Capitolo 3: Indovinello

Il cielo era limpido quella giornata. Erano circa mezzogiorno e il sole brillava alto nel cielo. L'atmosfera di quel mondo marcio era così tenue che sembrava che tutto fosse tornato come un tempo. Prima che il mondo che prima era conosciuto venisse distrutto. In quel giorno speciale, dove anche la più avvizzita delle rose pareva rigogliosa, due giovani ex eroi avevano deciso di unire i loro animi nel rituale che noi chiamiamo matrimonio. Non avevano tuttavia decorazioni sgargianti, ma solo il puro essere dei loro cuori. La pace regnava, mentre ora i due si incontravano su ciò che poteva simulare un altare. Quello era il giorno in cui Maeko Akiyama e Atsushi Sawa si sarebbero promessi amore eterno.
In quel momento era tutto perfetto.

Poco prima della cerimonia, Atsushi stava parlando con l'uomo che fungeva da ruolo di officiante. Simon, un ragazzo appartenente alla Resistenza oramai da diversi anni.
Questo era un giovane uomo, dalla chioma bionda che svettava sulla testa affusolata. Sugli occhi, portava una benda che gli rendeva cieco il mondo.
Lui, tuttavia, non era esattamente cieco. Il suo quirk piuttosto impediva a lui di vedere senza sparare un raggio di calore nella direzione dei suoi occhi. E questo è perlopiù problematico, sia per lui che per che gli sta attorno.
<Atsushi, ti ringrazio ancora per avermi permesso un incarico così importante.> Disse l'uomo.
Atsushi lo guardò felice.
<Ma di cosa mi stai ringraziando? Seriamente. Sono io che ti devo davvero molto. Il tuo aiuto è sempre stato necessario in questo luogo, a me come a tutti gli altri. E anche questo è uno dei tanti favori che devo ripagarti.> Rispose Atsushi. Lui era vestito di tutto punto per l'occasione.
<Eddai, non parlarmi con quel tono dispiaciuto. Non nel tuo giorno speciale.> Rispose lui. Atsushi si fece scappare una risata, a cui si unì a che l'amico.

Maeko intanto era in un altro edificio, accompagnata da Shinara e da altre ragazze. La stavano per aiutare a mettere l'abito da sposa, quando Maeko sussultò prima di togliersi la maglietta.
<Shin, c'era una cosa di cui ti volevo parlare...> Disse lei.
Loro due non si erano parlate molto negli ultimi mesi, forse perché pian piano l'arrivo dell'inverno aveva dato problemi a tutti, che cercando di preparare il necessario per resistere alla fredda stagione li aveva tenuti occupati, senza un attimo di tregua.
Shinara e Maeko inoltre, lavoravano nelle circoscrizioni opposte della base. E non avevano avuto il tempo di parlarsi apertamente.
<Cosa c'è ora? Avanti Maeko, sei sempre una lamentela.> Disse la ragazza scherzando, quando in realtà Maeko stava a dir poco arrossendo.
Si tolse la maglia, rivelando sotto di essa  il ventre ben in mostra, nella quale prima c'erano gli addominali scolpiti, ora vi era solo una grossa pancia rotonda.
Shinara fece cadere una scatola di forcine che aveva preso per acconciarle i capelli corvini, relativamente corti.
Le altre ragazze si avvicinarono alla stanza per capire cosa fosse successo e scoprirono la notizia.
Maeko arrossì ancora di più.
<Volevo dirte-> Fece Maeko, prima di essere interrotta da Shinara.
<SEI INCINTA TU! DA QUANTO?>
Maeko, tutta rossa come un peperone cercava di tapparle la bocca, mentre
Shinara continuava ad urlare, così tanto che l'intera base avrebbe potuto sentirla.
Dopo che Shinara smise di strillare Maeko si decise a parlare.
<Sono 5 mesi oramai che lo teniamo nascosto io e lui.> Disse timidamente.
Shinara la guardò sconvolta.
Poi si calmò, più o meno.
<Congratulazioni.> Disse abbracciando l'amica. Maeko le rivolse un sorriso dolce, Shinara aveva praticamente le lacrime agli occhi.
<Ora però è meglio che ti prepari. Lui ti sta aspettando.> Disse poi lei.

Atsushi aspettava sull'altare, quando la figura della sua amata si presentò di fronte a sé.
Il lungo velo strisciava sul terreno, mentre lei teneva in mano un mazzo di fiori.
La grande quantità di sedie era completamente riempita dalla folla. I soldati e amici applaudivano al passaggio della sposa.
Atsushi riconobbe Shinara, asciugarsi le lacrime con un fazzoletto di tela, un poco rovinato.
Deku e Uraraka che sorridevano nonostante il periodo non fosse dei migliori, vicino ad altri della loro vecchia classe. Kayo, in prima fila era sempre stato vicino ad Atsushi. Per tutto il tempo. Anche Akio e Yurei erano venuti, lo apprezzava.
Aria non si faceva vedere, non che non se lo aspettasse, non lo vedeva proprio ad assistere in una di quelle occasioni.
Maeko indossava una tiara di cristallo, fatta dall'amica.
La cerimonia procedette senza intoppi. Tutti erano all'ascolto dei due, come se per la prima volta fosse una giornata normale. Una luce al centro di quello oscuro e freddo inferno che aveva colpito la terra sei anni orsono.

<Vuoi tu, Atsushi Sawa, prendere in sposa Maeko, promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore ed amarla per tutti i giorni della tua vita?> Chiese Simon.
<Si, lo voglio.> Rispose fermamente Atsushi.
Poi Simon si girò verso Maeko e fece la medesima domanda.
<Vuoi tu, Maeko Akiyama, prendere in sposa Atsushi, promettendo di essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore ed amarlo per tutti i giorni della tua vita?>
<Si, lo voglio.> Rispose Maeko.
Il silenzio regnava tra gli invitati.
<Bene. Con la grazia conferitami io vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa.> Finì Simon.
Atsushi si girò verso Maeko e le sollevò il velo dal viso. I suoi occhi brillavano come stelle. Quello era un momento solo loro ed ad Atsushi non dispiaceva.
Avvicinò il viso a quello della ragazza e quando le loro labbra si unirono, un grande applauso e svariate urla di festa si levarono dalla folla.

Tra le feste e le danze era oramai diventata sera. Un tintinnio attirò l'attenzione degli ospiti.
Atsushi stava cercando di attirare l'attenzione di tutti, per il gran discorso e la rivelazione.
In quel momento però le facce degli invitati divennero scure. Atsushi si chiedeva cosa stesse accadendo, quando ad uno ad uno tutte le persone nella stanza diventarono una poltiglia nera, che ricoprì il pavimento.
Atsushi fece qualche passo indietro spaventato. Cosa stava accadendo?
Si ritrovò le mani bloccate dietro la schiena e nonostante la sua forza mostruosa non riusciva a muoversi.
Venne costretto in ginocchio e qualcosa si avvinghiò sul suo viso. Avvertì la presenza di un viso avvicinarsi al suo orecchio.
<Shhh... Sta calmo Atsushi...>
Atsushi stava per chiedere chi fosse, tentando al contempo di liberarsi, invano, quando una mano guantuta gli coprì la bocca.
Non riusciva a vedere chi fosse, nonostante il suo quirk di percezione, non riusciva a percepire nulla.
<Le parole non sono necessarie Atsushi. Facciamo un gioco, un semplice gioco
Ti piacciono gli indovinelli Atsushi? Facciamo così. Se rispondi bene ti lascio in pace.>
Lui non poteva dire nulla. Non capiva chi fosse o cosa volesse da lui. Poteva solamente starsene in silenzio.
Sembrava una cosa stupida, ma se voleva dire che se ne sarebbe andato meglio stare al gioco.
<Cosa si bagna più ti asciughi?> Disse la voce. Era parecchio disturbante il suo parlare direttamente nell'orecchio. La sua voce era bassa e ciò gli metteva ancora più inquietudine.
"Un asciugamano" Pensò Atsushi, prima di provare a parlare.
<Bene, hai capito vedo.> Rispose la voce. Che razza di gioco era quello?
<Ti chiedi perché sto facendo ciò? Beh, vedi. Tu stai morendo Atsushi. E morirai tra poco. Come però,  non sta a me avvisarti di certo.> Disse poi.
Atsushi poteva solo rimanere fermo anche dopo quella notizia.
<Noi, stiamo cercando di tenerti in vita Atsushi. Continuiamo...Più ne togli e più diventa grande...>
Perché parlava al plurale? Quanti erano?
"Un buco."
<Quando una porta non è una porta?>
"Quando è socchiusa."
In quel momento sentì la testa girare dall'altra parte.
<A quanto pare Ci hanno trovato. Continueremo un'altra volta Atsushi...>
Sentì la mano staccarsi, Atsushi si voltò di scatto ma dietro di sé non c'era nessuno.

Si tirò su. Era sul letto. Come se nulla fosse successo. Che strano sogno.
Anche se provava a dimenticarlo non ci riusciva, o forse semplicemente non voleva farlo.
Si tirò su dal letto. Forse la sera prima aveva bevuto troppo. Poteva anche darsi, anzi era molto probabile che si fosse lasciato andare, preso dalla troppa calma.
Si preparò velocemente e si affrettò ad incontrare Aria e Deku. La pace era durata sicuramente troppo poco, ma il dovere chiamava. La base era da ripulire, quella vicino al campo soprattutto era il maggior pericolo.
Era il momento di raderla al suolo.

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