23 - Nuove Routine

Ciao, questo è il capitolo 23, e viene dopo "Notte di poggia" scusate, è Wattpad che fa casino.

Buon Natale meravigliose persone che leggete e commentate.
Siete sopravvissute alla cena della vigilia e al pranzo di Natale? Dai che ce l'avete quasi fatta! Nel frattempo mi sono appena accorta che non vi ho ancora fatto il regalo di Natale! Quindi ecco qui un nuovo capitolo tutto per voi.
Tanti auguri.
Buona Lettura.
Noy

La mattina dopo era come se non fosse successo nulla. Come se i giorni d'inferno che avevano passato non fossero mai accaduti.
Eppure Harry si sentiva completamente diverso, più maturo, più posato, un uomo nuovo. Ed era immensamente fiero del modo maturo e consapevole con cui stava gestendo tutta la faccenda.

-Se non la finite di lanciarvi molliche di pane, Harry, dovrò denunciare te e Ronald per aver creato confusione durante la colazione.- Hermione sembrava infastidita, eppure non li stava neppure guardando! Cavolo, come faceva ad essersene accorta? Certo, qualche munizione era finita sul suo libro di trasfigurazione, ma non poteva certo aspettarsi che non si sporcasse con qualche briciola, se lei si metteva a studiare al tavolo della colazione.

Harry, più discretamente possibile, tirò ancora una pallina di mollica di pane contro il suo avversario e stavolta, finalmente fece centro.
Ron girò a faccia in giù il bicchiere che aveva di fronte per fare uscire la sua pallina e caricò il tiro, sempre cercando di non farsi vedere dalla compagna, ma Hermione, sbuffando, chiuse il libro con un tonfo sonoro proprio mentre lui stava per tirare. Colto dal panico Harry si infilò in bocca tutte le mollichine appallottolate con cura.
-Non so di cosa stai parlando Hermione, io sto solo facendo colazione. Vedi?- Bofonchiò sputacchiando briciole sulla divisa impeccabile della ragazza. Ron, alle sue spalle, scoppiò a ridere.
-Uffa! Siete irrecuperabili!- Commentò lei, alzando gli occhi al cielo e alzandosi, il grosso tomo stretto al petto, la tracolla appesa ad un braccio.
Harry si voltò a spiare Draco e il Serpeverde gli rivolse uno sguardo severo di disapprovazione.
Atteggiamento maturo e posato! Proprio così!

L'unica cosa che era cambiata era la nuova abitudine di incontrarsi, lui da solo con Draco, la sera, prima di andare a letto, in una vecchia aula in disuso nei sotterranei.
La motivazione ufficiale era quella di "fare il punto della situazione".
In realtà parlavano di tutto.
Harry si sentiva sempre più vicino al Serpeverde e quello che stava scoprendo di lui lo affascinava e lo faceva sentire fiero e onorato che Draco gli concedesse tanta confidenza.

Harry aveva sempre pensato che fosse un ragazzino viziato e frivolo, uno sciocchino vanesio, affascinato dalle arti oscure.
Invece stava scoprendo un ragazzo molto maturo per la sua età, che conosceva la sofferenza e non se ne era lasciato schiacciare.
Fedele alla sua promessa di non tacergli più nulla il ragazzo, con gli occhi bassi e la voce roca, gli aveva parlato del difficile rapporto con il padre che, da piccolo idolatrava, salvo poi accorgersi che era un violento tiranno non appena aveva cominciato la scuola.
Lucius lo teneva sotto controllo stretto, anche quando si trovata ad Hogwarts, e lui aveva impiegato anni a capire come agire senza destare i suoi sospetti e senza incorrere nelle sue terribili punizioni, anche se non sempre funzionavano.
Fino a quel momento solo i suoi due amici Pansy e Blaise, erano a conoscenza di quanto suo padre potesse essere violento, anche se non aveva rivelato loro tutti i dettagli.

Harry si era sentito sempre più coinvolto ed aveva sentito nascere dentro di sé il bisogno di proteggere quel ragazzo tanto incredibile.
Draco era intelligente, arguto e anche molto profondo a volte.
Conosceva un sacco di cose che Harry ignorava, sul mondo magico, ma non era come con Hermione, che sembrava salire in cattedra ogni volta, il Serpeverde aveva una grazia innata nello spiegargli le cose e Harry si scopriva sempre impaziente di parlare con lui, di conoscere la sua opinione, di scoprire le molte affascinanti cose che lui gli rivelava ogni volta.

-Devo dirti una cosa, Harry- Aveva esordito una delle prime sere. -Ma devi promettermi di non dirlo a nessuno- Aveva gli occhi che brillavano di malizia e l'espressione colpevole di un bambino sorpreso con le dita nella marmellata. Harry lo aveva trovato adorabile e aveva annuito curioso.
-Cioè, in realtà non è qualcosa che dovrei rivelare, ma se non lo dico a qualcuno esplodo! Credo che mio padre si veda con qualcuno- Rivelò con la voce che saliva di diverse ottave per l'eccitazione, tanto che Harry faticò a capire le ultime parole.
-Ma quindi Lucius Malfoy ha un amante?- Chiese i Grifondoro, perplesso, perché Draco era tanto felice di una cosa del genere? Proprio non riusciva a capire. Draco lo guardò deluso.
-Non lui! Il mio vero padre. Stasera quando sono passato per salutarlo, non mi guardava neppure, sembrava avere una gran fretta di salutarmi e poi indossava un dolcevita, l'ho visto spuntare da sotto la veste e non era nero!- Harry non capiva proprio tutta quell'agitazione, forse, se fosse stato qualcuno a cui teneva. Ma il pensiero di Piton, che usciva con qualcuno non lo eccitava per niente. Un brivido gli corse lungo la schiena.
-Secondo te chi potrebbe essere?- Chiese Harry, per un attimo valutò se raccontargli della ragazza che aveva scritto sul libro del professore, ma Draco gli sembrava già fin troppo agitato.

-Non ne ho idea, solo pensavo che, insomma, non credi che sarebbe bellissimo se avesse trovato il modo di rivedere mia madre?- Sussurrò il Serpeverde, l'eccitazione di poco prima si era trasformata in un basso sussurro, come se non osasse neppure dirlo ad alta voce.
I proprio genitori che tornavano assieme, un desiderio dolcissimo, un po' infantile e Draco infatti sembrava così piccolo, così vulnerabile, mentre lo esprimeva.
Nessun filtro, nessun muro dietro cui nascondersi, nessun atteggiamento costruito, era vero al cento per cento e solo lui poteva vederlo così. Harry scoprì di amarlo in quel momento e seppe che avrebbe dovuto proteggerlo ad ogni costo.
-Te la immagini la faccia di Lucius se fosse vero?- Scoppiò a ridere di gusto ed Harry si rese conto che amava anche sentirlo ridere.

Ma il momento che attendeva con maggior aspettativa era quando si salutavano per andare a letto.
Tutto era nato un po' per caso, la prima sera che si erano visti. Draco aveva già afferrato la maniglia ed Harry, distrattamente aveva posato la propria mano sulla sua. Si erano trovati, per forza di cose, quasi abbracciati, in quello spazio così ristretto, con Draco che gli dava le spalle ed Harry praticamente appiccicato a lui.
Invece di ritrarsi, o di aprire la porta, il Serpeverde si era girato verso di lui, sorridendo e gli aveva mormorato.
-Buona notte Harry- Poi gli aveva posato un piccolissimo bacio sulle labbra.
Per Harry era stato come essere colpito da una scarica elettrica, il Grifone aveva trattenuto il fiato e chiuso gli occhi, sperando in qualcosa di più, ma Draco invece aveva aperto la porta e lo aveva lasciato lì a sorridere come un idiota, toccandosi le labbra con la punta delle dita, quasi per impedire alla sensazione che aveva provato di lasciare la sua bocca.

La scena si era ripetuta con poche varianti anche le sere successive. Al momento di andare a letto, Draco si avvicinava, gli augurava la buona notte, già con lo sguardo fisso sulle sue labbra e poi lo baciava. Bacetti a fior di labbra, appena un piccolo sfioramento, ma bastava per mandare Harry al settimo cielo.
Faceva tutte le scale fino alla torre due gradini per volta, arrivava nel dormitorio col fiato corto, il cuore che faceva le capriole e l'animo leggero che solo un ragazzo innamorato può conoscere.

Eppure c'era sempre un pensiero, ai margini della coscienza, che lo disturbava, che non gli permetteva di vivere appieno quel sentimento che sentiva diventare sempre più forte, più importante: Gwendoline, la ragazza a cui aveva confessato il suo amore appena la settimana prima, la sua ragazza, quella a cui avrebbe dovuto indirizzare tutti quei sentimenti.

Ogni volta che pensava a lei, ai suoi baci, al suo corpo nudo sotto il suo, Harry si sentiva dilaniare il cuore in tanti pezzetti indecisi.
Era sicuro che non avrebbe dovuto affatto sentirsi a quel modo, eppure, non era assolutamente in grado di scegliere.
Quando pensava a Draco non aveva nessun dubbio, voleva stare con lui, in ogni modo, solo con lui, ma come pensava di lasciare Gwen, allora stava male, gli sembrava una cosa sbagliata, e desiderava solo di stare con lei.
Come poteva amare entrambi allo stesso modo? Erano persone talmente diverse. Eppure si sentiva completo solo restando così, nel mezzo, tenendoli entrambi legati a sé.
"Non è giusto, mi sto prendendo gioco della persona che amo. Di entrambe le persone che amo! Sono proprio uno stronzo"

Aveva bisogno di parlare con qualcuno, qualcuno più grande, che lo aiutasse a capire quello che provava, come aveva fatto alla fine dell'estate con Remus, se solo aveva potuto parlarne con lui! Lo avrebbe visto per Natale, era già tutto organizzato, ma mancava ancora così tanto, e lui aveva bisogno di chiarirsi le idee adesso, o sarebbe impazzito.
Doveva trovare qualcuno con cui confidarsi, una persona che non lo giudicasse o magari due.
La pausa per il pranzo era quasi finita e molti ragazzi, approfittando del bel tempo, erano usciti nonostante la neve che imbiancava tutto il cortile, per godersi i tiepidi raggi di quel sole novembrino.
Appartati in un angolo nascosto del cortile Fred e George sembravano intenti a progettare un altro dei loro tiri mancini con il loro eterno compagno di marachelle, Lee. Vedendolo arrivare lo salutarono con un cenno della mano.
-Va bene, io vado, ci vediamo dopo?- Disse Lee, intuendo che Harry aveva bisogno di parlare da solo con i gemelli, poi si avvicinò a Fred e, del tutto inaspettatamente, gli stampò un bacio sulla bocca, prima di allontanarsi.
Harry rimase senza parole, questa proprio non se l'aspettava. Lee gli rivolse un cenno del capo passandogli accanto.
-Ciao Harry- Gli disse, in tono allegro. Tutto quello che il grifone riuscì a fare fu rispondergli con un sorriso tirato.
-Qualche problema Harry?- Chiesero i gemelli guardandolo male, cavolo, non voleva che si facessero l'idea sbagliata, proprio ora che stava per chiedere il loro aiuto.

-No, assolutamente, solo che io non me lo aspettavo. Voglio dire, è fantastico, sono veramente contento per voi... per te! Volevo dire per te- I gemelli si scambiarono uno sguardo eloquente.
-Perché non smetti di girarci attorno e non ci dici quello che avevi intenzione di chiederci?- Gli venne in aiuto George, appoggiandosi al muro a fianco al fratello, per lasciare ad Harry l'unico posto a sedere, un masso sbeccato proprio di fronte a loro, Harry, silenziosamente e in imbarazzo, si lasciò scivolare sul sasso. "Cavolo che scomodo!"
-Così magari eviti di fare brutte figure- Aggiunse Fred, appoggiandosi di peso alla spalla di George, quello allora si spostò di colpo e Fred quasi cadde a terra. -Ehi! che fai scemo!-
-Dai lascialo stare Freddy, anche io ci sono rimasto di sale quando me l'hai detto- Commentò George, ridendo. -E poi il nostro Harry mi sembra già preoccupato a sufficienza. E' per l'allenamento di domani o c'entra una ragazza?- Harry fu come folgorato.

"Domani c'è il quiddich, allora stasera devo vedere Gwen. Oh cazzo! Stasera devo vedere Gwen! Me ne sono scordato, e non ho ancora capito come fare con 'quello'. Oddio adesso che faccio?" La sua faccia stravolta doveva essere diventata di tutti i colori e i gemelli lo fissavano incuriositi.
-Dai Harry, dicci come si chiama- Cantilenò George, straordinariamente intuitivo.
-Lei si chiama Gwen. Gwendoline Gladys Dray- Farfugliò Harry, incapace di formulare un pensiero di senso compiuto, il suo cervello era una grande lavagna nera e completamente vuota. Da dietro alle sue spalle un urlo lo fece voltare.
-Allora c'entra davvero una ragazza- Replicò George. Che strano, sembrava sorpreso.

-Insomma BLAY! DRAY! Vi volete muovere?- Era la voce di Pansy Parkinson che chiamava i suoi due amici, Draco e Zabini risalivano lentamente le scale, facendole cenni con la mano, intenti in chissà quale animata discussione.
"Draco." Pensò perdendosi un attimo in fantasie tutte sue "La Parkinson lo ha chiamato Dray. Che coincidenza, lo stesso nome di Gwen"

-Allora Harry, si può sapere che problema c'è con questa signorina? Non riesci a conquistarla?- Chiese George, richiamandolo all'ordine.
-No, non è quello. In effetti stiamo assieme già da qualche tempo- Aveva rivelato Harry, arrossendo. Perché diavolo avrebbe dovuto arrossire? Non c'era niente di male ad avere la ragazza, e poi, era lì per chiedere loro consigli su un altro argomento, anche se, forse, aveva qualcosa di più urgente da domandare loro.
Fred e George lo fissavano perplessi, chissà cosa avevano in testa.
-Quello che volevo chiedervi è... insomma, come si fa con le ragazze sapete a fare... insomma... quello?- Che campione di eloquenza, "Davvero, devo trovare una soluzione a questo problema, altrimenti nessuno mi capirà mai" Infatti i gemelli lo scrutavano ancora più perplessi.
-Harry, ci stai chiedendo di farti il discorso sul sesso?- "Oddio no" Scosse il capo diventando color peperone.
-No, io lo so come si fa. E' solo, insomma, come posso fare per fare in modo che piaccia anche a lei, per farla stare bene- Aggiunse, al massimo dell'imbarazzo, se fosse sopravvissuto a quella conversazione poteva sopravvivere a ogni cosa, anche al Signore Oscuro.

-E' molto maturo da parte tua, Harry, non molti ragazzi penserebbero anche alla loro partner- Lo lodò George, che aveva l'aria di arrampicarsi sui vetri. E poi, non che loro fossero così tanto più maturi di lui, alla fine.
-Ma la cosa fondamentale, prima ancora di cominciare, è interpretare bene i segnali! Magari a te sembra che lei lo voglia, ma le ragazze sono complicate, potrebbe significare tutt'altro- Aggiunse Fred, Harry lo fissò stupito -Andiamo Harry, ho avuto qualche ragazza anche io, prima di capire che ero più interessato ai ragazzi- Si schernì l'amico, ridacchiando.
-E' vero, comunque, Fred ha detto una cosa giusta. Allora, primo: capire i segnali, lei che segnali ti ha dato?- Chiese George, che sembrava anche lui imbarazzato quanto Harry, questo, stranamente lo tranquillizzò.

-Bhe, mi ha detto chiaramente che voleva fare l'amore con me. Mi sembra abbastanza chiaro come segnale- Rivelò Harry. Fred scoppiò a ridere, mentre George arrossiva vistosamente.
-Va bene. Allora, questo è chiaro.- Farfugliò George, che sembrava lottare con le parole -Senti Harry, non è che ci sia un modo giusto e uno sbagliato di farlo, devi solo... ecco, stare attento. E essere gentile! Questo è importante, non devi mai essere brusco, soprattutto se anche lei, insomma, non ha molta esperienza. Chiaro?- Il discorso non era esattamente chiaro, a dire la verità, quando aveva deciso di chiedere il loro aiuto, Harry si era aspettato che i gemelli gli fornissero un elenco di istruzioni da seguire.
Avrebbe applicato con attenzione i loro consigli e sarebbe andato tutto bene, ma così non capiva quello che doveva fare.

-Sì. Grazie, sono ottimi consigli, ma non ho capito cosa devo fare- Replicò, con maggiore sicurezza rispetto a prima, man mano che ne parlava si sentiva sempre meno in imbarazzo e sempre più curioso.
George invece pareva avere voglia di seppellirsi in una buca. Si voltò verso suo fratello che non aveva ancora smesso di ridere, e lo apostrofò in malo modo.
-Se lo trovi così divertente perché non glielo spieghi tu?- Berciò. Fred, come colpito da un secchio d'acqua ghiacciata, si freddò all'istante.
-Cosa? No!- Rispose, con un'espressione allarmata -Oh! Uffa! E va bene- Concesse, di fronte alla intransigenza del fratello.
-Vedi Harry, non è che posso spiegarti cosa fare, dove mettere le dita o altro. Non c'è una formula che funziona tutte le volte, però, di solito, le ragazze sanno quello che vogliono. Se lo chiedi a lei sono sicuro che lo troverà adorabile, guadagnerai punti e ti dirà cosa vuole che tu faccia, così eviterete le incomprensioni- Concluse, certo questo era leggermente meglio, poteva funzionare! Harry si sentì un tantino più sicuro.
-E potresti usare del lubrificante, sai a volte aiuta- Aggiunse George che sembrava essersi ripreso, adesso che la conversazione era più incentrata su di lui.
-Ottimo consiglio, sono parti delicate, è meglio se c'è qualcosa che riduce l'attrito- Aggiunse Fred, facendo gesti equivoci con le mani senza neppure accorgersene.
-E dove lo trovo io il lubrificante, adesso?- Chiese Harry, allarmato, se quel coso poteva rendergli le cose più facili allora lui lo voleva! Ma dove avrebbe potuto procurarselo?
-C'è un Serpeverde che lo spaccia di nascosto, ma ci mette una settimana per fartelo avere. Però puoi usare anche altre cose, una crema idratante per esempio o anche la saliva, se proprio non trovi nient'altro.- Gli spiegò Fred, incrociando le braccia. Si era reso conto che i gesti che stava facendo con le mani non erano esattamente casti e, imbarazzato, si era infilato le mani sotto le ascelle per tenerle ferme.

-Potresti dargliene un po' del tuo, fratellino!- Lo canzonò George, suo fratello lo fulminò con lo sguardo.
-E va bene. Ma Lee mi ucciderà- Disse, quasi fra sé -Passa in camera nostra prima di cena, Harry- Terminò, con uno sguardo rassegnato.
-Almeno stanotte dormiremo tranquilli!- Lo sfottè George, colpendolo scherzosamente a una spalla con il pugno.
Fred rispose alla provocazione con un spinta, e suo fratello non si lasciò certo scappare l'occasione di menare le mani. In men che non si dica i ragazzi si stavano rotolando sul prato, abbracciati come giovani orsi.

-E invece con i ragazzi come si fa?- Urlò Harry all'improvviso. Da dove gli era uscita quella adesso? Fred e George si mobilizzazione, a metà di un placcaggio. Fred, le braccia strette attorno al collo del fratello, sollevò il viso. Per una volta era addirittura più spettinato di lui. Lo fissava a bocca spalancata.
George, sdraiato a terra, riuscì contorcendosi a girare la testa più o meno nella sua direzione.
-"Con i ragazzi" come dici tu, il lubrificante è fondamentale, a quanto pare non si può proprio farlo, senza- Gli rivelò, allusivo, molto più a suo agio, ora che stava parlando della sessualità del fratello. Fred, con il viso che andava a fuoco saltò su come una molla, quasi che il fratello scottasse.
-Ma che dici, scemo!- Lo apostrofò -E poi cosa ne sai tu?- Urlò al fratello, incrociando le braccia e mettendo il broncio.
-Io? Non ne so niente! A parte quello che mi racconti tu- Proseguì George, ridendo sotto i baffi e alzandosi a sua volta. Fred sembrava volerlo incenerire.
-E anche la preparazione è importante nel sesso gay, Harry, non devi sottovalutarla- Aggiunse, fissando il fratello con un ghigno malizioso. -Forse dovresti spiegargli come si fa, Freddy- Harry si trovava a essere sempre più confuso, quella conversazione si stava rivelando imbarazzante e per niente utile.

-Ragazzi, così non mi aiutate!- Si lamentò Harry, cominciava anche a essere tardi, gli altri ragazzi si incamminavano verso il portone. In lontananza Draco camminava tra Pansy e Blaise, rise, spensierato e felice, poi Blaise gli mise un braccio attorno alle spalle e Draco si voltò verso di lui sorridendo.
Qualcosa nel suo addome si mosse, ruggendo tutto il suo disappunto. Faceva quasi male. Come si permetteva quel cretino di Blaise, ma lui non correva dietro a Neville? E Draco cosa aveva da sorridergli così?
La gelosia doveva leggerglisi in faccia, perché i gemelli lo fissavano incerti, Fred sembrava adirato.

-Forse Harry dovrebbe decidere se gli piacciono le ragazze o i ragazzi, prima di pensare a andarci a letto. Chiariamoci, non c'è niente di male a essere attratti da entrambi i sessi, ma non contemporaneamente! Prendi una decisione, Harry e fallo in fretta, prima che tu o il tuo biondino vi facciate del male- Berciò, lo sguardo tagliente, prima di allontanarsi a grandi passi nervosi.
-Ma che gli prende?- Farfugliò Harry imbarazzato, Fred ci era andato troppo vicino per non farlo riflettere, eppure non si sentiva ancora pronto a prendere quella decisione, né ad ammettere di doverlo fare!
-Andiamo, Harry, lo guardavi come se ti appartenesse, eppure sei appena venuto da noi a chiederci consigli per stare con la tua ragazza. Non bisogna essere un genio per capire quello che stai facendo.- Disse George, che aveva lasciato andare avanti il fratello da solo ed era rimasto lì con lui. -Non fraintendermi, Malfoy non mi sta per niente simpatico, però neanche lui si merita di essere trattato a quel modo. Si vede che lui ci tiene.- Aveva aggiunto, avviandosi lentamente verso il cancello, erano fra gli ultimi studenti ancora nel parco, la maggior parte era già entrata. Gazza, sulla soglia, faceva grandi cenni con la mano invitandoli ad accelerare il passo. George invece si fermò, aspettandolo.
-Credi davvero che lui...- Non riuscì a completare la frase, insomma lo sapeva che Draco provava qualcosa per lui, glielo aveva detto, e anche lui, a suo modo, era molto attratto.
-Credo che le uniche persone che non se ne sono ancora accorte siate tu e lui. Persino Ron si è accorto che c'è qualcosa, dopo l'episodio del banco. La miseria! Avrei voluto esserci! Anche solo per vedere la faccia della Rospa! Deve essere stato uno spettacolo- Commentò il ragazzo con desiderio. Harry, per la prima volta, si concesse di lasciarsi scappare un sorrisino, al ricordo della faccia allibita e incredula della professoressa Humbridge.
-Non hai idea- Replicò ironico, con in ghigno che gli si allargava in volto.
-Dopotutto Malfoy non è così male, a quanto pare- Aggiunse George, aumentando il passo. Harry non poteva dargli torto non poteva proprio.
Ma come fare con Gwen? Era di nuovo al punto di partenza, anzi, ci capiva meno di prima!
Non gli restava che aspettare la sera, magari, vedendo la sua ragazza, si sarebbe chiarito le idee una volta per tutte, anche se lui era il primo a non crederci.

Dopo questo capitolo viene "Delusioni e litigi" scusate l'inconveniente, ma sono solo una ventina di capitoli.

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