CAP 14 - CASA E PIANI


"Cristian"

Quella casetta era bellissima, costruita in pietra e legno, molto rustica all'esterno, internamente era molto semplice, pareti bianche e pavimenti in legno chiaro.
Siria ci fece fare un giro esplorativo, al primo piano c'era la cucina con open-space sulla sala da pranzo, un salotto, un bagno con lavanderia e un piccolo studio che da quello che ci spiegò Siria era lo studio di suo nonno.
Al secondo piano c'erano tre stanze da letto ognuna con bagno annesso.
Dopo il giro di esplorazione la mia compagna ci salutò, aveva da fare con il padre, io rimasi con i miei ed iniziammo a sistemare le poche cose che avevamo.

Stare con i miei genitori chiacchierando allegramente era così confortante, così normale se si può dire.
Per tutto il pomeriggio fra un lavoretto e l'altra mi bombardarono di domande su cosa avessi fatto in quei quattro anni di assenza.

Ebbi parecchi problemi a spiegare quei quattro anni, il tempo passato sotto forma di lupo era molto semplice ma un po' macabra visto che per mangiare dovevo cacciare qualsiasi cosa trovassi.
Il tempo sotto forma da umano era breve fatto per superare zone troppo abitate.
Ora però le cose si stavano sistemando anche se Obscuro incombeva su di noi, ma per ora ai miei era meglio non dirlo.

"Siria"

Finito il giro di ispezione alla casa lasciai i tre soli a sistemarsi io dovevo parlare con mio padre.
Lo trovai nel suo studio che guardava alcuni fogli con aria preoccupata.
<<Tutto bene?>> chiesi.
<<Oh sei tu piccola mia, ci sono dei problemi>> mi salutò senza staccare gli occhi dai foglio.
Mi accomodai sulla poltrona di pelle posta difronte alla scrivania in mogano con tutti i scaffali strapieni di libri e pergamene antiche.
<<Che problemi oltre quelli che già sappiamo?>> mi informai.
<<Da quando Obscuro è apparso il numero di attacchi da parte dei demoni minori sono aumentati, gli altri branchi sono preoccupati della situazione, ho dovuto informarli della situazione>> mi aggiornò mio padre sospirando di preoccupazione.
<<Se il suo obbiettivo sono io perché il numero degli attacchi da parte dei demoni sono aumentati? Non ha senso>>
<Effettivamente no capisco cosa sta succedendo, ho già chiesto alle nostre streghe di mettersi in contatto con tutte le congreghe che conoscono per fornire loro l'incantesimo per proteggere le città umane come soluzione iniziale però fuori città la situazione sarebbe troppo rischiosa>> rimuginò papà preoccupato, la cosa era capibile questi attacchi potevano farci scoprire.
<<Rivolgerci alla chiesa?>> proposi dopo un attimo di silenzio.
<<In che senso?>>
<Avvisarli della situazione e chiedere loro di intervenire inventandosi qualcosa per bloccare le persone in casa, i demoni sono campo loro alla fin fine>> esposi il mio pensiero.
<<Effettivamente i demoni sono di loro competenza, forse posso riuscire a mettermi in contatto con loro grazie ad un esorcista che vive con un branco vicino al Vaticano>> mormorò più che altro fra sé alzandosi in piedi di scatto e mettendosi a camminare.
<<Potrebbe funzionare, loro hanno i mezzi per farlo e stando al trattato di pace stipulato per mettere fine alla caccia alle streghe è loro compito intervenire se le creature sovrannaturali creano troppi problemi>> lo sostenni nei suoi pensieri.
<<Grazie piccola ora vai che ho parecchio da fare>> mi salutò afferrando il telefono.

Fuori dallo studio pensai a cosa fare fino a cena.
Decisi di ritirarmi nella stanza dove erano stati stipati tutti gli oggetti dei nonni, in mezzo a tutti quei ricordi trovai un libretto rilegato in pelle che attirò la mia attenzione.
"La storia del fratello caduto"
Mi sedetti a terra e iniziai a leggere, era la storia di come Lucifero, il fratello del Dio Sole, era stato cacciato dal cielo a causa della sua invidia nei confronti del fratello e di sua moglie la Dea Luna in quanto loro potevano creare la vita e lui no.
A causa di questo rancore iniziò a corrompere le loro creature, dando vita ai demoni.
Tali azioni vennero punite proprio con l'esilio all'inferno.
Da quello che c'era scritto sul libro l'entrata, o l'uscita a seconda dei punti di vista, per l'inferno era situato dove sorse in un secondo tempo lo Stato del Vaticano.
Appositamente per proteggere il portale a guardia di esso fu posto un uomo benedetto dagli dei, chiamato semplicemente il Guardiano.
"E se..."
"Cedi che abbiamo il tempo per preoccuparci di altro oltre che Obscuro? Lui è il nostro nemico" mi bloccò Noctis.
"Hai ragione un problema alla volta e poi che se ne occupi la chiesa dei demoni"
Lasciai così cadere il discorso e mi diressi in cucina per vedere a che punto era la preparazione della cena.

<<È quasi pronto signorina, se intanto vuole avvisare gli altri>> mi sorrise Dorotea tra una pentola e l'altra, feci quello che mi aveva chiesto e mi diressi in sala da pranzo.
La mia famiglia fu la prima ad arrivare e successivamente la famiglia di Cristian con cui facemmo le dovute presentazioni, quando Rebecca scoprì che sia mia madre e mia zia Sonia erano anch'esse in attesa la serata si trasformò in una discussione su pannolini, pappette, notti in bianco e tutto quello che è connesso con il mondo dei bebè.

<<Per cui la gravidanza di voi licantropi è di soli sei mesi, sono un po' invidiosa>> commentò Rebecca dopo che mamma la informò delle tempistiche gestionali dei lupi.
<<Ho una domanda però come mai così breve?>> si informò Biagio, ormai lo avevo inquadrato era un uomo curioso ma riflessivo al contrario della moglie impulsiva.
<<La gravidanza ci mette a rischio, non possiamo trasformarci per tutta la gravidanza e ciò  ci destabilizza parecchio oltre che indebolirci>> spiegò Sonia gentile.
<<Sopravvivenza in pratica>> furono le ultime parole che riuscì a dire a tavola.

In pratica finita la cena gli uomini si ritirarono a parlare fra loro e le donne pure, noi ragazzi andammo in camera mia.
<<Beh ragazzi i miracoli avvengono a quanto pare>> esclamò Zack lanciandosi sul mio letto beccandosi un'occhiataccia da parte mia.
<<Oh su dai vi incontrate per caso e per caso i genitori di Cristian lo trovano, quante probabilità c'erano?>> ci fece notare mio cugino saltellando sul letto.
<<Forse doveva accadere che dici? La Dea non sbaglia mai>> feci notare lanciandomi a mia volta sul letto per poter bloccare Zack.
<<Ehi che fai! No mi puoi fermare!>> urlò il ragazzo  sgusciandomi dalle mani e afferrando un cuscino.
<<Vuoi la guerra cuginetto? È guerra sia>> ringhiai fra le risate lanciandoli contro un cuscino.

La battaglia dei cuscini ebbe inizio senza remore senza accorgerci però che Cristian era rimasto in disparte.
<<Cosa succede?>> chiesi quando mi accorsi della cosa.
<<Non lo so, sono così felice di aver ritrovato i miei e che diventerò un fratello maggiore ma sento come se le cose non possano proseguire così>> ci confidò venendo a sedersi accanto a me, capivo quella sensazione, era presente giorno e notte da quando Obscuro era apparso.
<<Capisco come ti senti Cri, dobbiamo solo non pensarci, goderci questi momenti e impegnarci, tutto qua>> cercai di confortarlo prendendogli la mano.
<<Posso chiedervi un'altra cosa ragazzi>> chiese un po' imbarazzato Cristian,
Io e Zack annuimmo.
<<Argent continua a ripetermi di fare una cosa ogni volta che vedo Siria, parla di "marchiarla" cosa vuol dire?>>
Questa domanda ci spiazzò, io e mio cugino ci guardammo per un attimo e poi tornammo a fissare il ragazzo che ci guardava di rimando confuso, fu Zack a rispondere per mia fortuna, ero già imbarazzata senza dover spiegare.
<<Marchiare significa in pratica far tua la persona che hai scelto o in questo caso la tua Mate, è un atto reciproco entrambi i compagni in un momento di forte intimità si mordono a vicenda, da quel gesto nasce un segno sulla pelle in modo che tutti sappiano a chi si appartiene>>
Cristian divenne rosso come un peperone e abbassò subito la testa.
Calò un silenzio imbarazzante fra noi, interrotto improvvisamente da Zack <<Dai un po' di vita ragazzi andrà tutto bene! Siamo o non siamo dei fratelli e sorella maggiori a breve? Dobbiamo occuparci dei cuccioli in arrivo>> con un grosso abbraccio ci travolse e potemmo ricominciare a chiacchierare del più o del meno fino ad addormentarci.

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