Capitolo 33 - qual'è la cosa giusta?
Sonia mi risveglia dai miei pensieri, la vedo correre verso la direzione della piazza e io rimango per un momento confusa.
La raggiungo mantenendo il passo tranquillo di prima, lei abbraccia calorosamente un suo amico, mentre io intravedo la figura di mio cugino che si avvicina a noi.
«Ciao Juli» mi sorride e mi stampa due baci in guancia, «ehi, come stai?» lui si accende la sigaretta e si guarda intorno, come se stesse aspettando qualcuno «bene, tutto sommato. Tu?» porta la sigaretta appena accesa alle labbra e io lo guardo contrariata, a causa del fumo che mi viene addosso.
«Tutto bene, sarei dovuta partire un paio di giorni fa ma come al solito sono riuscita a rimandare la partenza», gli dico entusiasta, lui a quel punto ride di gusto «non avevo dubbi a riguardo» fa una breve pausa e poi continua «quando dovrai partire?» io emetto un sospiro e abbasso lo sguardo, poi alzo la testa e finalmente lo rispondo triste «tra un paio di settimane, purtroppo» lui ci pensa e allora capisce «parti per le vacanze di Natale quindi» afferma, a quel punto Sonia torna nuovamente tra noi, intromettendosi «si! E la mia migliore amica porterà anche a me, non la lascerei mai sola» mi avvolge un braccio sulle spalle e subito realizzo.
In effetti non sarebbe una cattiva idea, con lei al mio fianco tutto potrebbe andare meglio. Mi giro a guardarla inizialmente confusa, «davvero? Verresti?» Simone a sentirci sorride, continuando però a guardarsi intorno.
«Cerchi qualcuno?» domando curiosa, Sonia allontana il suo braccio dalla mia spalla e fa un sorso dalla sua coca cola, ascoltando interessata «in realtà si» confessa, aggiungendo «un amico dovrebbe arrivare a momenti» appena pronuncia quelle parole, si avvicina a noi un ragazzo di media altezza. Faccio cenno con la testa verso di lui a Simone, indicandoglielo, lui si volta e agita la mano verso di lui, appena questo lo vede si avvicina a noi.
«Ragazze, lui è Manuel» appena si avvicina a noi porge la mano per presentarsi «Julia», mi presento cordialmente, così come Sonia. Passiamo il pomeriggio a chiacchierare tranquillamente in piazza, fino a quando non arriva il momento di rientrare a casa.
Io e Sonia ci alziamo dalla panchina per iniziare a incamminarci, quando Manuel mi richiama «che ne dici se ci scambiamo i numeri?», Sonia ammicca come una scema e io li lascio una gomitata sul braccio, cercando di fare l'indifferente, «va bene» la mia indifferenza è palese.
Non mi interessa minimamente questo ragazzo, non mi attrae nemmeno un po', ma potrebbe essere utile frequentarlo per divagare la mia mente da lui.
Gli lascio un bigliettino con su scritto il numero, ancora prima di girarmi, prende nuovamente la parola «magari possiamo uscire uno di questi giorni, che ne dici?»
Ok, forse questo si sta divagando troppo. «Sì, venite anche voi vero?» dico, rivolgendomi anche a Sonia e Simone, quest'ultimo non sa che rispondere mentre Sonia accetta subito, capendo le mie intenzioni.
Manuel, invece, sospira. Sicuramente si immaginava che saremmo usciti da soli.
Dopo aver sentito la risposta repentina di Sonia, Simone cede, accettando.
Manuel, evidentemente deluso, abbassa il capo a disagio. Io, invece, prendo a braccetto Sonia e saluto definitivamente tutti, incamminandoci verso l'uscita della piazza.
Non appena ci siamo allontanati dal loro campo visivo, Sonia si stacca da me e prende parola, quasi urlando «perché?», mi volto verso di lei accigliata «cosa?», lei si posiziona davanti a me «spiegami tutto, perché hai accettato di uscire in gruppo? E poi, a prescindere, perché hai accettato? Ci sono stati anche altri ragazzi che hanno provato ad approcciare con te e hai sempre rifiutato» riflette a voce alta, ponendomi le giuste domande, che in realtà un po' mi aspettavo. Accenno un sorriso finto, «ora hai realizzato che voglio dimenticarlo davvero?», le dico tristemente, lei a quel punto ricambia il sorriso tirato e mi appoggia una mano sulla spalla «ecco perché...», decido di darle una risposta più concreta e soprattutto completa, dando luce a ogni suo dubbio «non mi piace per niente quel tipo, e ti dirò di più, non mi interessa nemmeno uscirci insieme» inizio «però penso che qualche ora con lui mi possa aiutare a deviare per qualche ora la mia mente»
Guarda davanti a sé, ascoltando, mentre io proseguo «sono troppo presa da Mirco e questa cosa non va bene per me» concludo, lei si volta verso me e sorride «te l'ho detto Juli, devi decidere tu ciò che è più giusto per te» cerca di consolarmi, continuando «però, detto sinceramente, non credo che facendo così tu possa rimediare al tuo stato d'animo, stai facendo solo il gioco dello scaccia chiodo» fa una breve pausa e poi riprende «e si sa che questa cosa non ha mai funzionato», sospiro, perché so che ha ragione.
Ma non so più cosa inventarmi per dimenticarlo una volta per tutte
«Tu fai scorrere il tempo, vedrai che se è destino, accadrà» sorrido falsamente, ma prima di poter rispondere, riprende parola «se invece non sarà così, incontrerai qualcuno che ti piaccia davvero e che ti farà piacere stare in sua compagnia», prima che lei mi possa continuare a fare la ramanzina, le rispondo «può darsi che forse hai ragione» inizio «però per il momento andrà così, poi si vedrà» concludo.
Lei alza le spalle rassegnata, ormai da come sono fatta, ho preso questa decisione e non ho intenzione di tornare indietro.
Ci salutiamo e ognuna di noi prende la strada di casa. chissà cosa succederà, vorrei tanto avere già trent'anni e vedere come finirà questa storia, se sarò felice con lui o con qualcun'altro.
Manuel non è per niente il mio tipo, iniziando dall'aspetto fisico: ha i capelli ricci molto corti, occhi castani e nessun segno particolare che mi possa piacere particolarmente.
Arrivo a casa e la prima cosa che faccio è guardare la posta posizionata sul tavolo «Juli c'è posta per te», mi fa notare nonna, così sbircio e subito trovo la busta, la apro e all'interno trovo un foglio con su scritto l'iscrizione al corso di cucito, inizierò direttamente l'anno prossimo, dopo le vacanze di Natale. Anche questo, sarà un espediente per tenere la mia mente occupata e anche le mie giornate.
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