CAPITOLO VI: Sabato 12 Giugno 2014

SABATO

12 Giugno 2014

Come scordarsi quella data...

Avevo appena finito di trasferirmi nella mia città natale, in periferia però, senza avvertire parenti et similia.

Cristo se era cambiata.

Visi nuovi, strade e negozi inaugurati.

Un femminicidio la settimana prima... coinvolti ragazzi di una scuola superiore, lontani dalla mia zona.

Giulia Fabbri... capelli riccioli, corpo statuario.

Uno strano stupro di gruppo finito male.

Che brutta fine per una ragazza bella come quella.

Se solo fossi arrivato prima... non me la sarei persa.

...

Sì, il mio "appetito cibernetico" parlava per me.

Fanculo la tristezza, d'uopo era fare una ricognizione.

E il posto migliore per farlo?

Proprio le scuole!

Non quella dell'assassinio però: lì mi ci sarei recato una volta le acque si fossero calmate.

Purtroppo era giorno festivo, quindi piano b: le discoteche!

Erano le 16:30, avrei dovuto aspettare l'orario giusto.

Nell'attesa, mi incamminai per una strada piena zeppa di bar da ambo i lati.

Che atmosfera giovanile di cui non mi fregava nulla: io pretendevo l'atto pratico!

E dovevo stare attento perché qualcuno, col quale in adolescenza avevo fatta conoscenza, poteva riconoscermi e non volevo farmi trovare abbracciato a ragazzine di 18 anni.

O anche 17.

Ma anche...

...

Dio che voglia...

Insomma, parola d'ordine: circospezione!

Me lo ripetei fino alla nausea.

Invano.

Praticamente era un'abbuffata di fregna, non azionare il pulsante assurgeva a peccato mortale!

...

Già.

Il pulsante... sotto il mio controllo.

...

All'improvviso... Lei.

Proprio Lei.

La mia resa dei conti.

La Fine.

Fu un attimo: la scorsi nel mentre stava (credo) distribuendo dei volantini.

Forse maggiorenne, non oltre quella soglia; lo si intuiva dall'abbigliamento in voga in quel periodo, che la rendeva apparentemente più grande definendo e esaltando curve a quell'età ancora in fase di sviluppo, tuttavia facendo ricadere all'opposto l'attenzione sul viso davvero troppo giovane, quasi acerbo, che rendeva meglio l'idea di quanti anni avesse in realtà.

Al di là dei vestiti... un qualcosa di indescrivibile.

Un'apparizione.

Un miracolo.

...

Un miracolo diabolico, frutto del Diavolo.

Fu come se... una nuova metamorfosi si fosse innescata.

"Nuova".

Un drammatico ritorno, ecco.

Qualche spasmo, sudore.

Palpebre che sfarfallano, un'emicrania che si fa celermente strada.

Un colpo allo sterno che mi irrigidisce gelandomi la schiena e non ultima una sensazione che potrei descrivere come un tonfo in acqua con un'ancora legata ai piedi!

Il controllo era andato a farsi benedire.

Un istante di nero, un mostruoso martello pneumatico deciso a scavarsi una galleria per uscire.

Quella fitta era il segnale: il cuore meccanico, per qualche assurda e tragica ragione, era impazzito.

Caddi su un ginocchio da quanto la reazione fu violenta.

La sofferenza che provai potrebbe essere paragonata solo all'esplosione di mille chiodi all'interno della gabbia toracica.

Divenni rosso in volto, tremavo, ci mancò poco che cadessi in uno stato convulsivo.

Sembrava... un infarto continuo!

Contrito in una smorfia di tormento inimmaginabile, alzai la testa e... "grazie" a quell'enorme scarica di adrenalina innescata da chissà quale demonio, scappai.

...

Corsi a casa, mi tolsi la maglietta e mi guardai allo specchio.

L'incubo a cui non avrei mai pensato di andare in contro si era avverato: il battito cardiaco era accelerato, non rispondeva ai comandi.

Mi stava rigettando.

Stupidamente, non avevo creata una copia.

O meglio: l'avrei creata. Solo avevo dato per scontato sarebbero passati degli anni dalla sostituzione. Sempreché... fosse stato possibile.

...

Falliti i tentativi di regolarlo a mano, tentai di far fronte all'anomalia imponendomi con la forza di volontà.

Un espediente meschino, tragicamente infelice, che non risolse nulla.

Dio, che bruciore.

Il folle cibernetico non dava cenno di smettere; come quando... sì, come il mio vecchio cuore di carne quando mi approcciavo alle ragazze!

...

E adesso?

Non potevo vivere in quelle condizioni!

In che modo terminarlo?

Dovevo farlo tacere!

Però... l'avessi fatto tacere...

...

Lì per lì non suonò male l'idea di scollegarlo e morire prima che la cosa degenerasse.

Tanto quel che era nei miei piani l'avevo di gran lunga depennato.

Poi però riflettei.

...

Era da tanto non riflettevo (nonostante il dolore): d'altro canto, essere macchina non implicava tanti ragionamenti.

E tutto sommato... mi piacque tornare a scervellarmi: quel tumulto di ingranaggio mi aveva risvegliato.

E ricordai:

<Perché mi fai questo?! Datti una calmata, no?! Ho un Diavolo per capello, non ti ci mettere anche te a remarmi contro! O devo aspettarmi un epilogo tipo la facoltà d'ingegneria?!

È colpa tua se sbaglio ogni volta! Io voglio solo fare colpo e liberarmi del mio vergognoso fardello! Cosa c'è, sei contrario alla mia scelta?! Vuoi punirmi?!>

...

No, non voleva punirmi.

E non voleva che perseguissi pedissequamente uno schema.

Mi voleva dire...

"Forse... volevi dirmi qualcosa?

Che sto sbagliando?

...

Mi sono innamorato, giusto? Questo è ciò che provavo e che ora provo.

È questo che dovevo sapere?

Lo sapevo!

Sapevo cos'era!

E proprio perché lo sapevo ho voluto allontanarmene! Guarda cosa mi ha fatto: mi ha distrutto la vita e ora vuole che mi scavi la fossa da solo!

Ho seguito quel che facevano gli altri, e allora? Perché loro sì e io no?! Ho fatto sesso più e più volte, con ragazze bellissime, TANTE ragazze, mi sono sfogato, ho recuperato gli anni persi, ho... ho...

...

E io che all'inizio neanche ci pensavo.

All'inizio nemmeno sapevo dello "status" e di tutte quelle cazzate sulle vergini, i pedofili e...

...

Dio, cos'ho fatto?!" sussultai. "Quanto si è ampliato il divario di età tra me e le ultime..?

...

No, non voglio pensarci!".

In realtà ci pensai e vomitai all'idea.

"Sono io il mio nemico...

Sono io il mio nemico...

Sono io il mio nemico..." ripetei carezzandomi il petto con artiglio candidamente protratto per "lacerare" l'entrata di quel tempio profanato dalla stupidità.

Magari ammazzarmi (per la definitiva e seconda volta) era la soluzione migliore.

Non sarei mancato a nessuno.

...

Oppure... c'era un'ulteriore possibilità (?)

...

"E se... ti dessi ascolto?

Se quella ragazza fosse la chiave?

Non può essere una coincidenza: è possibile sia lei quella che, benché non stessi cercando, mi ha riattivato!

Forse... è quella giusta (?)".

Dovevo ritrovarla.

Ma dove?

C'erano parecchie scuole, non sapevo quanti anni avesse (e ORRORE non fosse stata maggiorenne), il cuore meccanico mi spossava da quante energie bruciava.

...

Delusione: non era più a dare volantini.

E adesso?

...

Avrei atteso Lunedì.

E avrei cominciata una massiccia ricerca capillare per la città.

...

Avrei superato tutti quegli ostacoli che per anni mi avevano confinato nella lista nera delle vergini?

...

Potevo farcela.

Ce l'avrei fatta!

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top