CAP 08 - ALLENAMENTO


"Siria"

Dopo la giornata di riposo iniziò la "tortura" mia e di Cristian.
Alle sette suonava la sveglia, una colazione veloce e poi giù in palestra con Adriano, il capo dei Delta, per allenarci.

Tre ore intensive di combattimento corpo a corpo sotto forma umana, un'ora di pausa per mangiare e riposare, poi altre tre ore di allenamento in forma di lupo sulle tecniche di caccia e battaglia, per finire un'ora di allenamento per imparare a gestire i nostri poteri.

Inizialmente Cristian nella forma umana avevo parecchie difficoltà, era molto impacciato e scoordinato ma per fortuna imparava in fretta, per mio conto invece sotto forma di lupo non mi ci trovavo molto.

Era difficile lasciarmi andare all'istinto e permettere a Noctis di avere il controllo essendo io una persona razionale maniaca del controllo, di conseguenza i miei miglioramenti procedevano lentamente rispetto a quelli di Cristian.

Per l'addestramento dei poteri non potevamo lavorare con Adriano per cui dovevamo ricorrere a uno dei mezzi-demoni nostri alleati che aveva il potere di controllare il vento.

Anche se era un'ora sola era molto impegnativa, quando arrivavamo alla lezione eravamo già sfiniti da tutte le ore precedenti rendendoci il lavoro più pesante di quello che era effettivamente visto che, per nostra fortuna, gli esercizi che il demone proponeva ci venivano istintivamente, senza bisogno di ulteriori spiegazioni, secondo la mia opinione ciò era dovuto ai ricordi inconsci che avevamo di Wolf e Cristal.

Il calvario, purtroppo per noi, non finiva con gli allenamenti, continua di notte, con i ricordi dei nostri avi.

Io sognavo l'infanzia di Cristal felice e spensierata, il matrimonio con Obscuro, l'accontentarsi di stare con lui consapevole che mancava qualcosa o per meglio dire qualcuno, l'incontro con Wolf, l'amore e la passione, i sensi di colpa e la fuga, la felicità di essere insieme, il branco, l'essere una lupa e i loro figli, alla fine però ogni notte le immagini peggiori arrivavano inevitabili.

La lotta spietata contro l'uomo che un tempo era stato il suo migliore amico, ora diventato un mostro, la rabbia, il dolore, il terrore di quei momenti, le ultime parole di Obscuro prima di scomparire come fumo davanti ai suoi occhi.
<<Non finirà così, io torneò a reclamare ciò che è mio, il giorno in cui tu e il tuo cane vi rincontrerete io tornerò e ti porterò via tutto ciò che che ti è più caro e sarai solo mia>>
Ogni notte le stesse scene e ogni mattina la confusione su chi fossi, prima di tornare consapevole di essere Siria.

Non sapevo quanto avrei retto a quel ritmo, ma non potevo lasciarmi andare, avevo delle responsabilità, avevo la mia famiglia e avevo Cristian.
La sua presenza era l'unica a calmarmi completamente e a cancellare i fantasmi del passato.




"Cristian"

Quella settimana fu dura, così come quelle che vennero dopo.

Gli allenamenti erano estenuanti, il mio corpo umano stentava a tenere il ritmo di Siria, per mia fortuna lei era molto paziente e mi faceva rivedere gli esercizi più volte, finché riuscivo a farli da solo.

Lentamente iniziai a migliorare ma era difficile averla così vicina e allo stesso tempo anche così lontana.
Ogni volta che tentavo di avvicinarmi lei si allontanava incoraggiandomi a continuare gli allenamenti.

Era frustrante, soprattutto per il mio lupo che spingeva per farla nostra.
Ma io rifiutavo, non volevo obbligarla a fare qualcosa che non voleva.

In tutto quel casino il problema più grosso però era la notte, quando rivivevo la vita di Wolf.

La sua creazione, l'incarico datogli dalla Dea Luna di proteggere gli umani, i secoli senza compagna concentrato a svolere il suo compito, la prima volta che vide Cristal, i giorni e le settimane di attesa a guardarla allenarsi, le poche parole scambiate, gli sguardi carichi di desiderio e poi la fatidica notte in cui lei fu finalmente sua, la fuga, la loro vita insieme, i loro figli e poi arrivava sempre la parte peggiore, la lotta contro quel mostro e il vederla spegnersi fra le braccia.

Al risveglio mi sentivo sempre uno schifo.
Mi sentivo sempre più solo e rifiutato da Siria, così , alla fine della settimana, decisi di parlare con lei.

Aspettai che tutti dormissero e usando il mio potere mi intrufolai nella sua camera.
Ripresa la mia forma fisica, rimasi a guardarla dormire per un po', era semi nuda con addosso una canotta e un poi di pantaloncini corti.

Alla vista di quel bellissimo corpo non resistetti.
Mi avvicinai, però nel momento in cui allungai la mano per accarezzare la guancia di quella ragazza così sexy, mi ritrovai sbalzato in aria e poi bloccato sul pavimento con una lama alla gola e lei a cavalcioni su di me.
<<Che cazzo fai?!>> mi ringhiò contro premendo la lama con più forza.
<<Siria sono io Cristian, volevo parlarti da solo>> le spiegai, spaventato che potesse uccidermi nonostante fossi il suo compagno.
Per tutta risposta lei allontanò la lama dal mio collo rimanendo a fissarmi con intensità, il mio corpo reagì al suo e a quel sguardo, facendomi arrossire.

Lei sussultò all'improvviso, sparendo da sopra di me per chiudersi dietro una porta, poco lontana.
Sospirai sentendomi rifiutato.
Era così doloroso che mi ritrovai a piangere come un bambino.
La sensazione che stavo provando era come una morsa al cuore che qualcuno stava tentando di strapparmi.
Era perfino peggiore del giorno in cui i miei genitori addottivi mi avevano respinto dopo avermi visto nella mia forma di lupo.
Dolore, delusione e una tristezza infinita mi stava soffocando.

Venni riscosso da quei pensieri quando due braccia mi circondarono e il suo profumo di fiori mi avvolse, conformandomi.
<<Scusami Cristian, non volevo farti del male ma stavo facendo un brutto sogno e mi hai spaventata>> disse dolcemente la mia Luna accarezzandomi la testa.
A quelle parole la strinsi forte a me, attirandola contro il mio petto e affondando il viso nel suo collo.

"Prendila ora, falla tua. Marchiala ora!" ordinò Argent dentro di me, mi rifiutai, non volevo prenderla senza il suo consenso e poi cosa diavolo significava marchiarla?
I miei pensieri vennero interrotti da Siria che si scostò da me chiedendomi <<Stai bene?>>
<<Si meglio ora>>
Lei sorrise radiosa, facendo accelerare il mio cuore, era bellissima.
<<Di cosa volevi parlare?>> mi domandò sistemandosi comodamente sul bordo del letto.
<<Io ti piaccio?>> chiesi guardandola.
Siria per tutta risposta sospirò e distolse lo sguardo prima di dire.
<<Credo di sì, ma voglio essere sicura che quello che provo per te non sia per il fatto di essere le incarnazioni di Cristal e Wolf e che non sia solo il lupo a parlare>>
<<Non pensi che quello che provi sia vero?>> chiesi ancora con un nodo alla gola causato dalla paura di perderla <<Io sono sicuro che ciò che sto provando sia vero, mi sono innamorato di te nel momento che ti ho vista, non il mio lupo, lui non ti aveva ancora riconosciuta. Mi sono innamorato della tua gentilezza e dolcezza e più passa il tempo più mi innamoro del tuo carattere forte e combattivo>> dissi tutto d'un fiato prendendole le mani e cercando di guardarla negli occhi che però mi evitarono.
<<Cristian non sto dicendo che tu non mi piaci e che ti rifiuterò. Sono molto confusa e voglio andarci piano, per quanto i nostri lupi spingano per marchiarci a vicenda, per quanto il desidero fosse forte io ho bisogno di tempo per rimettere in ordine i pensieri e soprattutto ho solo diciotto anni è troppo presto per tutto, non sono pronta>> esclamò quasi isterica alzandosi per allontanarsi da me.

La fermai dolcemente, la strinsi a me capendo i suoi sentimenti.
Capivo l'insicurezza di ciò che provavo, l'insicurezza di un legame così forte, delle responsabilità dell'essere Alfa.
<<Ti aspetto tutto il tempo che vorrai, se mi concederai di starti a fianco come amico per me va bene>> le sussurrai fra i capelli.
Lei annui e mi strinse forte a sua volta per poi ritrarsi quel tanto che bastava a permetterle di guardarmi negli occhi.
<<Grazie>> sorrise <<che dici torniamo a dormire, domani sarà un'altra giornata pesante>>
<<Posso rimanere finché non ti addormenti?>> chiesi speranzoso, non volevo lasciarla, non ancora.
<<Va bene, puoi sederti lì>> mi indicò una poltrona vicina al camino spento.
Passò una mezz'oretta circa prima che Siria si riaddormentasse.
Stavo per andarmene quando sentii la porta aprirsi lentamente.
Subito cambiai forma nella mia parte d'acqua e mi infila sotto il letto.

Dalla porta entrarono Marta e Octavian
<<Per fortuna dorme tranquilla>> sospiro la donna.
<<Sì, ultimamente di notte geme o piange, mi fa male sentirla così>> confermò i miei sospetti Octavian, che anche lei come me non dormiva bene.
<<Anche il ragazzo è nelle stesse condizioni, forse farli dormine insieme potrebbe aiutarli, sono Mate dopo tutto>> propose ancora la Luna.
<<Non ancora è troppo presto, è solo una bambina>> rifiutò l'uomo alzando la voce meritandosi una gomitata al costato.
<<Almeno lascialo riposare un po' è tutta la settimana che non escono dalla palestra, il branco è preoccupato e gli ex membri del branco di Cristian hanno chiesto di poterlo vedere>> lo informò la donna.
<<Devono essere pronti per quello che verrà!>> esclamò ancora l'Alfa infastidito.
<<Questo è vero ma come hai detto tu sono ancora dei bambini e così è troppo, domani avranno la giornata libera e questa è la mia ultima parola di Luna, se ti rifiuti di assecondarmi finisci sul divano mio Alfa>> decretò Marta, affrontando il marito che dovette cedere difronte a quella decisione.
<<Hai vinto tu donna, ora andiamo>> e così uscirono dalla stanza facendomi tirare un sospiro di sollievo.
Tornai a letto e finalmente dormii una notte senza sogni.

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