4 La Leggenda
La guardavo, senza rispondere. Ero pietrificato.
《Ad ogni modo.. io sono Isabel Di Zemetria, ho 19 anni e sono nata il 7 dicembre》
Disse. Io la guardai confuso.
《Perché "Di Zemetria"?》
Chiesi. Lei mi guardò confusa.
《È il mio cognome.. tu non ne hai uno?》
Chiese.
《Cognome?..》
Chiesi ancora più confuso.
《Oh, beh, Solitamente chi è di famiglia Nobile ha un cognome, e spesso il cognome di quella famiglia è il nome della città o paese in cui sono nati. Ad esempio, mio padre ha come cognome "Di Zemetria". Però in alcuni casi, il cognome può avere un nome proprio di persona, come ad esempio mia madre che come cognome originale ha "De Marco", ma da sposata ha ovviamente preso il cognome di mio padre》
Spiegò. Io ero ancora più confuso di prima.
《Perché utilizzare un cognome?》
Chiesi.
《Forse per distinguere meglio i nobili tra loro o per distinguere meglio una persona. Ad esempio, facciamo finta che oltre a te, ci sia un'altra persona che si chiama Sael. Se una persona chiamasse il vostro nome, non capireste se è riferita a te o all'altro. Invece con il cognome magari quella persona, se riferita all'altro, invece di chiamarlo per nome, lo chiama per cognome.. mi sono spiegata?》
Chiese. Io annuì lentamente, pensando che se gli umani avessero più originalità, magari non ci sarebbe bisogno di un cognome.
《Comunque ho notato che, oltre il giorno di nascita abbiamo in comune un'altra cosa》
Dissi, mentre lei inizò a guardarmi interrogativa. Spostai i capelli e le mostrai la mia voglia a forma di mezza Luna.
Lei la guardò intensamente.
《È fantastico, allora non sono l'unica..》
Disse continuando a fissare la mia voglia. Non so il perché ma mi piacevano le sue attenzioni. Il mio cuore iniziò ad accelerare lentamente senza motivo. Stavo forse per morire?, ma no, sono tecnicamente immortale.. allora cos'era quella sensazione?..
Lei sorrise dolcemente e persi un battito, sentendo un fastidio allo stomaco. Perché lo sentivo solo adesso?, non è la prima volta che la vedo sorridere. Perché succede tutto così in fretta?.
《Che strana coincidenza》
Disse ridacchiando. Io non dissi niente, mi limitai ad osservarla, lei lo notò e mi guardò interrogativa.
《Uh?, Sael?.. ti sei incantato?》
Chiese. Iniziai sbattere le palpebre, quasi come per risvegliarmi da uno stato di leggera ipnosi.
《Mi perdoni ma, è impossibile non rimanere incantati da un tale sorriso innocente》
Dissi quasi inconsciamente. Lei aveva gli occhi leggermente sgranati, forse per le improvvise lusinghe.
《ti prego di non mentire, se continui così finirò per diventare color porpora》
Disse abbassando lo sguardo.
《Maestà, non siate modesta, tutto il paese la pensa come me. E poi, su certe cose non mento mai》
Dissi con fermezza. Lei alzò lo sguardo e mi guardò negli occhi.
《Se devo essere sincera.. anche tu non sei male. I tuoi occhi stretti e scuri all'apparenza spenti, emanano molte più emozioni di quanto se ne possa immaginare. Il tuo viso è così definito da sembrare finto. Poi la corporatura alta e massiccia accentua di più la vostra indole da dominatore.. siete così tanto bello che qualsiasi donna cadrebbe ai vostri piedi》
Disse. Nelle sue parole non percepì bugie, e allora arrossì lievemente per le lusinghe.
《Se fosse così avrei già tante amanti》
Dissi, grattandomi dietro la nuca imbarazzato.
《Perché, non è così?》
Chiese quasi sconvolta.
《Bhe, voi siete la mia prima conoscenza in 19 anni di vita. In 10 anni nessuno voleva diventare mio amico, poi apparve pure quella voglia e i miei, mi vietarono di uscire di casa.. di fatti ieri era la prima volta, dopo 9 anni che uscivo, anche se ero con mia madre》
Appena menzionai mia madre, mi ricordai che era lei a dovermi accompagnare qui, e realizzai che me ne andai senza avvisarla. Spero solo che non si preoccupi per me.. anche se non ne ha motivo, insomma, sono pur sempre un Dio.
Io e Isabel camminammo lungo la strada. Al fine c'era un bosco, i raggi del sole che si poggiavano sulle miriadi foglie, facevano sembrare quel posto incantato.
《Sa, c'è una leggenda legata a quel bosco》
Iniziò Isabel. Io la guardai incuriosito.
《Vede quel sentiero laggiù?》
Chiese indicando un piccolo sentiero che si addentrava nel bosco.
《Ecco, si dice che una volta messo piede all'interno del bosco, non si potrà far altro che camminare. Si dice anche che se la buona sorte è dalla tua parte, il tuo cammino finirà una volta entrato al centro del bosco, si riconosce perché è un grande cerchio dove non ci sono alberi. Si sa solo questo, ma nessuno mai riuscito ad arrivarci. Si dice che a creare questo sentiero pericoloso fu Eros.. anche se personalmente non conosco tale Dio》
Spiegò. Nel sentire la parola "pericoloso" un brivido di adrenalina mi percosse la schiena, non ascoltando neanche l'altra parte. Ghignai e guardai il sentiero.
《Voglio entrare》
Dissi continuando a fissare il sentiero.
《Cosa?! Ma è pericolosissimo!, le persone entrate qui poi non ne sono mai uscite!..》
Rispose preoccupata.
《Si fida di me?》
Chiesi guardandola negli occhi. Lei mi fissò per un pò e poi annuì, come se fosse stata incantata. Forse avevo per sbaglio attivato il mio dono di persuasione. Lo usavo raramente e tutte le volte funzionava.
Mi avvicinai al sentiero e la ragazza mi seguì. Le presi la mano ed entrammo. Il sentiero era tranquillo, era illuminato, sembrava uscito da un libro di fiabe. Avevo un costante ghigno in volto, mi è sempre piaciuto mettermi in gioco. Amavo il pericolo, amavo testare il mio corpo, l'agilità, la forza, la velocità e chi più ne ha, più ne metta. Da bambino poi, ero talmente tanto spericolato da sfidare spesso mio padre, anche se lui non mi prendeva mai sul serio.
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