Capitolo 20

L'urlo disumano di Alice risuonò per tutta la Stanza delle Necessità. Per un istante il mondo intero sembrò fermarsi, come se un incantesimo avesse bloccato il tempo per tutti. Membri dell'Ordine e Mangiamorte restarono perfettamente immobili per diversi secondi, poi una piccola furia dagli occhi neri e il visino angelico si riversò sulle figure mascherate.

All'improvviso la Athone era inarrestabile, lo scudo dietro il quale si era nascosta nell'ultima mezz'ora si sciolse come neve al sole. Remus la guardò ammirato, aveva sempre sospettato che la ragazza nascondesse un grande potenziale.

Distolse lo sguardo proprio mentre Alice cominciava a scagliare incantesimi offensivi e ad utilizzare la stanza nel migliore dei modi. La realtà veniva plasmata dal volere della ragazza. Sembrava di essere in uno dei fumetti di supereroi che tanto amava Frank. Innalzava e distruggeva pareti con il solo uso della mente, scagliava incantesimi e calderoni ad una velocità impressionante.

Sentì al suo fianco Marlene sfrecciare via, pronta a combattere al fianco dell'amica. Era per il ragazzo il momento di seguire il suggerimento di Frank. All'improvviso però un pensiero si fece largo nella sua testa: sapeva che James era con Mary e che Sirius era sparito per tutto il pomeriggio a fare qualcosa di segreto. Ma era sicuro che Lily fosse nella Stanza delle Necessità quando era arrivata lui. Non l'aveva più vista dall'inizio della battaglia. Che fine aveva fatto?

Scorse velocemente le persone a terra, ma nessuna di loro aveva i fulvi capelli rossi e gli occhi a mandorla verdi della sua migliore amica. Non era il momento giusto per abbandonare la battaglia e andare a cercarla, ma era certo gli stesse sfuggendo qualcosa.

Riportò la sua attenzione al piccolo armadio che teneva in tasca. Da dopo la sua ultima lezione di difesa contro le arti oscure, Remus non si era più separato dall'oggetto e dal suo improbabile ospite. Se lo portava sempre in tasca rimpicciolito e ogni tanto, quando era da solo, lo faceva tornare a dimensioni naturali. Amava e odiava quella tonda luna piena e quello era l'unico modo in cui poteva osservarla senza trasformarsi. Usava quella piccola sfida per farsi forza e ricordarsi che, almeno per gioco, poteva sconfiggere la maledizione.

Frank lo aveva trovato una settimana prima nella loro camera mentre studiava fissando la luna piena. Non gli aveva chiesto niente, come era solito fare, ma gli aveva lasciato il suo spazio. Non si era neanche stupito di vedere un grosso armadio al centro del dormitorio. Era entrato per prendere un libro e, prima di richiudere la porta e tornare nella sala comune, gli aveva soltanto fatto notare che era utile portarsi quella creatura appresso.

Remus aveva pensato che il consiglio dell'amico fosse piuttosto buono, nel caso qualcuno dell'Ordine volesse esercitarsi di nuovo a controllare la propria paura. Non avrebbe mai pensato, però, di utilizzare il Molliccio come un'arma di difesa. Tipico di Frank pensare fuori dagli schemi e progettare piani a cui nessun altro avrebbe mai pensato.

I Mangiamorte si erano radunati al centro dell'aula per attaccare meglio la Athone, mentre Remus si trovava ancora vicino alla porta. Ci mise diversi minuti a pensare alla strategia migliore. Doveva portarsi tra il gruppo di nemici e Alice, in modo da spingerli a ritirarsi verso la porta. L'unico piccolo problema era attraversare l'intera stanza indenne.

"Codaliscia mi serve una mano" disse attirando l'attenzione di uno spaventatissimo Peter alla sua sinistra "guardami le spalle che devo arrivare al centro della stanza."

"Ma li ci sono i Mangiamorte" balbettò l'altro in risposta.

Remus gli scoccò un'occhiata velenosa e poi cominciò a correre. Per quanto Peter non fosse esattamente il più sveglio dei suoi amici sapeva di potersi fidare ciecamente di lui. Gli avrebbe affidato la propria vita. Gli stava affidando la propria vita.

Solo per un istante, mentre correva disperato, le sue parole di solo qualche minuto, o decennio prima, gli rimbombarono nella mente: "c'è un traditore tra noi."

∼ ∼ ∼

I rumori della Foresta Proibita sembravano essere scomparsi all'improvviso. Niente per James aveva più senso, non la corsa, non le creature, non l'enorme Acromantula che si stava avvicinando, non Mulciber con il coltello sporco di sangue e sicuramente non Mary che aveva appena tirato un urlo. Una sola immagine contava, una sola persona: Sirius con un profondo taglio nel petto.

Si scaraventò sul Mangiamorte con tutta la forza che aveva in corpo. Si abbandonò all'istinto, dimenticando completamente di essere umano per un istante. Era la prima volta che si lasciava completamente andare all'animale, di solito restava sempre se stesso anche da Animagus. Per qualche secondo non ci fu alcun James dentro quel cervo, ma solo ed esclusivamente Ramoso.

Tornò in sé quando vide del liquido scarlatto colare davanti ai suoi occhi sul terreno ingombro di foglie. Non poteva vedere le corna, ma sapeva che dovevano essere conficcate in profondità dentro il corpo di Mulciber. Si diede un secondo per andare nel panico, poteva aver appena ucciso una persona, poi riprese controllo di sé. Lasciò che l'uomo tornasse al comando e tornò a vestire i panni di James.

Alla sua sinistra Mary era ancora sconvolta, le labbra spalancate senza che nessun suono riuscisse ad uscire dalla sua bocca. Non aveva ancora superato la trasformazione del compagno quando lui aveva iniziato a correre per la foresta, gli era stata dietro a fatica, lo aveva visto incornare una persona e ora se lo trovava davanti nudo e ricoperto di sangue. James si sentì un po' in colpa, forse l'aveva traumatizzata a vita.

"È... è morto?" balbettò lei, avvicinandosi al corpo esanime del Serpeverde.

Lanciò al Caposcuola la sua bacchetta e il ragazzo impiegò mezzo secondo per farsi apparire dei vestiti prima di avvicinarsi a Sirius. Non gli importava davvero cosa fosse successe al Mangiamorte, l'unica cosa che contava era il petto dell'amico che faceva lentamente su e giù.

"Respira" disse più a se stesso che alla ragazza.

"Anche lui" rispose lei "però, ha bisogno di più cure di quelle che possiamo dargli e non credo che possiamo piombare in infermeria così. Sono abbastanza sicura che tu non sia un Animagus registrato e nessuno crederà alla storia del cervo impazzito nella Foresta Proibita."

A James non importava niente delle parole della ragazza, anche se una parte di lui sapeva che avrebbe dovuto ascoltarla. Voleva soltanto salvare Sirius, la vita del Mangiamorte poteva anche restare appesa ad un filo ancora per un po'. Applicò un paio di blandi incantesimi curativi sulla ferita al petto del ragazzo, notando che il taglio era molto più profondo di quello che gli era sembrato ad una prima analisi.

"Non credo che il coltello gli abbia bucato un polmone" constatò Mary che aveva abbandonato Mulciber per avvicinarsi ai due Grifondoro "se riusciamo ad evitare che perda troppo sangue dovrebbe essere fuori pericolo."

Le mani lunghe e affusolate della ragazza sostituirono quelle di lui sulla ferita. Per la prima volta in una settimana intera James fu grato della sua presenza, Mary poteva non essere la persona più simpatica o piacevole della scuola, ma sapeva tenere duro nei momenti difficili e, soprattutto, era un'esperta di guarigioni. Gli aveva spiegato di voler diventare una magizoologa per poter curare le Creature Magiche, ma non disdegnava neanche l'idea di studiare magimedicina.

Era così impegnato a seguire i movimenti lenti e precisa della bacchetta della ragazza e il fiorire di bende sulla ferita di Sirius che quasi non si accorse del movimento alla sua destra. Non seppe mai se fu l'adrenalina ancora in circolo o i movimenti rallentati del Mangiamorte per le ferite, ma riuscì a schiantare Mulciber mentre ancora un fiotto verde usciva dalla sua bacchetta. La caduta del mago cambiò la traiettoria dell'incantesimo che sparì tra gli alberi. Qualche istante dopo un'Acromantula cadde a terra morta.

"Bel colpo, James" riuscì a bisbigliare Sirius, aprendo gli occhi per un solo istante, prima di ripiombare in un sonno senza sogni.

∼ ∼ ∼

Peter non era mai stato una persona coraggiosa, c'era un motivo se sette anni prima era stato un testurbante. Non veniva da una stirpe di audaci, quasi tutti i membri della sua famiglia erano Tassorosso o Serpeverde. Si era stupito moltissimo della scelta finale del cappello quando dopo diversi minuti di conversazione lo aveva smistato tra i Grifondoro e, per lungo tempo, si era chiesto se non ci fosse stato un errore.

In alcuni momenti, però, riusciva a mettere da parte la sua codardia naturale ed essere la persona che il cappello aveva predetto. Sembrava quasi coraggioso in quegli attimi, un vero Grifondoro. Erano i momenti in cui i suoi amici credevano in lui e chiedevano direttamente il suo aiuto.

Quindi quando Remus gli chiese di guardargli le spalle mentre lui correva al centro della Stanza delle Necessità, Peter non ci pensò due volte. Non era il miglior combattente della stanza, ma proprio per questo motivo i Mangiamorte non lo degnavano di uno sguardo. Essere costantemente sottovalutato aveva dei risvolti positivi.

"Benji alla tua sinistra!" riuscì anche ad urlare mentre schiantava una figura incappucciata che puntava Remus un po' troppo da vicino.
Neanche gli altri membri dell'Ordine si aspettavano troppo da lui. Se ne accorse mentre difendeva il suo amico con estremo vigore e tutti gli altri lo fissavano con la bocca spalancata. Forse non era il Grifondoro perfetto e neppure un buon combattente, ma Peter sapeva che cosa contava di più al mondo e i suoi migliori amici erano sicuramente tra questi.

Con ogni probabilità dopo quei pochi attimi di coraggio avrebbe ricominciato ad essere il ragazzino spaventato che tutti conoscevano. Non si sarebbe preso nessun merito, ma, dentro di sé, avrebbe ricordato per sempre quella volta in cui aveva messo i suoi amici prima di tutto.

Non si meravigliò di vedere che Remus era riuscito nel suo intento, si era portato tra la furia di Alice e i Mangiamorte. Non tanto perché lui gli aveva guardato le spalle, quanto perché Lunastorta era uno dei migliori maghi che Hogwarts avesse mai visto.

I nemici si trovarono costretti ad indietreggiare verso la porta quando un enorme armadio emerse dal pavimento. Qualcuno provò a lanciare un incantesimo su Lupin, ma Peter fu più veloce e lo disarmò.

Quando il molliccio uscì finalmente dall'armadio, la Stanza delle necessità era piombata nel più completo silenzio. Solo Alice non si era fermata e continuava a lanciare incantesimi utilizzando l'aula come una propagazione naturale del suo corpo. L'attenzione dei presenti era concentrata sul mobile e tutti trattenevano il respiro aspettando di vedere che cosa sarebbe successo in seguito. Le figure incappucciate non sapevano che esso contenesse un Molliccio e sembravano più confusi che spaventati dall'ingombrante armadio.

Quando finalmente una creatura emerse dalle ante il mondo si fermò. Il Molliccio non prese la forma di una paura comune, ma una piuttosto specifica che tutti i membri dell'Ordine avevano già visto e sapevano benissimo a chi appartenesse.

Un grosso cavallo nero scheletrico.
Quando anche Marlene riconobbe la creatura, Peter capì che era arrivato il momento di nascondersi e i Mangiamorte sembravano aver avuto la sua stessa idea perché appellarono i loro caduti e cominciarono a retrocedere verso la porta. Era evidente che l'Ordine stesse vincendo, c'erano molte più figure in nero a terra che studenti, non aveva senso continuare a lottare. La battaglia era finita.

Soltanto quattro figure rimasero immobili al centro della stanza: Alice, Marlene e due incappucciati.

Peter sapeva bene che tra quelle due figure si nascondeva il traditore, la persona che li aveva venduti e che aveva permesso ai nemici di penetrare nella Stanza. Ringraziò Merlino di non essere nei panni di quella persona, ma, per un solo istante, si chiese se lui avrebbe avuto la forza di reagire e di non tradire i suoi amici. Non fu soddisfatto dalla risposta che il suo cuore urlava.

∼ ∼ ∼

La prima cosa di cui Lily si rese conto fu il buio. Un'oscurità densa la circondava, era certa di avere aperto gli occhi eppure nessuna forma faceva capolino nel suo campo visivo. Poi cominciò ad arrivare un suono. Inizialmente credette si trattasse di un soffio, lieve e ritmato. Si concentrò su di esso con tutte le sue forze finché non riuscì a distinguere delle lettere. E poi una parola. Un'unica parola ripetuta come una litania.

Il suo nome.

Lily.

"James?" chiese quando finalmente riuscì a riappropriarsi dell'uso delle corde vocali.

Non si chiese perché fosse così tanto sicura che la voce appartenesse a lui, non era neanche certa fosse una voce maschile. Eppure, il suo nome si era formato sulla sua bocca non appena aveva avuto la forza di parlare.

La sua domanda fermò la cantilena e il silenzio la circondò denso quanto l'oscurità. Un verso strozzato di disprezzo la fece bruscamente tornare alla realtà. Non aveva idea di dove fosse o di che cosa fosse appena successo. Si impegnò a frugare nella memoria per trovare un ultimo ricordo utile a cui aggrapparsi, ma non trovò niente. Le stava sfuggendo qualcosa, qualcosa di molto importante, ma non capiva di cosa si trattasse.

Era così impegnata ad arrabbiarsi con se stessa per la sua particolare amnesia che non si accorse subito della piccola lucina apparsa alla sua sinistra, se ne rese conto soltanto quando ormai era molto vicina e riuscì a riconoscerla come la punta di una bacchetta illuminata.

"Lily" disse un'altra volta quella voce che ora poteva dire con sicurezza non appartenere a James Potter.

Quella parola ruppe la diga della sua memoria e i ricordi le piombarono addosso tutti insieme, Alice che suonava il piano, l'urlo di Marlene, la Stanza delle Necessità assediata, l'incantesimo che l'aveva colpita e quella voce che urlava il suo nome. La stessa voce che ora l'aveva chiamata.

La voce della persona che l'aveva colpita.

La voce di Severus Piton.

"Cosa sta succedendo?" chiese troppo confusa per essere arrabbiata.

Il ragazzo non le rispose subito, prima fece scorrere la bacchetta su tutta la sua figura per essere sicuro che non fosse ferita. Era evidente che il ragazzo fosse preoccupato per lei lo leggeva nella sua voce e nel suo viso. Quel gesto colpì Lily più profondamente dell'incantesimo di prima. Le ricordò tutto il tempo che avevano passato insieme, quando l'uno guardava le spalle dell'altra, quando al mondo non c'era attività più bella di un pomeriggio passato insieme. Tentò di mettere un freno ai suoi ricordi, non era il momento adatto per piangere.

"Non volevo colpirti, ma l'incantesimo è rimbalzato sullo scudo della Athone e ti ha preso in pieno. Quando sei caduta a terra ho temuto il peggio. Non appena mi sono accorto che respiravi ancora, ho fatto tutto quello che era necessario per farti riprendere, poi ti ho trascinata fuori dalla Stanza delle Necessità prima che ti potesse succedere altro" spiegò mangiandosi le parole Severus Piton.

Lily, per quella che doveva essere la prima volta in vita sua, era senza parole. Il suo ex migliore amico l'aveva appena salvata, peccato che era stato proprio lui a metterla in pericolo. Si stupì di sentire una nota di urgenza nella sua voce, come se dovesse spiegarle tutto il prima possibile, come se la sola idea che lei lo ritenesse responsabile fosse per lui insopportabile, come se loro fossero ancora gli stessi ragazzini che avevano varcato la soglia di Hogwarts insieme.

"Se solo tu mi avessi ascoltato" continuò lui, non avendo ottenuto alcuna risposta "ti avevo detto di restare in biblioteca oggi, ti avevo anche fatto mettere in punizione da Lumacorno. Perché sei dovuta andare a quella stupida riunione?"
"Sei stato tu?" urlò su lei con improvviso vigore "mi hai mandato tu quella lettera piena di minacce che mi consigliava caldamente di non andare alla riunione se ci tenevo alla vita di mia sorella? Sei stato tu a chiudermi in quello stanzino in biblioteca oggi pomeriggio? Hai usato la nostra amicizia contro di me? Hai usato il nostro passato contro di me?"

Lily era furiosa, si era alzata all'improvviso e aveva cercato la bacchetta nella tasca per alzarla contro il Serpeverde, solo per scoprire di essere disarmata. Faceva fatica a controllarsi da tanto era arrabbiata. Aveva passato una giornata orribile a coronamento di una settimana anche peggiore. Dopo la notizia di Mary e James si era chiusa a riccio su se stessa, non aveva permesso a nessuno di avvicinarsi e si era cullata nel suo malumore. Lumacorno che la accusava di aver fatto copiare i suoi compagni durante l'ultimo test era soltanto la punta dell'iceberg del suo umore nero. Il professore l'aveva obbligata a mettere a posto l'intera provvigione di ingredienti per punizione. Quando era finalmente riuscita a liberarsi da quell'aula si era diretta in biblioteca. Era quasi giunta nel suo tempio di pace, quando qualcuno l'aveva trascinata con la forza in uno stanzino delle scope e l'aveva chiusa dentro. Lì aveva trovato una lettera che la 'invitava caldamente' a non recarsi alla riunione, ma a restare immobile. Era riuscita ad uscire solo dopo un'ora, dopo aver provato tutti gli incantesimi che conosceva sulla porta che era stata costretta ad abbattere. Era corsa il più velocemente possibile ad avvisare i suoi amici nella Stanza delle Necessità che qualcuno aveva scoperto le loro riunioni. Una volta entrata non aveva fatto in tempo a parlare con nessuno che era scoppiato il caos. E ora scopriva che dietro a tutto questo c'era la stessa persona.

Quella stessa persona che l'aveva quasi fatta fuori.

"Dovevo farlo, dovevo proteggerti" piagnucolò lui alzando le mani "Cerco sempre di proteggerti, ma tu non mi ascolti mai. Ti avevo detto di stare lontana da Potter e la sua combriccola perché loro portano solo guai. E qual è la prima parola che ti sento dire dopo averti salvata? James! Non riconosci più neanche la voce del tuo migliore amico?"

L'espressione del ragazzo era passata dalla tristezza alla rabbia. Illuminato solo dalla luce della bacchetta il suo volto assumeva tratti grotteschi. Il naso adunco sembrava la maschera di un dottore della peste e gli occhi erano più neri del carbone. Per la prima volta in vita sua Lily ebbe paura di lui, non riusciva più a vedere dietro a quei tratti il ragazzino che aveva amato come un fratello.

"Salvata?" chiese lei sprezzante "Tu mi hai messo in pericolo. Non James Potter. Non la sua combriccola. Tu e i tuoi amici Mangiamorte. Cerchi di proteggermi da sempre? Come se fossi stata io quella che ha messo fine alla nostra amicizia, come se fossi io quella che ti ha insultato. E poi cosa pensavate di ottenere attaccando degli studenti? Ora tutti sapranno che siete presenti a scuola e verrete come minimo espulsi. A meno che non vogliate ucciderci tutti."

Severus la guardò stralunato e poi rise. Una risata amara, carica di disprezzo.

"Non preoccuparti per le nostre anime Evans" disse calcando sul cognome "solo uno di voi ci lascerà stanotte, ma quello verrà fatto passare per un terribile incidente. Credi davvero che qualcuno vi crederà quando direte di essere stati attaccati? E anche se lo facessero, non avete prove, non avete nomi."

Lily dovette farsi violenza per non chiedere più dettagli su quel nome, su quella vita che quella sera li avrebbe lasciati. Doveva restare concentrata sul discorso, il ragazzo stava sicuramente bluffando per spaventarla.

"Io un nome ce lo avrei" rispose serissima lei con una scintilla di odio negli occhi verdi.

"Lo faresti davvero Lily? Denunceresti il tuo più caro amico? Denunceresti me? Denunceresti la persona che sa dove abitano i tuoi familiari? Denunceresti la persona che sa tutto di tua sorella? Io non l'ho mai fatto. Io non ti ho venduta al Signore Oscuro. Tu saresti pronta a farlo? E dopo tutto questo pensi ancora di essere una persona migliore di me?"

Lily era spaventata e confusa. Le parole del ragazzo erano un connubio perfetto di amicizia e odio. Di affetto e minaccia. Di passato e presente. La stava minacciando e allo stesso tempo le stava dimostrando quando teneva a lei. Era sempre stato così con Severus, non sapeva distinguere la linea tra amore e oppressione.

"No" ammise in fine "non lo farei."

Vide la sorpresa apparire sul volto del ragazzo, seguita da un sorriso di vittoria.

"Ma non per le ragioni di cui hai parlato tu" continuò spezzando la felicità del ragazzo "non perché potresti vendere i miei segreti o fare del male alle persone che amo. Quello lo hai già fatto, proprio oggi irrompendo nella Stanza delle Necessità e attaccando degli studenti innocenti. Non perché tengo a te, hai distrutto tu la nostra amicizia chiamandomi Sanguemarcio. Io non ho alcuna intenzione di perdonarti per la strada che hai già deciso di seguire. Non ti denuncerò perché voglio che tu finisca i tuoi studi, voglio che tu arrivi al massimo della preparazione. Perché quando ci incontreremo sul campo di battaglia e noi faremo parte di due schieramenti opposti, voglio che tu sia la versione più forte di te stesso. Perché allora e solo allora, io ti batterò e saprò non solo di essere una persona migliore di te, ma di aver distrutto il mio più grande nemico. Perché il mio 'migliore amico' è morto nel momento in cui ha scelto di stare dalla parte di Voldemort. Dalla parte di chi chiama alcuni maghi Sanguemarcio. Dalla parte di chi vuole trucidare le persone come la mia famiglia. Dalla parte di chi pensa che James Potter sia uno dei cattivi, senza capire che non valete neanche un decimo di lui."

Quando smise di parlare riuscì per un attimo a vedere lo sconfinato dolore sul viso del ragazzo.

E per un istante.

Un solo piccolissimo istante.

Si chiese se c'era ancora qualcosa in lui che poteva essere salvato e se poteva essere lei l'unica sua ancora di salvezza.

Poi l'istante passò e il mondo di Lily tornò ad essere completamente nero.







Ciao ragazzi,

Eccoci con il secondo dei trei capitoli "finali" di IMEC! Dopo i quali ci sarà un capitolo speciale e poi inizierà la seconda parte.

A differenza del capitolo 19 che era molto frenetico, qui c'è poco cambio di punto di vista, ma molti più eventi importanti (e stressanti).

Non è ancora uscito il nome del traditore, ma se vi ricordate il capitolo dei Mollicci dovreste ormai averlo scoperto. Qualcuno di voi lo aveva ipotizzato un sacco di capitoli fa!

Come vi avevo anticipato sto iniziando la revisione, domani uscirà la nuova versione del capitolo 1. Riconoscerete i capitoli revisionati perchè avranno un titolo e le caporali al posto delle virgolette per i dialoghi. Non ho cambiato la trama, ho solo eliminato dettagli senza senso e aggiunto tonnellate di descrizioni. Vi aggiornerò su Instagram quando usciranno gli altri! 

Se decidete di rileggere il capitolo 1 ci vediamo domani, altrimenti a Domenica prossima!

Un bacio,

La Vostra Corvonero

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