34 - Debolezze

Un quadratino di carta scivolò sotto la porta della sua stanza. Draco lo fissò perplesso, che significava? Era uno scherzo? Chi poteva mai fare una cosa tanto desueta come infilare un bigliettino sotto la sua porta?

"Che sciocchezza, non poteva chiedere ad un elfo di portarmela?" Certo, il solo elfo che lavorava, o meglio infestava quella casa era piuttosto scostante, per non dire completamente folle.
Si strinse nelle spalle e raccolse il foglietto, era ritagliato da un rotolo di pergamena e piegato a metà. Chi avrebbe potuto fare una simile sciocchezza? Sorrise, intuendo la risposta.
"Che sciocco. Non lo sa che c'è la carta da lettera per questo?"
Si sedette sul letto, rigirandosi il foglietto fra le mani, non sapeva se voleva aprirlo, magari Harry si era stufato di aspettarlo e aveva deciso di porre fine alla loro relazione. "Che sciocchezza! Non può farlo, non..." Eppure il seme del dubbio cominciava a germogliare nel suo cuore.

Si strinse il foglio al petto, cercando di calmarsi, prima di aprirlo e leggerne il contenuto. Erano poche pochissime parole ma un sorriso gli si allargò sul viso, mentre una lacrima solitaria gli scivolava su una guancia.
Si addormentò stringendo al petto il foglietto e non aveva più nessuna importanza se non era carta da lettere.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Svegliarsi con il cuore leggero e la mente sgombra da dubbi era un lusso che si era potuto concedere di rado nelle ultime settimane.
Draco aveva ben chiaro in testa quello che avrebbe voluto fare ma la vita a Grimmauld Place aveva un certo ritmo e lui vi si lasciò cullare quasi per tutto il giorno. Era pomeriggio inoltrato quando finalmente ebbe l'opportunità di rimescolare un po' le carte.

Aveva finito finalmente l'allenamento quotidiano e non era affatto di buon umore.
Era stato svogliato e suo padre lo aveva ripreso, nonostante Remus lo difendesse. Quei due non gliela raccontavano giusta! Aveva visto un cambiamento nei loro rapporti, che suo padre si fosse finalmente reso conto dei suoi veri sentimenti?
Ci avrebbe pensato un altro giorno, oggi non vedeva l'ora di fare quel primo passo per riconquistare Harry, che lo aveva ossessionato tutto il giorno.
Fu fortunato, a quanto pare erano tutti riuniti nel salone dell'arazzo, sentiva le voci già dal corridoio. "Speriamo che ci sia anche lui"

-Ciao tesoro, sei venuto a cantare per la casa? Ho pensato che sarebbe stato bello vedere lo spettacolo tutti assieme, se non te ne dispiaci- Lo salutò Pansy al suo arrivo, come al solito gli aveva letto dentro.
-No, niente affatto- Le rispose con un sorriso. Harry era seduto su una poltrona ed aveva l'espressine più infelice del mondo, forse perché la Weasley gli si era appiccicata addosso costringendolo a dividere con lei l'esiguo spazio della seduta.
-Ginny, perché non ti siedi vicino a me?- Si intromise la Granger, un gesto carino ma non necessario. Non si sentiva affatto minacciato da lei.
-No, lasciala. Può restare seduta a fianco al mio ragazzo, non sono mica così geloso- Lo aveva detto sorridendo, ma la dichiarazione di possesso era tanto evidente che nessuno avrebbe potuto ignorarla, infatti Harry non la ignorò. Sollevò su di lui un paio di occhi colmi di speranza, ma ancora incerti, pieni di domande non dette, dubbi, paure. Draco si limitò a sorridergli, un sorriso appena accennato, solo per lui.

Un piccolo gioco di sguardi e fu detto tutto fra loro, nessuno dei due si illudeva che fosse così facile, ma entrambi sapevano che la prima pietra era stata posata.
-Allora, questa canzone?- Si lamentò Ron, entrando a gamba tesa nel suo perfetto momento di comprensione.
-Quanta fretta Weasley, non ti facevo amante della musica- Ron arrossì, balbettando frasi sconnesse, mentre lui si avvicinava al piano. Alle prime note la casa rinnovò la sua magia. Tutti fissavano ammirati i cambiamenti e le lucine fatate che danzavano nell'aria. Non riusciva a spiegarselo ma l'antica dimora sembrava essere riuscita ad appropriarsi dell'incanto per crearle e a ogni nuova canzone ne produceva sempre di più.
-E' magnifico Draco- Commentò la Granger, per una volta sinceramente ammirata.
-Non è nulla, la casa risponderebbe a chiunque, il cui nome fosse presente su quell'arazzo- Si schernì lui, la casa emise un cigolio di protesta per smentire le sue parole. Lui sollevò gli occhi al soffitto. -Lo so che tu preferisci me, anche io ti voglio bene- La casa ricominciò a fare le fusa.
-Allora è vero che ci parli?- Chiese il marito di Pansy, chi era? Fred o George? Draco se l'era già dimenticato.
"Se lei lo scopre mi spella vivo, devo assolutamente memorizzare quel nome" Non era facile per lui, visto che nella sua mente aveva sempre considerato i gemelli come un unico insieme indivisibile.
Draco fissò il ragazzo e annuì con un piccolo ghigno divertito, tutti lo fissavano ammirati ma a lui non importava di nessuno se non del suo Harry.

Il suo sguardo adorante era un balsamo sul suo animo che guariva ferite di cui non si era neppure reso conto. Gli sorrise sereno e si sedette a fianco a Pansy, Harry era proprio di fronte a lui, la ragazzina al suo fianco li fissava sempre più seccata, una polveriera pronta ad esplodere.
-Allora, qual è l'argomento di conversazione?- Chiese, visto che tutti si erano zittiti per ascoltarlo cantare.
-Stavamo discutendo del nome del bambino- Draco sollevò un sopracciglio, fissando Pansy perplesso.
-Credevo che avessimo deciso che il tuo primo figlio maschio si sarebbe chiamato "Draco", o almeno era quello che avevi promesso!- Si lamentò, assumendo la sua migliore espressione sconvolta, quella con cui riusciva sempre a far breccia nel cuore dell'amica.
-Che buffo, Malfoy, il vostro amico Zabini era pronto a giurare che avesse promesso di chiamarlo Blaise- Si intromise l'altro gemello, suscitando l'ilarità generale.

-Io non ricordo di aver fatto nulla del genere- Dichiarò Pansy infine. -Però, tesoro, devo ammettere che chiamare mio figlio "Draco Weasley" ha il suo fascino- Concluse con un ghigno.
A Draco venne da ridere.
-Questo sì che farebbe saltare le coronarie a Lucius!- Commentò, i gemelli si scambiarono uno sguardo d'intesa, cosa aveva scatenato? Che stessero prendendo veramente in considerazione la cosa? Povero bambino, con un nome del genere non avrebbe avuto una vita facile.
Pansy lo fissava e sorrideva, ma si vedeva che cercava di capire cosa gli passava per la testa, si limitò a farle un cenno di diniego e a sorriderle di rimando, non era quella l'occasione giusta per farglielo notare.

-Non pensate che la cena dovrebbe essere pronta a quest'ora?- Si intromise Ron, fissando la porta con preoccupazione, neanche si aspettasse di veder marciare le vivande attraverso il salotto.
-Possibile che tu abbia sempre fame?- Lo redarguì la Granger attirando la sua attenzione. Per la prima volta notò com'era vestita. Per fortuna qualcuno doveva averle parlato e la ragazza era ritornata ad usare i propri vestiti, invece di quelli di Pansy. Non che non le donassero, però alle volte era proprio fuori luogo.
-Però non ha torto- Aggiunsero i gemelli in coro. L'appetito incontrollato doveva essere un tratto genetico, evidentemente. -Andiamo a vedere cosa è successo?-

Trovarono Molly Weasley impegnata in un'animata discussione con Lady Narcissa Malfoy, la zuppa dimenticata sul fornello acceso, bolliva allegramente fuori dalla padella.
-....dico solamente che un po' di varietà non guasterebbe- Disse la nobildonna, alzando l'aristocratico nasino in una smorfia elegante.
-Io ho tirato su sette ragazzi sanissimi con la mia cucina e nessuno si è mai lamentato!- Tutti i ragazzi sanissimi presenti alzarono gli occhi al cielo.
-E con ciò? Anche il mio Draco è un ragazzo assolutamente sano... che cosa ridicola! Le ho semplicemente fatto notare che non dovrebbe monopolizzare la cucina, non è l'unica cuoca in casa- Aveva replicato Narcissa, Draco non poteva credere alle sue orecchie.
-Mamma, ma tu sai davvero cucinare?- Gli uscì spontaneo, ma immediatamente si rese conto di aver fatto un errore, sua madre lo fissava ferita.
-Certo che sì, caro- Rispose lei, ma quel "caro" a Draco non era mai sembrato più falso. -Comunque, vista la scarsa collaborazione, mi ritiro nelle mie stanze- Concluse, battendo in ritirata tanto velocemente da creare corrente d'aria.
-Qualcuno è nei guai- Lo canzonò Sirius, che, in un angolo della cucina con Remus e il signor Weasley, aveva assistito a tutta la scena.
-Non potevi intervenire vero?- Gli rispose Draco, non appena la signora Weasley si fu allontanata per portare le pietanze in tavola. Oltre alla pentola di zuppa, che non aveva un profumo molto invitante, dal forno era emerso un grosso pollo dall'aspetto decisamente stopposo e una teglia di patate annerite. I sanissimi ragazzi Weasley avrebbero fatto sparire tutto in pochi minuti.
-Certo che no, ragazzo. Ci tengo alla vita io!- Commentò Sirius, passandogli a fianco.
-Sarà meglio che vada da mia madre a vedere se posso scusarmi- Tanto la cena aveva perso ogni attrattiva per lui.
Hermione nascondeva le smorfie cercando di scartare le patate più bruciacchiate e Harry ingoiava eroicamente ogni boccone senza neppure masticarlo. Solo Pansy, con la scusa delle voglie, era riuscita a farsi servire un innocuo piatto di uova strapazzate.
Sospirò passando davanti alla tavola, la Weasley si era nuovamente appiccicata ad Harry!

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Sua madre finse di non sentire la prima volta che bussò alla porta. Alla seconda volta, invece di rispondere semplicemente "Avanti" come suo solito, gli aprì la porta di persona.
-Scusa caro, stasera mi sento poco bene, vorrei ritirarmi presto- Gli disse, cercando di chiuderlo fuori.
-Andiamo, mamma. Ti prego, scusami- Lei si interruppe. -Non volevo insinuare che tu non sapessi cucinare, solo che... dai! Stavi veramente litigando con la signora Weasley per il posto in cucina? E' lavoro da domestici!- Sua madre sbuffò e gli fece cenno di entrare.
-Hai ragione Draco. La verità è che... mi annoio- Questo non se l'era aspettato -Non ho nulla da fare, tu sei sempre impegnato con i tuoi allenamenti e, adesso che la casa è piena di ragazzi, neppure Sirius mi fa più compagnia-
-Mamma, mi dispiace, non mi ero reso conto che ti potessi sentire sola. Cercherò di passare più tempo con te, te lo prometto- Lei gli aveva sorriso.
-Sei un tesoro, Draco ma quello che fai è troppo importante e poi, almeno finché durano le vacanze, credo che vorrai passare un pochino di tempo con il tuo ragazzo.- Aggiunse e Draco aveva sentito le guance accendersi. -Così ti ho costretto anche a saltare la cena- Concluse, sorridendo.
-Non credo che sarei riuscito a mangiare, comunque. Per fortuna non cucina sempre così, altrimenti saremmo già morti di fame.- Commentò, unendosi alla sua risata. mentre si sedeva nel salottino che sua madre aveva fatto in modo di infilare nella piccola stanza.

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Dovevano essere andati tutti a letto quando decise di tornare nella sua stanza. Alla fine non era riuscito a parlare con Harry, però andava bene anche così, avevano tempo e il suo dolcissimo ragazzo gli aveva assicurato che lo avrebbe aspettato "anche fino alla fine del tempo" Se era ciò di cui Draco aveva bisogno. Si infilò la mano in tasca e strinse forte il bigliettino che Harry gli aveva recapitato la sera precedente. Lo aveva tormentato tutto il giorno e solo l'incantesimo che ci aveva messo sopra gli aveva impedito di mandarlo in mille pezzi.

-E' mai possibile che tu mi stia fra i piedi ovunque vada?- La voce irata lo fece sussultare, alla fine del corridoio, Ginny Weasley, in pigiama rosa con gli unicorni, lo fissava con astio. In mano reggeva una tazza da cui spuntava uno spazzolino.
"Sta andando a lavarsi i denti, che fortuna uscire proprio in questo momento".
-Non preoccuparti, non ho alcuna intenzione di prolungare il momento, Weasley. Mi tolgo subito dai piedi- Si era voltato incamminandosi verso la sua stanza, seguito dallo sbuffo divertito della ragazza.

-Magari fosse così! Non ti accorgi che in questa casa non ti vuole nessuno? Perché non fai un favore a tutti quanti e non te ne vai?- Adesso aveva passato il segno! Quella stupida oca giuliva!
-Tanto a te che cambierebbe?- Replicò, con la sua voce strascicata, la ragazza fece una smorfia. -Anche se io non fossi più nei paraggi, Harry non sarebbe comunque tuo. Non ti noterebbe, neppure se io non fossi mai esistito- Concluse, lei sembrava verdognola e aveva un'espressione talmente acida da far cagliare il latte.
-E tu cosa ne sai di quello che c'è tra noi?-
-Non ti guarderebbe neppure se fossi l'ultimo essere umano sul pianeta, ragazzina. Sei del sesso sbagliato! A Harry piacciono i ragazzi, nel caso tu non te ne sia accorta- Precisò, avanzando di un passo, la ragazza non era più tanto sicura di sé al momento.
-Tu non puoi...-
-Non ti ha mai degnato di uno sguardo, in quel senso- Proseguì il ragazzo, senza mostrare un briciolo di pietà, era stato fin troppo paziente con lei, adesso era arrivato il momento di finirla. -E negli ultimi tempi si infastidisce ogni volta che ti avvicini, ma non te ne rendi conto? Non la vedo la faccia disgustata e rassegnata con cui ti guarda? Lo hanno notato tutti, sai? Ma non ce l'hai un po' di dignità?- Lei quasi piangeva, ma non pareva avere nessuna intenzione di andarsene, eppure la porta dei servizi era proprio lì, a portata di mano.
-Sei crudele. Tu non sai cosa vuole dire tenere a una persona che non fa caso a te- Farfugliò.
-Davvero? Proprio a me lo vieni a dire? Pensi che non sappia cosa significhi vederlo ridere e scherzare con tutti tranne che con me? Vedere che mi ignora, peggio, che mi odia? Ma dove sei stata negli ultimi cinque anni?- Replicò con l'amaro in bocca, la Weasley abbassò lo sguardo, tirava su con il naso.
-Almeno tu puoi mostrarti per quello che sei.- Sussurrò, quasi Draco non riuscì a capire quello che diceva. Come faceva ad essere tanto ottusa?

-Certo! E guarda a che prezzo. Hai idea del motivo per cui sono rinchiuso qua dentro?- La ragazza aveva scosso la testa. -Perché il mio amorevole padre mi ucciderebbe con le sue stesse mani se sapesse che sono gay e ancora non sa che il mio ragazzo è Harry Potter.- Alla ragazza scappò una risata di naso, che la fece correre a frugarsi nelle tasche alla ricerca di un fazzoletto.
Draco gli allungò il suo. Va bene essere rivali in amore, ma lui restava comunque un gentleman! -Tieni!-
-Gra...zie- Balbettò lei incerta e sorpresa, afferrandolo.
-Deve essere proprio difficile crescere con due genitori che accettano ogni tua scelta, circondata da fratelli sempre pronti a stare dalla tua parte. Prova a rifletterci. E lascia stare Harry, non perché è mio, ma perché è evidente che non lo ami veramente, questa specie di ossessione che hai per lui... si vede che serve a nascondere qualcos'altro. Non so cosa sia, ma non sarai mai felice se vivi nascondendoti- Si voltò per andarsene ma, a sorpresa, lei lo prese per un braccio.

-E se... se facessi soffrire mia madre?- Come era arrivato ad essere il suo confessore? Tanto valeva provarci, magari se la sarebbe tolta di piedi.
-Per esperienza personale, so che le madri desiderano che i figli siano felici, magari si arrabbierà un po', ma alla fine ti perdonerà- Lei gli lasciò il braccio annuendo assorta.

Che giornata frustrante e lunga! L'unica persona con cui avrebbe voluto parlare era l'unica che non aveva praticamente potuto vedere. "Mi sarebbe piaciuto almeno augurargli la buona notte"
Pensò Draco arrossendo, come se avesse appena espresso un desiderio guardando una stella cadente, non aveva ancora finito di pensarlo che questo si avverò.
Harry, la schiena appoggiata alla porta della sua camera, aveva tutta l'aria di aspettare proprio lui.
-Ciao- Non appena lo aveva visto Harry si era raddrizzato, spostandosi dalla porta. -Volevo solo augurarti la buona notte- Non aveva fatto neppure un tentativo di avvicinarsi a lui in nessun modo, stava tenendo fede alla sua promessa, lasciava che fosse lui a prendere l'iniziativa, e Draco gliene fu grato.
-Mi hai letto nel pensiero...- Harry sbiancò.

-N...no io non... Draco, non lo farei mai! Te lo giuro io... non...- Sembrava sconvolto, di cosa pensava lo stesse accusando?
-Harry, calmati! E' solo un modo di dire- Lo aveva rassicurato, avvicinandosi a lui e accarezzandogli un braccio, Harry fissò la sua mano sorridendo.
-Avevo paura che tu pensassi che ti ho davvero letto la mente. Perché non ci riesco, nel caso tu te lo stia chiedendo, davvero non ne sono capace- Si affrettò a raggiungere il ragazzo, era imbarazzato e adorabile. Draco si sentì sciogliere.
-Anche io avevo voglia di stare con te, ma adesso mi sembra un po' troppo tardi.- Si era rammaricato, Harry si era avvicinato impercettibilmente, probabilmente senza neppure rendersene conto. Draco si era irrigidito.
-C'è tempo per un bacio della buonanotte? Solo se te la senti- Aveva aggiunto, alzando le braccia -Terrò le mani a posto, te lo prometto- Era talmente buffo che Draco si sentì immediatamente al sicuro. Era difficile resistere allo sguardo carico di speranza di Harry che vagava fra i suoi occhi e la sua bocca e Draco si lasciò convincere.
Si piegò su di lui e fece combaciare le loro labbra. Era bello, era davvero tanto bello.
Le labbra di Harry erano dolci e morbide, si muovevano appena sulle sue, provocandogli una scarica lungo tutta la schiena.
Si trovò a desiderare di approfondire il bacio e, senza riflettere, si spinse verso Harry che rispose con entusiasmo, fece scivolare la lingua nella sua bocca, appropriandosi della sua e coinvolgendola in una danza estremamente appagante mentre le mani del ragazzo scivolavano lungo il suo corpo.
Draco si sentiva invaso da brividi di piacere e con la testa leggera, eppure qualcosa cominciava a fargli scattare alcuni campanelli d'allarme.
Le braccia di Harry si avvolsero attorno alla sua vita, le mani gli premettero la schiena, impedendogli di allontanarsi e il bacio si fece più profondo.

Non era più tanto piacevole.
Il cuore cominciò a battergli all'impazzata ed Harry non sembrava intenzionato a lasciarlo andare. Cercò di allontanarsi, ma Harry lo teneva stretto. Si sentì bloccato e il panico lo invase.
-BASTA!- Urlò ed Harry finì dall'altra parte del corridoio, proprio contro la porta della stanza di Remus.
-Draco, ma che... stai bene?- Gli chiese, Draco lo sentì a malapena, lo fissava a occhi sbarrati tenendosi l'addome con entrambe le mani. Scosse la testa, cercando di ricominciare a respirare. -Cos'hai? E' per qualcosa che ho fatto?- Chiese Harry alzandosi e avvicinandosi.
-Resta dove sei!- Gli intimò. Harry si bloccò a metà del corridoio. Draco sembrava terrorizzato da lui e qualcosa gli si ruppe dentro.
-Draco... ti prego-

🩲 🩲 🩲 🩲 🩲 🩲 🩲 🩲 🩲 🩲

-Si può sapere che sta succedendo qui?- Era l'incubo più terrificante della sua giovane vita "Nessuno dovrebbe mai affrontare una cosa simile!" Pensò, Harry sconvolto.
Dalla stanza di Remus era appena uscito il professor Piton.
Dovevano averli interrotti in un momento di intimità perché il professore indossava solamente un paio di boxer di seta neri... preoccupato per Draco, non si era reso conto di essere praticamente nudo e aveva raggiunto suo figlio per vedere se stesse bene, incurante del fatto che Harry godesse del discutibile panorama del suo corpo quasi completamente esposto.
"E' un bell'uomo, sotto quelle tuniche!" Non riuscì a frenare questo pensiero ma, non appena realizzò quello che gli era passato in testa fu colto dai brividi.

-Va tutto bene Harry?- Remus per lo meno aveva avuto il buonsenso di infilarsi una veste da camera, anche se non aveva pensato di chiuderla. Tutta quella pelle pallida sarebbe stata nei suoi incubi per sempre. Piton stava abbracciando Draco che sembrava essersi tranquillizzato. Harry non riusciva sentire cosa si stavano dicendo. Poi Draco era entrato nella sua stanza e Piton si era voltato verso di lui e lo aveva fissato con odio.
-Non lo so cos'ho fatto! Come faccio a capire come comportarmi se non parla con me?- Il professore si era chinato verso di lui, i pettorali avevano guizzato mentre lo afferrava per un braccio e lo costringeva a entrare nella stanza di Remus.
-Muoviti, ragazzino!-
-Ok. Va bene ma... potrebbe vestirsi per favore?- Non avrebbe sopportato di essere sgridato da Piton.. in mutande. L'umo sbuffò, ma si infilò un paio di pantaloni e un maglione.
-Sono sufficientemente presentabile da non urtare la sua fine sensibilità? Ragazzino petulante- Lo redarguì, piazzandoglisi di fronte. I piedi nudi e il collo scoperto lo disturbavano ancora, ma era molto meglio di prima.

-Draco sta bene? Cos'ho fatto per farlo reagire così?- Trovò il coraggio di chiedere, nonostante l'imbarazzo.
Piton lo fissò per un istante, forse cercando le parole.

-Quell'ultima sera, prima che portassi qui Draco, quando è arrivato nelle mie stanze aveva un livido, sul braccio. Ti sei reso conto di avergli fatto male?- Gli aveva chiesto. Harry non capiva, non aveva fatto proprio niente a Draco, lui... "Ma certo! Ho preso Gwen per un braccio e..."
-Ma non può essere per quello! Era una sciocchezza, un incidente!- Si difese, Piton assottigliò gli occhi.
-E non è successo altro? Sei sicuro?- Cosa voleva dire? Cos'altro avrebbe dovuto succedere?
-Ecco noi... ci siamo baciati... ma non era la prima volta- Confessò arrossendo.

-Draco sapeva che quella era la sua ultima possibilità per farti progredire in oclumanzia. Che sarebbe stato in pericolo nel caso in cui il Signore Oscuro avesse deciso di frugare nella tua mente. Eravamo d'accordo che avrebbe accettato di trasferirsi, se tu non avessi fatto progressi significativi. Stento a credere che avesse voglia di perder tempo in effusioni- Adesso Harry si spiegava perchè la ragazza gli era sembrata tanto delusa dal suo scarso impegno. Tutti i fatti di quella sera assumevano contorni completamente diversi.
-Lui ce l'ha con me perché è stato costretto a lasciare Hogwarts? Ma ho imparato adesso, forse può tornare-
-No che non può! Lucius ha notato la sua assenza, se riuscisse a mettere le mani su di lui, si troverebbe marchiato prima ancora di finire un respiro- Non ci aveva pensato! Piton lo fissava in attesa di una risposta.

-E' inutile che mi fissi così, non ho fatto nulla a Draco-
-Davvero? Non l'hai forzato in nessun modo? Sei assolutamente sicuro che lui fosse d'accordo con il tuo approccio?- "Perché insiste? Io non ho fatto..." Però Gwen non sembrava tanto d'accordo, aveva cercato di spingerlo via e lo aveva persino preso a pugni quando lui non si era spostato immediatamente.
-Forse io...- Piton avanzò di un passo con aria minacciosa.
-Sono sicuro che non l'hai fatto di proposito, Harry e che Draco capirà perfettamente...- Intervenne Remus, il professsore lo interruppe.
-Davvero? E quindi lo sai? Conosci la sensazione di trovarti intrappolato contro la tua volontà, in un corpo molto più piccolo e debole del tuo, mentre qualcuno ti tiene bloccato e tu non puoi ribellarti in nessun modo? Ti rendi conto di quanto ci si possa sentire... inermi... in trappola...- Finì il suo sfogo, ad Harry tornò in mente la foto di quella ragazzina, tenuta ferma da Sirius e da suo padre, dell'espressione furiosa, sconvolta e quasi disperata del suo volto. Era la stessa che aveva scorto sul viso di Gwendoline?
Non poteva essere, eppure...

-È colpa mia- Sussurrò, il viso chino a fissare il tappeto. Remus gli fu accanto in un istante, la mano sulla sua spalla.
-No, Harry, non fare così. Non è colpa di nessuno, è stato un incidente- Lo rassicurò Remus, ma Harry lo sapeva quello che era successo, aveva capito, finalmente.

-Io lo sapevo... lo avevo sentito... la prima volta che lo avevo abbracciato, nel lago Nero. Ricordi la seconda prova? Come si attaccava a me? È stato allora che ho capito che era diverso, sentivo che il suo corpo era diverso, più forte, uguale al mio. Sapevo che avrei potuto stringerlo e lui non si sarebbe fatto male. Mi sembrava importante e non capivo il perché... era il medaglione, credo, il suo modo si farmi capire come dovevo comportarmi. Sono stato un idiota a non tenerne conto- Concluse, Remus gli batté qualche colpetto rassicurante sulla spalla.
-Adesso cerca di non colpevolizzarti come al solito, Harry. Draco è un ragazzo forte, ne uscirà. Devi solo lasciargli tempo- Lo aveva consolato. Il ragazzo, però, fissò l'adulto di fronte a se, quasi in cerca di consigli.

-Devo di nuovo... lasciar raffreddare la pozione?- Piton gli rivolse uno sguardo tra l'ostile e il perplesso valutandolo attentamente, poi, lentamente annuì.
-Ci vorrà molto tempo stavolta e molta pazienza- Aggiunse, con un tono di voce quasi gentile. La vicinanza di Remus lo stava contagiando?
-Non mi importa quanto tempo ci vuole. Ne vale la pena e poi... me lo merito-
-Questo è l'atteggiamento giusto, ragazzo. Ora però è il momento di andare a letto- Concluse Piton, con una certa urgenza, mentre lo spingeva fuori dalla porta. Forse... aveva fretta di liberarsi di lui?
-Non sarebbe meglio se io provassi...- Disse, indicando la porta della stanza di fronte. Magari Draco non era più arrabbiato, magari avrebbe potuto parlarci, mettere a posto le cose.
Piton gli aveva messo una mano su una spalla, proprio come aveva fatto Remus pochi minuti prima. Harry sentì i brividi in tutto il corpo.
-Vada a letto, Signor Potter- Ed era tornato a chiamarlo "Potter". Harry si sentì immediatamente più a suo agio.
-Professore... io... le chiedo scusa per... sa...- La mano dell'uomo si era stretta sulla sua spalla, solo un istante, poi l'aveva lasciato andare.
-Non tocca a lei scusarsi- Gli aveva risposto, la voce atona.
-Io credo di sì- Non si era voltato, non aveva insistito, era tornato in camera sua senza neppure un tentennamento. Forse... anche lui stava cambiando.

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