Capitolo 15

Dormitorio di Grifondoro, Giovedì 24 Novembre 1977

"Mollicci?" chiese sconvolto Sirius.

Il ragazzo giaceva mollemente sul proprio letto, i geni della nobile e antichissima famiglia Black gli impedivano di sembrare sgraziato e, in qualche modo, riusciva a sembrare elegante anche in quella posizione.

"Si, Felpato, oggi affronteremo i mollicci" ripeté di nuovo un Remus Lupin parecchio spazientito dall'insistenza dell'amico.

Sirius non sembrò soddisfatto dalla risposta e continuò a fissarlo in cagnesco. Il giovane Lupin gli dava le spalle, stava seduto alla propria scrivania ed era completamente immerso in una torre di pergamene.

"A me non sembra una buona idea, Frank è d'accordo?"

Remus alzò gli occhi al cielo, non riusciva a capire quale fosse il problema e tutta questa discussione stava rallentando il suo studio e la preparazione della lezione.

"Si, Sirius, è d'accordo. Come ti ho già detto l'idea viene da un auror e un indicibile, neanche Frank avrebbe potuto opporsi a loro."

La conversazione era completamente sterile e Remus non sapeva più cosa dire per troncarla. L'argomento della lezione era stato approvato perfino dal preside, perché Sirius non poteva, una volta tanto, evitare di fare il bastian contrario?

"Lunastorta?" intervenne di nuovo il giovane Black dopo qualche minuto di silenzio.

"Cosa c'è ancora?" chiese sempre più spazientito Remus, senza alzare lo sguardo dalla pergamena che stava riempiendo con la sua ordinata grafia.

"Ma tutto devono vedere in cosa si trasforma il nostro molliccio?" chiese Sirius con un filo di voce.

Improvvisamente Remus capì, lasciò andare la piuma e le carte e si girò per guardare l'amico negli occhi. Era stato un insensibile, non aveva considerato neanche per secondo l'idea che le parole dell'amico nascondessero un significato più profondo.

"Sirius" disse andandosi a sedere di fianco al ragazzo "far vedere agli altri la propria più grande paura è difficile, sembra quasi impossibile. Eppure, è proprio questo che ci fortifica: capire che non si può affrontare tutto da soli ma che abbiamo bisogno dell'aiuto degli altri per superare ciò che più ci spaventa. Useremo i mollicci questa sera, non per la loro abilità ma per il modo in cui vengono sconfitti. Tutti noi dobbiamo essere pronti a fronteggiare i nostri timori, siamo in guerra, probabilmente la nostra paura diventerà realtà entro pochi mesi. Non possiamo essere impreparati. Non possiamo temere il giudizio degli altri così tanto da volerci nascondere, perché altrimenti abbiamo già perso".

Sirius era rimasto in silenzio per tutto il discorso dell'amico e, per quanto l'idea di mostrare a tutti la sua paura più grande continuava a non piacergli, dovette ammettere che Remus aveva ragione.

"Va bene Lunastorta, allora ci vediamo dopo" disse abbracciandolo velocemente per poi abbandonare la stanza.

Remus sorrise tra sé, sapeva che era il modo di Sirius per dirgli grazie.

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Qualche ora più tardi l'intero Ordine della Fenice era radunato nella stanza della necessità, seguendo i consigli di Remus, i ragazzi erano arrivati in piccoli gruppi e James li aveva seguiti sulla Mappa.

Quando finalmente dopo dieci minuti Frank, puntuale come sempre, fece il suo ingresso, l'insegnante della giornata tirò fuori dalla borsa il piccolo armadio e lo riportò nelle sue dimensioni originali.

"Ciao, benvenuti alla prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure che è l'ultima del primo ciclo. Io sono Remus, ma ormai credo mi conosciate tutti. Come vi ha anticipato James nella sua lezione settimane fa, Silente si è proposto di aiutarci a decidere gli argomenti di questi incontri. Oggi parleremo di una creatura un po' particolare, l'argomento mi è stato consigliato da un indicibile e da un auror. Loro ritengono sia importante per il nostro futuro sapere qual è la nostra più grande paura e riuscire a non paralizzarci davanti ad essa, ma reagire mantenendo la lucidità necessaria".

Remus smise di parlare per un secondo, giusto il tempo di lanciare un'occhiata a Sirius, che stava fissando intensamente il terreno, per poi ricominciare:

"La creatura in questione è un molliccio" l'armadio cominciò a muoversi in risposta delle sue parole "Come molti di voi sapranno, questi esseri non hanno un vero e proprio aspetto ma prendono le sembianze delle nostre più grandi paure. Qualcuno sa cosa si usa per respingerli?"

La stanza sprofondò immediatamente nel silenzio, si riuscivano addirittura a sentire lo scricchiolare del legno con cui era costruito l'armadio.

"Con le risate" disse dopo un po' Marlene arrossendo "ne avevamo uno in casa e mia madre ci ha spiegato come si fa" aggiunse sentendo lo sguardo di tutti su di sé.

"Esatto!" esclamò felice Remus, che per un attimo aveva temuto di non ricevere alcuna risposta, mestiere difficile quello del professore, si trovò a pensare "L'incantesimo per respingere un molliccio è molto semplice basta dire Riddukulus".

Il ragazzo mosse la bacchetta mentre pronunciava l'ultima parola, compiendo un gesto piuttosto semplice del polso e da essa uscirono dei sottili fili di fumo.

"Ciò che, però, riesce davvero a sconfiggere il molliccio è, come diceva Marlene, una risata. A turno affronterete la creatura, provate ad immaginare che aspetto prenderà di fronte a voi e a trasformarla in qualcosa di buffo. È un ottimo esercizio per quello che ci capiterà in futuro, dobbiamo essere in grado di lavorare sotto pressione e tirare fuori il meglio dalle situazioni peggiori".

Finito di parlare Remus si spostò di fronte l'armadio che si trovava perfettamente al centro della stanza della necessità, quel giorno disadorna di banchi e lavagne per lasciare più spazio di manovra.

"Chi vuole essere il primo ad affrontare il molliccio?" chiese, pronto a spalancare le ante.

La stanza sprofondò di nuovo nel più completo silenzio. Ci vedesse Godric, pensò tra sé e sé Remus, forse il capello parlante ha sbagliato qualcosa con tutti noi.

"Inizio io, stiamo già perdendo troppo tempo" rispose scocciato Benji, il Serpeverde ragazzo di Rachel.

Remus, pensando al povero Godric che sicuramente si stava rivoltando nella tomba, aprì le ante dell'armadio e si fece da parte.

Convinto che si sarebbe trovato davanti un potenziale nemico, Benji si mise in posizione, pronto ad attaccare qualsiasi cosa emergesse dal mobile. Il molliccio, contro ogni aspettativa del ragazzo, si trasformò in Rachel. La ragazza uscì timorosa dall'armadio guardandosi intorno un po' spaesata.

La "ragazza" mostrava su tutto il corpo delle profonde ferite e, presto, una macchia di sangue prese a formarsi sul pavimento. Il molliccio camminava verso Benji come se stesse chiedendo aiuto.

Remus sembrava stesse seguendo una partita di tennis, i suoi occhi rimbalzavano ad una velocità sovraumana da Benji alla "sua ragazza". Il silenzio in cui era sprofondata la stanza fu rotto soltanto dalla vera Rachel che soprassalì e si mosse verso il suo ragazzo.

Il serpeverde non si scompose neppure per un istante, continuando a fissare la creatura che gli si avvicinava. Con la coda dell'occhio notò la fidanzata che, a sua volta, gli stava correndo incontro. Allungò il braccio sinistro per fermare Rachel e disse soltanto "Riddikulus!"

Il sangue che circondava la creatura si trasformò velocemente in bolle di sapone e alla ragazza apparve una lunga coda da sirena che la fece inciampare. Una sonora risata risuonò per tutta la classe, costringendo il molliccio a ritirarsi verso l'armadio.

"Bravissimo Benji!" disse Remus notando però che dalla bocca del ragazzo non era emersa nessuna risata "il prossimo?"

"Vengo io!" rispose contento James, girando appena la testa verso Lily, come per essere sicuro che lei vedesse quanto era coraggioso.

A volte Remus trovava l'amico esagerato, altre gli faceva un po' pena. Sapeva bene che i sentimenti che provava per Lily erano molto più profondi di quanto James fosse riuscito ad ammettere, ma doveva accumulare ancora un po' di maturità prima di poter avere una concreta possibilità con lei.

"Quando vuoi Ramoso" lo esortò Remus.

La creatura che era stata Rachel, restò per un attimo confusa di fronte al giovane Potter, come se non fosse sicura di quale forma prendere. Improvvisamente, però, la ragazza sparì per lasciare il posto ad una grossa nuvola temporalesca.

Remus si accigliò, condivideva da anni la stanza con James e mai avrebbe sospettato la sua paura per quel tipo di eventi atmosferici. Ramoso, il cui sorriso malandrino non sembrava essersi incrinato neanche per un istante, reagì prontamente scagliando l'incantesimo.

La nuvola assunse il colore dello zucchero filato e la pioggia divenne cioccolata calda. Senza scomporsi James tornò al suo posto.

"Avanti il prossimo" commentò soltanto.

Il gruppo, che era rimasto in silenzio dall'apparizione della nuvola, si riprese all'improvviso. Judy fece un passo avanti pronta ad affrontare il proprio molliccio, mentre Remus retrocedeva per portarsi di fianco a James. Lo raggiunse mentre Sirius gli poneva la questione che stava risuonando nella mente di tutti.

"Ramoso, ma serio? Temporali?" chiese sottovoce, impresa non semplice considerando il tipico tono con cui si esprimeva il ragazzo.

James rispose alzando le spalle, mostrando la solita strafottenza. Remus, che lo conosceva fin troppo bene, sapeva che in realtà stava solo prendendo tempo per assicurarsi che nessuno fosse a portata di orecchio.

"Sapevo che il molliccio non avrebbe diventare nessuna delle mie vere paure" cominciò a spiegare quando fu sicuro di non poter essere ascoltato "Avete visto che era un po' confuso? Ci ha messo un po' a trovare qualcosa di rappresentabile e alla fine si è arreso con i temporali. Da bambino ne ero terrorizzato, ma sono anni che ho imparato a gestirlo."

"E qual è allora la tua più grande paura?" chiese Sirius, dimostrando il solito tatto.

"Deludere le persone che amo" spiegò James, senza staccare gli occhi da Judy che stava fronteggiando quello che aveva tutta l'aria di essere uno scheletrico cavallo nero "e restare da solo."

Remus lasciò James con Sirius, non prima di avergli dato una pacca sulla spalla, quello che nel loro speciale linguaggio significava non sei solo.

Dopo che lo spettrale cavallo di Judy venne trasformato in un My Little Pony, fu la volta di Mary che si vide comparire davanti un'enorme cimice. La lezione andò avanti così per un po', a turno i ragazzi si ritrovarono a fronteggiare la loro più grande paura e a ridicolizzarla. Qualcuno dovette affrontare un clown come Anne, altri un ragno enorme come Emmeline. Remus tenne le fila della lezione chiamando gli amici uno alla volta per affrontare il molliccio.

Le paure dei ragazzi più giovani erano tutte legate a fobie infantili mai risolte, non erano queste che il giovane Lupin temeva, bensì quelle dei suoi amici. Quanti cadaveri avrebbero ancora imbrattato la stanza delle necessità? Quante delle loro paure sarebbero diventate realtà nei mesi seguenti?

A differenza dei pensieri di Remus nella sala si era instaurato un clima leggero a causa dell'enorme serpente apparso a Peter trasformarsi in un vermicello gommoso, fu rotto quando Marlene si ritrovò a fronteggiare il molliccio. La classe si ammutolì all'improvviso.

Un mangiamorte stava apparando scontroso dall'armadio, inizialmente portava calata sul viso una maschera simile a quella che Lily aveva trovata la settimana prima. Non appena l'essere se la tolse gli occhi color ghiaccio di Linsday McKinnon fissarono quelli di Marlene.

La giovane Grifondoro restò per un attimo spaesata, non sapendo come affrontare la sorella. Aveva saputo dall'inizio della lezione in cosa si sarebbe trasformato il molliccio, era successa la stessa cosa l'anno prima, ma, ancora una volta, non era sicura di poterlo affrontare. La volta precedente era dovuta intervenire sua madre mentre Marlene era rimasta immobile a fissare la finta Linsday.

Questa volta ce l'avrebbe fatta, continuava a ripetersi, non voleva mostrarsi debole davanti alla classe. Prima, però, che potesse fare qualsiasi incantesimo, il molliccio cambiò forma attirata dal ragazzo che si era frapposto tra lei e la creatura.

Due Sirius Black quasi identici si stavano fissando a pochi metri da lei.










Ciao Ragazzi, 

Lo so in questo periodo non riesco ad essere costante con la pubblicazione, le vacanze si sono rivelate molto più frammentate degli altri anni e questo mi impedisce di scrivere.

Sappiate, però, che non ho alcuna intenzione di lasciare questa storia e che da settembre continuerò ad aggiornare una volta a settimana!

Cosa ne pensate del capitolo? Quale sarà la paura degli altri protagonisti?

Un bacio,

La vostra Corvonero.

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