Capitolo 21: Una chiacchierata




Sparviero

Reod entrò per primo nella caverna. Io lo seguii, guardandomi attorno. Il luogo era piuttosto angusto, se paragonato alla stazza del drago blu.

Alle mie spalle, avvertii Albio sbuffare, quando Elwyn lo colpì nei pressi della ferita con un piede.

Mi metteva a disagio il modo in cui lo trattava, nonostante fosse un drago traditore. Per me, nessun elemento della nostra specie meritava un simile trattamento.

Non era forse vero che Elwyn, il protettore di tutti i draghi, avrebbe dovuto fare l'interesse di ognuno di noi?

Come se avesse intuito quello che stavo pensando, il sommo mi scoccò un'occhiata. Le sue iridi argentee come una lastra di ferro mi gelarono il sangue, e distolsi lo sguardo, abbassandolo sul terreno.

- Fiiiiiiiirtorn! - chiamò Reod a gran voce, con una nota di divertimento. - Dove sei? Andiamo, vieni fuori. Non vorrai mica costringermi a cercarti.

Non era mai un bene provocare il drago blu, e sperai che Firtorn si facesse vedere. Non mi piaceva l'idea di assistere a un'altra lotta fra fratelli.

Reod non si era mai comportato così, prima di quel giorno.

Riflettendo sulle sue azioni, non potei fare a meno di pensare ad Artigern.

Mi si strinse il cuore, e deglutii a fatica.

Non avevo idea di cosa gli fosse successo.

Avevo sentito l'odore di carne bruciata, ma Reod mi aveva detto di non essere riuscito a prenderlo, quindi l'Athi doveva essere fuggito.

O, almeno, così speravo.

Nel momento in cui il mio fratello adottivo aveva attaccato l'altro mio fratello, quello che mi aveva aiutato e accudito nei mesi della mia infanzia, ero rimasto pietrificato, senza sapere cosa fare.

Reod aveva cercato di uccidere Arty; non sapevo come sentirmi riguardo ciò che era accaduto. Non avevo mai voluto Artigern morto, per quanto potesse aver cercato di spingermi a pensare come un Athi o un uomo, anziché come un drago. In fondo, non era stata neanche colpa sua. Era nella sua natura comportarsi in un determinato modo, gli Athi erano limitati.

Nonostante ciò, mi ero lasciato prendere dal panico, nel momento in cui Reod l'aveva attaccato.

Dopo lo smarrimento iniziale, mi era venuto naturale cercare di fermare il drago blu. Gli avevo morso la coda per trattenerlo, dopo essergli corso dietro.

Reod allora aveva deciso di lasciar andare Artigern.

"Tanto, non andrà lontano con quella ferita", aveva commentato, con uno strano sorriso.

Io, ancora sconvolto, ero tornato con lui al nido dei draghi, ma i miei pensieri erano rimasti concentrati sul piccolo Athi.

Nella mia mente continuava a ripetersi senza sosta il momento in cui il fuoco aveva lambito la sua carne, diffondendo quel terribile puzzo di morte nell'aria.

E poi, il suo grido...

Ancora riecheggiava nelle mie orecchie, e non riuscivo a togliermelo dalla testa.

Mi sentivo ancora legato alla causa di Elwyn, ma, nel momento in cui Arty era stato ferito - e, forse... no, non volevo pensarci -, qualcosa si era incrinato dentro di me.

Stimavo Elwyn, dato che mi aveva concesso una causa dignitosa per cui lottare, un modo per riuscire di nuovo a camminare a testa alta, dopo essere nato in un allevamento, dove non ero nulla più che uno schiavo.

Volevo bene a Reod, perché mi aveva dato una casa, una famiglia.

Però non riuscivo più a vederli nello stesso modo, dopo ciò che era accaduto ad Arty.

Mi sentivo in colpa, perché segretamente mi scoprivo a pensar male di loro.

Sapevo che avrei dovuto essergli solamente grato, eppure...

Un rumore di passi interruppe il flusso dei miei pensieri, riportandomi alla realtà; mi sembrava talmente aliena, in quei giorni, come se stessi osservando il mondo attraverso un filtro che lo distorceva.

Dal fondo della caverna emerse un drago rosso.

Rosso in realtà era dire poco. Non avevo mai visto un colore tanto intenso.

Il suo incedere era maestoso, proseguiva come se fosse consapevole di possedere una grande forza, sia mentale che fisica.

I suoi occhi si posarono su di me per un solo istante, ma, in quel breve istante, mi guardò come se gli avessi ricordato qualcosa.

Fu un momento talmente effimero che non ebbi modo di capire cosa gli passasse per la testa.

La sua attenzione si spostò prima su Reod, cui rivolse un'occhiata ricca di disprezzo, poi su Albio ed Elwyn.

Non ebbe bisogno di ulteriori spiegazioni per comprendere cos'era successo, ma non vi accennò in alcun modo. Anzi, rivolse addirittura un rispettoso cenno del capo a Elwyn, prima di parlare con Reod.

- Dunque, cosa vi porta qui? Non ricevo molto spesso delle visite - mormorò, in tono calmo e pacato.

- Cosa ci porta qui? - ripeté Reod, con un risolino soffocato. - Hm, non saprei. Secondo te, perché dovremmo...

- Taglia corto, Reod - lo interruppe Elwyn, inarcando freddamente un sopracciglio.

Il drago blu fece una smorfia di fastidio e contenne la propria voglia di schernire Firtorn, passando al sodo.

- Elwyn ha quasi terminato i preparativi per la nostra rivincita nei confronti degli umani - sospirò, svogliato. - Gli ho detto più volte che chiedere il tuo aiuto o quello di Albio è inutile, dato che vi siete sempre tirati fuori da ogni conflitto, ma ora è in gioco il futuro della nostra razza.

- Ed è per questo che avete ferito il mio compagno? - mormorò Firtorn, tagliente.

La risposta decisa lasciò per un attimo Reod senza parole. Stava per rispondere a tono, ma Elwyn lo interruppe alzando una mano.

- Abbiamo ragione di credere che Albio abbia dato asilo a un fuggitivo, un pericoloso elemento che ha cercato di sovvertire l'ordine naturale delle cose, dopo che abbiamo tanto faticato per ricostruirlo, in seguito al danno procuratoci dagli Athi - disse, con un ampio gesto della mano destra, come se volesse comprendere tutti i presenti nel suo discorso. Come se tutti noi facessimo parte di quell'ordine naturale da lui descritto. - Abbiamo chiesto cortesemente la sua collaborazione, ma Albio ha cercato di scappare, facendoci comprendere che doveva avere una qualche parte di colpevolezza in questa vicenda.

- Non vi è passato per la mente che forse è scappato per via dei vostri metodi, che con gli anni non hanno fatto altro che diventare più brutali? Non vi è passato per la mente che potrebbe aver avuto paura di voi?

- E perché mai? Albio è un drago. Non ha nulla da temere dai suoi simili.

L'espressione di Firtorn tornò a essere un blocco di pietra privo di inflessioni, e la sua bocca si ridusse a una fessura.

- Firtorn non c'entra nulla - mormorò Albio, all'improvviso.

Era rimasto in silenzio fino a ora e mi sembrò strano sentirlo parlare. Non aveva emesso suono nemmeno quando Reod lo aveva colpito con la coda.

- Sono stato io a nascondere l'Athi fuggitivo. Non avevo idea cosa gli fosse successo, sapevo solo che aveva bisogno di aiuto. Curo chiunque si trovi nei pressi della mia caverna e ne abbia bisogno, siano essi draghi, Athi, uomini o animali. Chiunque, senza distinzione, e per questo non sono dalla parte di nessuno. Gradirei che le cose continuassero in questo modo.

Elwyn soppesò a lungo le parole del drago, fissandolo in silenzio.

- Nessuno di noi ti crede - sibilò Reod, frustando l'aria con la coda. - Davvero pensi che siamo tanto stupidi?

Tuttavia, anziché dargli manforte, Elwyn si lasciò scivolare contro il fianco di Albio, atterrando agilmente a terra. Si pulì gli abiti dalla polvere, passandosi una mano fra i corti capelli rossi.

- Molto bene. Fino a prova contraria, tu sei innocente, Firtorn. Il tuo stesso compagno lo ha ammesso, e non credo che tu saresti pronto a tradirlo, qualora avessi collaborato con lui, vista la vostra lunga amicizia - sospirò. - Però, comprendi che non possiamo lasciar andare Albio. Potrebbe aiutarci nella ricerca dell'Athi fuggitivo, ora che comprende quale sia stata la gravità delle sue azioni, finora del tutto inconsapevoli, data la sua natura gentile.

- Ma... - cercò di ribattere Reod, incredulo. - Non vorrai lasciarli andare così!

Elwyn non aggiunse altro, facendoci cenno di seguirlo.

Albio ubbidì subito, dopo essersi scambiato un'occhiata neutra con Firtorn, e seguì il sommo all'esterno. Io esitai, incerto sul da farsi.

Reod non sembrava felice di arrendersi tanto facilmente.

- Reod? - mormorò Elwyn, senza girarsi.

Il drago blu digrignò i denti per la rabbia e si girò di scatto verso Firtorn.

- Non credere di cavartela - ringhiò. - La prossima volta, riuscirò a incastrarti.

Rivolgendosi a me, disse di uscire, e assieme raggiungemmo Elwyn e Albio.

Il drago blu si trovava qualche piede più avanti rispetto a noi.

Elwyn mi disse di tenerlo d'occhio e io ubbidii, mentre lui si attardava nelle retrovie con Reod.

Salì sul collo del drago e cominciò a parlare fitto fitto con lui.

Non ho idea di cosa si dissero, ma sul volto di Reod si allargò un ampio sorriso.


I dialoghi sono una delle mie parti preferite da scrivere. Penso sia in qualche modo l'influenza delle opere teatrali che leggo e recito... ma amo il dinamismo derivato dai discorsi fra i personaggi. Sono gli unici momenti in cui riesci davvero a comprenderli, anche nel caso in cui dicessero bugie, specie quando si ha un punto di vista limitato all'interno della storia, come nel caso di Artigern e Sparviero.

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