Capitolo 29 - le due cose che non si perdonano




Mi risveglio con un mal di testa allucinante, appoggio la mano sulla nuca e mi siedo nel letto. Subito la mia mente vaga a ciò che è successo ieri, non sapendo cosa fare.

È ancora troppo presto per pensare.

Mi alzo per prendere un paio di jeans e una maglietta semplice dall'armadio, per dirigermi in bagno ancora assonnata.

Entro in doccia e un getto di acqua fresca mi investe il corpo, il suono inebria la mia mente, permettendomi di "spegnere" il cervello e di rilassarmi completamente, ogni tentativo però è invano, poiché i miei pensieri vagano a lui.

Perché deve sempre essere così misterioso? Le sue azioni incomprensibili e il suo sguardo pure peggio.

Perché ogni volta deve trovare una scusa per rompere o attirare la mia attenzione, se con gli altri non fa altro che criticare e parlare male di me? Perché ogni volta che mi vede mi insulta e poi mi guarda desideroso di ricevere una risposta alle sue provocazioni?

Basta, cavolo!

Mi passo le mani nella faccia e finalmente esco dalla doccia, avvolgo il mio corpo in un asciugamano e mi vesto, per poi andare a fare finalmente colazione.

Quando arrivo in cucina vedo Anna parlare con zia e nonna, si gira verso di me notandomi e scrutandomi in maniera strana.

«Eccoti! Cavolo ma quanto ci metti a lavarti?»

Le sorrido andando verso il frigorifero e prendere una pastina.

«Tu che ci fai qui?» afferro il succo mentre lei fa un altro sorso dalla sua tazzina di caffè, «dobbiamo parlare» dice con convinzione, «possiamo andare a fare un giro?» continua.

Io alzo le spalle indifferente per poi annuire, «va bene, mi pettino e sono subito da te» affermo, dirigendomi verso la mia stanza.

Chissà di cosa vorrà parlarmi, mi domando tra me e me ironicamente, conoscendo benissimo la risposta.

Dopo aver terminato, vado in cucina e usciamo insieme da casa di nonna. In silenzio, ci incamminiamo, nessuna delle due proferisce parola, però sfortunatamente dopo un po' Anna apre il fatidico discorso.

«Allora... immagino sai già di cosa ti voglia parlare» mi guarda di sottecchi e io cerco in ogni caso di evitare di fissarla, continuando a guardare dritta davanti a me e facendo l'indifferente, «in realtà no...» faccio la finta tonta, peccato che lei mi conosca perfettamente bene, tanto da capire che sto solo cercando di guadagnare tempo.

«Bene, visto che non lo sai, te lo dico direttamente io» continua, reggendo il gioco e manovrandolo come vuole lei.

Accidenti.

«Glielo devi dire» dice con convinzione, evitando di girarci intorno. Io alzo gli occhi al cielo, continuando a rimanere ferma nella mia decisione, «il mio è un no categorico» affermo, incrociando le braccia. Lei ad un tratto sbuffa, poi osserva oltre le mie spalle accennando un sorrisetto che non mi piace minimamente. Mi volto, cercando di capire cos'ha visto, quando noto Mirco con il cugino seduti sul motorino venire verso di noi.

Non vorrà farlo davvero, mi auguro!

Prima che io possa fermarla, lei si catapulta verso di loro muovendo la mano da una parte all'altra per attirare l'attenzione, e io me ne approfitto per squagliarmela.

Mi siedo dietro l'edicola cercando di fare l'indifferente, anche se ogni tanto mi volto verso la loro direzione per sbirciare.

Ho i fremiti in tutto il corpo che non accennano ad andarsene, il cuore batte forte e non capisco il motivo di quest'ansia, tanto tra un po' non sarò più qui!

Mi volto verso di loro per capire se hanno finito, quando vedo Anna venire verso questa direzione. Mi alzo andandole incontro abbastanza irritata.

«C'era proprio bisogno di fare una cosa del genere e piantarmi così nel nulla?» lei mi sorride e prende la parola, «vuoi sapere cos'ha detto o vuoi continuare a fare la parte della finta arrabbiata con me?» subito esito, sorridendole «ma no tranquilla, non c'è problema» gesticolo nervosamente per poi subito dopo aggiungere «raccontami tutto», lei inizialmente mi osserva perplessa bisbigliando un «bipolare», faccio finta di non sentirla e la invito a muoversi.

«allora, prima di tutto gli ho detto che stai per partire, e che comunque questa "situazione" la dovete risolvere, perché non siete più dei bambini» annuisco interessata aspettando di sapere la sua fatidica risposta, «ma lui ha detto, in sintesi, che ci sono due cose che non riesce a perdonarti»

La guardo storta, non capendo, «cosa... come due cose?» lei annuisce e continua «si, ci sono due tue azioni che non riesce a perdonarti» la guardo storta, non capendo bene e pensando a cosa potrebbero essere, mentre lei si sistema i capelli e continua a raccontare, «ha detto che magari con il tempo riuscirà a mandarle giù e a sistemare le cose con te, ma per ora no» abbasso lo sguardo, non sapendo che dire.

Magari una può essere lo schiaffo, è l'unica azione grave che gli ho fatto.

Anna appoggia la sua mano nella mia spalla, cercando di consolarmi, «io ci ho provato, e anche il cugino insisteva» le sorrido, perché ne sono consapevole.

Lo so quanto lei mi stia aiutando in tutto, quanto c'è la stia mettendo tutta per fare in modo che io sia finalmente felice. Ma le cose tra di noi non sono mai andate bene, e quando c'è stato un attimo di tregua subito dopo succede qualcosa.

Siamo come due uragani, nel nostro caso, il sole non arriva mai dopo la tempesta, il cielo rimane sempre e in ogni caso scuro, nuvoloso e pronto a piovere.

Rientriamo ognuna a casa sua, non dicendo una parola e mantenendo il silenzio più totale. Quando cammino tutto intorno a me svanisce e non noto nessuno. Avviso che sono rientrata per poi andare in camera mia e buttarmi nel letto.

Cosa devo fare? Non so più come comportarmi! E tra un po' devo anche partire, accidenti. Ma non voglio, devo inventarmi qualcosa. Voglio capire cosa gli impedisce di fare un passo verso di me, e cosa non riesce a perdonarmi.

Mi afferro la testa tra le mani confusa, sento rumori attorno a me, i miei pensieri che vorticano in testa non lasciando scampo.

Accendo lo stereo e cerco di mettere un po' di musica per rilassarmi e concentrarmi solo su me stessa. In alcuni casi è meglio alzare il volume della musica per ascoltare il suo suono, e non il rumore dei miei pensieri che mi sovrastano, distruggendomi.

Devo trovare una scusa al più presto, questa volta non andrò via tanto facilmente.

SPAZIO AUTRICE

Eccomiiii, allora, cosa ne pensate? Secondo voi quali sono le azioni che Mirco non riesce a perdonare a Julia? E quanto tempo gli ci vorrà per perdonarla? E soprattutto... riuscirà davvero a non partire?

Fatemelo sapere nei commenti, a presto!

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