si allungarono e il viso mutò. 
-E si può sapere cosa c'entra questa sua epifania con l'assenza del signor Potter?- Nonostante la sua non indifferente intelligenza le cose non avevano alcuna attinenza, a meno che...

-La madre di Blaise lo ha spedito a Durmstrang.- No! Non può essere stato tanto stupido, anche se è Potter! -Ma non si trovava bene, così ha scritto a Draco...-
Severus scattò in piedi.
-Anche lui è coinvolto?- Le fu addosso lei si spalmò sullo schienale, cercando di mettere più spazio possibile fra di loro. Annuì in silenzio.

-Cosa hanno fatto quei due? Non saranno scappati dalla scuola- Non fu necessario che parlasse, le lesse la risposta sul viso. -Dove. Sono. Andati- Sapeva di fare paura alla ragazzina, era pericoloso in quel momento. Suo figlio era fuori dalla protezione della scuola, con quell'incosciente di Potter, Merlino solo sapeva quello che poteva succedere loro.
-Alle foci del Kemijoki- Severus sbarro gli occhi.

-In Finlandia? Ma siete impazziti?-
-Se tutto procede secondo i piani, adesso dovrebbero essere a largo della Bretagna.- Aggiunse lei, mangiandosi le labbra.
-No! Dannati ragazzini! Possibile che non vi rendiate conto dei rischi? E come ci dovrebbero andare? A cavallo delle loro scope?- Lei guaì. Lo avevano fatto davvero.

-Si rende conto di cosa c'è là fuori? Di quali rischi corrono?- Doveva correre a dare l'allarme, forse non era troppo tardi.
-Ora viene con me e racconterà ogni cosa al preside!- Afferrò la ragazza per un braccio, ma lei non si alzò.
-No, aspetti! Se il preside lo verrà a scoprire, cosa farà? Harry è al sicuro, sappiamo che non lo allontanerà mai dalla scuola, ma Draco? Cosa gli impedirà di espellerlo? Può arrivare a fare spezzare la sua bacchetta- Gli urlò contro. Gli aveva afferrato una mano e cercava di trattenerlo. Lui fissò la mano della ragazzina sulla sua e lei la ritirò arrossendo. -Mi scusi-

Lo sfogo era stato fuori luogo e sicuramente, Silente non sarebbe arrivato a tanto, eppure... Draco era un Serpeverde e lui conosceva bene l'atteggiamento del preside nei confronti della sua Casa.
Si sedette. Cosa doveva fare? Rischiare che Draco venisse catturato dai seguaci del Signore Oscuro, oppure rischiare che Silente se la prendesse con suo figlio?

-Il signor preside agirà nel modo più corretto- A chi lo stava dicendo? Alla ragazza o a sé stesso?
-Ne è certo? Potrebbe essere una mia impressione, ma credo che Silente non veda di buon occhio il rapporto fra Harry e Draco. Cosa la fa essere certo che non coglierebbe l'occasione per dividerli?- Poteva essere un punto di vista interessante e lui doveva prenderlo in considerazione. -E poi... chi crede che riesca a trovarli? Due ragazzi che volano sulle loro scope. Anche la Nimbus 2001 di Draco raggiunge le duecentocinquanta miglia all'ora, a quella velocità non farebbero a tempo a vederli che sarebbero già fuori portata-
Non era un'osservazione priva di fondamento.
A meno di una fuga di informazioni i seguaci del Signore Oscuro non avrebbero avuto motivo di cercare o notare una cosa tanto insignificante come due ragazzini a cavallo delle loro scope.
Le probabilità erano scarsissime, mentre che Silente se la prendesse con Draco era quasi una certezza.

-Ci rifletterò, ma cercate di non fare altre sciocchezze, nel frattempo- Si alzò per scortarla alla porta, forse era vero, forse era cambiato e non sapeva se la cosa gli piaceva o meno, ma di sicuro si sentiva molto meno arrabbiato di come si sarebbe sentito di solito e, forse, avrebbe potuto abbassare la guardia, per qualche tempo, almeno.
Però prima avrebbe fatto bene a togliersi un altro dubbio.

Si sedette, unendo le punte delle dita e piantando i suoi profondi occhi scuri sulla ragazzina. -Ora mi spieghi per bene quale sarebbe il geniale piano. Partire di notte, a cavallo di una scopa per percorrere circa duemila chilometri fino in Finlandia e poi?- Lei raddrizzò la schiena cercando di darsi un tono.

-Blaise lo aspetta in un villaggio vicino a Durmstrang. Non appena arrivano vicino alla costa, il che dovrebbe accadere verso mezzogiorno, il gufo di Blaise li scorterà fino a lui e insieme torneranno in Inghilterra, dovrebbero essere di ritorno domani sera, se tutto va bene.- Spiattellò, la voce a tratti incerta.
Era spaventata e Severus si augurò che fosse la sua presenza a metterla in soggezione.

-Immagino che attendere con pazienza che il processo fosse concluso non fosse una opzione accettabile.- Commentò con ironia, pizzicandosi la radice del naso. -Non posso fare a meno di notare che la complicità con voi Grifondoro nuoce al buonsenso delle mie Serpi-

-L'idea è stata di Draco. Harry voleva aspettare- Rivelò la ragazza con una sorta di nota di trionfo nella voce.
-E una volta che saranno tornati, cosa contate di fare? Vi terrete il signor Zabini in tasca?- Domandò, aggrottando la fronte.
Bambini! Il loro geniale escamotage faceva acqua da tutte le parti.

Lei raddrizzo la schiena e si schiarì la voce. -Su quello ci stiamo ancora lavorando, ci sono diverse opzioni che stiamo prendendo in considerazione- Doveva dargliene atto, nonostante fosse palesemente nervosa, riusciva a mantenere una certa parvenza di autocontrollo. Gli sarebbe bastato così poco a farla crollare e il sé stesso di pochi mesi prima lo avrebbe fatto senza indugi e ne avrebbe tratto una grande soddisfazione, ma ora...

-E quali sarebbero?-
-Mi scusi, professore, ma non credo che glieli rivelerò. Ho già tradito la fiducia dei miei compagni raccontandole tutto il piano. Se lei decidesse di farne parola con il preside, avremmo fatto tutto per niente.- Assunse un'espressione strana, sembrava quasi colpevole.
Non poteva darle tutti i torti.

-Come vuole- La ragazza sussultò e lo fissò sconvolta. -Si tenga quest'ultimo segreto, signorina Granger.- Si alzò per congedarla e lei fu lesta a seguirlo. -Aspetterò fino a domani sera, ma non oltre e se accadrà qualcosa al signor Potter o al signor Malfoy, la riterrò personalmente responsabile- Aprì la porta e lei ci si infilò, aveva già sopportato fin troppo quella ragazzina, tutti quanti loro, a dire la verità, non ne poteva più di quegli sciocchi drammi adolescenziali.

"Mi chiuderò in camera fino a domani. Le mie classi possono fare a meno di me per un giorno!"
Almeno non avrebbe avuto a che fare con adolescenti molesti e bambini piagnucolosi fino al giorno dopo.
"E così non dovrò giustificare l'assenza di Potter"
Si sentiva già meglio, la prospettiva di potersi gustare un buon libro, in solitudine... "magari potrei fare un salto a Grimmault Place, chissà se Remus è già andato a trovare il suo amico cagnaccio?"

-Pansy! Che succede?- Gli strilli della Granger lo fecero cadere dalle nuvole. Che cosa era successo? E soprattutto, avrebbe potuto chiudere la porta e ignorarla?
-Mi... snif... dispiace... non sapevo dove andare...- Un attimo di distrazione e la signorina Parkinson fu fra le sue braccia, avvinghiata al suo collo che piangeva come una fontana. -La prego professore, non mi faccia andare via- Ma che succedeva? Erano tutti impazziti? Prima la Granger che gli teneva testa e ora quello?
Non poteva permetterlo, doveva ristabilire l'ordine! Ma... la ragazzina aspettava un bambino... "Dannato imperativo biologico!" non avrebbe saputo spiegare se era per quello o per un'innata nota di cavalleria sepolta nel suo animo, ma non poteva proprio ignorare la sua richiesta d'aiuto.

Le batté alcuni colpetti impacciati su una spalla. -Si calmi, signorina Parkinson e entri, così può spiegarmi quello che è successo, invece di inzupparmi i vestiti-
La ragazzina si scostò da lui. -Sì, professore, mi dispiace- E entrò nella sua stanza, al suo seguito si infilò dentro anche la Granger.
Dannazione, era appena riuscito a sbatterla fuori.

-Vuole dell'acqua?- Prese un bicchiere dalla dispensa, lo riempì di liquido e ci aggiunse qualche goccia di pozione calmante. La ragazza lo fissò senza parlare. -L'aiuterà a calmarsi e non nuocerà al bambino- Tranquillizzata, accettò la sua offerta.
Andava bene tutto, ma non era disposto a ascoltare i piagnucolii lamentosi di una ragazzina isterica, se poteva evitarlo.
Lei si calmò quasi all'istante.

-Pansy, vuoi dirci che cosa è successo?- Chiese la Granger, fantastico, adesso parlava anche per lui! Si era seduta sul bracciolo della poltrona dove era accomodata la sua amica e rischiava di deformarlo irreparabilmente.
Uffa, questo nuovo registro più comprensivo era snervante.

-Mi ha convocato la professoressa McGranit, stamattina- Cominciò la Parkinson e subito si interruppe fissando il pavimento.
 "Questa tortura non finirà mai"
-Cosa voleva da lei, Signorina? Ha avuto un comportamento scorretto e ha ricevuto una punizione?- Tutto quel dramma per una cosa tanto banale? Era vero, avere degli amici Grifondoro era controproducente e stava influenzando i suoi Serpeverde.

-No, magari fosse per quello. All'inizio non capivo cosa volesse, diceva cose che sembravano normali, ma che non avevano molto senso- Estrasse un fazzoletto dalla tasca della gonna e si asciugò gli occhi. -Continuava a ripetere che lei non mi giudicava e che non avevo nulla di cui vergognarmi. Io non capivo neppure a cosa si riferisse.-
Magari lei non lo aveva capito, ma Severus invece lo intendeva benissimo. Come aveva osato quella strega fare un discorso simile alla ragazza?

-Non sembrano cose negative, dette così- Si intromise la Granger. Come faceva a essere tanto ingenua? -La McGranit è severa, ma cerca sempre di essere corretta, non ti devi preoccupare-
Ah ecco, che si spiegava tutto! Aveva fiducia nel capo della sua casa. Se avesse saputo quanto poteva essere ipocrita la cara Minerva.

-Non è per quello, poi ha cominciato a dire che non ero un buon esempio da seguire per le mie compagne, soprattutto quelle più giovani e che potevo influenzarle negativamente, ma io ancora non capivo a cosa si riferisse.- Tirò su col naso, ci mancava solo che ricominciasse a piangere.

-Signorina Parkinson, La professoressa McGranit le ha detto chiaramente a cosa si riferiva?- Lei abbassò gli occhi, stringendo il fazzoletto fra le mani.
-No professore, ma io ho capito lo stesso. Parlava delle bambine.- Piton scattò in piedi, non poteva crederci! -Mi ha consigliato di tornare a casa e proseguire gli studi da lì. Si è anche offerta di trovare una brava istitutrice privata- Aggiunse la ragazzina.
Puntini bianchi danzavano davanti agli occhi di Severus, non era mai stato tanto furente.
-Come osa?- Sibilò, mentre si gettava la veste nera sulle spalle e usciva dall'appartamento sbattendosi la porta alle spalle.

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La porta della sala inseganti si spalancò e andò a sbattere contro la parete. Il baccano fece voltare tutti gli insegnanti verso di lui. Proprio l'effetto che voleva.

-Minerva McGranit!- Urlò.
L'anziana maga sollevò un'occhio dalla pila di compiti che stava controllando. -Posso fare qualcosa per te, Severus?- Chiese, indifferente. Che ipocrita, come se non sapesse esattamente per quale motivo era lì!

-Come hai osato? Come ti sei permessa di trattare a quel modo la signorina Parkinson?-
La Sprout, al suo fianco le mise una mano su un braccio. -Che cosa è successo Minerva?- Le chiese, piegandosi verso di lei. Gli altri inseganti ascoltavano senza intervenire.

-Nulla di importante Pomona, la solita vecchia storia. Nessuno vuole fare le cose che vanno fatte- Rispose lei, assottigliando gli occhi dietro i suoi occhialetti sottili.
-Non è una decisione che spetta a te! Chi ti ha autorizzato a consigliare certe cose?- Severus avanzò fino al centro della sala. -Dannazione, Minerva, le hai detto di andarsene!- La professoressa di erbologia si coprì la bocca con le mani.

-Sul serio? Ma perché?- Chiese, a mezza voce. Tutti gli occhi erano puntati sulla McGranit.
-Perché, mia cara, la gravidanza è contagiosa! Se le permettiamo di andarsene in giro, ostentando la sua pancia e il suo perfetto matrimonio pieno d'amore, prima della fine dell'anno avremo almeno un altra mezza dozzina di sciocche ragazzine influenzabili incinte!- La donna si alzò in piedi e batté le mani sulla tavola, la pila di pergamene traballò ma non cadde. -E' inutile nascondersi, è una realtà che va affrontata per tempo, se non vogliamo che, a pagarne le conseguenze, siano le nostre alunne-

Severus non poteva crederci, possibile che quel posto fosse un tale covo di ipocrisia? -Ma le senti le sciocchezze che dici? Insegniamo loro a fare magie, a distillare pozioni, a trasformare topi in calici da acqua, cosa per altro estremamente utile, ma li lasciamo soli a districarsi fra le insidie della vita?- Cominciò, non era più arrabbiato, era solo immensamente deluso. -Non gli spieghiamo nulla del sesso e poi ci aspettiamo che agiscano correttamente, che si prendano le loro responsabilità e che sappiano quello che fanno, poi, quando sbagliano che facciamo?- Chiese, guardandosi attorno, nessuno lo guardava in faccia, nessuno dei suoi colleghi ne aveva il coraggio. -Seppelliamo gli errori sotto il tappeto, nascondiamo gli sbagli e i ragazzi che non sono perfetti... li mandiamo via- Fece una pausa, voleva dare il tempo alle sue parole di depositarsi negli animi dei suoi colleghi. -Cosa è diventato questo posto?- Chiese, voltandosi per andarsene.

-Parole molto ispirate, ragazzo mio- Si trovò di fronte il preside, un sorriso di circostanza e una luce maligna negli occhi.
-La ringrazio signor Preside- Che voleva adesso il vecchio? Perché lo guardava a quel modo?

-Confido che, alla luce di queste nuove idee che ci hai appena illustrato, tu sarai disposto a gestire di persona il nuovo corso di educazione sessuale-
Cosa? Allora era così che voleva giocarsela il vecchio?
Se pensava di metterlo in imbarazzo e fargli fare marcia in dietro, si sbagliava di grosso.

-Se ritiene che io sia l'insegante più adatto a questa materia, non vedo perché no- Già se le vedeva, le teste di legno, quando avrebbe spiegato loro certe cose, quelle lezioni sarebbero state uno spasso assoluto, quasi non vedeva l'ora. Il vecchio lo fissò da sopra gli occhiali, lo stesso gesto della signorina Granger.
"Ecco da dove lo ha copiato, irritante ragazzina" Oh caspita, aveva lasciato quelle due sole nella sua stanza.

-Eccellente- Commentò Silente, in tono tutt'altro che convinto. -Aspetto di avere il programma della nuova materia al più presto sulla mia scrivania. A proposito, dov'è il nostro Harry, Severus? Non lo vedo al tuo fianco.- Eccola la stoccata.
-Si sta occupando della scorta di pozione pepata per l'infermeria, non aveva bisogno di lui per discutere con la professoressa McGranit- Rispose, alzando entrambe le sopracciglia e rivolgendo alla donna uno sguardo di sufficienza.

-Mi fa piacere che tu riesca già  a svolgere alcune attività senza il suo supporto, confido che ti avvarrai dell'aiuto di Harry solo per il tempo strettamente necessario, non vorrai che resti in dietro con i compiti-

Ancora quel tono insinuante, Severus cominciava a trovarlo irritante. -Non intendo abusare della sua compagnia, non temere, Albus- Replicò, il tono secco doveva aver chiarito bene il suo punto di vista. -Credo che lo raggiungerò immediatamente, se mi volete scusare. Ah, Minerva, la signorina Parkinson gentilmente declina la tua offerta, resterà a scuola per il resto dell'anno scolastico "ostentando la sua pancia". Confido che ti comporterai in modo corretto.- Aggiunse, sbattendo la porta.
Anche se non poteva vederle, sapeva che le pergamene perfettamente impilate della professoressa di trasfigurazione ora erano sparpagliate sul pavimento.
Sorrise, un sorrisetto piccolo e storto.

Le sciocchezze della McGranit lo avevano proprio fatto infuriare, doveva trovare il modo di fargliela pagare, ma come?
Mentre incedeva con passo irato attraverso i corridoi verso le sue stanze un'idea scioccante si fece largo nella sua mente.
"Questo sì che la farebbe infuriare! E sarà un colpo anche per il vecchio"
Dopotutto non era una cosa che non aveva mai preso in considerazione e poi... avrebbe potuto riappropriarsi di quella parte della sua vita, di quelle esperienze che, per motivi contingenti, gli erano state negate. Era un piano perfetto, se Remus avesse accettato di aiutarlo, però, per prima cosa, doveva parlare con Draco, non appena fosse tornato!


Non siate troppo severi con la Minny, non lo fa con cattiveria e poi, ricordatevi che è un grifone impulsivo! Vedrete che, non appena le sarà data la possibilità di fare la cosa giusta, coglierà al balzo l'occasione.
Piuttosto, che ne dite del buon vecchio Sev che mi diventa un professore modello? Passa troppo tempo a parlare con Remus, ve lo dico io! Se penso che potrebbero fare tante di quelle cose interessanti... come studiare il modo di sconfiggere il signore oscuro, cosa avevate capito???
Comunque, fatemi sapere cosa ne pensate.
A domani per il nuovo capitolo di Black Soul.
Baci.
Noy

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