Capitolo 3



Bastardi! Bastardi! Urlò la madre di Palestro mentre continuava a struggersi dal dolore.

Juno all'improvviso tuttavia aveva tolto via la mano dai suoi occhi per osservare la scena all'ultimo momento. Era un'immagine straziante, che Juno figlio di Dolero e fratello minore di Palestro non avrebbero mai più dimenticato, per il resto della loro vita. Dentro la sua testa, Juno era già desideroso di vendetta.

Tra il pubblico si crearono delle piccole rivolte. Dei gruppi, soprattutto tra le prima fila  si assembrarono, iniziando a spingere contro la rete metallica dalla cui parte superiore sporgeva del filo spinato, per evitare che qualcuno scavalcasse.

Dietro la rete erano presenti dei giganti armati che impedivano al pubblico di scavalcare la rete metallica e poter mettere in pericolo la vita del re. I giganti inoltre circondavano tutt'intorno l'enorme massa di gente costretta ad osservare quella straziante scena, che si ripeteva ogni anno, contro la loro volontà.

Scelti da Faranhor in persona, i corazzieri erano diventati così forti grazie alle pozioni magiche detenute nel reame. Nessuno avrebbe potuto tenergli testa poiché il pubblico non era arrmato.

Il tumulto iniziò a farsi sempre più intenso. I giganti armati sguainarono le loro lance e le loro spade ed iniziarono a spingere con irruenza il pubblico all'indietro. Una guardia infilzò con una lancia in pieno petto un rivoltoso. Un'altra tagliò le gambe di un altro poveretto.

Nel frattempo il re osservava compiaciuto la scena, racchiuso in una sfera magica di energia, creata apposta per la sua pubblica sicurezza dal gran sacerdote, la quale gli faceva da scudo da tutti i tipi di attacchi.

Silenzio! Urlò ad un certo punto il Re battendo il suo scettro a terra.

Gli arcieri, che si trovavano su un livello superiore della collina dietro il palco, sguainarono delle frecce che colpirono altri manifestanti mortalmente.

Il pubblico percependo il pericolo imminente di morte, smise quasi istantaneamente smise di fremere.  Alcuni provarono a scappare ma furono immediatamente bloccati e giustiziati dalle guardie.

I prossimi saranno tutti coloro che si opporranno alla mia volontà! Esclamò il re con tono minaccioso, puntando lo scettro magico in direzione del pubblico.

Lo scettro alla cui  estremità possedeva un'ampolla diventò color viola e sembrava come se all'interno vi fossero delle scariche elettriche e dei microfulmini interni ed esterni che svivolavano a spirale lo scettro, che richiamavano ed attiravano l'aria, causando un rapido virare del tempo, ovvero dei gran ammassi di nuvole nere e lampi che si posizionarono nella zona dove c'era il pubblico.

Adesso se non la finite vi scarico contro dei fulmini! Così la facciamo finita! Popolo impertinente! Esordì il re.


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