CAPITOLO 13

23 GIUGNO 1941 MINSK, BIELORUSSIA

Il vento leggero soffiava contro il suo viso. Si sedette su una panca sotto un grande albero.

E questo quello che ottengo? Ho disprezzato la politica e ricevo questo? Vengo arruolato nell'esercito?

Giocherellò con la penna che il fratello gli aveva dato.

Mi hanno strappato via la vita.

Mi hanno rubato. A mio fratello, ai miei genitori. A tutto.

Andrei stava masticando una mela.

"Dmitriy, rallegrati! Sei così giù di morale. L'allenamento è finito, devi solo aspettare di essere mandato in battaglia"

"Taci" disse.

Non sono nato per uccidere. Sono nato per vivere.

"Ehi, guardaci. Siamo stati portati via proprio come te. Su!" Andrei sorrise mentre si allontanava per dirigersi verso altri soldati.

Il sole pomeridiano alleggiava su di loro. Dmitriy entrò in un edificio. I comandanti diffondevano notizie sull'invasione della Germania di due giorni prima e di come avessero infranto il patto stipulato all'inizio della guerra. In ogni frase pronunciata quella che suscitava più sorpresa era "Wermacht" intervallato di tanto in tanto dal nome di "Hitler" che stava infettando i sovietici con il suo "nazismo".

"Dmitriy, che ci fai qui? Esci fuori, divertiti" esordì il comandante Volkov mentre lo scortava fuori dall'edificio. Scesero tranquillamente le scale e poi il comandante sparì.

"Dmitriy!" gridò Andrei.

Dmitriy raggiunse nuovamente il punto su cui era seduto. Gli alberi ondeggiavano nel vento e le foglie erano di un verde molto brillante.

"Dmitriy?" la voce energica di mio fratello risuonava per il corridoio.

"Sì, cosa c'è?" arrancai lungo il corridoio stropicciandomi gli occhi, mi ero appena svegliato.

"Ho un regalo per te" disse porgendomi una piccola scatoletta in legno attorno alla quale era legata un nastro rosso.

"Che cos'è?"

Iniziai a slegare il nastro. Sollevai il coperchio di legno e dentro vi era una penna stilografica.

"Oh ... non dovevi ..."

"Sapevo ti sarebbe piaciuta. L'ho scelta io insieme a mamma" lo ringraziai. "ho fame, scendiamo sotto a mangiare" disse e si avviò giù per le scale.

Non potrei mai desiderare nessun fratello buono come lui.

"Dmitriy, ma che hai?" chiese Andrei aggrottando le sopracciglia.

"Che c'è?"

"Sono appena arrivati nuovi soldati. Sono stati addestrati per due anni, dovresti venire a vederli con me"

I due si diressero in un altro angolo del cortile. Mentre stavano arrivando al gruppo di uomini, uno di loro si voltò e sorrise compiaciuto.

"Alexander?" chiese incredulo Dmitriy.

"Da! Si!" rispose "sono felice di incontrarti qui nell'esercito"

"In realtà io ..."

"Unisciti a noi. Stiamo per cantare e ballare. Ti divertirai. Benvenuto nell' Armata Rossa!"

Come fa ad essere felice? Dovrei vivere una vita tranquilla. Ma sono qui, costretto dalla guerra. E l'unica cosa è la sopravvivenza.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top