Capitolo 27 - giochi di sguardi

Scendo dalla macchina di zia con Anna e Sonia al mio fianco, come sempre.

«Ma come ti sei conciata i capelli?» Sonia si rivolge a me con un tono scherzoso, notando la mia stravagante acconciatura: una crocchia disordinata con qualche ciuffo riccio ribelle che mi cade sul viso.

Alzo le spalle sorridendo, quando Anna subito interviene «le sta benissimo, invece» mi schiaccia l'occhiolino e io le sorrido di rimando.

Ci immergiamo nella folla di ragazzi, famiglie e bambini che brulicano da ogni parte. Ai miei occhi sembra tutto così magico, la musica rimbomba in tutto il luogo, così grande e immenso ai nostri occhi: luci magnetiche, giostre di ogni tipo e bancarelle che offrono ogni genere di cosa.

«Andiamo! Voglio salire su quella!» sembro letteralmente una bambina con i suoi giocattoli nuovi, indico la giostra più vicina e poi corro verso essa, Anna e Sonia mi seguono a ruota e da dietro mi urlano di fermarmi, ma ho troppa voglia di divertirmi per starle a sentire.

Oggi voglio perdere il controllo, non pensare a cosa è giusto o sbagliato e ridere fino a farmi male le guance, oggi voglio essere una vera e propria bambina, con gli stessi pensieri e le preoccupazioni di scegliere la giostra più divertente.

Arrivo davanti alla biglietteria facendo la fila, quando sento toccarmi la spalla, mi volto per vedere chi sia quando noto gli occhi castani e un sorriso che conosco benissimo.

«Ehi! Anche tu qui?» mio cugino mi abbraccia calorosamente, quando mi allontano lo rispondo «Simo! Sei qui da solo?» appena pronuncio quelle parole vedo sbucare la testa di Paolo da dietro di lui, gli sorrido e poi finalmente rispondo «sono qui con Anna e Sonia» le indico.

Loro si girano per poi tornare su di me «vuoi salire con noi?» Paolo e Simone si lanciano due sguardi e poi si rivoltano verso me «si, fai un giro con me e uno con Paolo, se ti va» gli sorrido e contenta accetto «certo! Se per voi non è un problema, prendo i biglietti che è il mio turno» quando mi giro verso la ragazza che consegna i biglietti mi sento afferrare la spalla e Simone sorpassarmi «non se ne parla, te lo paghiamo noi!» alzo le spalle e scendo dai gradini per evitare di ingombrare, aspettandoli giù.

Vado verso le ragazze «mi hanno offerto un giro sia Simone che Paolo, se volete potete salire insieme, così nessuno rimane solo», Anna e Sonia si guardano e subito vanno a fare la fila, nel frattempo i miei cugini mi raggiungono «ascolta, sali prima con me e dopo con Simo, va bene?» rispondo prontamente, notando che la giostra sta iniziando a fermarsi «assolutamente, non c'è problema»

Ci dirigiamo nei dischi volanti, gli addetti alla sicurezza ci sistemano le cinture e subito dopo chiedono i biglietti, che noi prontamente consegnamo.

Quando la giostra inizia a mettersi in funzione, non sento più nulla. Urlo a squarciagola tutte le canzoni che mettono nello stereo e rido, mi sento libera e quasi mi sembra di toccare il cielo.

Dopo alcuni minuti scendiamo e mi preparo per salire con Simo, Paolo nel frattempo sembra frastornato e confuso «penso che non metterò più piede in una giostra» afferma, mentre il colorito del suo viso diventa sempre più pallido, si gira verso me e quando vede che io non vedo l'ora di fare il prossimo giro spalanca gli occhi «ma tu sei pazza» continua.

Risalgo nuovamente nella giostra e, come prima, mi lascio andare concedendomi un po' di spensieratezza. I miei occhi vedono tutto illuminato, il paesaggio scorre talmente veloce da non capire nulla. Ringrazio me stessa per aver raccolto i capelli, non li avrei sopportati tutti in faccia.

Quando sto scendendo con Simone nelle scalette, noto uno sguardo furtivo intento a scrutare con attenzione. Le sue iridi mi osservano notando ogni particolare, posandosi poi successivamente su mio cugino. Chissà cosa starà pensando adesso.

Non appena nota che lo sto fissando anche io, devia il suo sguardo, si gira mostrandomi la sua schiena e poi si dilegua.

Chissà perché me lo immaginavo.

Lo seguo con lo sguardo fino a quando non perdo completamente la sua figura tra la marea di gente che c'è.

«Ragazze io devo rientrare, è arrivata mia mamma al parcheggio» Anna mi risveglia da quel momento di trans, mi giro verso di lei per salutarla e darle due baci in guancia.

Io e Sonia ci avviciniamo a dei gradini di una giostra ormai non più in funzione, e con cautela cerco di prendere il discorso di Mirco «quando sono scesa dalla giostra l'ho visto» inizio l'argomento, non facendo nessun nome perché tanto so già non ce ne sia bisogno.

«Si?» Sonia continua a mangiare le sue patatine senza prestare molta attenzione, così io, che godo di poca pazienza, mi volto completamente verso di lei «si! E mi stava anche guardando», lei si gira con uno sguardo accigliato «qualsiasi cosa tu stia pensando, scordatelo» puntualizza, come se mi avesse letto nel pensiero «ma dai, è proprio lì, avviciniamoci».

Lei si alza spazientita, per poi sospirare «e va bene» continua «ma non facciamo nulla, intesi?», io annuisco convinta per poi subito dirigermi verso la folla e posizionarmi esattamente davanti a lui, Sonia mi raggiunge subito dopo, quando è affianco a me mi volto verso di lei e le sussurro «prova a voltarti per vedere se mi guarda», lei si gira verso di me e spalanca gli occhi «ma tu sei pazza! Sempre io ci devo passare» rimane in silenzio per alcuni secondi e poi termina con un «scordatelo» abbastanza seccato. Si avvicina la bibita che ha tra le mani e poi bene la sua restante coca cola.

La osservo per supplicare «dai ma cosa te ne frega, tanto nemmeno se ne accorgerà!» lei si gira verso di me, butta nel cestino che ha affianco il bicchiere ormai vuoto e si rivolge convinta a me gesticolando «ah si? E allora perché non lo fai tu?» ridacchio cercando di non demordere «ma lo sai come sono, dai pensa che comunque sia se ti vede vuol dire che anche lui stava guardando, no?», lei alla fine cede, alza gli occhi al cielo e si arrende «e va bene! Ma solo adesso, intesi?», esulto e gioisco cercando di non farlo notare a chi ho dietro.

Lei si volta verso di loro un paio di volte «allora? Stava sbirciando?», lei si rigira verso la mia direzione e annuisce, spia dietro un paio di volte quando poi vede che si avvicina un loro amico, mai visto.

Si avvicina con fare scazzato e si rivolge a Sonia «allora, hai molto da guardare?» lei impallidisce non sapendo cosa dire, finendo con il balbettare «ma no scusa ecco... non stavo spiando», lui si rigira e va verso il gruppo di Mirco.

Sonia si volta verso me con un viso rosso dalla rabbia, a vederla così non riesco a non riderle in faccia «ma cosa ridi? Come ogni volta ci devo passare io! Che figura» si lamenta mettendosi le mani sul viso, coprendolo.

«Ma sei stata stupida! Dovevi dirglielo che se si sono accorti di qualcosa era perché guardavano anche loro», faccio una breve pausa e subito mi spunta un sorriso «o solo lui»

Sono sicura che lui abbia frainteso quando mi ha visto con Simone e Paolo, pensando chissà cosa. Per quel poco che ho potuto conoscere di lui, il suo orgoglio è troppo grande per chiedere spiegazioni o altro, e in un modo o nell'altro lo deve smaltire il nervoso; è stato lui a dirgli all'amico di venire e dirci quello, anche perché noi a questo qui nemmeno lo abbiamo mai visto. Rido, perché tutte queste piccolezze mi portano ad essere sempre più convinta di ciò che ho sentito da prima: lui prova qualcosa per me, seppure lo nega o altro.

Ma, qualcosa mi dice che non è mio, non so se riuscirò mai ad averlo al mio fianco. Mi sembra così inarrivabile, tutti questi scontri e sfide, a cosa poi?

Spero che questa sensazione che mi pervade ogni volta che lo vedo sparisca, anche se solo poche volte mi sono sbagliata.

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