Capitolo 27: Presagio negativo

<Oh, che paura> fa Malfoy, ironico.

Sento dietro di me spuntare qualcosa e scagliarsi su di lui: sono delle creature magiche.

Sembrano degli ippogrifi ma neri come la notte.

Intanto il mio pennello diventa una lancia e mi fiondo su Malfoy, preceduta dalle mie creature.

È riuscito a sconfiggerne una ma ne rimangono altre quattro.

Spicco un salto in altissimo, aiutata dalle ali, e scendo in picchiata vicino a Malfoy.

Gli ferisco un braccio un millisecondo prima che si scansi qualche metro più in là seguito dai miei ippogrifi.

Non penso nemmeno a una battuta sarcastica o a un commento sulla mia fortuna perché ho stampata nella mente la immagine di lui che, con un incantesimo, trafigge Jack e poi quest'ultimo che muore.

La rabbia aumenta vertiginosamente mentre intorno a me turbina per qualche secondo un sottile tornado di fiamme rossicce e gialle, che però non mi copre la vista.

Sento un grido acuto che mi distoglie dai miei pensieri e vedo una nuvoletta nera dissolversi nell'aria: Malfoy ha sconfitto l'ultima mia creatura: è stato veloce.

Anche troppo, per i miei gusti.

La sua ferita si è già rimarginata (ma che mafiata è? La mia sta ancora perdendo qualche goccia di sangue ed è pure fasciata!) ma si vede ancora il sangue non del tutto secco sul suo vestito: è un giallo quasi bianco...

Come i suoi capelli prima...

Strano... Me lo sarei immaginato rosso o nero ma non bianco...

Ma perché mi soffermo su queste sottigliezze?

Cervello, concentriamoci sull'ammazzarlo per benino.

<Sleale quell'attacco di prima> commenta lui mentre dalla sua spada leva il sangue delle creature agitandola.

<Ho imparato dal migliore... E poi io non sono "Miss Innocenza"> commento mentre la mia lancia diventa la spada di prima.

Mi si fionda addosso senza preavviso e paro un suo fendente mettendo la mia lama di traverso.

La spada non mi appesantisce, mi pare come un'estensione del mio braccio che, fluido e scattante, para e cerca di colpire l'avversario.

Schivo di lato un suo affondo levando su un polverone che, con un piccolo vento creato all'istante, gli lancio sugli occhi per accecarlo per qualche secondo: come ho detto non sono "Miss Innocenza".

<Astuta...> dice nella polvere.

<... ma mai quanto me> conclude dietro le mie spalle.

Lancio un urlo mentre mi abbasso e giro su me stessa brandendo la spada come un'ascia.

Vedo Malfoy arretrare di quel poco che basta per evitare il mio colpo.

<Brava...> commenta Malfoy mentre io impugno meglio la spada.

<La rabbia ti sta portando lontano... Ma non alla vittoria...> nota lui, fermo, appoggiando la punta della spada sul terreno, come a reggersi su essa.

Potrei attacarlo e ucciderlo ma la sua voce mi ha come incatenata e vuole proseguire con una spiegazione e poi la mia curiosità (che tu sia dannata all'inferno!) vuole sapere.

<Tu sei la "buona" e dovrebbero animarti cose come l'amore, l'amicizia, la libertà... Non la vendetta.> inizia, riferendosi a me.

<E io, il "cattivo" dovrei fare ciò per sete di potere, perché sono il malvagio e basta o perché voglio farmi vedere...> conclude riferendosi a sé stesso.

<Ma non è come dovrebbe essere perché non è una favola e ognuno ha luce e ombra dentro di sé... Sta solo a noi scegliere da che parte stare e si può cambiare...> faccio io, con sempre la spada in mano: non mi fido, potrebbe essere un trucchetto ma, d'altro canto, non ha tutti i torti.

Non sono proprio il modello di bontà o dell'eroina che ci si aspetta.

Io sono solo Arianna: una ragazza che può essere dolce con chi ama, crudele chi la fa arrabbiare o ferisce...

E non sono esattamente una persona che perdona senza prima passare per una bella sfuriata.

E ne è la prova l'arrabbiatura di cinque minuti fa.

<Ma allora che cosa ti spinge a fare ciò?> chiedo, dannando la mia curiosità ancora una volta.

<Il sapere di poterlo fare. Anch'io sono stato "buono" ma ho scelto la "cattiva strada"... Oppure è lei che ha scelto me...> risponde lui, col sorriso sulle labbra.

Un sorriso che mi mette paura.

<Sei un megalomane. E basta. Senza quello saresti forse buono. Ma siamo noi che scegliamo come vivere: la vita ci da delle offerte ma sta a noi rifiutarle o negarle. Ho sbagliato in passato e si è creato tutto questo. Mi ha dato cose buone che mi hanno spezzato e voglio vendetta. E ora so cosa fare...> dico mentre sollevo un polverone con la magia, ancor prima di finire la frase.

Prima di perderlo di vista, credo di vedere un guizzo passargli per gli occhi: si prepara all'attacco.

<E non fallirò> concludo mentre Malfoy si gira ma non colpisce me, bensì l'aria.

Non ha il tempo di girarsi che io lo trafiggo al petto dove ci sarebbe il cuore e faccio trapassare la lama da parte a parte.

<Pensavi che fossi così ripetitiva? Ma fammi il favore...> commento mentre lui cade a terra.

Mi da le spalle ma ridacchiando, in modo sommesso.

Lo riconosco da come muove la schiena in in sincronia con il petto e dal tono dei suoi gorgoglii.

E mi viene voglia di pestarlo coi pugni.

<Perché ridi? Ti fa il solletico la mia spada? Eppure mi sembra di vederti battere la fiacca> commento, acida.

Da un lato voglio che muoia all'istante, dall'altro voglio che soffra per tutti i disastri che ha generato nella mia vita in così poco tempo.

Lui si gira, col sangue bianco argenteo che gli sta colando, come una cascata contro le rocce, sul petto fino ai pantaloni.

E continua a ridacchaire mentre si sta dissolvendo, piano piano.

<Hai sconfitto me... Ma non il male...> sussurra lui infine mentre sparisce.

"Che bella uscita di scena... Dovresti imparare da lui cose del genere" commenta la vocina nella mia testa che decido prontamente di ignorare.

E ripensando alle sue parole...

Lo so: non potevo sconfiggere il male in sé uccidendo lui ma è anche vero che senza il buio non ci sarebbe la luce quindi...

È giusto così.

Forse?

Ci sono alcune cose che mi sfuggono.

Come il perché la vita deve essere così stronza con me e strapparmi tutto ciò che mi rende felice, o rovinandolo facendomi giudicare pazza dagli altri visto che quello mi rende contenta.

Sbatto gli occhi più volte, sospiro senza quasi fare rumore e ritorno alla realtà.

Segue un attimo di silenzio prima che un esplosione di suoni si scateni intorno a me.

Urla di gioia, di esultanza e, per tutti gli spalti dei cori che dicono:

<Kialastema, Kialastema, Kialastema.>

Mi ricorda quasi quel sogno che ho fatto due notti fa...

E credo che volesse avvertirmi del fatto che avrei combattuto...

Peccato che non l'ho capito per tempo.

Ma è inutile piangere sul latte versato: la battaglia c'è stata e Luke...

Anzi Jack... (quando smetterò di sbagliarlo ogni tre per due?)

È morto...

Baciandomi...

Le lacrime mi scorrono sulle guance e chino la testa: non voglio farmi vedere così.

Soprattutto da quella gente che poco fa godeva dello spettacolo della MIA morte.

Alzo le braccia e la folla si ammutolisce.

<Mi dispiace interrompere i vostri festeggiamenti ma io... Voglio ritornare al mio mondo.> provo a dire cercando di non far sentire i singhiozzi.

Un borbottio scontento attraversa la folla.

<SILENZIO!> urlo, incazzata e disperata.

Non voglio parlare, voglio stare da sola a riflettere e fare un onore a lui.

E credo che si sia sentita una nota di tristezza nella mia voce perché c'è ancor più silenzio di pochi secondi fa, se possibile.

<Io non mi sento a posto qui, soprattutto dopo quello che è successo. Ora creerò dei passaggi per farvi uscire facilmente da qui. Tenetevi il vostro mondo, gestitelo come volete e cercate di non farvi più comandare da un dittatore.> concludo mentre mi avvicino al corpo di Jack.

La mia voce si è fatta sempre più intrinseca di tristezza e le lacrime più frequenti.

Hanno capito, da quello successo, che amavo quel ragazzo che è morto (grazie al cazzo, aggiungerei, se non l'avessero notato sarebbero stati abbastanza ciechi) e capiscono che non è meglio insistere.

Agito il ritornato in sè pennello e so che si creano dei varchi che porteranno fuori di qui: ovunque ci troviamo.

Mi accovaccio accanto al corpo di Jack e ripenso all'isola del portale, a occhi chiusi.

Uno spostamento d'aria e so di ritrovarmi lì; apro gli occhi e scopro di aver ragione.

Mi ritrovo a fissare il mare, con una sfumatura simile ai suoi occhi...

Che non potrò mai più vedere brillare.

Il mio corpo diventa in preda ai singhiozzi e le lacrime, ancora non esaurite, scorrono sulle mie guance e cadono nella sabbia.

<Jack... Vorrei... Rimanere qui... Ancora un po'... O per sempre... con te... Eppure c'è... qualcosa che... mi spinge... a ritornare indietro... Nel mio mondo... Scusami... Se ti lascio qua... Solo...> dico in preda ai singhiozzi al suo cadavere come se potesse sentirmi.

<Mi mancherai...> sussurro asciugandomi le lacrime.

Traccio col pennello un rettangolo immaginario nella sabbia abbastanza grande, la sollevo e la depongo lì vicino.

Sollevo il suo corpo, sempre con la magia, e lo osservo: con quei vestiti sporchi di terra e sgualciti, il buco nello stomaco che lo trapassa, il volto dispiaciuto e quello sguardo vacuo con un pizzico di amore, estasi e felicita...

Mi sento stringere il cuore in una morsa d'acciaio che quasi non mi fa respirare.

Inspiro ed espiro più volte prima che i singhiozzi smettino di starmi appiccicati in gola, pronti ad uscire e, dopo poco, mi calmo e compio quegli ultimi passi.

I più duri e dolorosi.

Ma devo essere forte... Per entrambi...

E non sto facendo la drammatica o la sentimentale...

È la genuina verità.

Gli calo le palpebre sugli occhi, per falso sembrare che dorma, normalmente.

Lo depongo delicatamente nel fossetto, ci rimetto sopra la sabbia di prima e poi faccio comparire una pietra bianca, piccola, che metto al centro e ci incido.

"In memoria di Jack; una persona fantastica.
Che ha dato sé stesso per chi ama e per la sua terra".

"Ti amerò per sempre, nel profondo, anche quando sarò sposata tu rimarrai sempre la mia prima scelta, quello con cui vorrei essere e poter amare ~Arianna"

So che non è tanto di originale ma la creatività è andata a quel paese con la mia felicità.

Rimangono solo il mio cuore spezzato e l'amarezza che cerca di rimetterlo insieme.

Ormai devo andare, restare qui mi fa sentire dei sentimenti contraddittori: stare qui, in questo mondo, per sempre per potergli stare non troppo lontano.

Oppure andarmene per attenuare il dolore e, sperare o no, sono indecisa, che il suo ricordo si metta da parte nella mia mente e diventi solo un ricordo non immensamente doloroso, come la morte di un parente.

E poi c'è una vocina, diversa da quella che di solito sento, che mi sussurra nell'orecchio una terza opzione: "Raggiungilo" dice. "Niente ha più senso".

Scuto la testa fortemente.

No!

Ciò che ha fatto sarebbe stato altrimenti vano...

E non mi perdonerebbe mai, lo so.

Volgo lo sguardo al portale e alla sua scritta "Per di qui si va per il mondo del bello all'apparenza ma letale nell'evidenza."

"Perché mi sembra che quella frase mi perseguiti anche qui. Ah... È la vita: bisogna sopportare il dolore. Anche se... Non pensavo si potesse soffrire così tanto in una volta sola." penso avvicinandomi al portale.

Riesco a vedere le increspature che percorrono il "telo" azzurrino del portale.

Mi avvicino ancor di più: ancora un passo e sono dentro.

Mi sembra un passo lungo chilometri, i miei piedi sono di piombo e tutto è rallentato, quasi fermo.

Ma lo riesco a fare.

Una parte di me si immerge nel "telo" e il resto viene risucchiato: sto per ritornare nel mio mondo.

Tutto buio.

Sento un brivido percorremi la schiena.

Non è un brivido di freddo o di paura o involontario.

Sa... di presagio negativo.

E ho imparato che il mio corpo e la mia mente da quasi sempre dei messaggi giusti.

E questo mi sembra uno dei casi giusti.

Sento invadermi dalla paura mentre vengo trascinata in quel buio senza alcuna luce.

Chiudo gli occhi sperando nella fortuna.

Che, come ho appurato altre decine di volte anche qui, non mi è molto benevola.






N/A: ora sono in un bel casino perché io, all'inizio, questa storia volevo finirla con un solo libro (e quindi optare per il bad ending o il good ending facendo la str***a senza fare sequel. A conti fatti: questo sarebbe per il bad ending) ma poi, riflettendoci (e sotto proiettili di Nerf lanciati dalla mia amica), ho pensato che potrebbe diventare una trilogia (e quindi col good ending).

Ma sono con un voto ciascuno e non so che fare.

Perché poi so che il bad ending lascerebbe dei punti in sospeso e sarebbe un po' bruttino ma è anche vero che il good ending è da stronzi ma poi coi sequel tutto diventa meglio!

Argh!

Non so cosa fare, ragazzi.

Credo che lascerò scegliere ciò che la mia mente preferisce: ciò che le farebbe ricordare di aver finito questa storia bene, senza rimpianti.

E credo di saperlo.



P.S.: e poi... Oltre 400 visualizzazioni... Non ci posso credere!


P.P.S.: andate nel vecchio capitolo a vedere il disegno che mi ha fatto Red_Dance che ringrazio di cuore.
Se non lo fate vi fucilo.(Quanto sono brava...)

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