Il silenzio della rondine
Era nata in silenzio, Marie,
nel silenzio di una notte invernale,
nel silenzio d'un fiato corto,
il fiato di una vita scivolata via.
In silenzio.
Come i fiocchi di neve che toccavano terra,
morbidi, e senza ritorno.
Come il volo di una rondine
che non si guarda mai indietro,
e che rispecchia la sua anima.
In silenzio.
Lo stesso che l'aveva accompagnata negli anni,
e le aveva strappato lacrime e sorrisi,
su di un letto colorato
di farfalle e di fragole.
In silenzio.
Dove adesso c'era Tom, al suo fianco,
che fissava lo scoccar dei secondi sulla parete,
e le carezzava il viso
con il dorso della mano.
"Sono qui!" le aveva sussurrato,
con il braccio a mezz'aria che riusciva a stento
a reggere il peso di quelle parole,
vere come un fiore di plastica.
E lei lo sapeva, Marie,
che rispose con un cenno del capo
e arricciò gli occhi in un sorriso,
un gesto che parlava di una donna che andava via,
per non tornare mai più.
E il suo corpo tremava.
In silenzio, sì.
Ma tremava.
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