CONFUSIONE
Appena tocco il fresco terriccio mi butto per terra affondando la testa nelle mani. Odio sentirmi così..impotente. Tutto va per il verso sbagliato, non riesco a gestire le situazione e soprattutto la cosa peggiore è che le persone più importanti della nostra vita sono proprio quelle che ci donano tutto il loro amore e poi ci distruggono.Ci ricordano cosa sia la felicità e allo stesso tempo il prezzo da pagare, e io sono costretta a chiudermi in me stessa evitando tutti solo per paura che quella ferita si riapra. Tutti finiscono per ferirmi...tutti tranne Adam. Sento già la sua mancanza, a quest'ora lui sarebbe qua con me a consolarmi come solo lui sa fare. Invece mi ritrovo sola, in mezzo a un bosco, con la faccia piena di lacrime e un cuore in briciole.
Devo per forza ritornare all'istituto non voglio chiedere ancora il soggiorno a Insel.
Quando il sole sta per tramontare e i deboli raggi iniziano ad oscurarsi decido di ritornare indietro. Prima di ritornare all'istituto, compro un panino in un piccolo bar. Non mi ero accorta di quanta fame avevo fino a quando non ho iniziato ad addentare quel povero panino.
Con passi traballanti mi fermo sulla soglia dell'istituto. Resto immobile a fissare il vuoto mentre il coraggio di varcare quella porta si dissolve.
Ho una mezza idea in testa, è stupida lo so..ma ormai non mi importa più nulla. Vado verso il lato destro della casa e subito vedo la mia grande finestra. Di fianco a essa si estende una rigogliosa edera. Sorrido all'idea pazza che mi attraversa i pensieri, ma è l'unico modo di entrare senza parlare con nessuno.
Dopo vari tentativi salto sul balcone, quando cerco di aprire la finestra noto che è chiusa da dentro. Alzo la mano e chiudo il ciondolo dentro al palmo, con uno scatto fulmineo congelo la serratura e con un colpo secco apro la finestra. Mi butto dentro con un sorriso trionfante. Ma quei piccoli attimi di gioia svaniscono quando trovo Daniel sul mio letto che mi fissa.
"Dove sei stata?!" Urla alzandosi di colpo e venendomi incontro. Non so per quale motivo ma una strana paura mi contorce lo stomaco e indietreggio fino a quando la mia schiena sbatte dolorosamente contro il muro freddo.
"Non ti interessa" rispondo freddamente.
Lui mi guarda ferito" tutto ciò che ti accade mi interessa" mormora alzando una mano per accarezzarmi la guancia.
Io giro il volto" non toccarmi. Esci da questa stanza Daniel."
"No! Beth non puoi tagliarmi fuori dalla tua vita in questo modo!"
"Tu hai tagliato via nel modo peggiore il mio migliore amico! Questo è il minimo che ti meriti! Sei stato tu ad incolparlo per primo! Sei stato tu ha trattarlo sempre male! E sei stato tu a proporre la peggiore delle punizioni per ciò che non ha neanche fatto! Ti rendi conto che ora è in quella terribile città silente dentro una cella con dei pazzi psicopatici che con un gesto li aprono la mente come una noce!" Urlo sfogandomi e buttando fuori tutto ciò che mi ero tenuta dentro in queste ore.
Lui mi fissa senza battere ciglio sembra a corto di parole. Quando sembra risvegliarsi da quello stato, scuote la testa e parla con un filo di voce" Beth..non fare così..per ciò che ha fatto sì merita quella punizione"
Apro la bocca incredula" ancora ti ostini a credere che sia lui il..colpevole?! Esci immediatamente dalla mia stanza e non venire più da me"
Sta per avvicinarsi ma sbatto le mani attivando la collona e inalzando un muro di ghiaccio per dividerci.
Ho chiuso con lui.
Dopo vari colpi che ha dato sul muro di ghiaccio esce dalla stanza e nell'esatto momento sciolgo la lastra ghiacciata.
Corro sul letto e affondo la testa sui cuscini.
"Posso entrare?"
"Chiunque tu sia non entrare!" Borbotto.
"Sono Lucy"
Sbuffo esausta" va bene entra"
Dopo tutto lei non c'entra niente con tutto questo.
" Mi..dispiace." balbetta sedendosi sul bordo del letto.
"Non dispiacerti. Sono sicura che mi dirai che Adam è il colpevole e tutte robe varie"
"No..non penso sia Adam"
Mi siedo di scatto" in che senso non pensi sia Adam?" Domando asciugandomi gli occhi.
"No...quando l'ho visto..sembrava preoccupato. Non aveva quell'espressione maliziosa tipica di chi sta progettando piani malefici. E in più ho visto lei che teneva in mano una sfera di ghiaccio. Sono sicura che era una di quelle sfere trasmettitrici che si usano per comunicare. Non ci avevo fatto caso ma quando l'ho seguita ho avuto la conferma. Stava parlando con la regina dicendole che il piano stava andando per il verso giusto e che tutti ci erano cascati in pieno"
Sgrano gli occhi" Di chi stai parlando?"
Sospira allacciando il suo sguardo con il mio" Alexa"
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