Fatal Frame

TITOLO STORIA: Fatal Frame
GENERE: thriller
AUTRICE: toniagaeta8962

LA VOLPE

Salve salvino, bella gente!

È la Volpe che apre le danze di questa recensione, pronta a mostrarvi le (molte) brutture grammaticali che ha trovato leggendo Fatal Frame. Qui di seguito ecco gli errori maggiori che ho riscontrato. Sono stata puntigliosa come la McGranitt e fastidiosa come... la Umbridge, ammetto. E come Piton. Ho puntato il dito (o la zampa, fate vobis) su ogni inesattezza, e non mi sono lasciata impietosire dalle richieste di pietà.

- L'utilizzo della punteggiatura.

Questi simpatici simbolini (,.:;!) sono stati distribuiti male, utilizzati dove non necessario e spariti quando più servivano. Nello specifico, ecco le mancanze peggiori: dopo i vocativi  [è un retaggio della scrittura latina, dopo il vocativo ci va una pausa. E nonostante i romani non usassero la punteggiatura, per rispetto si faceva una pausa], all'interno dei dialoghi e in generale.
Le virgole mancanti, segnalate in lettura, ci hanno lasciate in apnea più di una volta.

Esempio, dal capitolo 8, di punteggiatura mancante in un dialogo:

«Matt hai ragione» ammetto, con un sospiro. «Non devo essere così pessimista. Devo cercare di essere positivo e continuare a sperare, perché, in fondo, la speranza è l'ultima a morire»

Una scrittura più corretta sarebbe stata:

«Matt, hai ragione.» Ammetto, con un sospiro. «Non devo essere così pessimista, devo cercare di essere positivo e continuare a sperare, perché, in fondo, la speranza è l'ultima a morire.»

Noti come è più fluida? Avrei potuto prendere un qualsiasi dialogo, ma questo conteneva più o meno tutti gli errori indicati sopra, e mi sembrava un ottimo esempio.

Le virgole servono per segnalare una pausa nel periodo, introdurre una subordinata congiuntiva senza l'utilizzo di "e" e per rallentare il ritmo della frase. Spesso capita di leggere interi periodi senza una virgola, con frasi mal dosate ed elenchi di azioni. Gli elenchi di azioni, di cose e di vestiti (sì, anche l'elenco dei vestiti che si butta addosso il personaggio) sono da evitare, da fuggire come Voldemort fugge la morte. No. Non vanno bene. Per rendere la lettura più avvincente, è necessario dosare paragrafatura, punteggiatura e lunghezza dei periodi (ma questo lo vediamo tra poco.)

Inoltre, ho notato la mancanza di questo simbolo: ;
Il mitico punto e virgola. Serve per iniziare un nuovo periodo strettamente connesso al precedente. E visto la lunghezza delle tue frasi, lo avrei suggerito! L'ho visto essere utilizzato una volta sola, nel capitolo 8, e, stranamente, era utilizzato in maniera errata.

2.5/7.5

- Lunghezza dei periodi.

Sono una fan di un certo tipo di frasi, infinite e intricate, fin da quando traducevo Cicerone. Mi piace anche scriverle, ma come ogni cosa, è necessario dosarla.  Infatti, i periodi ciceroniani non si intrecciano con periodi più brevi, come quelli cesariani. Questo si collega al punto successivo.

I periodi vanno dosati attentamente. Ci sono due grossi gruppi, di periodi: quelli monoverbali e quelli pluriverbali. Il nome dice già tutto: monoverbali sono le frasi costituite da un solo verbo, un soggetto e a volte un complemento oggetto. Sono molto brevi, e utili per sottolineare i concetti importanti, se lasciate da sole al termine di un paragrafo.

Per esempio (da una delle mie storie):

È tutto quello che mi rimane di un'estate passata a New York, a conoscere una cultura e delle persone profondamente diverse da me. Mi rimane una maglietta, un migliaio o poco più di fotografie e una ferita ancora sanguinante nel cuore.

Perché ci siamo innamorati, ci siamo presi, ci siamo voluti con una forza che non credevo possibile.

E io sono dovuta ripartire.

Senti com'è fluido? Ho dosato la lunghezza dei periodi affinchè potessi arrivare alla frase finale con una sorta di climax, in cui si annuncia il motivo dell'amarezza della protagonista.

Non ho sottomano un esempio della Rowling, ma sono certa che anche lei ne facesse uso per rendere meno noiosa la storia.

Un appunto sulla divisione in paragrafi e sull'andare a capo: quando parla un personaggio, vai sempre a capo. Non mantenere nello stesso paragrafo i dialoghi di due persone, perché rischi di confondere un lettore.

3/7.5

- Ritmo della storia.

Alternare frasi corte e lunghe è il segreto per il buon ritmo. Continuando con l'esempio latino, periodi di tipo ciceroniano vanno bene per descrizioni, analisi di avvenimenti, punti narrativamente "morti" (cioè in cui non accade nulla, calma piatta). Periodi di tipo cesariano sono indicati per momenti di azione, in cui i personaggi fanno effettivamente qualcosa.

Anche se Cesare era stringato anche quando descriveva, basti ricordare il celeberrimo incipit del De bello gallico:  La Gallia è, nel complesso, divisa in tre regioni: una di queste la abitano i Belgi, un'altra gli Aquitani e la terza la abitano quei (popoli) chenella propria lingua si chiamano Celti e, nella nostra, Galli.

Vedi? Una descrizione semplice, accurata e soprattutto non noiosa.

Inoltre, non solo bisogna alternare periodi lunghi e periodi brevi, ma anche parti dialogate, descrizioni e introspezione in modo che il lettore possa conoscere a tutto tondo la vicenda e il personaggio.

Qui, in Fatal Frame, siamo state funestate da descrizioni spesso inutili, dialoghi quasi robotici e una mancanza quasi totale di introspezione.

Sì, Strega, lo so. Questo non è affar mio.

3/7.5

- Descrizioni

È il punto che mi ha fatto sentire peggio, assieme alla punteggiatura.
Abbiamo tutti presente la pubblicità di Cracco "il mio bagno, la mia cucina, il mio living"?

Ecco.

Ora vi mostro una descrizione dal capitolo uno.

La casa è arredata in stile moderno, il soggiorno è ampio e accogliente, i divani in pelle sono disposti vicino a un tavolino. Di fianco c'è una grande libreria, dove, su un ripiano, è posata una TV a schermo piatto della Hisense. Il living cucina è completo e noto la presenza di un camino di cui non sapevo l'esistenza.

Non riesco ancora a crederci che questa stupenda casa sia nostra: cento metri quadrati composta da tre stanze, due camere da letto, living, cucina e due bagni.

Ora: tralasciando il fatto che così tante cose in soli 100 metri quadrati vuol dire che le stanze siano proprio piccine, la descrizione non mi dice niente, a me come lettore. Manca totalmente di emozione, e di vissuto da parte del personaggio. Ho letto cataloghi dove le caratteristiche dei prodotti venivano descritte con più emozione.

Qui interviene la regola dello show, don't tell.

*Si sistema gli occhiali e punta la bacchetta su una lavagna*

Lo show, don't tell è una tecnica narrativa che permette di mostrare i luoghi e le sensazioni di un personaggio attraverso le sue azioni.
Ad esempio, al posto di fare l'elenco degli oggetti presenti in una stanza, si può far interagire il personaggio con i suddetti oggetti.

Ad esempio, si può parlare del divano in pelle quando Nathan ci si siede e gli rimane appiccicato il braccio, o dello schermo piatto quando vede una partita. Non è necessario descrivere tutto subito, lo si può centellinare sfruttando la vita e le azioni di un personaggio.

Questo descrivere le azioni ha abbassato di molto il ritmo della storia, rendendo la lettura difficoltosa, e l'ha appiattita anche a livello narrativo. Le descrizioni sono sequenze che bloccano la storia, e se sono fatte male la rendono difficile da mandare giù.

Una descrizione che mi sta particolarmente a cuore è quella del capitolo in cui Nathan e sua moglie fanno l'amore. Se si intendeva raccontare una scena erotica (e quindi per definizione una scena che aumenta la libido del lettore), non ci è riuscita. È descritta come una sequenza asettica di azioni, priva di atmosfera e di quella passione che dovrebbe esserci in una giovane coppia.

Ecco la mia proposta per un'ipotetica riscrittura:

Sorrido, e la bacio intensamente. Le prendo il viso tra le mani, amo sentire la sua pelle bollente sotto le dita. La spingo nella nostra camera, spogliandola del vestitino che aveva indossato e scostando i capelli su un lato del collo per poterlo assaporare.

Dio, quanto la amo.

La prendo in braccio, Jasmine ride e cerca di togliermi la camicia. Non ci riesce, così la poggio sul letto e mi spoglio da solo. Siamo rimasti in intimo, e continuiamo a baciarci. Faccio scorrere le mani sulla sua pelle morbida e liscia, infilo le dita sotto il suo reggiseno e pizzico piano il capezzolo sensibile.

Ho la testa svuotata da tutto, ci sono solo lei, il suo profumo, il suo corpo stretto al mio.

Mi spoglio dei boxer, e le strappo di dosso le mutandine. Ho bisogno di lei, subito, ora.

[...]

2.5/7.5

TOTALE PUNTI: 10.5/30

LA STREGA

Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!

Monsieur Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, consiglieri e alleati dei magici malfattori, porgono i loro omaggi e sono fieri di presentarvi la Mappa del Malandrino. 

La Mappa che mostra ogni personaggio, in ogni luogo, in ogni minuto e in ogni giorno.

Vi do il benvenuto nella sezione della Strega, colei che si occupa di analizzare i protagonisti delle opere, verificandone la coerenza, la veridicità, la profondità e - soprattutto! - la loro caratterizzazione. Un compito che ho amato e amo svolgere. 

Per la sottoscritta contano tantissimo i personaggi all'interno di una storia: li considero al pari di tantissime piccole piantine nascenti, all'apparenza verdi e forti. 

Compito principale dell'autore è quello di sapersene prendere la dovuta cura, accudendoli e dando loro le precise premure e attenzioni. Lasciali incustoditi e loro appassiranno, divenendo scuri, secchi e privi di vita. Riversa su di loro impegno, amore, dedizione e costanza e fioriranno, divenendo luminosi, vigorosi e pronti a stupire il lettore.

Rendere un personaggio più reale e speciale possibile è il sogno e l'intenzione di chiunque, renderlo tale per davvero è la missione compiuta di pochi. È sufficiente una minima disattenzione per distruggere il proprio personaggio, esattamente come la Nimbus 2000 di Harry che finisce contro il Platano Picchiatore. Sappiamo tutti noi qual è stato l'esito finale...

Per cui, bando alle brioches di zucca, e diamo inizio alla Recensione dei Personaggi a cura della Strega del trio!

Stiamo parlando di "Fatal Frame" - che come avrete inteso è la storia di Tonia -, una storia thriller intrisa di giallo e mistero. Così come anche i personaggi, o almeno... è quello che avrei sperato.

Intendi bene, cara Tonia! Lungi da me essere cattiva, no, assolutamente no! Io sono nient'altro che severa, esigente, pignola e soprattutto giusta. Ci tengo a precisarlo onde evitare spiacevoli incomprensioni; io sono qui per consigliare e migliorare, non per sputare cattiverie o quant'altro. Tutti veniamo criticati, l'importante è farlo con educazione e senso del rispetto. Io, questo, non l'ho mai messo in secondo piano.

Della tua opera io ho focalizzato l'attenzione soprattutto su cinque personaggi, che personalmente ho reputato i più... di rilievo? Sempre presenti in quasi ogni capitolo e ricorrenti nella narrazione, quindi ho dato il giusto peso a ognuno di essi.

Partiamo dal primissimo personaggio presente fisicamente fra le tue righe sin dal prologo, per poi essere soltanto menzionato successivamente: Samantha Donovan, ragazza che subentra in una veloce introduzione per poi essere l'incarnazione di colei che scomparirà per ben due anni, ritenuta addirittura morta da alcuni. 

Costei di primo acchito è apparentemente normale, fidanzata con un tizio di nome Lucas e alle prese con una serata in discoteca. Nulla di strano, insomma. Tutto nella norma. Finché... finché non beccherà il suo presunto fidanzato a provarci spudoratamente con una sconosciuta dinanzi ai suoi occhi. Anche ciò può apparire come situazione realistica, probabile anche nel rispettivo presente.

Tuttavia, nelle righe a seguire, ho storto il naso per ovvie ragioni. Samantha esce dalla discoteca indispettita e oltraggiata dal presunto tradimento del suo ragazzo, arrabbiata come non mai, e meno male! Però, Lucas la segue, mostrandosi aggressivo, maniaco e possessivo, tanto che la percuote sbattendola al muro, sembrando più in là che di qua. Un Mangiamorte gli avrebbe persino battuto le mani!


I due discutono animatamente e poi cosa accade? Lucas le dice di salire in auto con lui e lei accetta! Samantha accetta di salire nello stesso abitacolo di quel pazzoide che fino a pochi istanti l'aveva percossa e minacciata. Un comportamento decisamente incoerente, irrealistico - io me la sarei data a gambe, urlando e chiedendo aiuto praticamente a chiunque - e da masochisti.

Successivamente, Samantha, non si sa come, ma riesce a fuggire. Scappa, se la dà a gambe, un po' in ritardo, ma scappa. La McGranitt l'avrebbe trasformata in un orologio da taschino. 

Ma ciò dura poco, perché si ritrova dalla padella alla brace; viene presa come ostaggio da loschi figuri senza identità, i quali minacciano seriamente la sua incolumità. 

Ora, non dico che sia impossibile una cosa del genere, però è dannatamente incoerente che lei non riesca a ponderare un singolo pensiero ai genitori o alla sua persona, bensì al proprio migliore amico! Migliore amico che, da quello che ho capito, non vede da un po'. 

Cioè, cara Samantha, sei chiaramente in pericolo di vita e non hai la minima accortezza di rivolgere una riflessioncina a tua madre o a tuo padre... nemmeno a te stessa! Davvero non hai a cuore te stessa? Io avrei, forse, peccato di egoismo e avrei pensato unicamente alla mia di vita. Minchia, sto per morire io, non Dobby l'Elfo Libero! Uhm. Qui Luna Lovegood si sarebbe complimentata per la tua stranezza, Samantha.

Andiamo avanti.

Passiamo a Nathan Dennisov e a un presente più corrente. Nathan è un agente investigativo che lavora assieme al fratello e al padre - ALQUANTO improbabile! Ma tanto tanto - nello stesso dipartimento, ed è l'equivalente del protagonista eccelso della storia. Il suo punto di vista prevale e, in veste di lettore, uno spera che offra un punto di vista narrativo ricco, soddisfacente, interessante e coinvolgente. Purtroppo non mi sento proprio di poter affermare questa cosa, poiché non direi la verità. 

Nathan è dannatamente ripetitivo e ciclico, a tratti mi ha persino annoiata, ho dovuto tenere duro per far rimanere incollati gli occhi al testo!

Purtroppo il personaggio di Nathan non sono riuscita a etichettarlo come "interessante", e ti spiego il perché. 

Come già detto, l'ho trovato molto ripetitivo, si infastidisce praticamente per tutto - un dettaglio fuori posto, minimo che sia, e lui tac, esplode, si irrita, sbrocca -, sono arrivata a un certo punto in cui l'ho definito "bambino capriccioso". Sembra di primo acchito un fidanzato perfetto e amorevole, tuttavia pronto a scattare subito sull'attenti non appena scorge la compagna qualche minuto in più al cellulare (e bada bene, lui ancora non sa del tradimento di lei), ed è un qualcosa che mi ha fatto prudere le mani dal nervoso oltre che associarlo come un bell'incoerente. Già, Nathan presenta la prima incoerenza.

La seconda incoerenza che ho riscontrato è stata quella dell'argomento "Samantha" che, a conti fatti, dovrebbe trattarsi della sua migliore amica! Eppure, quando mostrano la sua fotografia al Notiziario Nathan fa fatica a riconoscerla! Impossibile, cioè, io ricordo ogni singola faccia dei miei ex compagni delle elementari - per i quali i quali nutro un certo rancore, appunto -, medie e liceo... come fa Nathan a scordarsi del volto di colei che fu la sua migliore amica? Voglio dire, sono passati a malapena due anni... e poi Nathan ha 26 anni, dovrebbe essere alquanto arzilla la sua memoria.

Nel dopo, magicamente - siamo a Hogwarts non per niente - ecco che si ricorda di tutto. Tutto che riviene a galla e il volto di Samantha appare nitido nella sua mente, addirittura si ricorda di provare un forte sentimento per lei! E in tutto ciò... Jasmine? Jasmine, ci sei? Esisti? Ah sì, esiste, ed è pure sospettata di tradimento. 

E il caro Nathan - non solo pensa ripetutamente a Samantha, dimostrando di serbare qualche sentimento per lei -, quando lo viene a scoprire, non si limita a mandarla fuori di casa con la promessa di non rivedersi mai più. Oh no! Troppo mainstream persino a Diagon Alley

Nathan osa alzare le mani contro di lei, e lei, di rimando, le alza contro di lui. E no, non puoi propinarmi la scusa del disturbo borderline etichettato come dissociativo della personalità, perché nei precedenti capitoli non c'è il minimo indizio, niente che possa issare questa tua tesi. Ah, per la cronaca, Nathan è un pazzo violento, idoneo per una denuncia in piena regola. Quale paradosso curioso: l'investigatore che deve essere denunciato.

Terzo personaggio in gara, Jasmine, fidanzata del protagonista, oltremodo premurosa e dolce, smielosamente dolce. Un personaggio non troppo di spicco, a mio modesto parere, dal momento che ha uno spessore veramente sottile, non troppo elaborato. Niente di originale e zero sfumature. L'ho ritenuta talmente piatta in quell'attimo cui ho notato che lei non parli mai dei suoi problemi, né inerenti al lavoro, né alle amiche, né a qualsiasi problema esistenziale che affligge il mondo. Niente, i pensieri di Jasmine sono destinati a rimanere un mistero.

Pensa che all'inizio ho pensato fosse stata ideata solo per compiacere Nathan. Ma poi ecco che accade un qualcosa che smuove le acque: lei è quasi sempre attaccata al cellulare, scatenando la gelosia immotivata del compagno, e quando lui glielo fa notare con modi poco garbati ecco che lei schizza. Il che dura pochissimo, poiché subito le passa e torna a essere la docile e gentile compagna che tutti vorrebbero, senza macchie e senza pecche. 

Cioè, dico sul serio, Jasmine starà anche tramando qualcosa ma è eccessivamente accomodante, troppo! Asseconda Nathan in qualsiasi cosa, talmente tanto che alla fine diventa, di conseguenza, noiosa. Per niente interessante in una lettura che istiga mistero e suspense!

Il colpo di scena per fortuna avviene quando si scopre che lei effettivamente lo tradisce, dimostrandosi una persona di cacca e viscida, proprio con Lucas! L'ex ragazzo di Samantha! Un altro maniaco possessivo e pazzo! 

Avrei una domanda per te, cara Jas... ma perché se non amavi più Nathan allora non l'hai lasciato? Non era neanche troppo difficile visto e considerato che non provavi più una beneamata ceppa per lui. Che senso aveva il tradimento?

Quarto personaggio, il penultimo. Appare non troppo spesso, non troppo poco. Matthew, il fratello invidioso di Nathan. E fine. Su Matthew ecco ciò che ci è dato sapere, oltre che la mansione fissa di accompagnare il fratello fuori a mangiare.

L'ultimo personaggio, sul quale non mi dilungherò troppo perché già ho fatto numerosi accenni sul suo conto, è Lucas. Che dire su Lucas? Nient'altro di positivo, quello poco ma sicuro! Egli è maniaco - l'ho detto -, possessivo - ho detto pure questo -, violento - idem con i piselli della zuppa del Paiolo Magico - e pazzo. Ovviamente un traditore incallito.

Su cosa è necessario lavorare, Tonia, affinché un personaggio risulti credibile? Uhm, in primo luogo, la Strega ti SCONSIGLIA dialoghi trascritti a quella maniera perché - ti cito Haymitch Abernathy di Hunger Games - sembra di stare a leggere un manuale di trivellazione. 

Per cui, in primis, bisogna lavorare sui dialoghi! Un dialogo impostato bene, una frase, una singola parola, hanno il potere di mostrare l'essenza stessa del personaggio, colpendo il lettore in positivo. Purtroppo i tuoi dialoghi sono tanto irreali, tanto impostati, per niente spontanei, sembra di leggersi la lista della spesa o il copione di un'opera teatrale. Zero pathos, zero.

Un altro punto assai importante è l'ideologia di vita del personaggio! Per renderlo coerente devi far sì che viva attraverso quell'ideologia, mettendola in atto con i gesti del quotidiano, belli o brutti che siano! Ma che siano concreti e sensati. 

Vuoi un esempio? Una Cersei Lannister, per essere manipolatrice, fredda e altezzosa, ci sta alla grande che faccia saltare in aria un Tempio con i credenti all'interno, facendone morire tanti di innocenti. Una Hermione Granger, per essere studiosa, appassionata di libri, comprensiva e dannatamente sveglia, ci sta che superi tutti gli esami a pieni voti e che, al tempo stesso, salvi il culo a Harry e Ron. Un Peter Minus, per essere un codardo, ipocrita e traditore, non esiste che voglia fare ammenda per i genitori di Harry Potter venduti al Signore Oscuro, e nemmeno verso Sirius Black. Capisci dove voglio arrivare?

Purtroppo i tuoi personaggi non li ho trovati caratterizzati discretamente, non li ho trovati coerenti e non li ho trovati interessanti. Mi dispiace terribilmente, ma qua è proprio necessaria una revisione un po' generale. Prova a stilare su carta le caratteristiche fisiche e psicologiche dei personaggi, leggi libri inerenti al genere che tu stessa vuoi scrivere, entra nelle loro menti, nei loro modi di agire, nella loro ottica. 

"Esercizio" è la parola magica. Qua serve esercizio! E credimi che anche la Strega ne fa spesso di esercizio, perché c'è sempre da imparare qualcosa di nuovo.

Il mio punteggio finale, pertanto, riguardo i tuoi personaggi è 9 su 30. Poiché: 

- punteggio per i personaggi 3/10

- punteggio per la coerenza 2/10

- punteggio per l'andamento delle azioni 4/10

TOTALE = 9/30

Quindi bacchetta alla mano, concentrazione. Un colpetto e recitiamo insieme: "Fatto il misfatto"! 

Ti lascio nelle mani del Gatto. La Strega ti saluta con un inchino e ritorna alle sue pozioni.

IL GATTO NERO

La linea viene passata al Gatto Nero, che, solo per today, incarnerà la pazza e talentuosa professoressa Sibilla Cooman. Bene, mia cara, mescoliamo insieme le carte e domandiamogli qualcosa sulla trama de "Fatal Frame".

Ci poni davanti una storia di genere giallo/thriller. Siamo a Portland, Oregon (il nome del luogo l'ho pescato dalla trama e, a parte a inizio del primo capitolo, durante la lettura non l'ho più trovato da nessuna parte) e nell'anno 2010 (anche qui, nel prologo non appare mai l'anno di riferimento) Samantha Donovan scopre, in una discoteca, che il suo ragazzo Lucas la sta tradendo. Si lasciano nel peggiore dei modi e, a seguito di chiacchierate non propriamente civili e all'insegna del bipolarismo da parte di lui, Lucas la convince a salire in auto con lei per tornare a casa e chiarire. Vedendo un comportamento così ossessivo da parte del ragazzo, Samantha non avrebbe dovuto e nel modo più assoluto accettare il passaggio. Ma lei che fa? Lo accetta lo stesso. - 100 punti a Samantha Donovan, Tassorosso torna in vantaggio.

La Cooman che c'è in me si sente in dovere di avvisarla: Lei... è... in grave... pericoooolooooo. Infatti. Lucas blocca le portiere e la uccide. No, scherzo. La fa svenire colpendola col calcio della pistola. Riprende i sensi e si ritrova, sdraiata, legata e chissà dove in compagnia di alcuni tipi loschi col passamontagna, fra questi c'è pure Lucas, il traditore. Perché, vi chiederete. Beh, lui afferma che Samantha è a conoscenza di un segreto talmente importante che la Camera dei Segreti può accompagnare solo. Per cui non la possono lasciare andare. Due anni dopo i fari vengono puntati sul nostro protagonista e agente, Nathan, e la sua fidanzata Jasmine, i quali sono nel bel mezzo del trasferimento.

Allora, mia cara, aspetta che mi pulisco gli occhiali e iniziamo. Okay, molto bene, lucidiamo anche la sfera di cristallo e andiamo ad analizzare meglio la tua trama.

Il prologo direi che è abbastanza funzionale; doveva in qualche modo esserci il boom iniziale che desse il via allo sconvolgimento degli eventi. Ciò che fa molto storcere il naso è, come ti aveva già anticipato la mia collega Strega, il comportamento che assume Samantha in tutto questo ed è una cosa che potrebbe far lasciare il lettore un attimo sgomento.

Poi, proseguendo andiamo da Nathan, Jasmine e il loro trasferimento. In tutto questo c'è una cosa che mi preme molto farti notare e che riguarda tuuutti i capitoli: le descrizioni e le azioni a mo' di liste della spesa. Sono tante e ci sono sempre. Così, si rischia di far sbadigliare e annoiare a morte il lettore almeno cinquecento volte per ogni capitolo! Non ti ripeto il discorso dello Show Don't Tell, per quello ci ha già pensato la mia collega Volpe.

Altra cosa con cui ho fatto fatica a proseguire la lettura sono stati i dialoghi. Dialoghi meccanici, robotici, a volte forzati e privi di naturalezza. Qui, l'unico consiglio che posso darti è di pensare a come parleresti tu in un cotale contesto. Di certo, se sto dialogando con qualcuno, non mi metto a fare un monologo! Il realismo prima di tutto!

Esempio:

[Capitolo 4]


Oppure dialoghi che si protraggono troppo a lungo in un contesto un po' inutile, tipo quando Jasmine e Nathan vanno a mangiare fuori. Non c'è bisogno di riportare ogni singola battuta che, tipicamente, avviene fra cameriere e cliente. Piccolo appunto: il dolce non viene mai ordinato insieme alle bibite e ai primi/secondi piatti. Il dolce lo si ordina sempre alla fine di questi ultimi. È una piccolezza, lo so, però ritenevo di fartela presente.

[Capitolo 3]

Ho notato che dai più spazio al, esempio, tipo di alimento che i protagonisti dovranno mangiare, piuttosto che alla trama vera e propria. Ogni tanto, ma a lungo andare... beh... la reazione di Neville Paciock la dice lunga.

Proseguendo con l'analisi direi che i dettagli che ti ho appena segnalato hanno contribuito a rallentare la lettura e a distogliere l'attenzione da ciò ci cui si sta parlando nei capitoli. Sarei una bugiarda a dire che la grammatica errata o il scorretto uso della punteggiatura non conti e non vada a intaccare la lettura, perché invece conta molto e un corretto utilizzo di questi due elementi fa sì che ci sia più scorrimento e fluidità.

Ho trovato molto difficile continuare, non lo nego, seppur io avessi in lista solo dieci capitoli da analizzare rispetto alle mie care colleghe. Qui ci vuole una bella revisione, assolutamente, una beta che ti segnali tutto, ogni minuzia, sia nel campo grammatica, sia a livello di contenuti.

▪️ Ho trovato, e mi spiace dirlo, molta superficialità in alcuni contesti. Mi spiego meglio: a parte il discorso di Jasmine che stia al telefono e che subito induce Nathan a pensare che li tradisca, c'è anche dell'altro. Nel capitolo 3, dopo quella breve discussione del tradimento, Jasmine bacia Nathan, lui pensa che quel bacio è la prova che lei lo ami. Scritto in tal modo, vuoi far capire al lettore che un bacio voglia dire sincerità e fedeltà. Invece, si sa, non è affatto così.

Oppure, nel capitolo 7, quando Nathan vede la foto che ritrae Samantha e Lucas; come può pensare che lui non gli ispiri nulla di buono se non l'ha mai visto, se non attraverso quella foto? Certo, vede l'espressione infastidita di Samantha, ma questo non è un dato abbastanza sufficiente per definire quella persona responsabile di un crimine.

Leggendo ho percepito fretta, tanta fretta di far luce sul mistero e tu, autrice, hai forzato i pensieri di Nathan. Bastava un niente che subito vedevamo lui pensare che X tramasse qualcosa o che Y stesso dicendo un mucchio di fandonie. Di conseguenza il pathos viene a mancare e il lettore rischia di cominciare a trovare i fatti prevedibili. L'ingrediente immancabile in un giallo che si rispetti è il mistero, la suspense, quella vera, quella che ti fa mangiare le unghie a ogni pagina, quella che non ti fa dormire la notte.

▪️ Per quanto riguarda l'originalità... uhm, sì. Direi che traballa. Ci sono ottimi spunti per far sì che lo sia (come i frammenti di ricordo di Nathan che ha con Samantha), ma che purtroppo appaiono solo di tanto in tanto, sarebbe bello se ci fosse maggior approfondimento. Dove sono arrivata ora non so che tipo di segreti si porti dietro Samantha, per cui non posso dirti se è originale o meno. Posso dirti che non ho trovato originalità nel rapporto fra i due fratelli (Matthew geloso di Nathan, il quale è il fratello perfetto), la relazione traballante fra il protagonista e la sua fidanzata che mi fa pensare che presto si molleranno e lui finirà con Samantha (sempre che sia ancora viva, ma ho questo presentimento che lo sia).

▪️ Il lessico è molto semplice e a volte ripetitivo, ho trovato leggendo alcuni termini scorretti e che ti ho segnalato. Inoltre, ho trovato:

- Vocio, che non è un termine comune. Meglio dire: Vociare
- Gli gemiti = i gemiti

Trama = 4/10
Originalità = 4/10
Lessico = 5/10

TOTALE = 13/30

Ed è la Volpe, ora, che chiude le danze.


TOTALE = 32.5/80
Bollino: Crosta di Ron Wesley

Ci tenevamo a dirti che, per i motivi che avrai intuito leggendo, purtroppo non siamo arrivate fino in fondo e che questa recensione ti sia risultata utile.

Ci dispiace essere state un po' durette in alcune parti, ma certe cose necessitano di essere espresse per quello che sono e con la massima sincerità. Il nostro scopo, qui, è quello di riuscire - si spera - a dare una mano e far capire quali sono le pecche in una storia per poi migliorarle. Ricorda che la tua storia ha dei buoni spunti, che se sfruttati a dovere potrebbe uscirne una bella storia!

Ti auguriamo buona fortuna per la stesura e per il seguito!

A presto,

Il Gatto Nero, la Volpe e la Strega

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