Capitolo 10

Io ho iniziato il liceo e condividere alcune lezioni con Leah è più semplice del previsto. Sto recuperando la nostra vecchia amicizia e ho partecipato a qualche incontro con la psicologa che mi ha aiutato a vedere Leah come una grande amica ed ora noi stiamo bene e non ci sono problemi di imbarazzo tra di noi. Parliamo di tutto, ma al momento non di sentimenti profondi: per quello servirà molto tempo.
Mio padre, per fortuna, ha ripreso a mangiare ma si è preso l' anno di aspettativa per sperare di curare la malattia, anche se nel 2052 non ci sono ancora terapie curative, ma esistono per ridurre notevolmente i sintomi. Lui, per conservare le sue energie, spera di potersi allenare, ma a quanto pare non sembra essere una buona idea. O almeno non con la stessa intensità di prima. La cosa buona è che non ci sono peggioramenti e il decorso è temporaneamente bloccato. Ha anche meno dolori muscolari, ma la quantità di medicinali è la stessa, se non superiore. Lui sarebbe contrario a queste pastiglie, ma deve soffrire proprio tanto se non riesce a farne a meno.
In questo momento sono appena tornato a casa da scuola e papi scarso è sul divano con le gambe distese. "Ciao papi, come stai oggi?" gli chiedo, visto che non lo faccio da un po'. Nel mentre, arriva il nostro coniglietto: si chiama Theo e lo abbiamo adottato da pochi giorni, dopo un pranzo di famiglia a casa di Aaliyah. È super cuccioloso: ha il pelo grigio e un nasino nero super carino. Si posiziona al bordo del divano e mio padre inizia ad accarezzarlo. Devo confessare che non ci speravo più ad avere un animale domestico: Syria non era a favore, ma quando ha sentito dei benefici della pet therapy, sia per lui, sia per me per quanto riguarda la cura dell' ansia e tutti gli effetti positivi psicologici e neurologici nei ragazzi speciali come me, si è convinta. Vedeste come si è legata pure lei alla mascotte di casa: quando è a casa lo riempie di coccole e gli vuole un mondo di bene.
Tornando a noi, mio papà mi dice che ha appena ricevuto la chiamata per la possibilità di iniziare la terapia e che è stata approvata la terapia genica dopo anni di sperimentazione, ma lui di quest' ultima non è troppo convinto e preferisce aspettare. Si alza in piedi e mi sembra che stia camminando in maniera quasi normale. Va in terrazza a fumare: questo brutto vizio che ha preso non mi piace per niente. Lo vorrei seguire, ma opto per una passeggiata fuori casa ed avviso i miei genitori. Nel mentre, io continuo a pensare a come posso salvare mio padre... o forse anche sgridarlo perché le brutte abitudini portano problemi di salute e anche gravi e lui di salute ha sempre avuto qualche tortura. "Ciao Heron!" sento salutare in lontananza. Non ci posso assolutamente credere: è Marija, la ragazza che ho incontrato al mare! Ci abbracciamo, ma non penso che sia destino perché sento delle vibrazioni diverse, rispetto a quando giocavamo a palla al mare. Iniziamo a parlare e mi spiega che si è trasferita qui a Berlino per motivi familiari e scopro anche che saremo nella stessa scuola a studiare. Sono contento, ma solo in parte perché ho paura di soffrire per amore. "Sai Heron... ho pensato molto a quello che mi avevi detto sulla malattia di tuo papà..." inizia, ma io la interrompo subito perché io credo non sia giusto parlarne, visto che non ci vediamo da una vita. Però lei insiste perché pensa che la terapia a base di marijuana possa aiutarlo alla grande. Ci penso, ma non so se fino in fondo io potrò mai essere convinto. In fondo si tratta di droga e sia mami che papi mi hanno sempre insegnato che la droga è una cosa negativa. Quando torno a casa, noto che papi è uscito e mia mamma è tornata. "Mami ma la droga fa male, giusto?" le domando imbarazzato. Lei mi guarda con uno sguardo molto strano. "Hai fumato? Hai assunto pasticche?!" mi domanda alterata. Io la tranquillizzo subito ricordandole che sono un bravo ragazzo e ligio alle regole. La conversazione, però, viene interrotta perché Hannah è tornata a casa con Andrés dal Sud America da qualche giorno ed è pronta a presentargli la famiglia. "Ciao piccolino! Benvenuto nella nostra famiglia" gli porge la mano Syria delicatamente. Lui si nasconde dietro ad Hannah senza accennare nemmeno un suono. "È timidissimo... ma vista la situazione mi sembra opportuno aspettare che si apra lui" spiega lei, temendo che Syria potesse dirle qualcosa, ma lei la sorprende, dicendo che capisce perfettamente e che non è facile abituarsi ad una nuova situazione e ad un nuovo contesto. Le domanda anche se si ricorda di Aaliyah durante le prime settimane di vita presso la loro casa. Lei non si faceva nemmeno toccare i primi tempi, al massimo qualche abbraccio furtivo con papà. Hannah riflette e capisce che non c' è nulla di male se Andrés sta reagendo così e che bisogna solo aiutarlo ad uscire dal guscio. Nel mentre mi sono recato in camera mia, ma mamma mi richiama all' ordine. Più passa il tempo e più mi reputo fortunato ad avere una buona probabilità di essere sterile: i bambini non mi piacciono proprio! Urla, necessità di seguirli per almeno 18 anni, ti chiamano in continuazione... chi più ne ha, più ne metta! Da questo lato, ringrazio sia la vita che la genetica per avermi regalato un cromosoma in più, nonostante tutto il resto delle possibili complicanze anche in futuro. Decido di andare nella casetta sull' albero per uno spunto di riflessione con il mio io. Io sarò anche di indole affettuosa, però trovo che trascorrere certi momenti in solitudine sia fondamentale. Mi siedo sul divano e mi metto a fantasticare sulla mia vita. Non so perché, ma mi vedo come un veterinario affermato che vede il salvataggio degli animali come la sua più grande missione. In effetti, gli animali sono non solo una soddisfazione enorme, ma sono anche importanti per l' ecosistema. Ho pensato più volte di seguire le orme vegan di mamma Syria, ma non so se sia sostenibile per via della mia anemia congenita. In quel momento, arriva a casa mio papà che si accorge che sono nella casetta. Mi chiede se voglio mangiare qualcosa ma non ho fame. Lui prova a salire le scale ma ce la fa con molta fatica. "Papi stavo pensando alla vita ma c' è una cosa che non riesco a superare... tu non mi abbandonerai presto, vero?" gli domando guardandolo. Lui mi sorride. "No patatino mio! Anche se adesso sto affrontando una brutta bastarda, io sarò qui a lungo e al tuo fianco ci sarò sempre. La bastarda non ti porterà via il tuo papi scarso preferito, stai tranquillo. Vuoi che facciamo una partitina a ping-pong?" e a quelle parole, io finalmente ho le prove che questo è un periodo in cui si sente meglio e che non vuole più nascondere le sue condizioni. Ci mettiamo anche a giocare: io sto perdendo tutte le partite, ma non è quello che mi importa! Sono felice comunque perché sia io che lui stiamo passando un momento spensierato e cercando di dimenticarci delle preoccupazioni.
In fondo, quando qualcuno è in difficoltà, è bene capire, almeno a grandi linee, cosa sta passando perché così sai come comportarti ed aiutarlo. E, cari lettori, devo confessarvi una cosa: nel mio futuro non ci vedo ne Marija ne Leah, ma mi sono immaginato che, se dovessi fare una nuova scoperta scientifica, la dedicherei al mio papi che merita un riconoscimento per il suo carattere da leone che non sa riconoscere a se stesso. D' altronde... io so che mio padre è molto forte e le cicatrici del suo cuore parlano chiaro...

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