30 - Natale

-Potter! Ti giuro che se mi fai far tardi al mio matrimonio te ne faccio pentire in modi che non puoi neppure immaginarti!- Pansy era paonazza, aveva scoperto un principio di pancetta quella mattina e, a quanto pareva, questo inconveniente aveva reso necessaria una modifica al vestito da sposa. Come, una cosa tanto insignificante, potesse renderla così intrattabile era un mistero per Harry ma, quando aveva provato a farlo notare alla ragazza, era stato investito da una scarica di recriminazioni che aveva coinvolto anche tutte le sue amiche ed ora il povero ragazzo si era guadagnato l'immeritata fama di "rovina matrimoni".
-Non ti farò tardare, Pansy, il matrimonio è domani- Tentò di difendersi, la ragazza lo fulminò con uno sguardo di fuoco.
-Lasca perdere Harry, lo sai che non è colpa tua, è solo arrabbiata perché il uno dei suoi migliori amici non potrà venire al nostro matrimonio- Intervenne George, abbracciando la futura signora Weasley da dietro. -Amore, ti prometto che sarà tutto perfetto!- Aggiunse, a beneficio della sposa che, però parve voler scoppiare in lacrime.
Ci mancava solo questo.
Come se Harry non ne avesse già abbastanza dei suoi di problemi.

Piton non lo lasciava in pace neppure un minuto.
Pretendeva di lavorare ogni singola sera fino a tardi, Harry usciva dal suo studio che era a malapena in grado di camminare, e negli ultimi giorni aveva iniziato ad attaccarlo anche durante il giorno.
Mentre stava mangiando o chiacchierando con qualcuno o a lezione addirittura, all'improvviso sentiva nella testa il tocco fastidioso della mente di Piton che si insinuava nei suoi pensieri, un tocco fin troppo intimo per i suoi gusti. Era agghiacciante.
Per non parlare della volta in cui Piton aveva cercato di leggergli la mente proprio mentre lui stava sotto la doccia e non per lavarsi.
Harry rabbrividì al ricordo. Era quasi sicuro che Piton non avesse capito cosa stava facendo, ma il giorno successivo non lo aveva neppure guardato in faccia e dopo quell'episodio, il professore, si era assicurato di tentare i suoi attacchi solo durante le ore di lezione o ai pasti, con gran sollievo di Harry.
-Non sarà lo stesso senza Blaise e senza tutte le mie amiche- Si lamentò ancora Pansy, fissandolo con odio. A quanto pareva anche questo era colpa sua e, a essere onesti, Pansy non aveva tutti i torti. Tutte quelle misure di sicurezza non sarebbero state necessarie se lui non fosse stato quello che era.
-Sarai talmente felice che non ti accorgerai neppure della mancanza di Blaise e poi, almeno ci sarà Malfoy. Non sei contenta di vederlo dopo tutto questo tempo?- Le disse ancora George e con gran sollievo di tutti, la ragazza parve rilassarsi.
"Draco... Fra poco lo rivedrò" Il pensiero lo attraversò come un fulmine e fu altrettanto devastante. Cosa avrebbe fatto quando se lo fosse trovato davanti? Aveva letto e riletto la sua lettera fino a scolpirsi le sue parole nel cuore, si era addormentato ogni notte stringendola al petto ed era la prima cosa che aveva visto ogni mattina appena sveglio. Era sicuro dei suoi sentimenti, ma un conto era pensarci e un conto era trovarselo davanti in carne e ossa. Come avrebbe reagito?
La bestia nel suo stomaco sembrava non dargli tregua, ruggiva, si contorceva e gli artigliava le interiora, facendolo stare ancora peggio. Non vedeva l'ora che tutto fosse finito.
-Andiamo ragazzi, o faremo tardi sul serio- Li richiamò Hermione. Silente aveva preparato per loro una passaporta che li avrebbe portati proprio davanti al portone della sede dell'ordine ed aveva fatto recapitare a Pansy lo stesso bigliettino che aveva utilizzato Harry, l'estate precedente per avere accesso alla casa coperta dall'incanto Fideluis. "Magari è lo stesso che ha usato lui?" Si domandò Harry che non riusciva a distogliere l'attenzione dal pensiero del Serpeverde.
Se solo avesse potuto incontrarlo senza tutta quella gente attorno, sarebbe stato infinitamente più facile chiarirsi le idee senza un pubblico che non aspettava altro di vedere come avrebbe reagito.
Afferrò un pezzetto della stringa da scarpa che era stata resa una passaporta e attese. Ginny si affrettò ad afferrare la stringa proprio al suo fianco, così vicino che sembrava si stessero tenendo per mano e lo fissò sorridendo e abbassando timidamente gli occhi. "Oh no, ancora questa storia? Ma non vuole proprio capire che la considero come una sorella?".
Al suo fianco, Ron sbuffò e suo fratello Fred gli allungò uno scappellotto, Pansy e George si impossessarono dell'ultimo pezzetto, tenendosi per mano. "Certo che Zabini non è venuto neppure a salutarla, che bell'amico!".
La sgradevole sensazione di essere strappato lo colse impreparato e Harry atterrò sulle ginocchia sul selciato di Grimmauld Place. Vedere le case spostarsi di lato per fare spazio alla palazzina al numero dodici fu spettacolare come di consueto, ma vedere Pansy fissare il muro a occhi sgranati diede un gusto tutto nuovo alla cosa.
-Così è questo l'incanto Fideluis? E' spettacolare! Mai visto una magia che coinvolgesse un'intero edificio. Al massimo una porta, o un muro, come per entrare a Diagon Alley.- Commentò la ragazza con il naso rivolto all'insù ad ammirare le tegole che spuntavano sul tetto. George le aveva messo un braccio attorno alle spalle, guidandola verso l'entrata, la porta si stava aprendo lentamente... e il primo schiantesimo li sfiorò di striscio.

In un secondo si trovarono circondati da figure incappucciate, lampi di luce sfrigolarono da un lato all'altro della piazza.
I nemici avevano il vantaggio della sorpresa, ma loro furono lesti a rispondere al fuoco.
Hermione ingaggiò un duello con un paio di mangiamorte tenendoli a bada senza problemi, con rapidi movimenti della bacchetta lanciava incantesimi che li colpivano precisi e letali impedendo loro di contrattaccarla. Ginny, alle sue spalle scavava voragini nel campo di battaglia con gli incantesimi distruttivi che erano il suo punto di forza, mandando gli avversari a gambe all'aria.
Fred, George e Ron avevano circondato Pansy e la tenevano al sicuro tenendo a bada gli avversari. Lei, al centro, teneva una mano sulla pancia e con l'altra stringeva la bacchetta tremando per la rabbia e l'impazienza di mettersi in gioco, ma senza azzardarsi a uscire dalla protezione offertale dai ragazzi.

-Crucio!- Harry non lo vide neppure arrivare. Fu un attimo e poi tutto il mondo esplose in una miriade di frammenti di dolore.
Gli correva lungo i nervi, infiammandogli le terminazioni nervose. Piombo fuso gli scorreva nelle vene. Ogni centimetro del suo corpo era pervaso da fiumi di sofferenza. Non era possibile che esistesse un dolore così assoluto.
Si accasciò a terra, contorcendosi ed urlando.
-Finite!- E com'era iniziato, finì. Harry tremava ancora, non sarebbe riuscito ad alzarsi in piedi, ma non importava, perché al suo fianco ora c'era Draco! Inginocchiato accanto a lui, lo teneva per un braccio, mentre faceva volare la bacchetta veloce e precisa. Quando era diventato così bravo?
-Ce la fai ad alzarti Harry?- Gli urlò, senza distogliere lo sguardo dal suo avversario, a cui se ne era affiancato un secondo. Draco li teneva a bada, ma non avrebbe resistito ancora a lungo.
-Sì, ce la faccio- Non era esattamente vero, Harry non riusciva a reggersi in piedi, ma in qualche modo avrebbe guadagnato la fuga. Per fortuna anche Sirius, la signora Weasley e Blaise erano corsi in loro aiuto e... chi diavolo era quella? Narcissa Malfoy? Che ci faceva lì e soprattutto perché pareva che stesse combattendo dalla loro parte? Harry non riusciva a capire, ma la donna sembrava una furia e coprì la loro ritirata. Fu l'ultima ad entrare e, non appena fu nel vestibolo si trovò diverse bacchette puntate contro.
-Abbassate le bacchette, ragazzi, Narcissa è dalla nostra parte, adesso- Remus li riprese comparendo proprio in quel momento. Aveva un aspetto orribile, pallido e magro, sembrava sul punto di svenire, tanto che doveva reggersi alla parete per non finire a terra. Harry era sicuro di non averlo mai visto tanto male. I ragazzi abbassarono le bacchette ma senza perdere di vista la donna.
-E tu cosa ci fai qui? Non fraintendermi amico. Felicissimo di vederti, ma non dovevi restare a scuola?- Chiese Ron fissando Blaise che se ne stava defilato in un angolo, assistendo alla scena muto, ancora sotto shock.
-Chi se ne frega, Ronald! L'importante è che sia qui, adesso è tutto perfetto- Urlò Pansy, volando fra le braccia dell'amico.
-Certo! Non mi vede da un secolo ma ha occhi solo per Blaise! Quanto siete stati separati? Un minuto?- Si lamentò Draco. Era così bello con l'espressione fintamente imbronciata, Harry non riusciva a togliergli gli occhi di dosso anche mentre abbracciava la sua amica che piangeva a dirotto.
-Sei ferito Harry?- Gli domandò Ginny, la sua vocetta allarmata lo fece emergere bruscamente dai suoi pensieri.
-Davvero? Dove?- Chiese lui, abbassando lo sguardo per cercare la ferita, non aveva nessun dolore, tranne una fitta acuta al fianco sinistro, dove l'aveva colpito la maledizione. Una macchia scura si allargava sui suoi vestiti partendo da quel punto, perdeva sangue e non se ne era neppure accorto. -Oh!- Esclamò, il massimo dell'eloquenza, come suo solito.
-Caro, dovresti lasciarti curare- Stava cominciando la signora Weasley, ma Draco non la lasciò finire.
-Ci penso io, signora Weasley. Vieni Harry- Gli ordinò e lui, per una volta, non ebbe proprio nulla da ridire, era esattamente quello che voleva: restare da solo con Draco. La mamma di Ron annuì, guardandolo di traverso. Seguendo docilmente Draco verso uno dei bagni del pian terreno, Harry sentì Blaise mormorare a Ron.
-Ma è questo che fate di solito voi?- E Ron rispondergli con la massima tranquillità.
-Non preoccuparti, amico, dopo la terza o quarta volta che provano ad ucciderti ci fai l'abitudine- Battendo un colpo sulle spalle al moro. Se fosse stato possibile Harry avrebbe giurato di averlo visto impallidire.

🩹 🩹 🩹 🩹 🩹 🩹 🩹 🩹 🩹 🩹 🩹

Draco chiuse la porta alle loro spalle e si avvicinò all'armadietto, estraendone alcune boccette.
-Da quando Remus si è ferito, abbiamo rifornito ogni bagno con un kit di pronto soccorso, meglio tenere le pozioni più utili a portata di mano- Spiegò il Serpeverde, voltandogli le spalle. Non lo aveva ancora guardato negli occhi.
-Draco- Lo chiamò, non aveva idea di cosa gli avrebbe detto ma non poteva sopportare quel comportamento freddo un secondo di più.
-Togliti la camicia, così pulisco la ferita prima di rimarginarla- Aveva obbiettato Draco, girandosi verso di lui ma tenendo gli occhi bassi.
-Guardami Draco, per favore- Lo supplicò Harry. Il ragazzo sollevò un paio di occhi pieni di lacrime e incertezze.
-Io... mi dispiace Harry... non immaginavo che il medaglione ti avrebbe fatto quell'effetto. Pensavo che avrebbe agito solo su di me... non avevo capito che ti stavo facendo del male...- Farfugliò, interrompendosi più volte. Le spalle curve, lo sguardo sfuggente e quelle mani che non riuscivano a smettere di torturare l'orlo del maglione, era magnifico e fragile. Harry non sarebbe riuscito a spiegare quello che provava, quando Draco si mostrava tanto vulnerabile, in mille vite. Quasi senza sapere quello che stava facendo si avvicinò al ragazzo, gli prese il viso tra le mani e lo baciò.
"Finalmente!"
Finalmente poteva baciarlo senza sentirsi in colpa, senza pensare che stava facendo qualcosa di sbagliato, senza avere paura che qualcuno li scoprisse. Un bacio vero, di quelli che restano nella testa, che ti impediscono di pensare, di quelli che, da vecchi, nel letto incapaci di compiere anche il più piccolo movimento, tornano nella memoria.
-Wow- esclamò Draco, allontanando le labbra dalle sue ma solo di pochi millimetri. -Questo vuol dire che mi hai perdonato?- Gli chiese, gli occhi che brillavano di aspettativa. Harry annuì, incapace di dire altro e poi si avventò nuovamente sulle sue labbra. Si staccò solamente quando la testa cominciò a girargli un po' troppo forte.
-Oh mio Merlino, Harry- Urlò Draco, mentre tutto si faceva nero.

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-Meno male che ti sei svegliato in tempo, Harry! O la Parkinson ti avrebbe ucciso con le sue mani, stavi per perderti il matrimonio- Ron lo apostrofò, infilandosi le scarpe eleganti.
-Non esagerare Ronald, Pansy non ha nessuna intenzione di fare del male a Harry e poi, è ancora impegnata a ridere. Certo che Draco è proprio stato un irresponsabile: rischiare di farti morire dissanguato perché eravate troppo impegnati a baciarvi! Piton era livido, per fortuna che Remus sembra avere un certo ascendente su di lui- Insinuò Hermione, intenta ad appendere il suo vestito ad un'anta dell'armadio, dopo aver sistemato gli indumenti ed aver provveduto a lisciare ogni singola piegolina con l'incantesimo apposito, si era voltata verso di lui con aria severa. -Preparati e vedi di non stropicciare troppo i pantaloni! Pansy potrà anche perdonarti qualche pecca adesso che sei il ragazzo del suo migliore amico, ma io no! Quindi vedi di essere presentabile e scendere nella sala degli arazzi in meno di dieci minuti, o mi dimenticherò che sei mio amico!- Come spesso accadeva Harry si trovò ad avere paura della ragazza, quando lo guardava a quel modo non era certo che non gli avrebbe fatto del male. Deglutì, alzandosi in fretta e la testa cominciò a girargli.
-C'è una pozione sul tuo comodino amico, non ho idea di cosa sia ma ti conviene berla- Gli consigliò Ron, vedendo che barcollava. In effetti si sentì subito meglio dopo averla trangugiata, sotto lo sguardo attento e severo di Hermione che pareva non avere nessuna intenzione di uscire dalla stanza.
-Em... dovrei cambiarmi, Hermione... se tu potessi- La ragazza non parve capire.
-Oh, ti prego, resta a guardarlo mentre si spoglia! Voglio vedere Draco che ti cava gli occhi- Esclamò Ron, piegando la testa di lato e sorridendo in modo poco rassicurante. Hermione parve rendersi conto solo in quel momento di quello che stava facendo perché arrossì vistosamente e batté in ritirata balbettando scuse.
-Fiuu! Grazie amico, credevo che non se ne sarebbe più andata- Disse Harry, cominciando a spogliarsi. -Davvero pensi che Draco sia così possessivo?- Chiese poi curioso. Ron gli rivolse uno sguardo che pareva dire "Fai sul serio amico?"
-Non ha permesso alla mamma di spogliarti per metterti il pigiama! Ti rendi conto?- Gli spiegò l'amico, frugando in un cassetto alla ricerca di qualcosa.
-E allora per quale motivo ha lasciato che dormissi con te, invece che con lui?- Gli domandò ancora, mentre si infilava con cautela i pantaloni. Ron parve trovare quello che stava cercando ed emerse dal cassetto sventolando un fazzoletto intonato alla cravatta che indossava.
-Sapevo di averlo portato! Comunque Malfoy si fida di me, o meglio, pensa che io sia talmente, irreparabilmente, etero che tu non corri alcun rischio in mia compagnia. Lui ha dormito con Zabini- Aggiunse, litigando con il fazzoletto per infilarlo nel taschino della giacca. -Come si mettono questi cosi? Dannati vestiti babbani! GINNY! Non riesco a sistemare il fazzoletto!- Urlò, uscendo dalla stanza. Per fortuna Harry era quasi vestito, perché Ron non si fece nessuno scrupolo nel lasciare la porta aperta. Stava litigando con la cravatta quando Draco si sporse attraverso la porta.
-Toc toc- Esordì, come a chiedere il permesso di entrare. -Ti prego dimmi che sei pronto, o Pansy avrà un crollo nervoso e sarebbe il quarto stamattina- Lo supplicò con lo sguardo afflitto più adorabile che Harry avesse mai visto.
-Quasi- Concesse lui, infilandosi la giacca, non aveva alcuna idea di dove fosse il suo fazzoletto, né se lui ne avesse uno, ma non voleva certo far attendere la sposa. Tanto Pansy sarebbe stata troppo impegnata a criticare l'orrido nodo della sua cravatta per notare le altre sue mancanze.
-Ma dove vai conciato a quel modo?- Gli disse, afferrandolo per i bavero della giacca e tirandoselo davanti. Mentre gli sistemava il nodo della cravatta con pochi, studiati movimenti, un elegante fazzolettino usciva di sua iniziativa dal cassetto e, dopo essersi piegato in modo a dir poco impeccabile, si era infilato nel taschino di Harry. Lui non riusciva a togliere gli occhi di dosso a Draco, alle sue labbra invitanti... si sentiva così bene, così al sicuro fra le sue braccia.
-Non pensarci nemmeno, Potter, mi sgualcirai i vestiti e Pansy mi ucciderà, ma prima io farò fuori te-
-Che giornata stressante, non sono sveglio neanche da dieci minuti e mi hanno già minacciato di morte svariate volte- Commentò Harry, ridendo. Erano scoppiati a ridere entrambi e Draco gli aveva concesso un minuscolo bacetto a fior di labbra prima di uscire dalla stanza.
-Harry... vedi di infilarti le scarpe, prima di scendere.- Gli aveva consigliato, chiudendosi la porta dietro le spalle. "Sarà una giornata lunghissima" Si lamentò fra sé, ispezionando il pavimento alla ricerca delle calzature fuggiasche "Tutto quello che voglio è che finisca alla svelta per accoccolarmi con Draco, parlare e magari pomiciare un po'... ma prima parlare, decisamente dobbiamo farlo... anche se non è che ci sia tutta questa fretta..."
-Harry ti vuoi muovere? Stanno per cominciare. Accio scarpe!- Urlò Hermione, affacciandosi e richiamando le sue scarpe eleganti da sotto il letto. Ma chi aveva sistemato le sue cose? Probabilmente era stato Draco, realizzò, sorridendo come un idiota mentre scendeva le scale al braccio di Hermione.
-Che fine hanno fatto le teste d'elfo? La signora Weasley è finalmente riuscita a toglierle?- Chiese, incuriosito, sfiorando con le dita il muro dove aloni più chiari nella tappezzeria segnavano i punti in cui c'erano state appese le teste d'elfo mozzate.
-Non esattamente- Rispose la ragazza con un'aria perplessa che raramente aveva esibito. -A quello che ho capito Draco ha fatto amicizia con la casa- Harry la fissò per capire se stesse scherzando, ma sembrava proprio seria. "Ok, alla fine è impazzita, lo sapevo! Troppo stress!" eppure la casa aveva un che di allegro, e non erano solo le decorazioni per il matrimonio. La sala dell'arazzo era magnifica, in ogni angolo c'erano fiori e candele ed era resa accogliente e calda dal fuoco che ardeva allegramente nel caminetto, nell'aria, sospese sopra la testa degli invitati, decine di piccole lucciole fluttuavano pigramente.
-Che cosa sono Hermione? Hanno un'aria familiare- Chiese Harry accennando alle lucette con un gesto del capo.
-Non te ne ricordi? Le usano i Serpeverde durante le feste, le abbiamo viste quando siamo andati nella loro sala comune, all'inizio dell'anno- Gli spiegò la ragazza, spingendolo verso la parte destra della stanza.
Draco e Blaise avevano fatto dividere i pochi invitati ai due lati della sala, creando così un corridoio attraverso il quale avrebbe dovuto passare la sposa. Hermione lo guidò sul lato opposto a dove si trovava Ron.
-Ma...- provò a lamentarsi lui, la ragazza lo freddò con uno sguardo.
-Disturbereste tutta la cerimonia voi due assieme- Lo sgridò. Inutile, lo conosceva troppo bene. -E poi guarda chi c'è a fianco a Ronald?- Harry si sistemò gli occhiali, lanciando un'occhiata di nascosto, proprio accanto al suo amico, Ginny lo fissava con occhi pieni di rimpianto.
-Ma non si arrende mai? Non potresti provare a parlarci tu?- Hermione sbuffò, tenendo lo sguardo fisso sulla porta d'ingresso.
-A parte che non sarebbe proprio una mia responsabilità quella di sistemare la tua vita sentimentale, comunque ci ho già provato! Non vuole proprio capirla!- Mormorò la ragazza, per non farsi udire nel brusio generale. Era la sua ultima speranza, se neppure Hermione era riuscita a dissuaderla lui proprio non sapeva che cosa fare. Si guardò attorno, cercando di evitare di incrociare lo sguardo della ragazza.
In fondo alla sala George aspettava la sposa proprio davanti al caminetto, alla sua sinistra Fred sembrava eccitato almeno quanto il fratello. Parlottavano allegramente fra di loro e si spintonavano a vicenda, come se stesero progettando qualche scherzo. Alla loro destra Kingsley, che evidentemente era stato scelto per officiare la cerimonia, chiacchierava pacatamente con il signor Weasley che, di tanto in tanto, lanciava qualche occhiata di rimprovero ai figli. Dall'altro lato Draco e Blaise aspettavano in silenzio, uno a fianco all'altro, le mani unite davanti all'addome, fissavano immobili l'entrata della sala, per non perdersi l'entrata della sposa. Draco era bellissimo, con il suo completo scuro, mentre Blaise ne indossava uno identico ma grigio perla. Assieme facevano uno strano effetto, ma molto affascinante.
-Lo fissi come se dovessi essere tu a sposarti, Harry- Lo canzonò Hermione, coprendosi la bocca con una mano per soffocare una risatina, tuttavia Harry non trovava affatto che quell'idea fosse buffa, tutt'altro...
Un trillare di campanelli impose il silenzio nella sala. George si fece attento, sordo ai richiami del fratello che gli dava di gomito e poi, Draco cominciò a cantare, una canzone dolcissima, non certo quella che Harry avrebbe associato ad un matrimonio, ma aspettarsi che Pansy e George facessero qualcosa di tradizionale era decisamente troppo. Harry si godeva la musica, perdendosi fra le note, la voce di Draco era qualcosa di unico e rendeva toccante ogni pezzo, ma questo era addirittura straziante per quanto era bello, tuttavia, dopo le prime note Harry cominciò a notare che l'intera casa sembrava rabbrividire, dalle fondamenta fino al tetto, un lungo, profondo brivido di soddisfazione, schiocchi e scricchiolii del legno sembravano andare a tempo, quasi facessero da colonna sonora. Poi le lucette sul soffitto divennero sempre più luminose e cominciarono a danzare. Era magnifico, fra la musica e le lucine scintillanti ad Harry sembrava di fluttuare in un mare di sensazioni splendide, perfettamente felice ed appagato, si sentì quasi infastidito quando Hermione gli diede di gomito.
-Che c'è- Sibilò lui seccato. Lei aveva alzato gli occhi al cielo ma Tonks, dietro le sue spalle, gli aveva indicato la porta. Tutti quanti, tranne lui, si erano voltati verso l'entrata dove la sposa stava facendo il suo ingresso.

Si girò velocemente, inciampando nei suoi stessi piedi e finendo addosso ad Hermione.
-Scusa- Bofonchiò rialzandosi. Hermione lo fissava con i pugnali negli occhi.
-Meno male che, per una volta, non è colpa mia- Gli aveva sussurrato Tonks all'orecchio facendogli venire i brividi.
Pansy aveva fatto il suo ingresso, se ogni sposa era radiosa nel giorno delle nozze, lei le metteva tutte in ombra. Sembrava attirare tutta la luce su di sé, e le lucine che le facevano da velo non facevano che aumentare questa sensazione. George sembrava rapito, sarebbe stato in grado di pronunciare le promesse? Harry ne dubitava fermamente.
-Allora, se siamo tutti pronti, cominciamo. Siamo qui per assistere all'unione di questi due giovani.- Kingsley si interruppe per guardare Pansy e George che si tenevano per mano. -Onestamente non credevo che avrei mai visto una cosa simile, soprattutto di questi tempi. Invece questi ragazzi, tutti loro- E con un ampio gesto della mano abbracciò tutta la sala. -Hanno saputo trovare la strada per collaborare nonostante le diversità che li dividevano. Dobbiamo essere molto orgogliosi di loro, non dev'essere stato semplice arrivare ad andare d'accordo, ma loro ci sono riusciti e il loro lavoro ha dato i suoi frutti- Si fermò nuovamente per rivolgere un cenno ai genitori di Pansy e alla signora Malfoy che, in prima fila, abbracciava l'amica con un braccio e sembrava doverla sostenere mentre lei si scioglieva in lacrime. -Ed ora, questa unione, sacra e indissolubile, si spera...-
-Puoi giurarci! E chi lo molla questo qui!- Lo interruppe Pansy, la platea scoppiò in una risata allegra. Kingsley, sorridente riprese a parlare.
-Questa unione eterna cementerà i legami di amicizia fra questi ragazzi. Non vedo l'ora di vedere il meraviglioso futuro che costruiranno assieme- E si fermò, apparentemente per riprendere fiato.
-Adesso, però cominciamo la cerimonia, prima che questa signorina perda del tutto la pazienza- Altra risata del pubblico, quel matrimonio si stava rivelando meno noioso di quanto Harry avesse pronosticato.
Contrariamente a quanto pensava George riuscì a pronunciare le promesse con voce chiara e ferma, anche se Fred continuava a ridacchiate dietro alle sue spalle. Invece Pansy, complici gli ormoni che la rendevano ancora più instabile, scoppiò a piangere a metà del suo discorso e terminò fra i singhiozzi.
-Ed ora, puoi baciare la sposa- Dichiarò Kingsley in chiusura della cerimonia, battendo una sonora pacca sulla spalla di George. Non che al ragazzo servisse un incoraggiamento, non appena ebbe il via libera si avventò sulla neo signora Weasley con l'intenzione di divorarle le labbra, ma l'aveva appena sfiorata che, dal camino, una scarica di fuochi d'artificio marchio Weasley invase la sala. I petardi sibilavano fra la folla, spargendo scintille rosse e verdi. Il padre di Pansy saltellava come un bambino, con un braccio sulle spalle di Fred che sembrava euforico quanto lui, mentre gli ospiti, con i nasi per aria, commentavano con espressioni entusiastiche.
-Credo che Pansy dovrà lottare per separare suo marito da suo padre-
Harry si voltò di colpo, Draco era lì al suo fianco e in un attimo tutto fu perfetto.
-Ehi, ciao- Riuscì a dire il Grifondoro, dando dimostrazione della sua consueta eloquenza. Draco sorrise, arrossendo.
-Io... ehm... volevo ehm... presentarti mia madre- "Oh cavolo! CavolocavoloCAVOLO!!" Nel tempo che gli occorse per mettere a fuoco la donna Harry riuscì ad entrare completamente in panico.
-Pia...piacere di conoscerla signora Malfoy- Riuscì a biascicare, porgendole una mano sudaticcia che lei strinse con un'espressione triste.
-Ti sarei grata se mi chiamassi Narcissa, Harry. Quel nome l'ho lasciato alle mie spalle e poi, mi sembra appropriato che il ragazzo di mio figlio mi chiami per nome-
-MAMMA!- Urlò Draco, che era diventato rosso almeno quanto lui.
-Che fai Cissy? Sei riuscita a mettere in imbarazzo entrambi i ragazzi? E' notevole anche per te- Quella voce... non poteva essere... "Non anche qui!" -Potter! Hai dimenticato le buone maniere? Non si saluta?-
-Scusi professor Piton, buon giorno- Si costrinse a dire. -Che sorpresa vederla qui... ciao Remus- Aggiunse, riuscendo appena a resistere alla tentazione di sfregarsi gli occhi per la sorpresa, cosa ci faceva Remus appiccicato a quel modo proprio a Piton, non che si tenessero per mano o che, solo erano... sembravano... ma non si odiavano? O meglio, era Piton che ce l'aveva con Remus, anche se lui pareva non sopportare nessuno in generale. Invece Harry ora se lo trovava davanti sorridente, o quasi, insomma era pur sempre Piton, però insomma non lo aveva mai visto tanto... soddisfatto? E Remus? Sembrava al settimo cielo... "Aspetta? Che diavolo sta succedendo?"
-E' un buon momento per darsi alla fuga- Gli fece notare Remus, le mani nelle tasche come al solito ma sul viso una serenità nuova, qualcosa di profondo che Harry non riusciva a spiegarsi fino in fondo, persino le cicatrici sembravano meno evidenti, quasi invisibili, era decisamente molto più in forma del pomeriggio precedente.
-Grazie Remus- Rispose Draco sfiorandogli delicatamente il braccio con le punte delle dita per invitarlo a seguirlo.

-Ma che gli prende a quei due? Sembrano gemelli siamesi- Draco si era esibito nel suo migliore ghigno malizioso, quanto avrebbe volto baciarlo in quel momento. Harry lo prese per mano, intrecciando le loro dita.
-Non crederesti alle tue orecchie, ti lascio giudicare da solo- Gli rispose sibillino, da brava serpe, lasciando la sua mano per indicargli i due uomini. Ridevano allegramente parlando con la madre di Draco, già vedere Piton ridere era uno spettacolo che aveva dell'incredibile, poi sembrava che non riuscissero a evitare di sfiorarsi, toccarsi sempre in modo casuale come se fossero coinvolti in una sorta di danza. L'attrazione non poteva essere più evidente.
-E Sirius che ne dice?- Chiese infine, incerto su cosa dovesse provare a riguardo. Che buffo, non aveva ancora praticamente visto il suo padrino eppure non gliene importava molto, non gli importava di nessuno finché poteva stare con Draco a dire la verità. Il ragazzo aveva arricciato il naso e, ignaro della tempesta emotiva che aveva procurato ad Harry con quel semplice gesto gli aveva risposto:
-Non ne è esattamente entusiasta. Ha fatto un lungo discorso a Remus per fargli capire che si meriterebbe di meglio e Remus lo ha molto gentilmente invitato a farsi i fatti propri, da allora cerca di ignorarli- Infatti, dopo una breve ricerca Harry individuò Sirius dall'altra parte della sala, impegnato in un'animata conversazione con Tonks. Rideva e gesticolava, rischiando di rovesciare il bicchiere che aveva appena afferrato da uno dei vassoi fluttuanti che circolavano per la sala.
-Deve essere stata dura per lui- Ipotizzò Harry, prendendo nuovamente Draco per mano -Ti va di ballare?- Qualcuno aveva incantato il piano e alcune coppie stavano danzando al centro della sala lasciata libera dagli ospiti.
-Mi spiace, devo aiutare con l'organizzazione... e poi Pansy mi starà cercando- Si affrettò a rispondergli, lasciando nuovamente la sua mano e tirando fuori dalla tasca un pacchettino che, con un colpetto di bacchetta riportò alle dimensioni normali. -A proposito, buon Natale Harry- Gli disse, prima di sparire fra la folla.

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