Aeroplanino di carta
«... e un altro argomento che potrebbero chiedervi all'esame per i GUFO è la rivolta dei Goblin del mille trecento...» La voce atona del fantasma era quasi ipnotica. Harry raddrizzò di scatto la testa. Almeno le ultime lezioni doveva proprio stare attento. Anche se Hermione stava prendendo una marea di appunti e forse avrebbe potuto chiederle di passarglieli, invece di sforzarsi.
No! Ci doveva riuscire! Raddrizzò la schiena.
«Ricordate che potrebbero anche solo chiedervi ogni singola data, quindi mandatele tutte a memoria: Il mille trecento uno, quando Globlogh il temibile si alleò con Istrail di Willoby. Il mille trecento tre, che fu l'anno in cui il vaiolo di Drago falcidiò la popolazione di...» Harry sbadigliò talmente forte che si fece male alla mandibola.
«Zitto!» Sibilò Blaise alle sue spalle, la pergamena su cui prendeva appunti arrivava a toccare il pavimento, che fosse più lunga di quella di Hermione? Si sporse oltre il bordo del tavolo e sì, il rotolo di Zabini era proprio più lungo, ma Hermione aveva una grafia più minuta, Harry era pronto a scommettere che i suoi appunti erano più completi di quelli del Serpeverde.
Hermione intinse la piuma nel calamaio. «Inchiostro» Mormorò a mezza voce. «Harry, inchiostro!»
«Come?»
«Visto che non prendi appunti...» Intinse di nuovo la punta della piuma, troppo presto. Oh cavolo, aveva quasi finito l'inchiostro, ecco cosa voleva dire. Prese la bacchetta. «Repullo» La boccetta si riempì di liquido nero.
«Non scordate che nel mille trecento trentaquattro la regina Marunta, seconda moglie del cugino del re dei Goblin, diede alla luce non uno, ma due eredi e questo...» Merlino! Che noia! Ma come facevano a prendere tutti quegli appunti? Lui si era dovuto pizzicare una guancia per restare sveglio. Il ritmico russare di Ron non aiutava affatto, Harry aveva l'impressione di trovarsi ancora nella camerata, certo che Storia della Magia alla prima ora era da suicidio, ma anche alla seconda o all'ultima! Storia della Magia non si poteva sopportare! Aveva bisogno di una distrazione. Chissà cosa stava facendo Draco? Forse, se si fosse voltato senza dare troppo nell'occhio, avrebbe potuto guardarlo a suo piacimento.
Gli piaceva così tanto fissare Draco quando non sapeva di essere guardato. Era sé stesso al cento per cento in quei momenti, fragile, imperfetto e bellissimo. Ma perché si era seduto proprio dietro di lui? Come lo avesse evocato con il pensiero, un delicato aeroplanino di carta atterrò sul suo banco. Harry lo aprì cercando di non strappare la carta che appariva fragile e trasparente.
"Sei carino quando sbadigli" Sentì il cuore allargarsi, ecco perché Draco aveva preso posto alle sue spalle, anche a lui piaceva osservarlo. Si voltò con cautela e il suo fantastico ragazzo gli fece un cenno con la mano, aveva gli occhi che ridevano e una smorfia che sembrava proprio un sorriso soffocato. Pansy gli aveva appoggiato la testa su una spalla e dormiva senza nessuna vergogna. Gli rispose con una linguaccia e un occhiolino. Draco si mangiò le labbra, prese la piuma e scrisse qualcosa su un foglio sottile e trasparente. "Inutile! Riesci a essere bello anche se fai le smorfie" Apparve sull'aereoplanino che Harry aveva disteso sul suo banco.
Era in vena di complimenti, bene, lo poteva fare anche lui, chissà se poteva contraccambiare? Prese anche lui la piuma, dov'era l'inchiostro? La intinse nel calamaio di Hermione, il suo non lo trovava più. "Nessuno è più bello di te, amore mio, splendi più del sole"
Draco abbassò lo sguardo, lesse la scritta, poi lo guardò e si mise due dita in bocca, come a mimare il gesto di vomitare. Troppo melenso amore? Harry gli mandò un bacio con la mano. Draco sorrise e scrisse ancora. "Ti va di vederci per pranzo? Solo io e te"
Una volta una proposta del genere gli avrebbe mandato gli ormoni su di giri, invece adesso sapeva che era solo un altro modo per dire: studiamo assieme. Scarabocchiò la risposta. "Biblioteca o sala comune?" Cosa avevano da ripassare quel giorno? Non ricordava più cosa prevedeva il programma che aveva stilato Hermione, forse Incantesimi? Sospirò, cominciava a non poterne più, aveva solo voglia di rilassarsi con il suo ragazzo. E se fosse riuscito a convincere Draco a concedergli qualche bacetto? Non poteva sperare in qualcosa di più, il loro rapporto sembrava non fare più progressi in quel senso.
Draco arrossì. Che gli prendeva? Poi Harry lesse quello che aveva risposto: "Che ne diresti della stanza delle necessità? Vorrei stare un po' con te" La mascella gli cadde sul banco, o almeno questo era quello che gli sembrò stesse succedendo. Si voltò a guardare il suo ragazzo, ma Draco sembrava si fosse accorto all'improvviso di essere a lezione. Che avesse capito male?
"Porto i libri?"
"No" Oh Merlino benedetto! Non aveva capito male... ma che...
«Che fai Harry? Non vieni?» Hermione, una lunga pergamena stropicciata fra le braccia e i capelli più disordinati del solito, lo fissava stando in piedi di fronte a lui. Cosa? «La lezione è finita, Harry, dobbiamo sbrigarci se non vogliamo far tardi a Difesa» E quando era suonata la campanella? Afferrò il foglio e lo infilò in tasca. Remus non si sarebbe lamentato se avessero tardato, ma nessuno faceva tardi a Difesa, era la lezione preferita di tutta la scuola.
Draco stava svegliando Pansy, Ron si stiracchiava, non aveva voglia di parlare con nessuno dei due, doveva pensare. «Muoviamoci dai» Uscirono per primi dalla classe, la pergamena con gli appunti di Hermione che spazzava il pavimento dietro le loro spalle.
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Il tempo si era dilatato fino a fermarsi, le ultime tre ore gli erano parse infinite. Non aveva sentito neanche una parola di quello che avevano detto i professori. Non vedeva l'ora di stare solo con Draco. Non sapeva quale miracolo avesse reso possibile ricevere una tale grazia, ma non se ne sarebbe lamentato. Arrivò per primo al settimo piano, che tipo di stanza avrebbe dovuto chiedere? Non voleva dare l'impressione di fraintendere, magari Draco voleva solo parlare...
«Mi hai aspettato?» Draco sorrise, salendo l'ultimo gradino. «Che gentiluomo» Iniziò subito a camminare lungo il corridoio, avanti e indietro per tre volte. Harry lo guardò, era così elegante, così... oddio! Doveva calmarsi o sarebbe saltato come un tappo di champagne scadente.
La porta apparve e Draco la aprì, un vero cavaliere. «Prego, dopo di te»
La stanza era calda e accogliente, Harry si sentì subito a suo agio. Cos'era che lo faceva sentire così a casa? Ma certo. Era rossa! Tutta rossa. Il tappeto, il divano e le tende di velluto pesante. Perché mettere delle tende in una stanza che non aveva finestre? E perché metterle rosse? «Non ti sembra un pochino... monocromatica?»
Draco si strinse nelle spalle. «Pensavo che ti facesse piacere» Le sue guance assunsero la delicata sfumatura rosata che indicava quando era in imbarazzo.
Che carino, lo aveva fatto per metterlo a suo agio. «Anche il verde mi piace molto, da qualche tempo»
Draco sorrise e si passò una mano tra i capelli. «E io comincio a apprezzare il rosso» Lo prese per mano e lo condusse fino al divano.
«A che devo questa grazia?»
Draco si strinse nelle spalle. «Avevo voglia di stare con te, non ne posso più di studiare e studiare. Mi scoppia la testa!» Anche lui si sentiva così in quei giorni, era troppo pretendere che sapessero tutto quanto! E lui, per lo meno, non doveva studiare Pozioni, gli altri ci diventavano matti!
Si accomodò sul divano e Draco gli si sedette addosso, accovacciandosi sulle sue ginocchia, aveva le idee chiare! Gli passò le mani attorno al collo e gli infilò le dita fra i capelli sulla nuca. Era da così tanto che non lo faceva! «Mmmm» Mormorò chiudendo gli occhi.
«Fai le fusa?» Gli occhi di Draco erano quasi neri per l'eccitazione, come aveva fatto a resistere tanto senza di lui?
«Per una tua carezza farei qualunque cosa» Sussurrò. La presa sulla sua nuca si fece più salda, Draco lo attirò verso le sue labbra, fino a farle combaciare. Il paradiso!
Harry si lasciò cullare dalle sensazioni mentre le labbra morbide di Draco si muovevano sulle sue. Afferrò il suo ragazzo per la vita e se lo trascinò addosso, alla ricerca del maggior contatto possibile e fu costretto a piegare la testa all'indietro per continuare a mantenere le loro bocche incollate. Non lo avrebbe mollato tanto presto!
Harry aprì le labbra, in una muta richiesta di approfondire il bacio e Draco, subito lo accontentò. Le loro lingue intrecciarono una danza fatta di lunga familiarità e continua scoperta. La mente razionale di Harry si prese una pausa! Era tutto istinto e sensazioni.
Passò il palmo delle mani sulla schiena di Draco in un lungo lento movimento e lo sentì gemere nella propria bocca. Una vertigine d'eccitazione gli fece perdere quel poco di lucidità che ancora gli restava. Calò sulle sue natiche e le afferrò con entrambe le mani, mentre si spingeva contro di lui, non che ne sentisse proprio necessità, ma era così bello sentirsi Draco addosso che una parte di lui cominciò a reagire.
Aumentò il ritmo, preso dal movimento e sentì Draco irrigidirsi. Un campanello d'allarme scattò nella sua testa, un fastidio quasi doloroso che gli urlava di fermarsi, ma era tanto piacevole che...
«Harry, no» Draco si staccò dal bacio, un filo di saliva umida a imperlargli le labbra gonfie. «Non così» A fatica riemerge dallo stato quasi ipnotico in cui era sprofondato. Che palle doversi fermare così.
«Cazzo Draco! Ancora?» Sbuffò e lasciò cadere la testa sul divano. «Possibile che con te non si riesca mai a andare oltre?»
Draco si alzò e si sedette dall'altro lato del divano. «Credevo avresti aspettato che fossi pronto, avevi detto che non ti importava quanto tempo mi ci voleva» Aveva la schiena curva e braccia incrociate sul petto. La testa girata dall'altro lato per non farsi guardare negli occhi.
«Lo so, cavolo. Ma è difficile quando fai così e poi ti tiri indietro. Non sono fatto di legno» Una vocina inascoltata nel fondo della sua pancia gli gridava che stava sbagliando, che Draco si sarebbe allontanato di nuovo se avesse proseguito in quel modo, ma la frustrazione era troppo bruciante.
«Hai ragione...» Cosa? Aveva capito male. Draco che gli dava ragione così, senza discutere? Metà della sua rabbia sfumò per la sorpresa. «Volevo parlarti di una cosa, ma poi eri così carino... e non stiamo assieme da tanto tempo...non dovevo saltarti addosso. Scusa»
Adesso non ci capiva più un boccino schiantato. «Di cosa volevi parlarmi?»
Draco accavallò anche le gambe. Se andava avanti a quel modo avrebbe preso in mano la bacchetta. «Io non credo che dovrei... però Pansy ha detto che ti saresti arrabbiato e di solito ci prende» Si girò e lo fissò negli occhi. «Senti, non è niente, davvero»
Harry non sapeva perché ma la cosa cominciava a sembrargli importante. «Perché non mi dici quello che hai fatto e non lasci decidere a me?»
Draco ci pensò a lungo, cercava di mettere assieme le parole per non farlo arrabbiare? «Si tratta del ripasso di oggi pomeriggio»
Harry fece mente locale. Che cosa doveva ripassare? «Oggi ho il quidditch, non abbiamo in programma niente» L'ultima partita era quella domenica, niente al mondo lo avrebbe tenuto a terra!
«Tu no, io invece mi vedo in biblioteca per ripassare rune antiche» Vero! Hermione si lamentava da giorni di dover passare il pomeriggio da sola con Draco. Era arrivata a chiedergli di saltare il quidditch. Era pazza. «Ho chiesto anche a Terry di venire»
«No! Tu te lo scordi. Non puoi...»
«Non ti sto chiedendo il permesso» Lo guardava come a sfidarlo!
Harry si alzò in piedi. «Perché proprio lui? Lo sai che non voglio che tu stia con quello»
Anche Draco si alzò e fu molto più d'effetto, anche perché lo sovrastava di tutta la testa. «Avevi anche detto che ti fidavi di me, o sbaglio?» Assottigliò lo sguardo. «Cosa ho fatto per meritare di essere trattato così?» Urlava, ma non si rendeva conto? Era lui a dovere essere arrabbiato.
«Non è di te che non mi fido è quel Terry che non mi piace per niente» Doveva mettere per bene i puntini sulle i. «Ti corre dietro e tu sembri non farci caso» Ecco, adesso anche Draco avrebbe capito che aveva tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiato.
Draco avanzò di un passo e Harry fu costretto a alzare ancora di più la testa per mantenere il contatto visivo. «E anche fosse? Ammettiamo che tu abbia ragione» Dove voleva andare a parare? «Facciamo davvero che Terry abbia una cotta per me, a parte che non è l'unico, ma cosa vuoi che succeda? Cosa è successo quando Ginny ti moriva dietro? Cosa hai fatto tu? E come mi sono comportato io invece Harry?»
«Quella era una situazione del tutto diversa» Possibile che non ci arrivasse? «E poi chi sarebbe quest'altro che ti corre dietro?»
«Non capisci proprio vero?» Adesso era lui a non capire. «È la stessa situazione, solo che tu non ti fidi di me, invece io ti ho dato fiducia da subito» Draco fece la smorfia, quella di quando stava per piangere, ma era troppo arrabbiato per piangere. «E se vuoi proprio saperlo è Hermione. Hermione ha una stupidissima cotta per me dall'anno scorso. Per questo non si decide a mettersi con Theo» Che cosa diavolo c'entrava adesso quella storia con Not? Hermione glielo aveva spiegato, non si erano messi assieme per via degli esami, lei non voleva distrazioni.
«Tu sei matto! Hermione non lo farebbe mai» stava scherzando, lei era la sua migliore amica, non avrebbe mai fatto nulla del genere.
«Non ho detto che abbia fatto niente, solo che le piaccio e non riesce a farsela passare, ma non ha mai detto nulla e, sicuramente non si è mai fatta idee strane, lo sa che c'è una sola persona con cui voglio stare, forse dovresti chiedere a lei di chi sto parlando» Draco non faceva più la smorfia, le lacrime gli rigavano il viso.
«Draco» allungò la mano, ma lui si ritrasse.
«Lascia stare, non importa» E lo lasciò da solo, nella stanza rossa, con il camino che si spegneva e le spesse tende di velluto rosso mosse da una brezza gelida che gli congelò il cuore.
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