Capitolo 37 - chiodo scaccia chiodo
«Ehi Juli, hai preso tu la mia maglietta?» Sonia urla dalla mia stanza come una forsennata mentre si prepara la valigia «no, perché? Non la trovi?» le urlo di rimando ridacchiando tra me e me, mentre osservo proprio quella maglietta tra le mie mani, «no cavolo, non so dove sia andata a finire, eppure ero convinta di averla messa qui dentro»
Mi avvio verso la stanza mentre osservo di nascosto la scena: la mia stanza è tappezzata di roba in giro, mentre Sonia si rigira nella stanza da una parte all'altra come una pazza.
Le lancio nel letto la sua adorata maglietta mentre lei continua a frugare nell'armadio, così mi avvicino a lei e con fare innocente la prendo dal letto, le tocco una spalla e quando si gira le mostro la maglia nelle mie mani «è questa per caso?», cerco di stare più calma possibile mentre lei diventa rossa di rabbia «si! Che casualità vero?» me la strappa di mano mentre io continuo a ridermela di gusto.
Una volta che siamo riuscite a sistemare tutti nostri averi, finalmente siamo pronte a partire nuovamente per la Sardegna. Appena arriviamo al porto sento dentro me crescere l'ansia di incontrarlo, sono davvero affascinata da questo ragazzo con gli occhi verdi, e spero davvero che riuscirà a farmi togliere dalla testa Mirco... anche se adesso che tornerò in Sardegna sarà più difficile che mai. Sarebbe contraddittorio da parte mia dire e anche solo pensare che Mirco non ci sia più tra i miei discorsi o i miei pensieri, anzi; però diciamo che il suo pensiero è leggermente più vago.
«Tutto ok?» mi sento toccare la spalla e non appena incrocio gli occhi vispi di Sonia mi risveglio dai miei pensieri, mi regala un sorriso tirato e poi si rigira a guardare il tramonto nell'attesa di imbarcarci, si siede affianco a me e senza distogliere lo sguardo inizia a parlarmi «so che ti senti confusa» inizia, io distolgo lo sguardo da lei continuando a guardare il mare davanti a noi «anche io lo sono, certo la mia storia è diversa dalla tua, ma nessuna di noi ha un lieto fine, per ora» sorrido «le favole Disney sono troppo semplici per la vita reale»
Abbasso lo sguardo stringendomi a me «lo so Ju, per questo ti dico d lasciar correre» la guardo un po' confusa non capendo cosa intenda «che intendi dire? Mannaggia a te dici sempre le frasi a metà»
Mi sorride «sei tu la bambina che non capisce! Le mie frasi sono profonde» mi da un colpetto sulla testa e io le faccio la linguaccia, ma lei ad un tratto torna seria e continua a spiegarmi «quel che cerco di dirti, testa vuota, è di lasciar correre, di non fare nulla, e vedi come va a finire» rimango un attimo sovrappensiero continuando a non capire a chi si riferisce, perché non può parlare più chiaramente?
«Intendi per Mirco?...» si limita ad annuire, poi sentiamo le voci di mia mamma e mia zia chiamarci dal bar, così siamo obbligate ad alzarci e a dirigerci finalmente in nave.
L'aria dell'acqua marina invade le mie narici mentre siamo sul pontile, lasciamo le valigie ancora fatte in cabina e subito cerchiamo per tutta la nave i ragazzi, passiamo praticamente tutto il viaggio vagando per la nave senza però incrociarli.
Quando scendiamo al porto, sentiamo il telefono di Sonia squillare, così lei lo sfila dalla borsa e appena vede il numero risponde prontamente «e-ehi!» balbetta come una stupida mentre io la guardo confusa, lei mi indica il telefono e con la bocca mi mima un "Alessandro"; spalanco gli occhi e mi avvicino subito a lei, appoggiando il mio orecchio dall'altra parte del telefono per poter origliare.
«Ciao! Ma siete già partite? Perché noi vi stavamo cercando in nave ma non vi abbiamo trovate» sento la sua voce calda dall'altro lato del telefono e subito mi spunta un sorriso «sì, siamo anche arrivate a destinazione in realtà, però anche noi vi stavamo cercando senza trovarvi, naturalmente»
Mi sbatto la mano in fronte, ma che dice? Lei fa una faccia disperata non sapendo che fare, fino a quando non sentiamo di nuovo lui «peccato, ci sarebbe piaciuto vedervi... ma non fa nulla dai, sono sicuro che ci rincontreremo uno di questi giorni»
Io e Sonia ci allontaniamo entrambe nello stesso momento dal telefono guardandoci confuse, così Soni subito dopo da voce anche ai miei pensieri «cioè... venite a trovarci?»
Sento lui e l'amico ridacchiare «beh sì, questa sarebbe l'idea, questa domenica magari» esalto come una stupida in macchina mentre vedo gli sguardi straniti di mia zia e mia nonna, mentre Sonia balbetta al telefono.
«Oh beh ahahah guarda a noi farebbe molto piacere, insomma...» fa una breve pausa per riprendersi psicologicamente e poi comincia a balbettare «fateci sapere quando potete venire!» sentiamo strani rumori dall'altra parte del telefono, sicuramente la linea è disturbata «Certo! Beh ora dobbiamo andare, ci sentiamo questi giorni!» Si salutano brevemente e riaggancia.
Sonia si butta su di me a peso morto contenta della notizia, mentre io non vedo l'ora di incontrarlo nuovamente, sperando però con tutto il cuore di non incrociare Mirco, l'ultima volta che mi ha visto con un ragazzo non è andata molto bene.
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