Di nuovo in volo
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«Siete proprio sicuri che ci sia qualcosa lì? Io non vedo niente» A Harry venne da ridere. Draco era proprio buffo, mentre cercava di acchiappare il cucciolo di thelstral che non riusciva a vedere. Il cavallino doveva aver pensato che stesse giocando con lui e scappava e scartava per non farsi prendere. il suo bellissimo ragazzo annaspava nell'aria senza riuscire a prenderlo.
«Sì è proprio davanti a te» Luna, i capelli biondissimi scarmigliati al sole le circondavano il viso come un alone di luce e la facevano sembrare ancora più strana. Draco si fermò per cercare di seguire la direzione dello sguardo della ragazza, visto che lei, palesemente, li vedeva e il cucciolo, in cerca del suo compagno di giochi, lo venne a cercare, colpendolo con un gentile colpo del muso sulla schiena.
Draco urlò e a Harry scappò uno sbuffo che poteva essere preso per un colpo di tosse, con un po' di fortuna. Grazie a Merlino Draco era troppo occupato con il thelstral.
«Te l'ho detto, solo chi ha visto la morte può vederli» Hermione, un grosso libro in mano, aperto sull'illustrazione del brutto cavallo scheletrico, era in modalità spiegotto! La sua soglia di tolleranza si stava velocemente abbassando, ma voleva godersi la sensazione di sollievo ancora qualche minuto e poi, Draco che cercava di prendere il cucciolo senza vederlo, era un vero e proprio spasso.
«Tirano le carrozze che ci portano a Hogwarts dalla stazione di Hogsmeade, lo sapevi?» Aveva pensato di tutto quando si era trovato quei cavalli scheletrici davanti alle carrozze e nessuno dei suoi amici sembrava vederli. Draco aveva finalmente trovato il muso del piccolo e lo accarezzava dietro le orecchie, l'animale sfregava il musetto contro la sua mano, per fargli raggiungere i punti più sensibili.
Harry gli si avvicinò e allungò anche lui la mano, il cucciolo lo leccò. «Adesso capisco perché ho cominciato a vederli solo quest'anno, è per via di Cedric» Sussurrò, Draco gli prese la mano e intrecciò le dita con le sue. La sgradevole sensazione provocata dal ricordo svanì subito.
Com'era tutto più facile, ora che non era più solo!
«Gli altri anni non li vedevi? Chissà che colpo. Perché non hai detto niente?»
Harry sbuffò una risata amara, stringendosi nelle spalle.
Perché non lo aveva fatto?
Forse perché all'epoca tutti lo consideravano pazzo? O perché la Gazzetta del Profeta ci sarebbe andata a nozze con la notizia che vedeva cose che non c'erano? Perché non aveva ancora il suo fantastico ragazzo a tenerlo per mano tutte le volte che si sentiva di merda?
Si allungò e gli rubò un bacio.
Draco arrossì. «Ma anche così non ha molto senso, scusa tesoro, ma non è la prima persona che vedi morire, voglio dire... i tuoi genitori...» Gli strinse di più la mano, come a scusarsi di aver rivangato quel ricordo doloroso.
Harry gli sorrise, non voleva che pensasse che se l'era presa, perché non era affatto così. «Immagino di essere stato troppo piccolo per rendermene conto, all'epoca»
Hermione fece un passo in avanti e si schiarì la voce. «Comunque!» Esclamò con un tono di rimprovero. «Mi sono documentata sull'argomento e, se i miei calcoli sono esatti, a cavallo dei thelstral potreste arrivare a Londra in un paio d'ore» Si fermò, guardandoli uno a uno, quasi a sfidarli a interromperla ancora una volta.
Harry si fece piccolo piccolo e si nascose dietro il muso del cucciolo, mossa inutile visto che Hermione non lo vedeva «Che le succede? Pensavo che l'avessimo superata questa cosa che sale in cattedra, pensavo fosse una fase» Sussurrò al suo ragazzo che, a sua volta aveva aggrottato le sopracciglia.
«Pansy dice che è colpa di Piton, durante la lezione di educazione... se...sessuale, ha permesso che spiegasse tutto lei» Tossicchiò Draco, nascondendo la bocca dietro la mano, per non farsi vedere da lei. «Sembrava tornata la secchiona senza speranza del primo anno»
Harry annuì, la faccia seria, adesso aveva più senso.
Nel frattempo Hermione continuava la sua spiegazione. «...quindi, tenendo conto dell'apertura alare, della velocità media e della forza del vento...»
Ma chi se ne fregava! Bastava saltare in groppa a quei cosi e volare verso sud, cosa c'era di complicato? C'erano stati meno di un mese prima a Londra, non era così difficile trovarla. Cercò di fare attenzione, ma le informazioni che snocciolava erano tanto noiose. Sbadigliò, attirando su di sé le ire della docente improvvisata. «Ti sto annoiando, Harry?» Oh cavolo! E adesso?
«N... io... »
La voce chiara di Draco sovrastò il suo balbettio sconclusionato. «Ma sono tutti così bassi?» Aveva la mano sul dorso del cucciolo. «Non mi sembra che si possa cavalcare questo animale, è troppo minuto» Tastava le costole del piccolo e, in fine si chinò a ispezionargli le gambe.
Hermione, colta alla sprovvista infilò il naso nel libro. «Non mi sembra... avevo visto una nota... Ah! Ecco qui» Sollevò il viso, tenendo però gli occhi sul testo. «"L'altezza al garrese varia, ma si attesta, negli esemplari adulti, fra i cinque e i sei piedi e mezzo"»
Draco mise la mano sulla testa dell'animale e scese fino alle spalle. «Questi non sono neanche tre piedi» Aggrottò la fronte, mentre Hermione cercava sul libro la risposta.
«Quello è un cucciolo, Draco» Intervenne Blaise. «Vieni, questo è un esemplare adulto» Draco si allontanò, ma senza lasciare la mano di Harry che fu costretto a seguirlo. Il cucciolo trotterellò allegramente dietro al suo nuovo compagno di giochi.
Così Draco aveva conquistato anche lui? Harry non si sentiva di dargli torto, Draco era delizioso e lui lo sapeva bene.
Blaise aveva una mano sul fianco di un grosso thelstral. «Ecco, senti» E guidò l'amico fino a toccare l'animale.
«Wow, è grandissimo!» Il piccolo gli si infilò sotto l'altra mano, in cerca di attenzioni. «Mi avevi proprio imbrogliato tu?»
«Non è certo grosso come l'appalusa che ti hanno regalato per i tuoi dieci anni» Commentò Blaise, spintonando l'amico.
Draco sbuffò. «Non me lo ricordare! Come pensavano che ci arrivassi là sopra? Volando?»
«Certo se ti avessero permesso di usare la scopa...» Scoppiarono a ridere.
Harry si rivolse a Neville che, come sempre era l'ombra di Blaise. «Non ti danno sui nervi quando fanno così?»
«Quando parlano fra di loro ignorando che ci sia chiunque altro? No, ormai sono abituato» Si strinse nelle spalle e accarezzò il fianco dell'animale. «Tu non dovresti più neanche farci caso, il tuo ragazzo è addirittura più egocentrico del mio» Harry trattenne a stento una risata.
Draco e Blaise si voltarono. «Ma li senti cosa dicono di noi?» Chiese Draco.
Blaise rivolse in sorriso al suo ragazzo. «Vuoi dargli torto?»
Risero.
Harry si fece serio. «Li vedete entrambi?»
Neville fece di sì con la testa. «Avevo sei anni, mio zio ha avuto un infarto mentre prendeva il the a casa della nonna» Guardava in alto, perso nei ricordi. Blaise cercò la sua mano e Neville lo ricompensò con un sorriso. Anche loro avevano qualcosa di così speciale.
Poi Harry guardò Blaise, senza osare chiedere, ma lui capì comunque. «Il mio secondo patrigno, qualche anno fa»
Draco gli batté una mano sulla spalla. «Mi piaceva Bruce» Commentò.
Blaise annuì fissandosi le scarpe. «Anche a me» Harry li fissò intensamente. Quello invece gli mancava... un'amicizia così lui non l'avrebbe mai provata. L'unico che lo conoscesse da così tanto tempo era quel maiale di suo cugino e con lui non poteva certo condividere nulla.
«ECCO! Ho trovato» Saltò su Hermione. Sorse il dito sulla pagina e, verso il fondo si fermò e lesse: «I cuccioli non appena nascono misurano appena due piedi al garrese e sanno già reggersi in piedi entro poche ore dal parto, nella prima settimana di vita imparano a volare e... va bene, qui non c'è più nulla che ci serva. Hai capito? Deve essere un cucciolo!» Esclamò entusiasta.
«E ci sei arrivata solo ora Granger?» Draco quando ci si metteva era un vero e proprio stronzo! Fissava Hermione dall'alto in basso e lei stava arrossendo. «Questo è un adulto, vedi?»
«No che non lo vedo, Draco! E tu invece?» Nella voce la stessa nota piccata di quando riprendeva Ron.
Draco si limitò a voltarsi verso l'animale, fingendo di vedere qualcosa. «Touchè. Quando partiamo?» Chiese, rivolto verso Blaise e Neville.
Hermione si avvicinò a passo deciso. «Aspettate un attimo, ci sono ancora una sacco di cose che dovete sapere sui thelstral, non ho ancora...»
«Cosa? Che mangiano carne putrefatta? O che vanno in calore una volta l'anno?» Replicò Draco fronteggiandola con un coraggio che né lui né Ron avevano mai dimostrato in tutti quegli anni. «Fidati, non ci serve sapere a che età vengono svezzati i cuccioli. Ci saliamo sopra e loro volano, fine della storia. La cosa più importante è sapere da che parte è Londra»
Hermione era rossa in viso e aveva gli occhi spiritati. «E da che parte si troverebbe, sentiamo?»
Draco alzò la mano, senza la minima esitazione. «Di là»
Hermione sbuffò, persino i suoi capelli sembravano più crespi del solito. «E lo sai perchè?»
«Ma dici davvero? Come fai a non saperlo, andiamo!» Lei lo fissò con aria di sfida, le mani sui fianchi e uno sguardo severo. «E va bene! Sono le quattro del pomeriggio, il sole sta tramontando alla nostra destra, quindi lì c'è l'ovest, a sinistra c'è l'est, davanti il sud e dietro le nostre spalle il nord. Persino un bambino sa che Londra è a sud rispetto a dove siamo noi, quindi basterà volare tenendo il sole alla nostra destra e ci arriviamo!» Non faceva una piega!
Harry era ammirato, nessuno teneva testa a Hermione, quando faceva così.
Infatti l'amica sembrava non essere in grado di replicare.
«Sì... allora, come farete quando il sole sarà tramontato?»
Blaise e Draco si scambiarono uno sguardo d'intesa. «Loxcalius!» Esclamò Blaise mentre faceva ruotare la bacchetta sopra la testa.
Una piccola freccia luminosa apparve dietro la sua testa. Blaise si spostò di qualche passo e la freccia lo seguì come fosse incollata. Si voltò e la freccia si posizionò di fronte alla sua faccia. «Finite!»
«Davvero Granger, come avete fatto a sopravvivere tutti gli anni?» La voce di Draco aveva quel tono di trionfo che lui aveva odiato fino all'anno prima, adesso sapeva che non c'era cattiveria dietro quel suo modo di fare, che Draco era molto di più del bulletto che sembrava in quel momento, solo che era parecchio difficile ricordarselo quando faceva così.
«Dai, smettila!» Gli ordinò.
Draco ispirò profondamente diverse volte, poi cercò il suo sguardo. «Ti chiedo scusa» Disse a Hermione, le parole gli uscirono stiracchiate, come se ci stesse litigando. «Ho esagerato»
Hermione si morse le labbra. «No, va bene, avevi ragione» Biascicò.
Che fatica! Però si erano scusati a vicenda, Harry poteva dirsi soddisfatto.
«Resta da decidere quando lo facciamo» Si intromise Blaise, finalmente qualcuno si interessava al lato pratico, era ora. Non ce la faceva più a sentire tutte quelle chiacchiere sconclusionate.
«Andiamo? Che vuoi dire? Vanno solo Neville e Harry» Hermione doveva aver deciso che non le piaceva più tanto vivere e, a giudicare dall'occhiataccia che le aveva rivolto Blaise, aveva quasi raggiunto il suo scopo.
«Non dire sciocchezze Granger! E io lascerei il mio ragazzo da solo a fare da balia a quell'imbranato di Paciock? Senza offesa» Draco era sempre il solito.
Però almeno aveva detto senza offesa, era un inizio, un inizio molto blando, ma sembrava rivolto nella direzione giusta.
«Più persone mancheranno, più sarà difficile coprire la vostra assenza» Precisò Hermione richiudendo il libro e infilandoselo sotto il braccio. «E poi appartenete a due case diverse, trovare il modo di far coincidere i vostri orari è impossibile!»
Draco si voltò verso di lui, ignorando la ragazza. «Che ne dici di giovedì? Se partiamo dopo le lezioni mattutine e saltiamo il pranzo dovremmo essere a Londra per le tre»
Blaise annuì. «Ottima idea, in mezzo alla settimana Diagon Alley sarà deserta, non corriamo rischi che qualcuno ci veda»
«Ma abbiamo Cura delle creatura magiche...» Pigolò Neville, piano piano. Vero! Non ci aveva pensato, dovevano pensare a un altro giorno, ma quando? Era un vero e proprio disastro!
«E allora? La saltiamo» Biascicò Draco.
«Non potete fare questo a Hagrid, Harry! non dici niente?» Borbottò Hermione.
Era il suo incubo che si stava realizzando: doveva fare da pacere fra Draco e Hermione, Si immobilizzò, incapace di pronunciare una sola parola.
«Dai Harry! Lo sai che ci farà soltanto dare da mangiare a quei cosi atroci. Andiamo a dargli una mano a accudirli una di queste sere se proprio ti senti in colpa!» Draco non aveva tutti i torti, e saltare una lezione con gli ibridi che Hagrid aveva creato non è che gli dispiacesse poi così tanto, aveva ancora una bruciatura dall'ultima volta.
«Harry!» si lamentò Hermione.
«Non è così grave, Hermione, hai sentito, la faremo comunque la lezione, solo non nello stesso momento in cui la fate voi... magari a Hagrid così è pure più comodo, visto che non si deve arrangiare da solo...»
Lei lo guardò male. «Però promettete che andrete da Hagrid?»
Draco le si parò davanti, con una mano sollevata e l'altra sul petto. «Croce sul cuore» Aveva un'espressione serissima.
Ma dove andava a pescarle certe cose?
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Giovedì arrivò, anche se Harry aveva avuto l'impressione che non sarebbe mai arrivato.
Con una nuova bruciatura, in un posto tutt'altro che comodo, Harry si infilò nella foresta, al seguito dei suoi tre complici.
«Ti fa molto male, amore?» Quel grandissimo ruffiano del suo ragazzo faceva di tutto per mostrarsi premuroso. Era tutta colpa sua, dannata Serpe!
Harry grugnì un: «Tutto ok» E si sistemò la cucitura sul cavallo dei pantaloni in modo che non sfregasse sulla ferita. Doveva affrontare due ore a farsi sballonzolare sulla groppa dei Thelstral e lui non reggeva neppure cinque minuti di passeggiata, di quel passo non sarebbe arrivato neppure alla foresta proibita, altro che a Londra!
«Lo sapevo! non avremmo dovuto andarci ieri, da Hagrid! Era meglio andarci nel fine settimana, come avevo proposto io» Oh! Che grande rammarico trasudava dalle sue parole. Che grande attore!
«Magari, invece, dovevi solo evitare di infastidire lo schioppodo. Quei cosi sono letali quando sono tranquilli. Ma che ti dice la testa?»
Draco assottigliò lo sguardo. «Chi andava a immaginarsi che ti saresti messo in mezzo?»
Questa poi! Sta a vedere che, adesso, la colpa era la sua! «Cosa dovevo fare? Lasciare che ti mandasse a fuoco la faccia?»
«Avevo tutto sotto controllo» Rispose Draco piccato. Scavalcò un basso muretto e si trascinò dietro una pietra che gli finì sul piede. «Ahi!»
Ben gli stava!
Blaise lo imitò, ma con molta più grazie, d'altronde, quando uno era alto circa un miglio... poi si voltò ad aiutare Neville. «La volete fare finita voi due?» Neville, in qualche modo, passò oltre l'ostacolo. Ora toccava a lui. Più facile a dirsi che a farsi. «Draco ha fatto l'idiota e tu, per tirarlo fuori dai casini, ti se fatto abbrustolire il sedere. Che ti aspettavi?»
Harry non riusciva a scavalcare quel dannato muretto, non che fosse poi così alto, peccato che lui non riuscisse quasi a muovere le gambe!
Provò a salirci sopra, ma la pelle ustionata tirava dolorosamente. Si voltò a destra e a sinistra, alla ricerca di un punto in cui fosse più facile passare oltre. Chissà se era molto lungo? Avrebbe potuto aggirarlo?
«Cosa ti aspettavi, Potter? che ti ringraziasse? Scordatelo! E' già tanto che ti abbia spalmato la pozione guaritrice sul culo!»
Cosa? «Di che pozione parli, Zabini?» Harry si era dovuto sdraiare di pancia sul dannato muricciolo e ci aveva strisciato sopra per riuscire a superarlo. Non era una delle sue figure migliori.
«Vuol dire che non lo hai fatto? Draco! Come pretendi che cavalchi fino a Londra con le chiappe ustionate?»
Quel fedifrago di Draco ebbe quantomeno la decenza di mostrarsi in imbarazzo. «Io ci sono stato da lui! Solo che non faceva che prendersela con me» Tirò fuori una provetta dalla tasca. «Ecco! Mettigliela tu se ci tieni tanto. A me non importa» Si allontanò in fretta, era rosso in viso e Harry, forse, cominciava a capire quale fosse il problema.
Zabini raccolse la provetta e Harry stese subito la mano, prima che si facesse strane idee. «Faccio da solo, grazie»
«Sicuro?» Chiese Blaise, la testa piegata di lato e l'espressione un po' da maniaco. Adesso capiva a cosa si riferiva Draco quando gli raccontava certe cose.
Come si fosse sentito chiamare in causa, Neville si schiarì la voce. «Tesoro... è solo che Harry non può certo andare in giro così, ma se preferisci farlo tu...»
Non gli lasciò il tempo di finire la frase. «Faccio da solo!» Gli urlò, strappandogli la provetta dalle mani. «Se mi lasciate un po' di privacy» Aggiunse, visto che Blaise non accennava ad andarsene.
Il ragazzo alzò le mani in segno di resa. «Come vuoi! Volevo solo darti una mano»
Sì, una mano sul culo. Anche no!
Attese che si fossero inoltrati nella foresta, poi si nasconde dietro un albero perché non si poteva mai sapere con Blaise, quindi si abbassò pantaloni e mutande.
Il freddo d'inizio febbraio fu un toccasana per il suo sedere bruciacchiato, anche se non era proprio l'ideale per la sua virilità. Si guardò sconsolato fra le gambe. Di solito non era così... piccino.
«Harry! Muoviti!» Un urlo dalla foresta lo fece scattare, non era il momento di perdere tempo.
Si versò una goccia di pozione su un dito e si piegò in avanti per raggiungere la parte lesa.
Che posizione imbarazzante! Per fortuna nessuno lo vedeva.
«Ci metti una vita così, dai qua. Ti aiuto» Si raddrizzò di scatto e una fitta colse dove non batteva mai il sole.
«Draco, perché sei tornato indietro?» Si chiuse il mantello con le mani attento a non lasciare neanche il più piccolo spiraglio.
«Ti serve una mano, non abbiamo tempo per queste sciocchezze adesso» Era rosso come un pomodoro, ma non era per il freddo.
Anche Harry si sentiva le guance in fiamme e una parte di lui, abituata a stare sempre coperta, cominciava a partire un po' troppo il freddo.
Draco si tolse un guanto.
«Appoggiati all'albero, fa un po' male ma passa subito» Mormorò, mentre si faceva consegnare la provetta. Harry si voltò verso l'albero. Era ghiacciato e la corteccia rugosa si sbriciolava sporcandogli le mani.
Draco afferrò il bordo del suo mantello e sollevò. Ecco, adesso il suo sedere nudo era completamente esposto e il suo ragazzo lo poteva vedere.
Sentì il fuoco esplodergli in faccia, sicuramente era rosso fin sulla punta delle orecchie.
«Piegati un pochino in avanti, per favore» Farfugliò Draco, a voce talmente bassa che Harry ci mise qualche secondo a capire cosa gli avesse chiesto.
Piegò la schiena e si addossò all'albero. Che vergogna! Quasi quasi la prospettiva di tenersi le ustioni e soffrire fino a destinazione e ritorno gli appariva meno sgradevole di quel momento.
«Posso?»
«Non è che tu mi abbia dato molta scelta, finora. Mi chiedi il permesso?»
«Non ti toccherei mai senza il tuo permesso, Harry. Lo sai» Non poteva vederlo in viso, ma la sua voce era incerta. Neanche per lui era un bel momento.
«Vai! Ma fai alla svelta» Non vedeva l'ora di tirarsi su i pantaloni. Per fortuna era girato e Draco non poteva vederlo "davanti" o sarebbe morto di imbarazzo.
Poi le sentì, le dita di Drago sulla sua pelle, lo accarezzavano con una dolcezza, una cura... era come una scarica di corrente, un fuoco d'artificio, una scintilla sottopelle. Bellissimo.
Almeno fino a quando la posizione non comincia a fare effetto e la pelle a rigenerarsi. «Porca pluffa! Che male» Sibilò a denti stretti.
«Resisti, ci mette poco» Lo rassicurò Draco.
Era come avere le chiappe infilate nell'acido bollente, bruciavano da morire.
Si aggrappò all'albero per non finire a terra. Frammenti di corteccia gli si infilarono fra i capelli e dentro il colletto della camicia, non importava, l'albero era l'unica cosa solida a cui aggrapparsi nel mare di dolore.
Durò solo un istante, per fortuna o non avrebbe resistito.
«Finito» Sentenziò Draco, coprendogli il sedere con il mantello. «Tira su i pantaloni adesso. Io non ti guardo»
Harry obbedì. «Sinceramente non me ne frega più un boccino rotto semi guardi» Dopo il momento che aveva appena vissuto aveva rivisto tutte le sue priorità e poi... se l'era immaginato o Draco aveva girato la testa di scatto non appena lui aveva sollevato il viso?
«Vi volete muovere piccioncini? Abbiamo già perso fin troppo tempo per il tuo culo, Potter» Anche Blaise era tornato sui suoi passi e sembrava quasi... deluso di averlo trovato già vestito.
«Hai ragione, dobbiamo sbrigarci se non vogliamo tornare con il buio» Precisò, avviandosi verso la radura, al centro della foresta, dove avrebbero trovato i thelstral.
Alle sue spalle, gli sembrò come di sentire la voce di Blaise che chiedeva. «Allora? Com'è?» Ma non era proprio sicuro e la risposta di Drago. «Cretino!» Si perse nello scricchiolio delle foglie sotto i loro piedi, ma Harry fu quasi certo di sentire il suo ragazzo aggiungere: «Bellissimo» Con voce sognante.
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