Capitolo 11: Una spalla su cui piangere
Riesco a sentire quello che dice ma non mi sembra avere molto senso.
<Che hai detto? Kialastema?> chiedo dubbiosa.
Lui mi guarda e risponde: <Kialastema, sì, hai capito bene.> e distoglie l'attenzione dal mio pennello.
Visto che ne so quanto prima gli chiedo: <Scusami, ma che cos'è questo Kialastema? E come fai a dire che lo è questo pennello?>
Lui mi guarda stupito e ridacchia.
<Non è il pennello.
Kialastema si attribuisce agli esseri umani.
È una parola del nostro linguaggio dei colorati che ora non si usa più. Significa "l'angelo del legame".
È una leggenda nata da una profezia molto antica che recita:
"Un giorno un reale quaggiù verrà
Kialastema bisognerà chiamarlo in verità
Perché lui il legame rimetterà
E i due mondi l'un dall'altro salverà
Ma una rabbia lo può consumare
E la ragione spezzare
Potrà allora il legame far sparire,
E uno dei due mondi perire". > si ferma un attimo e una scarica di paura mi passa per la spina dorsale ma non ne so spiegare il perché.
Continua dicendo:
<Poi viene raffigurato come una persona impensabile con un pennello con la pietra blu della ragione dei reali e il rosso della passione dei colorati e tu sei per forza Kialastema!
Sei un po impensabile perché non sei chissà quale enorme bellezza (senza offesa, sei carina ma non sei una bellissima sirena) e non possiedi molto coraggio da come ti ho visto comportarti e tu hai un pennello con le pietre dei due colori!
Sei per forza tu!> esclama entusiasta.
Io sono pietrificata.
Qualcuno mi ha appena detto che sono senza dubbio la persona che potrà portare la "pace" tra i due mondi o che potrà distruggerne uno.
Ma conoscendomi, con i miei soliti scatti d'ira, potrei annientarli entrambi tranquillamente per sbaglio.
Ora lo stupore lascia lo spazio alla paura.
La paura di sbagliare, la paura di fare un flop e uccidere tutto e tutti solo perché ho fatto una cazzata.
Indietreggio un po e balbetto: <Mi dispiace ma... non posso restare qui!> e scappo via lontano da lui all'opposto di dove si trova la città.
<Aspetta! Che fai?!> urla lui e mi insegue.
<Lasciami stare! Sono un pericolo per chiunque! So che andrà a finire male!> e muovo il pennello dietro di me immaginando un muro sperando in non so che cosa.
Non so neanche perché lo penso.
So solo che lo faccio e basta.
Sento un rumore strano dietro di me e Luke dire: <Ouch! Ma che... wow> stupito e spaventato allo stesso tempo.
Mi giro e mi ritrovo un pezzo di muro da far invidia alla muraglia cinese che mi separa da lui.
"Che... lo abbia fatto... io col pennello...?" penso spaventata.
Credo anche che Luke si sia anche fatto male per colpa di quel muro, lo deduco da quel mugugno di dolore che ha fatto.
Butto a terra il pennello e lo pesto con foga.
<Non.voglio.far.del.male.a.nessuno!> sussurro furiosa e do una pestata ad ogni parola.
Poi tolgo il piede e quello che prima era un pennello ora è diventato una poltiglia di legno, crini e piccoli frammenti blu e rossi.
Sorrido contenta e mi giro per avanzare sapendo che non posso far del male.
Ma mi sento in mano qualcosa e guardo verso il palmo.
In mano ho di nuovo quel fottuto pennello!
"Ma... come è possibile! Che... non possa essere distrutto? Che per forza... debba essere integro... perché sono il Kialastema? E quindi... garantire la pace o la distruzione?" penso terrorizzata e inizio a scappare per quella che sembra una foresta in lontananza.
So che quel muro occuperà Luke ancora per poco ed è meglio che scappi via, lontana da tutto e tutti.
Così nessuno potrà uccidermi per il fatto che sono reale o io far male ad altri a causa che sono il Kialastema.
Però non noto che c'è un dislivello e casco giù per una discesa molto ripida.
I miei occhiali si frantumano e di essi restano solo la montatura rovinata e vetro rotto.
Per di più la caviglia mi fa un male atroce.
Ora non posso più nè correre nè vedere bene!
"E se..." penso curiosa e tocco gli occhiali con il pennello facendo finta che sia una bacchetta e sussurro: <Reparo!> come in Harry Potter.
I vetri degli occhiali si ricompongono e ho di nuovo un paio di occhiali nuovi di zecca.
Ma non so come curare la caviglia e ho paura che se ci provo farò peggio.
Noto che c'è una mini-tana sotto il dislivello che mi proteggerà e mi lascerà sola visto che è difficile da notare.
Arranco fino a lì sotto per metà strisciando e per metà a carponi.
Mi tolgo gli occhiali appoggiandoli affianco a me, mi metto la testa tra le ginocchia e inizio a piangere per la paura di distruggere me e altri, perché sono finita in quel posto assurdo, perché mi vogliono uccidere e perché non ritornerò mai più a casa mia a rivedere chi voglio bene e allora Malfoy avrà vinto.
Desidero solo stare da sola ed essere circondata dal male, perché io sono questo: un male.
Sento che intorno a me sta succedendo qualcosa a causa del pennello che trasmette i miei pensieri in realtà.
Ma non mi interessa: anzi, se serve per allontanare gli altri ben venga.
<Arianna! Arianna!> sento Luke gridare il mio nome da sopra di me.
Sento dello struscio e credo che sia sceso illeso.
<Arianna!> esclama tra un misto di sollievo e paura.
Sollievo credo per avermi trovata e paura... quello dovrei aprire gli occhi, mettermi gli occhiali e vedere.
Azzardo a farlo e mi stupisco di quello che vedo.
Una bolla trasparente enorme di colore nero mi circonda e fuori da essa delle cose come dissennatori girano intorno.
<Arianna, fa smettere tutto! Perché hai reagito così?> mi chiede preoccupato.
Una lacrima mi passa sulla guancia e rispondo: <Faccio sempre così...> sospiro e un piccolo sorriso triste e consapevole spunta sulla mia faccia.
<...Io non ho coraggio e combino solo casini... meglio se mi stai lontano> ammetto a bassa voce.
Ma comunque Luke mi sente e propone avvicinandosi un pochino: <Se vuoi qualcuno su cui piangere anche senza spiegare... sono qui>
Quelle parole mi lasciano di stucco.
Di solito mi chiederebbero se ho voglia di spiegarglielo quando invece vorrei solo qualcuno su cui piangere senza spiegarne la causa.
E Luke è lì, che me lo sta chiedendo.
<Certo, come no...> sussurro cercando di fare un tono sprezzante ma esce con la voce incrinata dalla tristezza.
Lui comunque mi sente e si avvicina.
"Che lo stia facendo solo perché sono il Kialastema?" mi chiedo.
"Ora poco importa. Glielo chiederai dopo anche se... non credo" mi risponde una vocina nella testa.
E tutto quel male che ho creato e che mi circondava scompare come se fosse fumo.
Faccio un mini sorriso senza felicità come per invitarlo a sedersi e lui annuisce sorridendomi sinceramente in risposta.
Si siede vicino a me e aspetta guardando davanti a sè.
Dopo pochi secondi i miei occhi sono di nuovo pieni di lacrime.
Appoggio gli occhiali dall'altro lato e inizio a piangere sulla sua spalla con qualche singhiozzo di tanto in tanto.
Sento che lui passa la sua mano sulla mia schiena senza dire niente.
So che forse non dovrei farlo, potrebbe anche starmi ingannando... ma c'è qualcosa in lui che mi spinge a fidarmi.
Non mi piace (per ora), sia chiaro; credo che però possa essere un buon amico e confidente.
Mi libero allora di tutto il dolore che ho dentro.
Piango anche per cose mai dette o fatte o di cui mi pento successe in tutta la mia vita e non le devo per forza spiegare, posso anche solo piangere su Luke che aspetta lì paziente che io smetta facendo dei movimenti sulla schiena per farmi capire che lui è veramente lì con me.
Finalmente qualcuno mi vuole bene, mi è amico, senza giudicarmi.
Finalmente capisco cosa significa avere qualcuno su cui contare, anche se il mio confidente lo conosco da meno di un quarto d'ora.
Finalmente nella mia vita ho veramente trovato una spalla su cui piangere.
N/A: Non vi disturbo visto che non ho niente da dire. Spero solo che vi piaccia!
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