Capitolo 6 ~ L'Ordine della Fenice

Sabato 18 Settembre 1977, Dormitorio Grifondoro

Un solitario raggio di sole filtrava tra le tende del letto a baldacchino di Frank. La luce si insinuava curiosa tra le coperte, come a festeggiare la battaglia vinta con la pioggia. Dopo ventiquattro ore di brutto tempo, una bella giornata sembrava un ottimo auspicio.

Il ragazzo aveva tentato in tutti i modi di non darlo a vedere ai compagni di stanza, ma era agitato, terribilmente agitato. Temeva che la sua idea potesse essere un fiasco e che nessuno si sarebbe presentato ai Tre Manici di Scopa. Aveva passato tutta l'estate a prepararsi per quel preciso momento, aveva speso pomeriggi interi ad immaginarlo, ma non riusciva ancora a credere che il giorno "x" fosse finalmente arrivato.

«Frankie, ma tu dormi mai?» Gli chiese Sirius dal letto di fianco.

«No.»

Frank era sempre stato l'ultimo ad andare a dormire e il primo a svegliarsi, troppi pensieri gli passavano per la testa per riuscire a staccare la spina. Se avesse potuto scegliere, non avrebbe mai riposato. Si era documentato, ma non esistevano incantesimi anti-sonno senza effetti collaterali. Ci aveva anche provato al quinto anno: aveva resistito una settimana intera, ma poi era collassato in sala comune e i suoi amici lo avevano dato per morto.

Da allora aveva giurato che non avrebbe più pasticciato con la magia e che si sarebbe arreso all'ineluttabilità del sonno.

«Sei agitato?» Chiese Sirius dopo qualche minuto.

«Un pochino», sussurrò in risposta Frank, cercando di fare meno rumore possibile.

Erano le sette di sabato mattina e il dormitorio era perfettamente silenzioso. Frank non aveva dormito gran che quella notte, mentre Sirius si era svegliato da poco. Era strano vedere Felpato in piedi prima delle dodici durante il weekend, ma il giorno prima ai provini si era fatto male ad una spalla e il dolore lo aveva tirato giù dal letto.

«Vedrai che sarà un successo!» esclamò allegro Sirius, cercando di non far vedere quanto stesse soffrendo. «Ti faccio vedere una cosa che ti risolleverà l'umore», aggiunse alzandosi.

«Ti prego Sirius non ti spogliare», disse Frank preoccupato, coprendosi gli occhi.

«Ma no, che hai capito!» Latrò Felpato.

Dopo pochi istanti un grosso cane nero si lanciò sbavando sul letto di Frank. Il ragazzo protestò con finta convinzione per un poco, ma poi si arrese alle feste dell'amico. Sapeva che Sirius stava facendo tutto questo per lui e che con pochissime altre persone si sarebbe mostrato così. Non riusciva ad apprezzare fino in fondo che gli stesse sbavando sul letto, ma Frank sapeva che dietro l'umorismo e l'entusiasmo di Sirius si nascondeva un animo tormentato e questo gli fece ancora di più apprezzare il gesto dell'amico. Dopo avergli accarezzato per un po' la testa, decise di alzarsi, mentre gli altri Malandrini dormivano ancora profondamente.

Lo spettacolo doveva iniziare: era ora di una delle sue lunghissime docce.

∼ ∼ ∼

Quella mattina la Sala Grande era particolarmente luminosa grazie al cielo azzurro che brillava sul soffitto incantato. I Malandrini avevano deciso di non aspettare la fine della doccia di Frank ed erano scesi a fare colazione.

Sirius si sedette scompostamente sulla panca, la conversazione con Frank lo aveva scosso più del previsto. Non era abituato a vedere l'amico così agitato, aveva finto sicurezza con lui ma in realtà condivideva gli stessi timori.

«Siamo d'accordo con gli altri di vederci direttamente ai Tre Manici di Scopa verso le undici», disse James prendendo posto di fianco ad Alice.

«Frank?» Chiese la ragazza dopo aver dato una veloce occhiata in giro.

«È ancora in doccia, ha detto che ci raggiunge lì», spiegò James servendosi un'abbondante porzione di bacon. «Marlene e Lily?»

«Hanno già finito di fare colazione e sono andate da Mielandia, Lily temeva di non avere il tempo per comprare quelle maledette api frizzole», rispose Alice disgustata sorseggiando il suo tè con aria regale.
«Cosa hai contro le api frizzole?» Le chiese sconvolto James alzando finalmente gli occhi dal suo piatto.

Gli altri Malandrini trattennero il respiro, sapevano quanto il capitano fosse legato ai suoi dolci. Forse i Grifondoro avevano un serio problema con il cibo. Sirius ringraziò mentalmente James per la scena che stava per fare, quanto meno lo stava distraendo dai suoi pensieri.

«Prima di tutto contengono pungiglioni di Billywig essiccati e poi hanno un odore terribile», rispose Alice contraendo la faccia in un'espressione se possibile ancora più disgustata. «Solo a voi due possono piacere, siete proprio fatti l'uno per l'altra», aggiunse sottovoce.

James sorrise tra sé apprezzando molto l'ultimo commento dell'amica e si godé, con rinnovata energia, la colazione.

«Non montarti la testa», bisbigliò Sirius. «Il P.A.C.E. continua a sembrare un'impresa impossibile.»

Per tutta risposta James gli tirò una sberla, colpendolo senza alzare gli occhi dal bacon. Per Merlino che riflessi, pensò Sirius massaggiandosi il coppino colpito, meno male che giochiamo nella stessa squadra.

Il Caposcuola ingurgitò la colazione più veloce possibile per poi alzarsi dal tavolo. Sirius cercò di evitare di guardarlo, il suo posto era uno spettacolo indecente e c'era più bacon sul tavolo che nel piatto del ragazzo.

«Vado!» Disse correndo via, senza dare alcuna spiegazione.

«Dovrei sentirmi in colpa, visto che ora andrà ad importunare Lily?» Chiese Alice, seguendo James con lo sguardo.

«Nah», risposero in coro i Malandrini.

Sirius si chiese, per l'ennesima volta, se quel ragazzo avrebbe mai messo la testa a posto e quando la Evans avrebbe finalmente capitolato.

∼ ∼ ∼

All'ora prefissata un discreto gruppo di ragazzi si era radunato fuori dai Tre manici di scopa. Erano tutti vestiti con abiti babbani, ma anche senza le divise non era difficile capire da che casa provenissero. I Grifondoro, i più numerosi, scherzavano tra di loro vicini alla porta, mentre gli sparuti Corvonero si tenevano in disparte insieme ai Tassorosso. Soltanto un paio di Serpeverde avevano deciso di partecipare alla riunione, le loro espressioni scettiche erano saltate subito agli occhi di Marlene.

«Perché sono venuti?» Chiese a Lily indicando i ragazzi verde e argento, mentre tutti aspettavano l'arrivo di Frank.

Prima che la Caposcuola potesse risponderle, una zazzera azzurra fece il suo ingresso nel campo visivo di Marlene. Anni e anni nella squadra di quidditch, permisero alla ragazza di nascondersi un secondo prima che il possessore di suddetti capelli fosse a portata di orecchio.

«Ciao», disse sorridendo Alex a Lily. «È una mia impressione o una ragazza bionda di mia conoscenza sta cercando di evitarmi nascondendosi dietro a Peter?»

Marlene, rossa come un pomodoro, con estrema nonchalance salutò il ragazzo, fingendo di non aver sentito la domanda. Il provvidenziale arrivo di Frank e Sirius la salvò dall'imbarazzo.

Quella mattina aveva già riservato fin troppe sorprese: Lily l'aveva costretta ad alzarsi presto per accompagnarla a Mielandia, James aveva teso loro un'imboscata e i due piccioncini non avevano smesso di battibeccare per tutto il tragitto fino al pub.

Ora Sirius la stava evidentemente fissando e i suoi occhi grigi saettavano ininterrottamente tra Marlene ed Alex, mentre una delle sue curatissime sopracciglia si alzava con fare dubbioso. Può andare peggio di così? Si chiese la ragazza con un sospiro.

«Ci siamo tutti?», chiese Frank guardandosi intorno.

«Direi di sì», gli rispose Judy, evidentemente scocciata di essere lì.

Era la prima volta che Marlene la vedeva interagire con Frank da quando le era passata la colossale cotta che aveva per lui dal primo anno. Era evidente che la ragazza avrebbe preferito essere con il famosissimo Fred invece che cospirare con un gruppo di pazzi in un pub.

«Dai Judy, non essere così giù», intervenne Mary, che purtroppo aveva deciso di aggregarsi al gruppo. «Dopo potrai raggiungere il tuo cavaliere!»

Dopo qualche minuto, Frank prese in mano la situazione e invitò l'intera combriccola ad entrare nel locale. Il ragazzo aveva prenotato quattro tavoli in fondo al pub in cui si stipò il gruppo. Marlene cercò in tutti i modi di allontanarsi da Alex, ma si trovò incastrata tra il ragazzo e James Potter.

Per ignorare Alex, si guardò intorno: conosceva quasi tutti i volti intorno al tavolo. C'era quasi l'intero settimo anno di Grifondoro, il magico trio formato da Rachel, Anne e Bones, un paio di ragazze di Corvonero, i gemelli Prewett, altri Tassorosso oltre ad Alex e dei Serpeverdi arcigni. Frank completava il gruppo sedendo a capotavola, non sembrava per nulla agitato, ma era evidente quanto tenesse a quell'evento. Cercò di tenere gli occhi lontani dai Serpeverde, sapeva bene di non essere brava a fingere indifferenza.

«Bene, direi che possiamo iniziare», disse Frank dopo che Rosmerta ebbe portato il primo giro di Burrobirra utilizzando un incantesimo per riuscire a farsi sentire da tutti. «Vi chiederete perché vi abbiamo raccolti tutti qui e perché vi stiamo facendo sprecare il primo sabato ad Hogsmeade dell'anno.»

«Non che si possa definire proprio sprecato un pomeriggio in mia compagnia!» Sussurrò una voce alla sinistra di Marlene.

La ragazza girò la testa di scatto, trovandosi a pochi centimetri dalla faccia di Sirius. Alle sue spalle vide che James stava importunando Lily, i due dovevano essersi scambiati di posto mentre lei era distratta ad osservare Frank.

Poteva andare peggio di così, si trovò costretta ad ammettere.

«Black taci», gli rispose tirandogli uno schiaffo sul polso e ricevendo il suo insopportabile sorriso come risposta.

«Comunque», riprese a parlare Frank scoccando un'occhiata perentoria ai due ragazzi. «Siamo tutti fin troppo consapevoli della guerra che si sta scatenando là fuori, purtroppo i professori ci considerano troppo piccoli per combattere, ma noi sappiamo che non è così. Non possiamo uscire da Hogwarts senza essere pronti a lottare.»

Il tavolo insorse in un mormorio, sembrava che uno sciame di api avesse deciso di sorvolare il gruppo. La maggior parte dei partecipanti sosteneva che Frank aveva ragione, ma Marlene scorse un paio di facce preoccupate, c'era chi aveva già perso molto in quella guerra. Un Serpeverde di cui la ragazza non conosceva il nome prese la parola sovrastando il frastuono.

«E cosa credi che possiamo fare noi, eh?» Commentò indispettito. «È pieno di Auror là fuori che non fanno altro che finire ammazzati ogni giorno, che differenza può fare uno sparuto gruppetto di adolescenti?»

«Benji, dai, lasciali spiegare», tentò di calmarlo Rachel.

Solo dopo l'intervento della cercatrice, Marlene capì che il Serpeverde doveva essere il suo ragazzo, sapeva che aveva una storia familiare parecchio turbolenta e non lo biasimava per aver avuto una tale reazione. Dopo tutto anche lei aveva non pochi dubbi sull'iniziativa di Frank.

«No, Rachel, questi sono dei montati», rispose piccato lui facendo per alzarsi.

Nessuno si aspettava una mattinata tranquilla senza discussioni, ma neanche che la conversazione si scaldasse così velocemente. Frank stava per rispondere al Serpeverde, ma James fu più rapido.

«Benji, amico, nessuno crede di uscire da qui ed essere in grado di affrontare Voldemort, ma non ha senso neanche non fare nulla.»

Il nome di colui-che-non-deve-essere-nominato provocò una reazione ancora più esplosiva. Se l'intento di James fosse stato di far ritornare la calma, allora avrebbe miseramente fallito. Un paio di persone avevano già cominciato a parlare di andarsene, mentre Benji non aveva ancora smesso di strepitare.

«Grazie Potter, utile come sempre», commentò Lily ad alta voce quando finalmente tutti si furono calmati.

«Ecco, quello che James stava tentando di dire, è che non stiamo formando un esercito che lotti contro voi-sapete-chi, vogliamo soltanto provare ad uscire di qui un po' più preparati di quello che ci si aspetta da noi. Non voglio organizzare un club dei duellanti, solo degli incontri mono-argomento a cadenza settimanale in cui tentiamo di imparare il più possibile», si affrettò a finire di spiegare Frank.

Il ragazzo tirò poi un sospiro di sollievo, era finalmente riuscito a dire tutto quello che aveva progettato. Marlene si guardò intorno, gli animi sembravano essersi un po' calmati e anche Benji Fenwick sembrava essersi placato.

«Dove ci troveremo?» Chiese titubante Emmeline Vance, mentre un secondo giro di Burrobirre arrivava sul tavolo.

Emmeline era la più piccola dei presenti, una Corvonero del quarto anno che era stata invitata sotto consiglio di Bones. Marlene ascoltò Peter spiegare la parte organizzativa dell'Ordine, mentre con gli occhi osservava nuovamente i ragazzi. Alcuni di loro non erano ancora maggiorenni, eppure erano già pronti a lottare, lo si capiva dalla luce nei loro occhi. Era fiera di tutti quei ragazzi, ma era anche spaventata, non avrebbero dovuto passare il primo sabato ad Hogsmeade dell'anno a parlare di guerra, ma a divertirsi.

«Un galeone per i tuoi pensieri», commentò Alex alla sua sinistra.

Marlene si girò imbarazzata, non era molto brava in questo tipo di cose. Il ragazzo era estremamente gentile, mentre lei preferiva i flirt botta-e-risposta che era abituata ad avere con Sirius.

«Scusami, mi sono persa a pensare a quanto sono giovani questi ragazzi», gli spiegò contro voglia.

Alex sorrise tranquillo e le appoggiò una mano sulla spalla. Marlene non apprezzava particolarmente il contatto fisico, ma in quella situazione lo trovò adeguato.

«Vedi la ragazza con la pelle scura seduta vicino ai due ragazzi rossi?» Chiese indicando una Tassorosso dall'altra parte del tavolo.

Marlene annuì, non aveva idea di chi fosse la ragazza o dove stesse andando a parere Alex, ma decise di dargli una possibilità.

«Lei è Dorcas Meadows, una mia compagna di casa. I suoi genitori sono morti in un'imboscata l'anno scorso. Ha passato tutto l'ultimo periodo nella sua stanza, praticamente senza più mettere piede in sala comune. Eppure, oggi è qui, con una determinazione sul volto che non credevo potesse più avere. Non è l'Ordine della Fenice che ha portato la guerra nel mondo magico, ma potrebbe dare un grosso aiuto a porvi fine. Questi ragazzi sono giovani, ma hanno già vissuto molto più intensamente di tanti adulti», disse guardando Marlene fissa negli occhi.

La ragazza arrossì suo malgrado, non si sarebbe mai aspettata una tale profondità di Alex. Lo conosceva appena, eppure era riuscito a dirle esattamente quello di cui aveva bisogno.

Lo ringraziò con un sorriso, poi riportò la sua attenzione su Lily che stava proponendo di stilare una lista dei presenti incantata, per evitare che qualcuno potesse leggerla. Nessuno si tirò indietro, neppure Benji. Uno dopo l'altro siglarono la pergamena con convinzione, consapevoli di star vivendo un momento storico.

Marlene guardò Alex firmare senza esitazione, forse aveva valutato troppo velocemente il ragazzo.

∼ ∼ ∼

Frank si guardò in torno piuttosto soddisfatto. Pensava sarebbe stato molto più complicato convincere tutti quanti della sua iniziativa e, invece, la maggior parte dei ragazzi sembrava molto carica. I rossissimi gemelli Prewett, Fabian e Gideon, si erano anche proposti di diventare tutor per quello che avevano definito: "Magie Sporche". Frank non era del tutto certo della legalità degli incantesimi e degli oggetti a cui i ragazzi facevano riferimento, ma in guerra poteva essere utile.

Le follie dei gemelli non erano l'unica cosa su cui Frank aveva ancora dei dubbi, Benji sembrava tutt'altro che contento di partecipare.

«Paciock?» Chiese una voce sottile alle sue spalle. «Posso parlarti in privato?»

Frank seguì Rachel al di fuori del locale fino ad un piccolo spiazzo vicino a Mielandia, non aveva mai parlato direttamente con la ragazza e si era molto stupito del suo invito.

«Vorrei parlarti di Benji», esordì lei, torturandosi le mani.

Il ragazzo le fece segno di spiegarsi meglio.

«So che può sembrare un testone e che non è per niente educato, però non ha cattive intenzioni», cominciò a spiegare senza riuscire a stare ferma. «Ci tiene molto a fare la sua parte in questa guerra e diventerà un bravissimo Auror, ha solo paura che l'Ordine della Fenice sia una pessima idea e che ci faccia uccidere tutti.»

«Capisco le sue preoccupazioni», spiegò Frank con voce rilassata. «Sono esattamente le stesse per cui ho deciso di far partire questo progetto. Tutti noi vogliamo far la nostra parte e arrivare più preparati.»

Rachel annuì e gli fece segno di avvicinarsi.

«La madre di Benji era Vera Rowle.»

Frank fece fatica a reprimere un brivido. Non sentiva quel nome da tempo, ma nessuno nel mondo magico lo avrebbe mai dimenticato. La donna era un famosissimo Auror, forse la migliore che il ministero avesse mai avuto. Quando erano comparsi i primi pettegolezzi del suo tradimento, nessuno ci aveva creduto. Poi c'erano state le prove e il processo, oggi Vera era ad Azkaban in una cella di sicurezza. Non c'era da stupirsi che Benji facesse così fatica a fidarsi.

«Non lo sa nessuno a parte me e ho dovuto trascinarlo quasi di peso alla riunione di oggi. Mi ha dato il permesso di parlartene, ma per tutti gli altri deve restare un segreto. Volevo che tu lo sapessi, così che tu possa avere un'idea più precisa di lui», aggiunse visibilmente più tranquilla la ragazza.

Tutti sapevano che la famiglia di Benji fosse travagliata, ma nessuno si sarebbe mai immaginato un segreto del genere. Frank rassicurò la ragazza e, più tranquillo di prima sulla fedeltà del ragazzo, la seguì di nuovo all'interno del pub.

La pergamena, nel frattempo, si era riempita di firme e Alice la stava incantando affinché nessuno fosse in grado di leggerla.

«Chiederei, soprattutto ai Serpeverde, di essere prudenti e di non farvi seguire quando venite alle riunioni», disse Lily quando l'amica ebbe finito la complessa magia.

Caroline Vane alzò gli occhi al cielo.

«Per chi ci hai preso? Siamo nella casa dell'astuzia per un motivo!» Disse muovendo i lunghissimi capelli castani. «Oltretutto siamo soltanto in tre e due di loro passano più tempo nella vostra Sala Comune che nei sotterranei, non credo sia un problema mantenere la segretezza».

«Ma ci verrà mandata una lettera ogni volta?» Chiese pragmatica Meredith McBunny, l'unica Corvonero dell'ultimo anno «Perché mi sembra veramente poco pratico così.»

«In realtà abbiamo già pensato ad un calendario», spiegò Frank. «Ci troveremo ogni giovedì alle diciassette nella stanza della necessità a partire dal 7 ottobre. Così dovremmo ridurre le probabilità di essere scoperti. Cercate di non uscire in massa dalla Sala Comune e di inventarvi delle scuse decenti con i vostri amici.»

Le chiacchiere andarono avanti ancora una mezz'ora buona, la maggior parte dei ragazzi si trattenne fino all'ultimo, contenta della nuova compagnia e vogliosa di scoprire di più sulle lezioni. Solo Judy aveva abbandonato il tavolo subito dopo aver firmato.

Quando tutti cominciarono ad andarsene e il numero dei bicchieri di burrobirra aveva ormai raggiunto le tre cifre, Frank si trovò da solo con Sirius.

«Dai è andata bene!» disse felice il ragazzo, emettendo la sua risata-latrato.

«Si, sono quasi del tutto soddisfatto», commentò Frank che non riusciva a smettere di pensare a quante cose potevano andare meglio.

«Sempre il solito perfezionista», lo prese in giro Sirius. «Ricordati che se qualche lezione va male, puoi sempre usare il tuo asso nella manica?»

Frank alzò scettico un sopracciglio.

«E quale sarebbe di grazia?»

«Ma, ovviamente, io. Ti devo uno spogliarello e non vedo l'ora di ripagare il mio debito.»

∼ ∼ ∼

«Ma allora era questo che stavate tramando negli ultimi giorni! E io che credevo che fosse qualcosa di interessante», disse Mary alle compagne di stanza sulla via verso Hogwarts.

«Ricordatemi perché l'abbiamo coinvolta» bisbigliò Marlene.

«Come mai hai deciso di accettare alla fine?» Chiese Lily, fingendo di non aver sentito il commento acido dall'amica.

Mary era stata una delle ultime a firmare la pergamena, non sembrava troppo convinta di volersi unire all'Ordine. Le ragazze avevano quasi sperato di non doverla sopportare anche lì.

«Non ero sicura di accettare inizialmente, la guerra non fa sicuramente per me», disse ridacchiando. «Ma è così pieno di bei ragazzi!»

Lily alzò gli occhi al cielo, quella ragazza era incorreggibile.






Ciao ragazzi,

Siamo arrivati ad uno dei momenti cruciali della storia!

Finalmente si costituisce l'Ordine della Fenice e scopriamo un po' di storie dei nostri ragazzi. Ho completamente stravolta la storia di Benji e segnalo a tutti di ricordarsi bene quanto descritto a qui! 

Comincia anche l'odio nei confronti di Mary che però prometto cambierà!

Fatemi sapere cosa ne pensate,

Un bacio,

A PRESTO GIURO,

La Vostra Corvonero

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