CAPITOLO 24
CAPITOLO 24
DINTORNI DEL FIUME ZAPADNAJA DVINA , RUSSIA
9 AGOSTO 1941
"Ecco, bevi"
L'infermiera di campo porse a Dmitry un bicchiere d'acqua. Lo fissò per un momento con aria sbalordita. Poi lo prese tra le sue mani tremanti e bendate.
"Riesci a berlo da solo?" domandò lei. Aveva un viso giovane, quasi ventenne.
Dmitry annuì.
L'infermiera lo studiò con preoccupazione e se andò diretta dagli altri soldati.
Dmitry alzò le braccia doloranti e si spinse su per bere qualche sorso. Le braccia e le dita gli si irrigidirono. Il bicchiere scivolò via e si infranse sulla terra, l'acqua fredda schizzò via. Abbassando la testa, iniziò a piangere. Lacrime calde percorsero le sue guance. Erano incontrollabili e scorrevano giù come un infinito fiume.
E questo quello che ottengo? Cosa ho fatto per meritarmi tutta questa sofferenza? I tedeschi sono troppo potenti per noi. Siamo già caduti a Smolensk e Roslavl.
L'infermiera di poco prima ritorno di corsa e raccolse i pezzi di vetro per terra.
"Ti è caduta, è così?"
"Sì"
"Mi avevi detto che non avevi bisogno di aiuto"
"Questo perché non voglio l'aiuto di nessuno" rispose severamente.
L'infermiera borbottò qualcosa a bassa voce e se ne andò via.
Non voglio alcun aiuto. Voglio essere lasciato solo.
Voglio stare lontano da questa guerra.
Voglio andare a casa.
Sempre più uomini venivano portati al fronte. I soldati dopo la battaglia avevano gli occhi spalancati, congelati nelle loro posizioni mentre giacevano su una barella. Molti di loro erano gravemente feriti; a qualcuno mancavano entrambe le gambe; qualcun altro aveva il busto gravemente danneggiato con il sangue che sgorgava. In parecchi gemevano di dolore. Il fetore delle viscere umane era tutto racchiuso lì nell'aria.
L'umanità non esiste più in tempo di guerra. Ognuno diventa assassino. Gli uomini muoiono nelle situazioni più incredibili; cos'hanno fatto per meritarsi questo?
Cosa abbiamo fatto per meritarci tutto questo?
Medici e infermieri si affrettavano cercando di salvare più vite possibili. Era come un ciclo infinito. I tedeschi giorno di più diventavano sempre più mostruosi.
Li temo.
"Dov'e sono il tenente, il capitano e il maggiore ? Chiunque!" un soldato emerse dalla folla in arrivo. Corse intorno al campo, tutto pallido.
"Sapete che i tedeschi hanno fatto prigionieri migliaia e migliaia di nostri uomini?"
Tutti borbottarono tra di loro, scioccati dalla notizia.
Hanno davvero catturato i nostri soldati? Cosa ne faranno?
Un urlo dalla tenda operatoria si levò stridulo. La testa di Dmitry pulsava e ribolliva di frustrazione.
Non esiste la pace qui.
Cosa è diventato il mondo? Cosa è successo al nostro paese?
"Andatevene tutti in fretta! I tedeschi si stanno avvicinando da dietro la foresta da ovest! Ritiratevi dietro il fiume adesso!" abbaiò un ufficiale dal posto di comando.
Una granata esplose. I tedeschi stavano ritornando. A Smolensk la maggior parte dei russi era rimasta uccisa o fatta prigioniera. Le infermiere e i chirurghi iniziarono a farsi prendere dal panico, i camion vennero rapidamente caricati di feriti. Dmitry rimase fermo guardando il pandemonio attorno. Gli occhi erano irritati da tutta la luminosità emessa dai proiettili esplosivi. Un camion venne lanciato in aria sballottando gli occupanti. Dmitry spostò lo sguardo verso le tende. le infermiere stavano correndo venendo colpite da schegge di proiettili. Aghi, bende e asciugamani furono dispersi per terra. L'infermiera che gli aveva dato il bicchiere d'acqua era stata colpita da un proiettile nella gola. Dmitry calamitò lo sguardo su quelli vitrei della donna. Chiuse gli occhi e i brividi lo percorsero al suono stridulo della risata della Morte.
A cosa serve combattere? Stiamo già perdendo ...
"Dmitry, che diavolo stai facendo?!"
Gli occhi gli si spalancarono. Alle sue spalle vi era Gektor.
"I io ..."
"Andiamo! Dobbiamo superare il fiume. Quasi l'intera 28°armata è già lì!" Gektor lo trascinò per un braccio. Dmitry si ritrasse.
"Ti porto io" rispose quindi lo sollevò tra le sue braccia. Essendo un ragazzo di campagna, per Gektor non fu difficile. Stava arrivando Alexandr.
"Alexandr!"
"Riesci a camminare?"
"Sì, ma ora non c'è tempo per discutere!"
Una granata esplose dietro di loro. Alexandr si coprì le orecchie. Al fiume la maggior parte degli uomini stava lottando per attraversare le acque. Gektor attraversò a guado il fiume cercando di mantenere l'equilibrio. L'acqua era placida e sembrava anche profonda.
"Tranquillo, non ti lascio cadere" disse.
Alexandr li superò.
"Vi aspetto!" gridò.
Dopo che attraversarono il fiume alcuni soldati si riposarono per terra, fradici e tremanti. Un proiettile sibilò sopra le loro teste.
"Quei maledetti bastardi! Stanno avanzando troppo velocemente!" disse Alexandr, tremante nella fradicia uniforme.
Poiché il sole era già tramontato, l'ufficiale disse loro di spegnere il fuoco che qualcuno aveva acceso. Erano ancora vivi ma un centinaio di soldati e medici era rimasto morto. Dmitry fissò le fiamme del fuoco prima che lo spegnessero. Tutti sembravano persi, senza speranza. I ceppi crepitavano sotto il fuoco. Nessuno osava parlare. Su in cielo la luna splendeva e le stelle brillavano.
"Cosa faremo adesso, capitano?" chiese un soldato.
"Dobbiamo raggiungere la base più vicina. Da lì ci riorganizzeremo"
Il capitano quindi prese dalla tasca una mappa e iniziò a segnare gli aggiornamenti delle forze tedesche.
"Dobbiamo continuare a muoverci"
Il capitano perciò aiuto alcuni uomini a spegnere il fuco.
Stiamo perdendo. Perderemo la guerra ...
"Come ti sei fatto male alle mani?" gli chiese Alexandr.
"Mi sono bruciato"
"E da cosa?"
"Fuoco di un lanciafiamme tedesco. Non è grave, ma mi sono comunque ustionato"
"Ti riprenderai presto. Adesso ci sono io a combattere con te al tuo fianco" gli diede una leggera gomitata sul braccio "pure tu sei un bravo tiratore. Sbrigati a farti curare quelle mani"
Dei pensieri vennero evocati nella sua testa.
Era la fioca luce della luna.
Che brillava sopra.
Come se dovesse essere un angelo salutandoci.
Ma sono rinchiuso qui, sulla terra.
Soffrire con la Morte che sembra rubare la vita di tutti.
Lontano.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top