41 - Non farlo mai più

Aveva così tante cose su cui riflettere che non chiuse occhio tutta la notte.
Le luci dell'alba portarono una visita a lungo attesa.
-Harry, ragazzo mio! Che meraviglia trovarti finalmente sveglio. Ci hai fatto preoccupare non poco- Il viso sorridente di Silente, che una volta lo riempiva d'orgoglio e di aspettative, lo lasciò indifferente.
-Mi spiace, non era mia intenzione- Rispose, per pura cortesia. Doveva avere sopravvalutato le sue forze perché si sentiva esausto e un dolore acuto gli martellava dietro gli occhi.
-Mi spiace aver mancato il nostro consueto appuntamento, sta diventando un'abitudine che al tuo risveglio, tu mi trovi al tuo capezzale. Stavolta temo di essere stato battuto sul tempo- Sembrava quasi dispiaciuto di non essere stato il primo a parlargli. Harry si tolse gli occhiali e si massaggiò la radice del naso, sperando che il gesto gli alleviasse un po' il dolore.
-Non deve preoccuparsi, Signore, non poteva certo vegliarmi ininterrottamente per tre settimane e poi, sono stato adeguatamente accolto.- Lo rassicurò Harry, rimettendo gli occhiali al loro posto. I contorni delle cose tornarono nitidi e l'espressione di Silente passò dal rammarico alla preoccupazione.
-Ti sarai sentito trascurato quest'anno, caro ragazzo. Il fatto è che, avevo intuito già da tempo il legame fra la tua mente e quella di Lord Voldemort e speravo che, non vedendomi attraverso i tuoi occhi, fosse meno tentato di frugare nella tua testa- Di cosa stava parlando? Con tutto quello che era successo in quei pochi mesi, Harry era stato talmente occupato che non aveva fatto caso alla latitanza del preside, però, ripensandoci, effettivamente Silente non gli aveva dedicato molta attenzione quell'anno. Harry non era del tutto sicuro che fosse una cosa negativa, dopotutto aveva avuto più accesso ad informazioni per lui essenziali in quell'ultimo quadrimestre che in tutti i quattro anni precedenti e, se Silente avesse messo il naso nella sua "amicizia" con diversi Serpeverde (per non parlare del rapporto con Draco) non sapeva proprio come sarebbe andata a finire. Il preside gli era sempre sembrato prevenuto nei confronti di quella casa.

-Oh, non.. non fa nulla. A dire il vero non me ne ero neppure accorto- Silente non riuscì a nascondere la sua delusione e Harry si sentì immediatamente in dovere di giustificarsi.
-Sa, i compiti... e poi, la professoressa Humbridge...- Il preside si rasserenò.
-Credo che non dovrai più preoccuparti della professoressa Humbridge. Dopo che Lord Voldemort si è presentato di persona al ministero, il Ministro Caramel non ha più avuto nessun dubbio sulla sua rinascita e ha ritenuto opportuno rassegnare le sue dimissioni. La professoressa Humbridge, di conseguenza, è stata immediatamente richiamata al ministero. Sembra che siano state riscontrate alcune irregolarità nelle punizioni che assegnava. Credo che verrà sottoposta a una procedura disciplinare- Gli rivelò, con una certa aria di cospirazione che lo faceva apparire più un ragazzino che il vecchio saggio che avrebbe dovuto essere.

-Così almeno questa è risolta...- Si lasciò sfuggire Harry.
-"Almeno questa" dici, caro ragazzo? Hai idea di quello che sei riuscito a fare?- Harry sollevò su di lui uno sguardo stanco. Silente aveva un luccichio negli occhi ancora più marcato del solito. "Sembrano le nostre chiacchierate di fine anno, chissà se regalerà anche stavolta qualche centinaio di punti a Grifondoro?" Rifletté, cercando fra i ricordi confusi di quella notte al ministero, qualcosa che potesse giustificare una simile contentezza.
-Si riferisce forse a Sirius?- Silente si fece serio.

-Vedo che Severus ti ha informato.- Sembrava ancora una volta contrariato, quella conversazione si stava rivelando veramente faticosa per Harry che, d'un tratto, si trovò a desiderare di trovarsi di fronte al professor Piton.
Di certo non era gentile come Silente ma, per lo meno, gli avrebbe detto le cose come stavano senza condirle con tutti quegli sbalzi d'umore e quelle emozioni. Era sfinito e voleva solo farla finita, purtroppo Silente non sembrava dello stesso avviso.

-Temo che il percorso verso la libertà del tuo padrino sia appena all'inizio. Sarà una strada lunga, anche se, alla fine, non dubito che Sirius riuscirà a ottenere la giustizia- Concluse, soddisfatto di sè stesso.
-Ma, per quale motivo dovrebbe essere una cosa lunga? Se hanno fra le mani Minus! Ci vuole un attimo a capire come sono andate le cose!- Si lamentò. Non poteva essere che al ministero fossero tanto ottusi! E poi.. lui doveva andare a vivere con Sirius! Non avrebbe sopportato un'alta estate con i Dursley, non dopo tutti i casini di quell'anno, era appena gennaio e lui già era esausto!
-La giustizia deve fare il suo corso, Harry, ma abbi fede, vedrai che alla fine la verità trionferà- Ecco un'altra bella frase vuota, anche di quelle ne aveva piene le scatole. -E non scordiamoci dell'impresa epica che hai compiuto, Harry, adesso non te ne rendi ancora conto, ma quello che hai fatto potrebbe salvarci tutti- Silente era al settimo cielo, letteralmente, sembrava appeso su una nuvoletta di felicità. "Qualsiasi pozione abbia preso, io ho tutta l'intenzione di starne alla larga"

-Signore io non credo di aver fatto nulla di eccezionale e comunque, non è solo merito mio, non ero solo- Si schernì. Quel colloquio gli appariva sempre più come un'inutile farsa, con il preside che parlava per luoghi comuni e dispensava enigmi più che risolvere dubbi.
-Sempre modesto come al solito, caro ragazzo, ma è te che Lord Voldemort ha cercato di possedere, è la tua mente quella che ha quasi piegato alla sua volontà- Adesso veramente stava esagerando!
-Ed è stato Draco a tirarmene fuori! Non certo lei con tutte le sue belle parole e i suoi segreti. Se Draco non fosse entrato nella mia mente e non mi avesse dato la forza per contrastarlo, Voldemort mi avrebbe schiacciato come un bruscolino! E' solo grazie a Draco se sono riuscito a ribellarmi, solo quando siamo stati uniti, come una sola anima in due corpi, solo allora ho potuto contrastare la volontà del Signore Oscuro.- Senza neppure accorgersene lo aveva chiamato nello stesso modo in cui lo chiamava il professor Piton, non sapeva se fosse stato quel particolare o tutto il discorso in generale a colpire il vecchio preside, ma Silente ora lo guardava come se ne avesse timore. -E ancora, non so come abbia fatto ma è stato sempre Draco a venirmi a riprendere nel limbo in cui ero sprofondato, sarei rimasto lì per sempre se non mi avesse trascinato fuori.- Harry era partito e non aveva nessuna intenzione di fermarsi fino a quando non avesse detto tutto quello che aveva da dire. -Sa una cosa professore? Ho letto una vecchissima leggenda, una volta, diceva che, in origine, gli uomini avessero due face, quattro gambe, quattro braccia e due cuori. Erano completi e bastavano a loro stessi.- Silente lo ascoltava con attenzione, forse era anche lui sorpreso da quell'imprevedibile scambio di ruoli. -Però gli Dei, vedendo che gli uomini erano tanto potenti, li divisero e, da allora, ogni uomo è destinato a vagare per il mondo, alla ricerca della persona che possa completarlo. Ed è così che mi sento ogni volta che sono con Draco: completo, potente, invincibile- Concluse, non sapeva neanche lui perché gli fosse venuta in mente quella storia letta tanti anni prima non ricordava neanche dove, e neppure perché gli fosse sembrato importante raccontarla al preside proprio in quel momento, ma l'anziano mago parve capire.

Annuendo con un sorriso triste e un po' patetico bofonchiò qualcosa come -Il potere dell'amore- alzandosi finalmente da quella dannatissima sedia. -Ora, caro ragazzo, temo che il tempo a nostra disposizione sia finito, per il momento. Ho ancora molte cose da dirti, ma non oso far attendere ancora il signor Malfoy. A un cuore innamorato pochi minuti possono sembrare ore e io ho approfittato fin troppo del tuo tempo- Concluse, uscendo dalla tenda che teneva separato il suo letto dal resto dell'infermeria, per lasciare il posto a qualcuno che Harry voleva disperatamente vedere da fin troppo tempo.

-Ciao- Fu tutto quello che riuscì a dire, vedendoselo di fronte. Sembrava ancora più bello dell'ultima volta che lo aveva visto. Draco si passò la mano sul viso stanco, cercando di cancellare le occhiaie e tutti i segni delle notti insonni che aveva passato.
-E così sono la metà che ti fa sentire completo?- Harry ne fu spiazzato. Aveva ascoltato tutto? "Ovvio che lo ha fatto! Diavolo di un Serpeverde!"

-Avevi bisogno di sentirtelo dire?- Rispose cercando di darsi un tono per quanto gli fosse possibile visto che era infilato in un letto di ospedale e non riusciva neppure a restare seduto senza aiuto.
-Diciamo che fa sempre piacere- Si schernì lui, allungandosi e prendendolo per mano. Harry ebbe come una scossa elettrica, un ricordo, un po' confuso ma fortissimo gli fiorì in mente, una sensazione familiare e bellissima gli dilagò nel petto. Finalmente aveva capito!
-Ecco cos'era- Farfugliò.
-Cosa?- Draco perplesso giocava con le sue dita e a Harry sembrava tutto tanto perfetto.
-Questa sensazione. La sentivo spesso quando ero... non so dove fossi, mi sembrava come di galleggiare in un mare senza fine, e, alle volte mi sentivo così... felice, non ho altro modo per spiegartelo. Felice e basta. Eri tu che mi tenevi per mano, adesso lo so- Concluse, il volto di Draco si era fatto via via più serio e ora lo fissava con un'espressione indecifrabile.

-Non farlo mai più, hai capito Harry? Non provarci mai più a lasciarmi solo a tenerti la mano senza sapere se ti sveglierai o meno. Hai capito bene?- Aveva gli occhi licidi e la voce rotta. Harry non sapeva cosa aveva passato, ma poteva benissimo immaginarlo.
Se si fosse trovato al posto di Draco, sicuramente sarebbe impazzito.
Lo guardò finché non fu sicuro di avere tutta la sua attenzione.

-Te lo prometto, non ti lascerò mai più in dietro, ma anche tu devi promettermi la stessa cosa- Draco annuì piano e una piccola lacrima dispettosa scivolò lungo la sua guancia. Il Serpeverde si affrettò a asciugarla con la punta delle dita.
-Molto bene, Potter, vedo che ci capiamo- Tirò su col naso. -Adesso devo andare o non troverò più nulla per colazione- Fece per alzarsi. Cosa credeva di fare? "Non vorrà andarsene e lasciarmi così, spero?"

-Stamattina la salti!- Dichiarò Harry, tirandolo a sedere sul letto.
-Che fai? Sei un prepotente!- Si lamentò, ma era più che evidente che era contento.
-Malfoy, si può sapere cosa stai aspettando? Ti serve un invito per baciarmi?- Forse stava azzardando troppo, ma sapeva che Draco lo aveva baciato al ministero e di nuovo lo aveva baciato per cercare di risvegliarlo, conosceva la sensazione che gli davano i baci di Draco, non poteva essersi sbagliato.
-Uffa! Se lo faccio poi però mi lascerai andare?- Si schernì il ragazzo, gli occhi al celo, perfetto, magnifico. Quanto lo amava.

-Poi sarai tu a non volertene più andare- Gli disse, baciando il suo sorriso. Lo sentì irrigidirsi ed ebbe paura di aver sbagliato ancora, ma subito Draco gli fece passare la mano dietro la testa, tirandolo a sé e approfondendo il bacio. Harry lo sentiva muovere le labbra contro le proprie, danzando, mordendo e succhiando.
Era una sensazione meravigliosa, quanto lo aveva desiderato e finalmente eccolo lì il suo momento perfetto. Si lasciò andare completamente, godendosi la meravigliosa sensazione di sentirsi completo, perfetto e potente.
Quando Draco si staccò aveva le guance arrossate e gli occhi lucidi.
-Ti amo sciocco, mi hai fatto morire di paura- Gli sussurrò, prima di tornare a baciarlo.
"Ti amo anche io, grazie per essere venuto a prendermi, non so come avrei fatto senza di te" ma non glielo disse, la sua bocca era occupata in un'attività più piacevole.

-Insomma, la volete finire di dare scandalo, ragazzi? Abbiamo cose più urgenti a cui pensare- "Oh no! Possibile che non si riesca ad avere dieci minuti di pace per stare da soli?"
-Per tutti i fondatori, Pansy, non riesci ad essere un pochino più inopportuna? I problemi non scappano se ci prendiamo qualche minuto per noi- Si lamentò Draco, anche lui sembrava alquanto contrariato. Soprattutto dopo che Pansy si fu seduta al suo fianco, dalla parte opposta a Draco.
-Senza contare che Harry si è appena ripreso, deve riposare- Aggiunse Hermione, quanta gente aveva intenzione di intervenire? Insomma, era contento di vedere i suoi amici, ma sarebbe stato più contento di vederli in un altro momento.

Nel frattempo anche i gemelli, Ron e un preoccupatissimo Neville, prendevano posto sul suo letto che cominciava a essere un tantino affollato.
Per fortuna che il suo ragazzo lo aveva aiutato ad accomodarsi con la testa appoggiata alla sua spalla e lo teneva stretto con entrambe le braccia, il suo torace a fargli da schienale. Non era la più comoda delle posizioni, ma Harry si sentiva perfettamente al sicuro e protetto.
-Si può sapere cosa è successo di tanto grave che non può aspettare neanche che saluti come si deve il mio ragazzo e soprattutto: come avete fatto a convincere Madama Chips a farvi entrare tutti assieme?- I gemelli si erano scambiati uno sguardo soddisfatto.
-Semplice-
-Non glielo abbiamo chiesto-
-Abbiamo mandato avanti Ginny-
-E mentre madama Chips le medicava la guancia-
-Noi siamo sgattaiolati dentro-
-Facile no?- Quello che non era stato facile era stato seguire tutto il discorso fatto dai gemelli con il loro buffo modo di dividersi le frasi, gli avevano fatto girare la testa.
-Sì, capisco. Però ancora non riesco a capire cosa sia successo- Harry sperò con tutto il cuore che fosse qualcun altro a prendere la parola. Adorava Fred e George, ma era decisamente troppo stanco per riuscire a reggere altre spiegazioni fatte da loro, soprattutto perché i ragazzi sembravano parecchio su di giri.

-E' per Blaise- Intervenne Neville. Era talmente triste che, per un attimo Harry ebbe paura.
-E' successo qualcosa? Sta... sta bene? Non è rimasto ferito, vero? Mi hanno detto che non c'era nessun ferito grave, a parte, Ginny- Aggiunse immediatamente vedendo l'occhiataccia che gli avevano lanciato i fratelli Weasley.
-Oh! No, non spaventarti, sta bene- Si affrettò a rassicurarlo Neville. -Solo che... vedi... è stato sospeso- Harry non poteva crederci.
-Cosa? Com'è possibile? E perché?- Lui ne aveva combinate veramente di ogni in tutti quegli anni, ma non lo avevano mai sospeso, certo, aveva avuto delle punizioni, ma la cosa era finita lì.
-Lo hanno accusato di aver aggredito un insegnante, ti pare possibile?- Si lamentò Pansy e la sua voce acuta gli penetrò la testa come un cuneo ardente.

-Pansy, lui HA aggredito un insegnante, eravamo tutti presenti, c'eri anche tu- Le ricordò Hermione, la ragazza fece un gesto con la mano.
-Era solo la Humbridge- Replicò, come se quello spiegasse tutto.
-Ma adesso non è più un insegnante di questa scuola- Aggiunse Harry, Hermione fece una smorfia.
-Lo so, ma insegnava ancora quando Blaise l'ha aggredita e quindi...-
-Quindi cosa? Anche noi abbiamo fatto esattamente la stessa cosa a Piton, il terzo anno e a nessuno è venuto in mente di sospenderci!- Pansy si coprì la bocca con le mani, spalancando gli occhi.
-Davvero avete schiantato il professor Piton? E siete ancora vivi?- Domandò con una vocetta sempre più acuta. Per Harry venire a patti con il dolore alla testa era sempre più difficile.
-Lo so Harry, solo che...- Hermione sembrava non sapere come continuare.

-Solo che Blaise è un Serpeverde e non uno dei Grifondoro tanto amati dal preside- Le venne in aiuto Draco.
-Ma è assurdo! Silente non può- Cominciò, ma Draco non lo lasciò neanche finire.
-Apri gli occhi Potter! Non solo il preside può farlo, ma lo ha fatto! Blaise rischia di essere espulso e potrebbero spezzare la sua bacchetta- Concluse, in tono amaro, Pansy si lasciò sfuggire un gemito.
Harry non voleva credere che Silente lasciasse che una simile ingiustizia si compisse sotto i suoi occhi.
Se avessero spezzato la bacchetta di Blaise, il ragazzo non avrebbe mai più potuto fare magie, sarebbe stato come Hagrid, privato per sempre di quella parte così importante del suo essere.

-Non possiamo permettere che succeda- Dichiarò, risoluto.
-Hermione sta facendo ricerche in biblioteca, noi l'aiutiamo come possiamo ma i testi che deve consultare non sono esattamente alla nostra portata- Lo informò Ron.
-Spero di aver trovato qualcosa di utile, ho preparato una ricerca per il suo avvocato, ma la nostra speranza più consistente è che la Humbridge venga giudicata colpevole di maltrattamenti nei confronti degli alunni, in questo modo la sua credibilità crollerebbe- Si affrettò a spiegargli Hermione, ad Harry sfuggiva il collegamento, però era più che disposto a credere a qualunque cosa che avesse detto la ragazza, anche la più assurda, come ad esempio di chiamarsi... "aspetta, qualcosa mi torna in mente" . -Il problema è che, per avere maggiori possibilità, dovremmo testimoniare contro di lei e Silente sembra non sia intenzionato a permettercelo- Concluse, lo sguardo fisso al pavimento. Draco, dietro le sue spalle, si mosse a disagio e, quando si fermò, permettendo ad Harry di appoggiarsi nuovamente a lui, non lo abbracciò più, ma tenne le mani sul materasso a fianco alle sue gambe.

-Se Silente non ci da il permesso di testimoniare contro la Rospa, allora vorrà dire che lo faremo senza il suo permesso! Ci sarà un modo per organizzare la cosa. Hermione, scrivi al difensore di Blaise, vedi se ci può aiutare- Non avrebbe permesso una simile ingiustizia, non senza aver lottato fino in fondo. Draco lo strinse di nuovo a sé.
-E come faremo a presenziare al processo se siamo rinchiusi ad Hogwarts?- Gli chiese Draco, ogni parola rimbombava nella sua cassa toracica ed Harry la sentiva giungere accompagnata da echi lontani.
-Non siamo rinchiusi- Precisò. -Un modo per uscire si trova sempre- Aggiunse, facendo l'occhiolino ai gemelli.
-Stavolta ci metteremo veramente nei guai- Si lamentò Ron, tuttavia Harry non riuscì a capire se ne era spaventato o piuttosto eccitato.
-Non più del solito!- Commentò Hermione con l'aria di chi la sapeva lunga in merito.

-A proposito, Hermione, mentre ero addormentato, mi hai letto qualcosa? Delle favole... magari quella di Biancaneve?- La ragazza lo fissò perplessa.
-Sai Harry, credo proprio che dovresti cercare di riposare, ora. Stai cominciando a dire cose senza senso- Si raccomandò e aprì la tenda che circondava il suo letto come per invitare tutti ad uscire.


Ciao mie adorate lettrici e miei adorati lettori.
Ho pubblicato un piccolissimo racconto che si intitola Gelsomino.
Che ne dite di darci un'occhiata e dirmi cosa ne pensate?
È corto, ve la cavate con poco 😉.
Baci.
Noy.

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