Capitolo 18: Salvataggio riuscito... a metà

Sono qui, ancora distesa.

"Ehm... Mettersi sedute almeno? Non è poi una idea così malaccia" mi dice una vocina nella testa che in effetti non ha tutti i torti.

Prima di tutto chiudo le gambe mentre sento una corrente d'aria passarmi accanto.

Sento uno spezzarsi di qualcosa.

Muovo i polsi e scopro che sono liberi!

Finalmente!

Ma...come?

Mi siedo a sedere mettendomi le mani sul reggiseno per non farlo cadere: ora ho la assoluta certezza che non sono sola e non so se chi mi ha salvato è meglio o peggio di quei tre.

Mi slego però velocemente il bavaglio che ho sulla bocca: posso parlare normalmente per la gioia delle mie corde vocali!

<Giusto in tempo...> dice Luke facendomi sobbalzare dalla sorpresa mentre lui si toglie il suo "mantello dell'invisibilità" sorridendomi sollevato.

Vorrei ringraziarlo e altro però poi mi ricordo subito come sono messa a fatto di vestiti e faccio la cosa più naturale del mondo...

<Girati subito!> per poco non starnazzo a voce altissima, rossa più del bordeaux.

Lui si gira sorridendo leggermente e io faccio altrettanto, però infuriata.

<Perché.Non.L'hai.Fatto.Subito?> dico molto imbarazzata e arrabbiata mettendomi a posto il reggiseno.

<Ehm...> dice con un tono che lascia molto vaga la questione.

<E perché ci hai messo così tanto?> chiedo con tono di accusa incrinato dalla paura e dal pianto: per poco quei tre non mi...

Meglio non pensarci.

<Beh, sono uscito dal bosco quando ho visto i cacciatori un po' lontani e facevano baldoria: voleva dire che ti avevano preso. Li ho seguiti come meglio potevo anche se ero sempre molto distante per colpa di tutte quelle montagne e colline del cazzo e ho fatto molta fatica a passare una dogana per la regione della capitale e dintorni. Scusa se ci ho messo così tanto, io sapevo... Quello che ti avrebbero potuto fare e avevo paura per te, sul serio.> spiega lui a fatica e percepisco che non sta mentendo: è realmente dispiaciuto e preoccupato.

Io intanto mi sto vestendo e gli domando ancora: <Perché non me lo hai detto se lo sapevi?>

Fa un piccolo sospiro.

<Non c'era tempo e l'unica cosa a cui stavo pensando era farti scappare lontano ma sapevo che ti avrebbero trovata da sola. Volevo venire con te così ti avrei protetta o almeno ti avrei fatto guadagnare tempo: dopotutto anch'io sono ricercato> mi ricorda lui.

<E poi... Avevo paura che se te lo avessi detto non mi avresti o creduto o saresti rimasta paralizzata o avresti reagito in modo disperato.> ammette.

Mi giro a guardarlo dubbiosa: si era così tanto preoccupato per me?

Lui intanto è ancora girato di spalle e continua.

<Stasera, vicino a questa locanda, da lontano, ho intravisto qualcosa. Ho scorto una figura femminile a terra con tre figure maschili che la circondavano, stretti. Ho capito che eri tu la ragazza e quello che ti stavano facendo. Ho corso veloce sperando che non ti avessero fatto ancora nulla di troppo violento... Sono arrivato di soppiatto e ho fatto comparire una padella per stordirli. Però, ho visto come ti dimenavi terrorizzata per colpa di...> la sua voce trema per un attimo dalla rabbia o qualcosa del genere.

Io intanto mi avvicino mentre racconta.

<Quelli lì...> dice disgustato facendo una piccola pausa e io gli vado sempre più vicino con nel petto una sensazione strana, che pesa.

<Ho visto le tue lacrime, ho notato il tuo arrenderti dopo volte che hai provato a urlare o altro e ho guardato come... Quel cacciatore pervertito... Ti stava usando, come un giocattolo, facendoti soffrire. Per poco non ragionavo dalla rabbia. Perché... Io... Io... > dice a fatica con un groppo in gola.

Io non riesco come più a resistere e mi fiondo su abbracciandolo mentre lui si gira verso di me, sorprendendomi.
Allora appoggio la mia testa sul suo petto mentre gli vado incontro.

<Io ti amo...> sussurra abbracciandomi.

Io piango.

Non so perché lo faccio.

Forse perché si è dichiarato e io, nel profondo, ricambio...? Non ne sono sicura di ciò...

Forse per quello che mi è appena successo?

Forse per entrambe?

So solo che piango, confusa e sento lui che accarezza i miei capelli, tutti alla rinfusa, sciolti sulla mia schiena.

Però questo mi fa involontariamente staccare di botto spaventata da lui e arretro di poco.

<Perché?> riesce solo a chiedere lui, stupito dal mio gesto.

<Io... io... ho paura... tanta paura... Tu mi hai accarezzato i capelli> e ne sfioro una ciocca <e... mi era sembrato... per un istante... di riviverlo...> dico a scatti piangendo.

Lui mi guarda apprensivo e si avvicina piano a me.

<Io non ti farei mai del male, credo che tu lo abbia capito> mi rassicura cingendomi le spalle.

Questo momento così magico viene rovinato da una voce che grida, ubriaca: <Ehiiii! Andiamo dalla reale! Divertiamoci>

Una seconda voce risponde: <Bella... Idea!!! E se non ci ubbidisce... Doppia punizione per lei!>

<Sì!> esultano tutti.

<Oh cazzo!> fa Luke spaventato.

Il mio cuore sprofonda nel petto: COSA?!

Quindi questi qua mi avrebbero comunque... violentata?
Ma "Faccia di topo" voleva l'esclusiva e divertirsi prima...?

Rabbrividisco al pensarci.

<Come scappiamo?> domanda lui a voce udibile solo da me.

Io stringo la mano sinistra a pugno e poi la riapro: mi compare il mio pennello.

Sorrido soddisfatta.

<Stammi accanto: ho un piano io!> gli dico nell'orecchio.

Lui mi guarda titubante ma poi annuisce.

Io prendo un respiro profondo, chiudo gli occhi e traccio un piccolo cerchio sotto di noi.

Li apro.

Un disco si materializza sotto i nostri piedi e iniziamo a fluttuare in aria.

<Verso dove?> chiedo concentrata più che mai.

<Di là> mi indica.

<Spero di riuscire a farcela> dico spaventata.

<Ce la farai> mi esorta sorridendomi.

Ricambio a fatica il sorriso.

Sento sotto di noi le urla scontente dei cacciatori ubriachi e faccio partire il disco per la direzione dettami da Luke.

Sorvoliamo distese di prati e valli, anche delle montagne da cui sgorga un fiume che poi diventa un lago in una valle con delle cittadine attorno. Poi riprende il suo percorso come fiume davanti a noi.

È un paesaggio fantastico dall'alto!
Si alternano anche campi coltivati ad altre cittadine portuali su quel fiume di prima.

Tutto questo passare di paesaggi fantastici in un silenzio dettato dall'imbarazzo di prima: il fatto che lui abbia detto che mi ami, che io gli sia corsa incontro...

Io però sento le forze abbandonarmi e la mia magia sta diventando più debole: che significhi che stia raggiungendo il suo limite massimo giornaliero?

Cioè...quello imposto da Malfoy?

Però credo che la fatica sia solo per il fatto di aver creato questo coso e averlo mantenuto per tanto tempo.
Però non toglie il fatto che fra pochissimo la mia magia si consumerà del tutto.

Vedo in lontananza una grande città, piena di palazzi, strade, ma anche casette e campi più fuori dal suo "nucleo".

Che sia la capitale?
Comunque è pittoresca!

In fondo si intravede pure la spiaggia con il mare e, se la vista non mi fa cilecca, una isola con su qualcosa?

Ah!

Tutto questo pensare su pensare mi sta facendo aumentare l'emicrania e abbandonare le forze!

Dovrei fermarmi qui per discrezione ma l'atterraggio e la partenza sono i momenti che ti fanno disperdere più energia e con ciò magia: ciò di cui ora scarseggio entrambe.

<Luke... Non ce... La faccio... Più...> dico a voce bassa, poco sentibile.

Lui comunque si gira e mi guarda interrogativo: non credo che abbia capito.

<Non ho...forze... La magia... Ho raggiunto... Il limite> riesco a dire mentre l'incantesimo si rompe e il disco si sgretola sotto i nostri piedi.

Riesco a far scomparire di nuovo il pennello in tempo prima di sentire la mia presa sulla realtà perdere e scivolare in un luogo tutto buio mentre cado insieme a Luke, io inconscia.

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