Capitolo 13: Sabbia
<Beh, sì:...> sta iniziando Luke a fatica che si sentono dei piccoli "beep" prolungati dei quali non capisco la provenienza.
Lui estrae dalla borsa a tracolla un oggettino circolare e strabuzza gli occhi: <Oh, cavolo! Ti hanno già rintracciato? Accidenti! Non poteva avvisarmi prima sto congegno? Sarà difficilissimo uscire dalla zona di pericolo!> impreca lui e si volta verso di me che sono molto confusa.
<Seguimi> dice solo lui prendendomi per il braccio correndo via e costringendomi a provare a stargli dietro.
<Ehi! Mi fa ancora un po male la caviglia!> mi lamento continuando a correre dopo che ci siamo allontanati di molto in mezzo minuto circa.
Sembra troppo concentrato sul cosetto circolare e non mi considera.
"Perfetto... Va beh, sono abituata a stringere i denti per il dolore quindi... Andiamo Arianna! Ce la possiamo fare!" mi sprono e continuo a stargli dietro.
<Non ce la faremo mai!> si lamenta lui. <A far che?> domando io. <Almeno non dobbiamo farci vedere!> esordisce lui dopo pochi secondi; ignorandomi, di nuovo.
"Ma che gli succede ora? Cosa può diavolo essere così serio da fregarsene altamente di ciò che gli dico? Fino a pochi minuti fa era così premuroso e gentile!" mi dico nella testa mentre Luke estrae il suo "mantello dell'invisibilità" e lo mette sopra entrambi.
Questo mi obbliga a stringermi, e tanto, vicino a lui: questa situazione non mi piace affatto!
"Come no..." mi dice una vocina nella mente.
"Zitta!" rispondo io.
Intanto mi butta a terra come se fossi un sacco di patate (facendomi per poco spaccare gli occhiali per la seconda volta) e mi mette il suo braccio sulla mia schiena avvolgendomi come fanno dei fidanzatini tra di loro...
Rettifico: ODIO questa situazione!
"Ma io no..." ripete la vocina che ignoro.
Ma il mio cervello mi dice di stare lì perché altrimenti finirò nel casino più grande dei mondi conosciuti e non.
Per la prima volta che sono in quel mondo ascolto ciò che mi suggerisce la mia testa in tutto e per tutto.
Anzi; smetto quasi di respirare per paura che il movimento del mio petto e il rumore del mio respiro ci tradiscano e mi accosto, involontariamente e se possibile, ancor di più a Luke.
Sopra si ode il rumore di un motore in alto e suppongo sia un aereo o qualcosa del genere.
<È ora> sussurra Luke che riesco a sentire solo perché lui è volto col viso verso di me e il mio per terra.
Qualcosa viene buttato giù dall'aereo, lo capisci dal fatto che il tizio là sopra urla: <Sgancio!>.
Dopo pochi istanti sento come della sabbia avvolgermi il corpo, andare sotto i vestiti e ammucchiarsi sulle mani, soprattutto sulla sinistra nella quale tengo il pennello stretto.
Nel frattempo il rombo dell'aereo si allontana e, solo quando il suo suono non si sente da almeno un minuto, Luke toglie il mantello e mi aiuta a rialzarmi.
<Scusami, non avevo tempo per le spiegazioni ma non è servito a niente: eravamo troppo lontani e solo con magia molto grande saremo riusciti ad uscirne: eravamo praticamente al centro dell'area> si scusa lui.
Ma io sono con una faccia che esprime tutta la mia confusione in testa e non riesco a capire niente: cosa è quest' "area"? Cosa era quella sabbia? Perché mi si è avvolta sulle mani?
Lui mi fa un sorriso come per dire: "Mi devo abituare che non può capite tutto al volo" e inizia: <Vedi, in questo mondo domina "LUI" con una dittatura e voleva avere il controllo di tutti noi, o almeno della nostra magia e fece questo: a sorpresa lanciò su tutto il mondo quella sabbia magica controlla-magia. Ci impedisce di usare la nostra magia oltre un certo tot e lo si può superare solo con permessi speciali dati in casi estremi in cui sei molto sorvegliato. LUI è riuscito anche a trovare il modo per scovare magia non sotto il suo dominio e così lancia quella sabbia. Ti ha scovata e questo aggeggio ci ha avvertito troppo tardi. Ora sei sotto il suo controllo.>
Mi fa uno sguardo indecifrabile, ma comunque propenso al dispiacere mentre sul mio viso si dipinge il terrore e un pensiero si fa strada nella mia mente "Sono sotto il controllo di Malfoy, può fare dei miei poteri tutto quello che vuole".
Luke deve intuire i miei pensieri perché aggiunge prontamente: <Ma non può andare sotto un certo limite e non può costringere uno, con quella polvere, a fare gli incantesimi che vuole lui.>
Tiro un sospiro di sollievo, ma ho ancora un dubbio.
<Che succede se superassi il limite?> chiedo. <Semplicemente non riusciresti a fare l'incantesimo che vuoi, oppure funzionerebbe a metà. Ma se insistessi uno squadrone arriverebbe dove saresti tu e ti arresterebbero per "Disobbedienza al regolamento della limitazione della magia"> mi risponde lui.
Annuisco.
Mi sembra però di aver dimenticato qualcosa, ma che cosa?
Mi viene in mente e dico: <Ma come faccio a tornare a casa? Mi stavi per rispondere che è successo quest'altro disastro.>
Lui mi guarda triste.
Come se sapeva che era troppo bello per essere vero: che io sarei rimasta lì, piena dei miei poteri, per togliere la dittatura di LUI.
E forse c'è qualcos'altro nei suoi occhi... Ma non riesco a decifrarlo.
Ma fa solo un sospiro di resa e dice: <L'unico modo modo è andare al portale dei due mondi molto lontano da qui. In questo momento sarà sorvegliato sempre e di sicuro lì LUI ti aspetta per tenderti una trappola. Ma ci dobbiamo sbrigare: se tu rimani qui per troppo tempo, diventeresti uno si noi e non potresti più uscire.> conclude lui in modo cupo.
Questa verità mi spiazza come uno schiaffo improvviso.
Vorrei solo crollare e sperare che sia un sogno da cui ti svegliarmi presto.
Ma so che non è così.
<Da che parte allora? E qual è il modo più veloce e senza dare nell'occhio per arrivarci?> chiedo stampandomi sul viso un sorriso spavaldo e sperando nel mio cuore il meglio alla fine di tutto questo.
N/A: Niente da dire se non che spero che il capitolo vi sia piaciuto!
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