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Andrei mi raccontò che, durante l' adolescenza, provò a stare con dei ragazzi gay. Ne ebbe tre; tuttavia, spesso lo tradirono. I primi tempi riuscì ad accettare ciò, poi però non ci riuscì più.
Ogni volta che veniva tradito si autopuniva facendosi violentare da qualche pervertito, al buio nelle stazioni o alle fermate della metropolitana.
Poi vide alcuni film di Marilyn Monroe e capì che desiderava più le donne che gli uomini.
Quando stava insieme ai ragazzi sentiva il desiderio di essere al centro di ogni cosa, voleva essere cercato continuamente e soffriva molto se li vedeva insieme a qualcun altro. La sua vanità gli faceva decidere sempre dove, quando e come; ma riuscivano comunque a ferirlo.
Poi, a 15 anni appena, un Sacerdote lo vide in lacrime vicino a una Chiesa e lo invitò ad entrare. Gli disse che Dio, quello vero, non guardava al sesso o all' aspetto dei suoi figli; perché per Lui erano tutti uguali e tutti erano stati creati a Sua Immagine. Da quel momento, Andrei capì che il vero Onnipotente andava ben oltre gli standard arretrati con i quali era cresciuto e che, dal momento che lui era nato transessuale e non era voluto diventarlo, forse, un posto in Cielo ci sarebbe stato anche per lui.
Era nato così perché Dio l' aveva creato così e ciò lo rendeva Suo figlio, come tutti gli altri...
Per ciò cominciò a frequentare le Chiese, ignorando le crudeltà che i suoi coetanei gli facevano.
E più cresceva, più la sua bellezza somigliava agli Angeli dei dipinti. Iniziò a fare opere buone, fermamente convinto che Dio, prima o poi, le avrebbe viste.
Benché fosse costretto a nascondere il suo sesso e a girare con felpe anche in estate, l' avvicinarsi a gente che aveva bisogno di lui gli diede gioia e letizia.
Una signora anziana, un giorno, lo paragonò a una statuetta di marmo raffigurante un ragazzo alato e la cosa gli piacque moltissimo:
"Sei un ragazzo o una ragazza?" Gli domandò. "Sono solo Andrei" rispose lui. "La mia statua è invidiosa di te, Andrei, sei troppo bello!". E lui si mise a ridere.
Poi, a casa, specchiandosi; notò che, effettivamente, era davvero troppo bello per stare con un altro uomo e si convinse ancor di più di volere una donna al suo fianco: magari la versione giovane della signora anziana che si era complimentata con lui...
Inoltre, la sua parte femminile non poteva dare vita a un figlio, perché era sterile; ma la sua parte maschile sì.
Sapeva che alle ragazze piacevano i bei ragazzi, dunque cominciò a comportarsi come tale. Non poteva permettersi profumi o indumenti firmati, viste le condizioni di suo padre; tuttavia aveva un portamento che stava bene con tutto e, a causa delle crisi economiche mondiali, i prodotti da mercato erano ben venduti... non poteva indossare sempre Armani, ma prodotti simili sì.
Crescendo ancora, sentì il bisogno di indossare anche indumenti intimi femminili; perché percepiva i larghi boxer da uomo come una trappola per il suo corpo.
Quindi, si avvicinò anche ai perizomi.
Purtroppo però, suo padre lo sgamò, un giorno, mentre provava ad indossare un tanga bordeaux e lo frustò con il cavo della televisione.
Mentre riceveva il sonoro castigo, Andrei si sentiva urlare alle orecchie che era una vergogna, che era la maledizione della famiglia; fino quasi a farlo sentire in colpa per la morte della sua stessa madre...
Come se fosse colpa delle persone se nascono maschio, femmina o gender.
Andrei non potè sedersi per qualche giorno.
Lo vedevo recarsi in Chiesa, di nascosto, inginocchiarsi davanti alla Sacra Croce e chiedere a Dio perché proprio lui fosse destinato a soffrire a quel modo.
Quando piangeva o singhiozzava, durante le Messe, nascosto da giacche in pelle nera da donna, non si faceva sentire da nessuno. Vedevo solo le lacrime rigare il suo volto bellissimo, senza alcun lamento.
Era troppo orgoglioso per mostrare agli altri che stava male.
Andrei non chiedeva mai affetto o carezze, solo si sedeva vicino a chi poteva offrirgliele.
Tante volte lo vidi sedersi sulle panche, tenere le mani giunte, disperdersi tra la folla di credenti.
E tante volte desiderai abbracciarlo, tranquillizzarlo, fargli capire che era tutto okay.
Cominciò a sedersi vicino a me solo quando lo conobbi.
Io ero una ragazza così riservata, che aveva sempre sofferto a causa dell' altro sesso; e non mi sarei mai immaginata che quel giovanissimo dark; che mi ricordava tanto Mercoledì Addams, oltre che Draco Malfoy, sarebbe diventato mio marito, un giorno.
Benché tutto, io, in lui, ci ho sempre visto un maschio, solo un maschio.
Era bello come una donna, ma si sentiva uomo.
Anche quando si vestiva da ragazza, sentivo in lui quella virilità che hanno solo i ragazzi.
Era protettivo, geloso, a volte altezzoso; e preferiva subire un castigo fisico, anziché vedermi tenere il broncio.
Nella mia passione per la Letteratura Classica; mi immaginavo un mondo lontano, diverso, ottocentesco; dove gli uomini erano galanti e le donne vestite di seta e diamanti.
E, alla fine, fu proprio uno dei miei libri preferiti, Jane Eyre, che unì noi due.
L' avevo udito discorrere a lungo con un prete, sulle ragioni della sofferenza umana, e lo attesi fuori della Basilica.
Mi notò appena, con gli occhi di uno snob innanzi a una bambina, e prese a scendere le scale in pietra dell' antica Cappella.
"Conosci Jane Eyre?" Gli urlai.
"Che?" Rispose lui, senza voltarsi.
"Jane Eyre" ripetei, facendomi timida.
"Parli a me?" Si girò di due quarti.
"Non vedo nessun altro scendere le scale della Chiesa, ora come ora" evitai il suo sguardo, temendo di averlo urtato in qualche modo. Odiavo urtare le persone, specialmente quelle che si sentivano 'superiori' alle altre.
Avevo incontrato troppi bulli nel percorso della mia vita e avevo troppa gente che rideva di me alle spalle.
Perfino i miei psicologi, a volte, si rivolgevano a me come se avessi chissà quanti o quali problemi...
"Chi è Jane Eyre?" Proseguì lui, vedendo che mi ero ammutolita.
"Un libro inglese" balbettai, mangiandomi le parole u, bro e ing.
"Non l' ho mai letto" tagliò corto "Hai bisogno di venderlo?"
"No" ripresi un po' il controllo di me "però è interessante. Parla di una bambina che soffre molto, perché la sua famiglia non riesce ad amarla". Pensai che si mettesse a ridermi in faccia, invece l' ultima frase lo rattristò. Fu come se il suo volto angelico perse della luce.
Si avvicinò a me: "Come si può non amare una bambina?" Mi chiese, in tono calmo.
"È una bambina un pochino strana la protagonista di questo romanzo" gli mostrai il libro. L' avevo tenuto stretto al mio petto fino alla fine del suo dialogo con il prete.
Lo prese in mano, come se il contatto con le sue dita potesse distruggerne le pagine. "Jane Eyre" ripeté "Charlotte Bronte. Puoi prestarmelo?"
"Sì" farfugliai, temendo che non me l' avrebbe mai restituito.
"Te lo restituirò a Messa, domenica prossima. Alla stessa ora di oggi". Feci cenno di sì con la testa: 'Come no, tutti dicono così...poi, però, si prendono gli oggetti degli altri e non li ridanno mai indietro'.
"Grazie" sorrise, sollevando il libricino sopra la sua testa e scendendo la scalinata, senza neanche salutarmi.
'Antipatico!' Pensai 'Sono scema io che ti ho rivolto la parola! Devo smetterla di parlare alle persone, anche se è gente che vedo in Chiesa!'.
Cercando di non infuriarmi più di tanto (perché avevo appena preso la Comunione), mi diressi a casa; offrendo a Dio la 'pessima giornata'.
Non che gli altri giorni fossero tanto migliori, ma quella domenica me l' ero cercata io. Io e la mia linguaccia!
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