Capitolo 35 - nuove conoscenze

Infilo dentro la valigia i miei vestiti e nel frattempo ripenso continuamente a "cosa devo fare? Quale sarà davvero la strada giusta per me?". Mi chiedo seriamente, con tutta l'onestà che posso possedere dentro me e con il cuore in mano, se dimenticarlo è davvero ciò che voglio. Perché per quanto i nostri caratteri possono essere contrastanti, i nostri sguardi si cercano in continuazione. Non mi sono mai arresa definitivamente, prima di adesso. La rassegnazione mi sembra la strada più giusta in questo momento. Il modo migliore per descrivere la nostra situazione è esattamente questa: due destini che corrono sulla stessa linea d'onda ma, per quanto vogliono, non riusciranno mai a incrociarsi.

Una lacrima scivola sulle mie guance senza che io me ne accorga, nel momento in cui riprendo sottomano il mio diario. In un nanosecondo, mi avvolge un vortice di ricordi amari che non mi danno tregua. C'è sempre stato qualcosa che mi impedisce di arrendermi, ma adesso basta.

Mi asciugo le lacrime passando il braccio tra gli occhi, mi faccio forza e mi ostino a dimenticare tutto, d'altronde, se davvero sarebbe dovuto succedere, sarebbe successo senza troppi ma o se.

Vado in bagno per lavarmi il viso guardandomi attentamente allo specchio, è davvero questo ciò che voglio? Ogni volta, specchiarmi e vedermi in queste condizioni? Crollo, definitivamente. Ne approfitto ora perchè sono sola in casa, sola, senza nessuno che mi possa sentire. Caccio un urlo ricco di dolore, di speranze distrutte, di rassegnazione. Più mi vedo così, più sento la necessità di strillare e piangere, i miei occhi si appannano fino a non vedere più nulla, fino a non distinguere più ciò che mi circonda, notando solo sagome vaghe. Troppo presa dal mio stato d'animo alquanto scombussolato, non mi rendo conto della presenza di Anna che spalanca la porta e mi circonda con le sue esili braccia. Mi stringe forte a sé, mentre piange anche lei.

«Ti prego Julia, calmati» mi continua a stringere a sé, mentre sento le forze abbandonarmi completamente, scivolo al pavimento e lei mi segue a ruota, non lasciandomi sola neanche un attimo e mantenendomi salda a lei, in questo momento il mio corpo è fragile tanto quanto un vaso di vetro o un pezzo di cristallo, basterebbe un niente per rompermi ulteriormente e disintegrarmi completamente, le crepe se trascurate, possono distruggere tutto, anche il vetro più resistente.

In questo momento sento solo le mie urla, il sapore amaro delle mie lacrime e i dolci bisbigli di Anna, mentre il calore delle sue braccia mi trasmettono quella tranquillità che mi mancava da tempo. Quando, ormai, non mi rimane più voce, lei si stacca leggermente da me, asciugandomi il viso come meglio può, continuando a mantenere il silenzio. La vedo, mentre cerca di trattenere le lacrime che le minacciano di cadere sul viso, vedo le sue iridi irrigate dalle lacrime mentre cerca in tutti i modi di tranquillizzarmi.

«È tutto finito, stai tranquilla» tira su con il naso mentre mi fa alzare per appoggiarmi al lavandino, rimango ipnotizzata dai suoi movimenti che ai miei occhi appaiono estremamente lenti, dalle sue mani tremanti che forse hanno paura di farmi male, di fare la mossa sbagliata; ma lei, in questo momento, è la persona più giusta.

Apre il rubinetto dell'acqua, poi si bagna una mano, mentre con l'altro braccio continua a sostenermi, sicuramente con la paura che io possa cedere nuovamente, mi passa sul viso la sua mano bagnata. Attorno a noi, si può sentire solo lo scrosciare dell'acqua e i nostri respiri affannati. Quando incrociamo i nostri sguardi, mi perdo nei suoi occhi e nel suo essere così forte, leale e dannatamente pulita. Non smetterò mai di ringraziarla per avermi salvata. Non pronunciamo una parola, perché in questo momento non hanno senso, lei mi afferra il viso convinta e quando sta per parlare la blocco, abbracciandola.

Mi dirigo nuovamente in camera per sistemare le ultime cose, mentre lei è dietro di me che mi osserva.

«Ora sto bene» le dico, continuando tra un sospiro e l'altro «davvero» cerco di convincerla, facendole capire che ormai il peggio è passato e che voglio restare sola, lei continua ad osservarmi insistentemente fino a cedere «e va bene» inizia, non del tutto convinta «ma se hai bisogno, chiamami» accenno un sorriso tirato e mi giro verso di lei, «sì, tranquilla»

A quel punto se ne va, lasciandomi nuovamente sola. Non ho il tempo di elaborare il tutto che subito sento le voci di mia zia e Sonia dal cortile.

Meno male che ora sono più tranquilla.

Sento la voce squillante di Sonia e subito vedo la sua figura sulla soglia della porta, appena mi vede, capisce che qualcosa non va, infatti, il sorriso che incorniciava il suo volto sparisce, sostituito da uno sguardo accigliato e triste e un'espressione seria, «ehi, tutto bene?»

Indaga scrutandomi e avvicinandosi a me, «sì, ora si tranquilla» lei appoggia le mani nei fianchi non convinta «dai, tanto restiamo solo una settimana» annuisco, sposto le valigie dal letto alla mia spalla con un sorriso «lo so, sono contenta che ci sei anche tu» confesso, sono veramente sollevata di non essere sola.

Ci incamminiamo verso la macchina sistemando le nostre valigie e iniziamo il percorso verso la nave. Lascio dietro me tutto, tutti i suoi ricordi, convinta di voler iniziare una nuova vita e cancellare per sempre il suo ricordo.

Arriviamo alla nave, appoggiamo le valigie nella cabina dove mia mamma e mia zia sono già coricate, stremate dal viaggio, mentre io e Soni decidiamo di gironzolare un po' per la nave. Ci fermiamo al bar per chiacchierare, fino a quando Sonia nota con estrema gioia due ragazzi poco più avanti a noi, vestiti da militare, che ci lanciano sguardi furtivi.

«Mi sa proprio che abbiamo attirato l'attenzione di quei ragazzi lì» Sonia ammicca facendo la scema, indicando i ragazzi poco distanti da noi.

Mi sporgo leggermente per vederli meglio, notando un ragazzo estremamente bello, nel vero senso della parola. Rimango incantata per un po' fino a quando non noto i suoi occhi verdi incrociarsi furtivamente con i miei. Imbarazzata, ritiro lo sguardo immediatamente, riprendendo il discorso con Sonia. Dopo qualche secondo appoggio nuovamente il mio sguardo su di lui, facendo in modo che sembri un'azione disinteressata, quando vedo con piacere i suoi occhi già su di me,  e non appena mi rivede, mi lancia un sorriso e riprende a parlare con l'amico.

Magari è lui, la persona che mi farà davvero dimenticare Mirco, la persona che Sonia citava un paio di settimane fa.

Incontrerai qualcuno che ti piaccia davvero e che ti farà piacere stare in sua compagnia.

Le sue parole tornano alla mia mente come un tornado, però sto solo affrettando le cose, come al solito, mi faccio prendere dal momento e dall'euforia senza niente di concreto.

Mentre faccio finta di ascoltare il monologo di Sonia, annuendo ogni tanto con la testa, vedo che i due ragazzi adocchiati prima si dirigono verso la nostra parte, fino a quando non si avvicinano a noi.

Posso finalmente osservare bene il ragazzo che subito mi ha colpita: lineamenti marcati, due occhi verdi immensi e labbra carnose. Indossa, con la divisa da militare, un berretto, impedendomi di vedere il colore dei capelli.

Sonia subito si volta, rimanendo leggermente stupita, mentre io continuo a guardarli interessata bevendo la mia bibita al bancone del bar, aspettando di sentire cos'hanno da dire.

Finalmente, uno dei due parla rivolgendomi la parola «ciao ragazze», la sua voce calda inebria il nostro angolino di posto, mentre Sonia rimane ancora un po' interdetta, io prendo parola molto tranquillamente, anzi, abbastanza lieta di ciò.

«Ciao!» Ricambio il saluto, mostrando un viso divertito e attendendo la loro risposta e soprattutto motivazione, per il quale si sono avvicinati, ovviamente è palese, ma sono curiosa di sentire la scusa.

Il ragazzo già adocchiato da me, con il quale ci siamo scambiati gli sguardi prima, mi allunga la mano presentandosi «Piacere, Alessandro», sul suo viso compare un sorriso, io nel frattempo, allungo la mano stringendogliela e presentandomi «piacere, Julia» accenno un sorriso mentre stringo la mano anche all'amico, di cui non mi ricordo già più il nome... tipico.

Alessandro prende nuovamente la parola, cercando di non creare momenti di silenzio imbarazzanti, anche se non ne avrebbe motivo, «allora, di dove siete?» Noto come, l'amico di Alessandro, stia guardando furtivamente Sonia, poi riposo l'attenzione su di lui, rispondendogli «veniamo dalla Sardegna» faccio una breve pausa per prendere un sorso dalla mia bevanda, «e voi?» chiedo interessata, Alessandro mi risponde prontamente «io dalla Campania, mentre lui dal Lazio, eravamo in Sardegna per la leva militare» accenno un sorriso «si nota» gli rispondo, facendo riferimento e indicando la loro uniforme.

Quando il mio sguardo si posa sull'orologio al polso, sussulto; afferro il telefono sopra il bancone notando le innumerevoli chiamate perse di mia madre.

«C'è qualche problema?» Alessandro nota il mio essere leggermente agitata, «no, niente di che, però noi ora dovremmo andare...»

Sonia mi guarda storta, così le faccio notare il display, spalanca subito gli occhi e la bocca, iniziando a darmi ragione «eh sì, è proprio volato il tempo qui cavolo» balbetta come una deficiente, mentre io continuo ad osservare Alessandro che si gratta il capo, sembra leggermente imbarazzato «beh allora... che ne dite di scambiarci i numeri di telefono?» Gli sorrido «sì, certo, mi sembra un'ottima idea» confesso, ci scambiamo i numeri per poi scambiarsi la buonanotte e dirigerci in cabina dove, sono sicura, ci attendono le urla di mamma e zia.

«Cavolo Juli ma li hai visti? A te ha adocchiato proprio quello più bello!» Rido di gusto come non lo facevo da giorni ormai. Alessandro si è dimostrato particolarmente interessato a me, e spero davvero con tutto il cuore che sia lui la persona che mi farà allontanare quelle iridi nere dalla mia testa e dal mio cuore.

SPAZIO AUTRICE

Ok ragazzi adesso sono curiosa di sapere cosa ne pensate voi, cosa vi aspettate da questo nuovo incontro? Pensate che la storia tra Mirco e Julia termini qui grazie a questo nuovo incontro, oppure ci sperate ancora? Sarà lui il ragazzo che le permetterà di dimenticarlo e di non stare più male, oppure sarà un flop pazzesco a cui ci sarà una fine?

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top