Capitolo 1: La Resistenza

Akio era seduto sul cornicione di un palazzo.  Il ragazzo faceva penzolare i piedi, annoiato.
Aveva passato gli ultimi mesi a evitare gli attacchi dei robot. Erano troppi. Persino per lui.
Il ragazzo si tolse la maschera nera a mezzo volto. Questa, inizialmente serviva per contrastare gas tossici in primo luogo, tuttavia poi vi si era come affezionato. Una sorta di portafortuna per intenderci.
La foschia mattutina ricordava a lui il la solitaria vita prima da hero che, svolta sei anni prima, dava lui ben poche soddisfazioni. Aveva abbandonato quella futile speranza da eroe, ora che, loro erano stati sterminati tutti nessuno oramai credeva più nelle parole eroismo o giustizia.

Sei anni prima una minaccia globale si era abbattuta sul pianeta.
Tutti gli ordigni nucleari del pianeta erano stati lanciati in ogni luogo, anche quelli ritenuti prima sicuri.
Già ciò aveva procurato la morte di più della metà della popolazione, eroi o villain che fossero.
Poi come se non bastasse, successivamente a circa 5 mesi da quello che era allora stato definito il Giorno del Giudizio, robot hanno cominciato a comparire come funghi e hanno cominciato a cacciare gli esseri umani rimanenti.
Sembrava un film, tuttavia questa era la più dura delle realtà.
I sopravvissuti hanno cominciato a raziare ciò che rimaneva dei pochi beni sulla superficie. Armi, cibo, benzina.
Tutto ciò che potesse rivelarsi utile veniva rubato. Le persone si combattevano tra loro al fine si sopraffare gli altri.
La gente muore o vive a seconda dei casi. Una cosa normale allora.
In questa landa si distingue chi vince e chi perde.
Chi uccide e chi viene ucciso.
E per Akio non risultava diverso.

Aveva evitato i grandi gruppi di persone fino ad ora e preferiva così.
Grazie al suo udito superiore riusciva a distinguere anche i singoli battiti cardiaci delle persone a distanze lontanissime.
Diceva che era il vento a sussurrargli cosa accadesse intorno a lui.
Era un prodigio. Un genio in materia.
In quel periodo poche persone avevano acquisito fama tale da essere ricordate.
Akio non era una di queste. Poiché preferiva non farsi notare. Però anche lui sapeva che con individui del genere era sempre meglio non averci nulla a che fare.
Fino ad ora, con i suoi 21 anni, non gli era mai piaciuto essere al centro dell'attenzione. Anche, ai tempi in cui andava alla UA, era quasi grato di aver scelto il corso B, proprio perché, allora la A era stata sempre al centro dell'attenzione.
In quel momento sentì un rumore metallico, proprio sotto di lui.
C'erano 4 robot. Modello T-700 da combattimento standard ve ne erano 3.
Il quarto invece era un T-600, modello più corazzato e lento rispetto ai suoi cuginetti più piccoli.
Li era al sicuro da quella rottura.
Pensava che distruggerli fosse solo una perdita di tempo, tanto chiunque fosse al vertice di quella armata, ne avrebbe costruiti altrettanti senza sforzo.
Ne arrivavano sempre di nuovi.
Era per forza così.
In quel momento però Akio avvertì anche qualcosa di strano.
Si sentiva quasi osservato, ma non percepiva passi.

Eccolo. Un singolo battito. Quasi impercettibile. Veniva dalla sua destra.
Di colpo una figura apparve senza che Akio se ne rendesse conto.
Questa persona era avvolta in una mantella nera molto più grande di lui. Da dove era spuntato? I robot lo notarono e cominciarono subito a far fuoco. I 3 robot più leggeri cominciarono a far fuoco con il loro fucili al plasma, mentre il pesantone cominciò ad avviare la sua machine gun. Di colpo però tre bisturi colpirono direttamente le teste dei tre robot.
La figura era scomparsa.
Con la sorpresa del ragazzo questo si ritrovò dietro il T-600 e con un altro coltello colpì il robot in maniera precisissima.
Da ciascuno dei rottami venne emessa una pioggia di scintille elettriche per poi accasciarsi al suolo.
Mentre questo individuo raccoglieva i coltelli lanciati guardò verso l'alto e si accorse della presenza del ragazzo.
Lo vide in faccia da sotto il cappuccio.
I suoi occhi erano gialli, e le sue pupille erano allungate, proprio come quelle di un gatto.
Diverse bende coprivano parte del suo corpo, sul quale erano disegnati una moltitudine di disegni rosso sangue.
Appena gli sguardi dei due si incrociarono Akio generò dalla sua mano una lama di vento.
Prima che però si potesse accorgere di qualcosa, la figura gli su parò dietro e portò un coltellino al suo collo.
Akio però reagì bloccando il colpo per poi camminare oltre il bordo del palazzo, quasi fluttuando.
Stava usando il vento per spingersi in alto.
<Interessante...> Disse il ragazzo.
In quel momento ritirò il coltello e lo infilò nella manica.
<Sei interessante sai. Ci sai fare.> Ripeté lui tirandosi giù il cappuccio.
<Chi cazzo sei?> Chiese Akio, ancora con la lama di vento in mano.
<Il mio nome è Kayo. E tu? Sei uno a cui piace osservare la gente combattere?>
Akio non si fidava affatto di quel ragazzo. Sembrava avere massimo qualche anno in più di lui.
Kayo lo guardò sorridendo.
<Sai, uno come te non ci schiferebbe.>
<Che cosa vuoi dire?> Chiese il ragazzo.
<Noi sappiamo chi ha combinato questo casino. Il Giorno del Giudizio, fine del mondo, i robot... Vorrei che ci aiutasti.> Disse Kayo.

<Cosa ci Guadagno?> Chiese Akio.
Non poteva essere una cosa così comoda.
<Un riparo, cibo... Protezione. Immagino che tu possa capire quanto sia utile la protezione in questo mondo.> Rispose lui.
Effettivamente non stava scherzando.
La protezione non era cosa da poco.
Probabilmente lui era al capo di quel gruppo. E per quanto aveva visto era capace. Poteva assicurargli una buona protezione. Anche se aveva sentito storie che mettevano i brividi.
Individui con capacità oltre l'umano.
In quella zona vi erano 4 individui, che tuttavia erano, ironicamente, conosciuti in ogni dove e non solamente in quella circoscrizione.
C'era L'Essere Indistruttibile. Un uomo che a quanto raccontato, non subiva alcun danno. Non importa come o quanto veniva colpito.
Poi vi era il Fulmine Verde.
Un essere di una rapidità assurda capace di muoversi su qualunque superficie.
E poi c'erano due individui dei quali non si sapeva nulla, solo che la loro forza non aveva pari.
Lo Shinigami Nero e il Demone da un Solo Occhio.
Queste ovviamente erano solo storie, tuttavia se esistessero davvero non ci avrebbe mai voluto avere a che fare.

<Cosa devo fare?> Disse infine lui.
Kayo si girò.
<Beh se sei convinto ti basta seguirmi. Tranquillo. Non ti sto fregando>
Akio non era uno sprovveduto, tuttavia il battito di Kayo non era variato affatto. Per quanto potesse essere bravo a mentire, vi era sempre un minimo variare ad ogni bugia.
<Bene allora.> Rispose Akio.
Kayo allora si fece seguire per un po.
Passarono per strade, tra palazzi in rovina e macerie di quelli che erano i vecchi luoghi, che pian piano, che lasciati a loro stessi e con l'assenza di manodopera stavano nuovamente venendo reclamati da madre natura.
Dopo circa 30 minuti di viaggio Akio venne portato fuori dalla città. In una sorta di grosso accampamento. Un grosso cancello di cristallo continuava in una barricata alta ad occhio e croce 4 metri. Due guardie, appena videro Kayo, aprirono il cancello.
Piccole casupole fatte in roccia erano sparpagliate qua e là, fino a formare un grande centro abitato.
<Bene. Siamo arrivati. Benvenuto nella Resistenza.> Disse Kayo.

Per Akio non era assolutamente ciò che si aspettava. Credeva fosse composto di alcuni edifici occupati e riutilizzati, come facevano in molti e inoltre non si aspettava fosse così grande e organizzato.
Le persone vagavano qui e là, trasportando casse, consegnando fogli o semplicemente passeggiando.
<Aspetta qui un secondo. Vado a parlare con i leader.> Disse Kayo.
Aspetta. Quindi non era lui il capo?
E aveva detto "i Leader" quindi ve ne era più di uno?
Dopo poco tempo dalla assenza di Kayo una ragazza dai capelli rosa si avvicinò ad Akio.
<Sei tu il ragazzo che Kayo ha portato dentro? Vorrei chiederti di seguirmi. Ah, io sono Ayaka. Piacere.>
Disse lei gentilmente.
<Mi chiamo Akio.> Disse semplicemente lui.
Lei lo portò di fronte ad una costruzione più grande delle altre.
In quel momento un'altra ragazza si avvicinò alla rosa.
<Ehi Ayaka.> Disse lei per poi notare il ragazzo dietro. <Lui chi è?>
<Lo ha portato Kayo prima. Ha detto di chiamarsi Akio.> Disse Ayaka.
<Meglio così. Più siamo e meglio riusciremo a supportarci a vicenda. Comunque felice di conoscerti, io sono Shinara.> Rispose la ragazza. Aveva dei lunghi capelli blu acconciati con dei nastri rossi. Sotto un gilet aperto indossava una camicetta un po stropicciata e dei jeans neri.

<Tu invece cosa ci fai qui Shin?> Chiese Ayaka.
Lei mostrò un foglio sul quale era stato scritto qualcosa con una curata calligrafia.
<Dovevo portare un documento ad Atsushi. Alcuni appaltatori stanno cominciando ad avvicinarsi in questa zona.> Rispose Shinara poi bussò alla parta dell'edificio. Aprì la porta.
Nella stanza Akio portò subito occhio a tre persone.
Il primo era un ragazzo abbastanza esile al primo sguardo, tuttavia poi si rese conto che era tutto fuorché uno stecco. I capelli verdi spuntavano fuori da una tuta nera, e sul volto, anche se pareva un po bambinesco, vi erano qualche cicatrice e una espressione di compiacimento. Questo stava impartendo degli ordini ad alcuni soldati.
Il secondo era un po in disparte sulla destra alto un po più di lui. I capelli corvini formavano una sorta di caschetto che copriva i suoi occhi. Al fianco portava una lunga e sottile spada.
Kayo era già nella stanza e stava parlando con un uomo enorme, il terzo che Akio aveva adocchiato.
Fisicamente era il quasi doppio di lui.
Indossava una giacca di pelle e sotto una maglia bianca, che risultava un po attillata e si riuscivano ad intravedere gli addominali scolpiti.
I lunghi capelli rossi scendevano come un fiume sulla schiena, coprendo una enorme spada alta quasi quanto lui.
Notando bene, a questo mancava un braccio e l'occhio sinistro era stato coperto con una benda.

I tre avvertirono subito una presenza estranea all'ambiente e si girarono verso la porta, quadrando Akio.
<Ah eccoti. Akio questi sono i 3 leader della Resistenza. Deku, il Fulmine Verde. Aria, lo Shinigami Nero. E Atsushi, il Demone da un Solo Occhio.> Disse Kayo.
Tre delle quattro leggende della zona avevano fatto una alleanza? Akio pensava che fossero praticamente storie esagerate. Se le voci erano vere si era ritrovato al cospetto di tre mostri.
In quel momento il Fulmine Verde parlò.
<Quindi tu sei Akio. Lascia, allora che ti dia ufficialmente il benvenuto nella Resistenza.>

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