Capitolo 21: Pomeriggio di pioggia e... Qualche chance?
<Attenzione! Attenzione! Pioggia reale in arrivo! Pioggia reale in arrivo! A meno che non abbiate un ombrello del Governo andate dentro l'edificio più vicino e stateci finché non ve lo diciamo noi> annuncia a voce alta una voce robotica.
Intorno a noi si scatena il parapiglia: tutti iniziano a correre disperati, le mamme ricche perdono la loro rigida postura e afferrano i bambini disperate, i ragazzini snob urlano come femminucce e le ragazzine con loro anche peggio.
Tutti si stanno dirigendo dentro il primo locale che trovano: chi un pub, chi un magazzino e chi in una casa costosa di quel luogo.
In tutto questo Luke mi trascina di forza sotto un porticato quasi storcendomi il braccio.
<Mi hai fatto un male cane! Ma che diavolo...?> provo a domandare.
Lui mi risponde frettolosamente:
<La pioggia reale, che ogni tanto stranamente compare, scioglie noi colorati perché siamo fatti di qualcosa oltre che colore. È pericolosa per chiunque di noi. Forse anche per te. Da un po' comunque ci sei qui dentro e potresti aver assunto qualche nostra piccola caratteristica, tra cui questa che se esci in tempo svanisce.>
<Gli ombrelli del governo costano?> domando.
<Altro che se costano! Sono retrattili e li si può far comparire e scomparire.> spiega.
"Bene" penso.
<E come sono fatti?> domando ancora.
<Come dei semplici ombrelli reali, credo, si distinguono perché hanno una specie di area magica da sotto l'ombrello fino a terra che protegge dalla pioggia circostante e dalle pozzanghere. C'è scritto "G.S." (sta per Governo Supremo) sul manico.> si ferma un attimo dal parlare.
<Ne vuoi creare uno?> chiede lui subito dopo.
Io annuisco mentre estraggo il pennello e creo l'ombrello come me lo ha descritto.
<Ora possiamo andare> esorto prendendo l'ombrello che apro e ci stringiamo per starci bene sotto.
Inizia a piovere prima piano ma dopo pochi minuti a dirotto.
Non c'è nessuno in giro, solo noi due "accoccolati".
<Dove vuoi andare?> mi domanda lui togliendomi l'ombrello di mano e prendendomi a braccetto.
<Che vero gentleman!> noto io ridendo.
Anche lui ride per la "battuta" che ho fatto.
<Cercando di ritornare seri...> inizia lui.
<Come se io ora ci riuscissi...> faccio io interrompendolo.
<Dove vuole andare, madamoiselle?> mi domanda concludendo la sua frase.
<Ora mi parli pure in francese? Ho fatto due anni di francese che valgono mezza cicca e non lo so parlare, solo un pochino capire.> gli dico in tutta risposta.
<Però si potrebbe andare vicino al fiume e costeggiarlo, s'il vout plaît?> aggiungo subito dopo imitandolo.
<Oui!> mi risponde e ci dirigiamo verso il fiume un po' più lontano.
Mentre camminiamo mi stringo al suo petto senza volerlo e sento un misto di profumi: menta, cannella e un pizzico di aragosta di prima.
<Sai di aragosta> gli faccio notare io sorridendo divertita.
Lui in tutta risposta mi bacia vicinissimo alle labbra.
<E tu di cioccolato> mi imita lui.
"Mi ha baciato solo per questo? O ci stava veramente provando?" mi domando in totale stato confusionale.
<Siamo pari> mi arrendo io ritornando alla realtà.
<Anche se il cioccolato è meglio> sussurro.
<Ti ho sentito! Comunque era da secoli che volevo assaggiare un'aragosta del genere e finalmente l'ho fatto!> mi confessa lui soddisfatto.
<Ma ti sei travestito da snob riccone che è fidanzato con la ragazza che rappresento io per farlo...> puntualizzo io.
<Sono fattucci secondari...> fa lui scherzoso con un gesto della mano libera.
<Se per te queste sono delle piccole cose non mi immagino cosa siano dei fatti giganteschi!> lo prendo in giro, ilare.
Ridiamo entrambi sotto quella pioggia.
Ci allontaniamo abbastanza dal centro e arriviamo in una via in cui passa il fiume da un lato costeggiato da degli alberi.
Ai entrambi fondi della strada c'è un ponte che conducono a una via ciascuno che sono piene di casette al primo piano con, sotto, botteghe che danno sulla strada.
Quando siamo passati davanti una via di botteghe ho visto un bambino lamentarsi e, vedendoci sotto l'ombrello, fuori, si è imbufalito ancor di più e mi ha guardato male.
Io in tutta risposta gli ho fatto la linguaccia.
Ora, nel costeggiare il fiume, Luke mi critica:
<Non ti sei comportata molto bene con quel bambino prima...>.
<Ti interessa sul serio di quel bambinone ricco e capriccioso? Comunque io non mi comporto così coi bambini e volevo solo far fare brutta figura alla oca che sto interpretando> gli rispondo.
<Ah, ok. Perché non è da te comportarti da cattiva...> nota lui sottovoce.
<Tu mi ritieni così buona?> gli chiedo fermando entrambi e fissandolo negli occhi.
<Io credo che tu sia gentilissima.> confessa lui.
Faccio un sorriso triste e sospiro.
<Io non sono così. Io sono molto peggio. E se mi arrabbio molto con qualcuno per esso sono guai... E un inseguimento stile "Ora ti squarto in tanto pezzettini".> inizio incerta.
<Tu non hai conosciuto la vera Arianna. Tu hai conosciuto la parte di me che provava ad essere una perfetta eroina, una grande Kialastema.> continuo con voce un po' triste, un po' vergognata, un po'...
Non so spiegare.
<E... La vera me non ti piacerebbe per niente.> concludo con un sospiro abbassando la testa e una lacrima solitaria passa per la mia guancia.
"Non.mostrarti.debole" mi ordina il mio orgoglio, interiormente.
Allora quella lacrima diventa l'unica e casca sul terreno, che la fa scomparire.
Che consideri anche questo come acqua?
Non mi interessa granché.
Ma ora è meglio pensare a tutto in tranne a dove sono ora e cosa ho appena detto.
Sento anche che la pioggia è diminuita.
<Secondo me ti stai sottovalutando> esprime Luke con dolcezza alzando il mio mento con la sua mano.
Ora lo sto guardando in faccia.
<Forse non ti ho conosciuto del tutto, d'altronde è solo il terzo giorno che ci conosciamo ma... Ci sono stati dei momenti in cui sono sicuro di esser stato con la vera Arianna e ti ho visto un luccichio negli occhi pieno di vita e speranza. Un luccichio insolito che ti rendeva fantastica e speciale. Per esempio oggi a pranzo, alla bottega, la nostra prima sera a cena, al pomeriggio quando eri confusa e spaventata...> si ferma un attimo.
Io vorrei scappare, so che non è vero ciò che mi ha detto: io non sono così fantastica.
Io so di essere infantile, di non avere coraggio per affrontare i problemi di petto e di essere in generale una persona orribile.
E sento che un mio piede, senza che io ci pensi, si mette poco più indietro, pronto per scappare.
Ormai anche il mio istinto si basa su questo mio "stile di vita":
"Quando c'è un problema, scappa".
<Ho visto la vera Arianna e ti adoro per quello.> conclude lui riportandomi sotto quell'ombrello con la testa.
<È... Tutto falso... Io... non sono così!> gli urlo triste e vergognata e provo ad arretrare ma casco sulla strada bagnata.
Ora mi danneggerò pure con l'acqua avendo assunto molto probabilmente questa caratteristica dai colorati.
Luke però mi prende appena in tempo che io venga a contatto con la terra.
Mi ritrovo il suo braccio sulla mia schiena e io sono nella posizione del casquet; però io lo sto guardando in faccia.
Siamo sotto un albero, un po' riparati e i nostri due visi sono così vicini.
Pochi centimetri ci separano.
I miei occhi si sono persi nei suoi.
Anche se il tizio che rappresenta ce li ha di un verde più scuro, militare, io mi immagino i suoi più brillanti, come gli smeraldi o una foglia in primavera.
Il mio cuore sta battendo all'impazzata e credo che fra un po' sbucherà fuori dal mio petto.
Sento anche le mie guance tingersi di rosso ma non credo per l'imbarazzo della situazione, ma perché non so se avrò il coraggio di farlo.
Lui intanto mi accarezza una ciocca di capelli.
Nessuno dice niente.
Questo è un momento troppo perfetto per essere rovinato dalle parole.
Voglio farlo.
Voglio annullare le distanze tra noi due e credo anche lui lo voglia.
Mi avvicino lentamente.
Finalmente ce la farò.
Finalmente lo bacerò.
Finalmente ammetterò a me stessa che lo amo.
Un istante prima che ci baciamo si sente la stessa voce robotica di prima dire:
"La pioggia reale è finita. Ora si può uscire tranquillamente. Grazie per aver eseguito gli ordini del Governo Supremo".
Osservo dietro la spalla di Luke ed è vero: splende il sole.
Luke mi mette bene in piedi, chiude l'ombrello e il magico momento di pochi istanti fa è come sparito.
N/A: EH, VOLEVI! VOLEVI! GUARDA CHE FACCIA! NON SE L'ASPETTAVA!
...
...
...
E dopo questa cavolata so già che il mio caro amico lettore mi starà lanciando maledizioni perché ho creato una così bella scena e l'ho rovinata senza farli baciare.
Tranquillo che il bacio glielo inserisco, però... a modo mio e credo mi ODIERAI quando succederà...
Ma io sono fatta così! “ψ(`∇´)ψ
Ah, fra poco partirò per le vacanze e da dove mi troverò non potrò tanto aggiornare.
Però comunque proverò a pubblicare almeno un capitolo su tre (sperando di farlo lungo).
P.S: abbiamo raggiunto le oltre 240 visualizzazioni!
Io vi voglio un bene dell'anima ragazzi!
Vi ringrazio perché per me significa tanto!
Non so che dire... Se volete uno speciale su questa storia inerente o meno con essa vi chiedo di scriverlo nei commenti così al mio ritorno dalle vacanze lo faccio!
E dopo tutta sta "pappardella" io vi saluto!
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