Capitolo 24 - scherzi e... ancora litigi!
Prendo la bici dal cortile per poi andare a casa di mia cugina, che abita praticamente affianco.
I caldi raggi del sole di giugno mi investono il viso, mentre percorro con la bici sottobraccio il tratto di strada verso il cancello di Anna.
Mantengo la bicicletta con una mano, mentre con l'altra suono il campanello, aspettando la sua uscita.
Subito dopo vedo la sua figura slanciata venire verso me, i suoi capelli legati in una coda alta svolazzano da una parte all'altra. Apre il cancello, così io entro e lei va a prendere la sua bici.
«Dove andiamo?» mi chiede, «per me è uguale, fai tu» alzo le spalle o differente, per me un posto vale l'altro.
Lei ci pensa per un po', e nel frattempo continua a camminare dritta davanti a se, sorpassando il cancello di casa sua.
«Che ne dici di farci un giro verso il parco giochi?» propone, io annuisco indifferente, saliamo in sella alla bici e iniziamo a pedalare.
L'aria mi investe il viso e i capelli svolazzano da una parte all'altra; in questo momento riesco solo a pensare alla brezza calda e al tepore del sole.
È come se stessi scappando da tutto: preoccupazioni, sentimenti, e anche da me stessa, anzi, soprattutto da me stessa e dai pensieri che la mia mente riesce a elaborare.
Ad un certo punto, sorpasso Anna pedalando davanti a lei aumentando la velocità. Mentre sono intenta a rilassarmi e a lasciarmi andare, sento un urlo spaventoso.
«Aaaaaaah!» spalancò gli occhi spaventata non sapendo cosa fare, perdo il controllo della bici e inizio a tremare, quasi non cado.
Quando volto lo sguardo verso l'urlo appena sentito, vedo davanti ai miei occhi Mirco che guida il motorino e dietro il cugino Lorenzo. Ride sonoramente indicandomi, mentre io rimango a bocca aperta.
Quando capisco che questo imbecille come al solito me ne combina una, gli urlo in faccia «ma vaffanculo!» continuo ad imprecare mentre lui continua a ridersela di gusto insieme a Lorenzo.
Vedendolo così non posso far altro che ridere sotto i baffi pure io, lo osservo e quando vedo che mi guarda ancora affianco a me gli faccio la linguaccia. Dopodiché accelerano sparendo dalla mia vista.
Mi fermo e scendo dalla bici, mi volto verso Anna e la vedo ferma davanti a me con le mani sopra la testa.
«Giuro, ti ho vista in terra» si avvicina a me con fare preoccupato «che stronzo, mi ha fatto prendere un colpo» respiro ancora affannosamente mentre lei ridacchia per la situazione, poi riprende la bici, monta in sella e mi invita a fare lo stesso «dai, andiamo a casa adesso»
Mi risiedo nella bici e ci dirigiamo verso casa.
Arriviamo in prossimità dei nostri cancelli, scendiamo e suoniamo il campanello, ma prima di entrare mi dice un'ultima cosa «a che ora questo pomeriggio?» ci penso su «alle 16 a casa, va bene?» propongo «certo! A dopo allora» la saluto e finalmente entriamo ognuna in casa propria.
Appoggio la bici in una parte del cortile e mi dirigo in cucina, dove subito mi arriva alle narici un odore squisito.
«Sei arrivata giusto in tempo» mia zia si rivolge a me con una pentola in mano. Ci sediamo a tavolino e consumiamo il pranzo tranquillamente, poi aiuto a sparecchiare e vado in bagno per sistemarmi i capelli e raccoglierli.
Alle 16 in punto sento il campanello suonare, esco dal bagno e vado ad aprirla, poi decidiamo di andare a farci una passeggiata.
«Comunque è proprio stupido» dice, mentre ride tra sé e sé, «io veramente non capisco perché fa così» le dico, dando voce ai miei pensieri «secondo me lo fa perché in fondo gli piace il modo in cui tu reagisci ai suoi scherzi» afferma, con uno sguardo sincero, alzo le sopracciglia «perchè lo pensi?» le chiedo, incuriosita «perchè i ragazzi fanno così! Ormai si sa»
Sul mio viso spunta un sorriso ricco di speranza.
«Quindi secondo te...» non mi fa finire la frase che subito prontamente mi risponde «si Juli! Cavolo davvero non ci hai mai pensato? Ricorda tutte le volte in cui ti stuzzicava, e secondo te per cosa lo faceva e lo fa tutt'ora? Per attirare la tua attenzione, è palese»
Arrossisco al pensiero, però subito mi domando una cosa: perché tutti quelli che gli sono vicini se la prendono automaticamente con me?
«Stavo pensando di chiedere al cugino come mai c'è l'abbia tanto con me dato che io non gli ho fatto alcun torto» lei ridacchia e poi mi rivolge uno sguardo divertito «secondo me se glielo chiedi davanti a lui si incazzerà» un sorriso sadico da stronza quale sono compare sul mio viso «esatto, perché si chiederà come mai lo sto chiedendo al cugino e non a lui!» Anna ridacchia «infatti, secondo me si irrita se lo fai davvero»
Quante cose ha fatto che mi hanno irritato e non poco, se per una volta lo faccio io, non vedo quale sia il problema, anzi.
«È proprio per questo motivo che lo voglio fare» ad un tratto vedo passarmi davanti proprio lui con il cugino che abbiamo visto questa mattina.
Lo chiamo per nome invitandolo a fermarsi; loro come mi notano si fermano.
Mi avvicino con passo convinto e Mirco mi guarda di sbieco, mentre il cugino mi osserva curioso con ancora le mani sul volante «volevo chiederti una cosa» lui continua ad osservarmi, non capendo cosa io possa volere «dimmi» mi osserva curioso mentre ho catturato anche l'attenzione di Mirco «ti ho fatto qualche torto per caso?» a sentire quella domanda aggrotta le sopracciglia, non sapendo esattamente cosa dire, vedendo che rimane in silenzio, continuo «te lo chiedo perché ho visto che mi prendi in giro anche tu, se ti ho fatto un torto dimmelo tranquillamente. Il mio scopo è solo quello di chiarire» lui sorride imbarazzato non sapendo cosa rispondere, ma non fa in tempo a spiccicare parola che Mirco subito si intromette «dai metti in moto, andiamo! Mollala, non ascoltarla» dal tono in cui lo dice fa capire che è palesemente incazzato, gli dà qualche colpetto sulla spalla per mettere in moto.
Lui continua a sorridermi, tuttavia non mi degna di una risposta e fa come li dice il cugino: mette in moto e partono.
Io rimango impalata non sapendo cosa fare, mi hanno mollata lì senza darmi una risposta.
Mi affianca subito Anna, incuriosita «allora? Come è andata? Cosa ti ha detto?» rido, mi volto verso di lei e le racconto tutto «penso proprio che avevi ragione tu. Non li ha dato il tempo di rispondermi che lui da dietro gli diceva di mettere in moto e andare» racconto tutto soddisfatta della reazione ottenuta «è assurdo!»
La verità è che è tutto così complicato tra di noi, l'unica cosa che mi chiedo è: come faremo, con i nostri caratteri così contrastanti, a riuscire ad ammettere l'un l'altro ciò che proviamo?
Perché io lo so, ne sono sicura che lui prova qualcosa per me. Per ogni presa in giro c'è uno sguardo che mi dice tutt'altro.
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