Capitolo 2 - sbadataggine
Quando sento il suono della sveglia che rimbomba nella stanza, sobbalzo; ho la testa frastornata e ci impiego cinque minuti buoni per trovare la forza di alzarmi dal letto, in realtà ci metto un po' di tempo prima di elaborare le cose la mattina.
Mi preparo per un'altra noiosissima giornata di scuola, e quando mi accorgo di essere nuovamente in ritardo, percorro il vialetto più corto. Ogni mattina, mentre vado a scuola, imbocco sempre la strada più lunga, perché amo camminare la mattina presto e vedere le foglie cadere dagli alberi. Questo, ovviamente, quando non sono in ritardo, come oggi.
Entro in classe quando ormai tutti i miei compagni sono già in aula, fortunatamente la professoressa non è ancora arrivata.
Mi siedo al mio solito posto, dove mi aspetta una Carla che, ai miei occhi, sembra molto impaziente. Infatti, appena mi vede si gira verso me, iniziando subito a parlottare
«Ehi, hai saputo del nuovo arrivato?»
La osservo con perplessità chinando la testa da un lato «chi? Scusa, ma la mattina ci metto un po' di tempo prima di capire le cose» confesso.
Lei mi sorride e continua «a scuola c'è un nuovo ragazzo, non so se l'hai già visto, praticamente tutte le ragazze gli stanno dietro! Ho saputo che si chiama Mirco, è due anni più grande di noi, dato che siamo ripetenti e che siamo entrate un anno dopo, dovrebbe avere sedici anni»
Sta parlando del ragazzo che ho visto ieri «ma quel ragazzo magro con i capelli neri?» domando incuriosita
«Sì, mi hanno detto che l'hanno mandato in questa scuola perché l'hanno espulso dalla sede centrale»
Spalanco gli occhi incredula «espulso?» domando.
«Eh già, a quanto pare» alza le spalle «sarei proprio curiosa di sapere come mai» do voce alle mie curiosità mentre la sento ridacchiare.
«Fregatene»
Mi volto verso di lei «di cosa?» domando, non capendo a cosa si riferisca.
«A tutto ciò che riguarda lui»
attorciglio le sopracciglia «perché?»
non è mica Satana insomma.
«Perché è uno stronzo» e... quindi? Non lo sto mica sposando
«Con le ragazze intendi?» indago
«Sì, un sacco di ragazze mi hanno detto che illude e basta»
poco male, tanto non starà di certo guardando me.
Non le rispondo facendo finta di nulla.
Dopo pochi secondi si sente un leggero trambusto dal corridoio e due secondi dopo vedo varcare la soglia della porta i ragazzi di terza, seguiti dalla professoressa, che subito ci richiama per avere la nostra attenzione su di se.
«Ragazzi, purtroppo la professoressa della terza è assente oggi, quindi questi ragazzi ci faranno compagnia per quest'ora. Mi raccomando» si interrompe per osservare attentamente sia noi, che loro «non fate confusione e non create baccano o disturbi vari» mentre pronuncia l'ultima frase si concentra maggiormente verso i ragazzi seduti in fondo all'aula.
I miei occhi non possono far altro che cercare la sua figura in mezzo agli altri suoi compagni, trovandolo quasi subito. Ha la classica aria da stronzo ma dannatamente bello, ride e scherza con tutti mentre rimane sempre al centro dell'attenzione di tutte le mie compagne, inclusa io.
Quando finisce l'ora escono tornando nella loro aula, io mi alzo dal mio posto e insieme a Carla andiamo dalle altre.
«Ragazze ma lo avete visto?» Luana alza gli occhi al cielo con fare sognante, mentre io rido della situazione
«Penso che tutte le ragazze della scuola lo abbiano visto, e molto bene anche» dico con ovvietà, insomma è impossibile non notarlo.
Ad un tratto i miei occhi si spalancano, lo vedo che varca la soglia della porta con in mano il registro e portarlo alla professoressa. Quando le mie compagne mi vedono in quella maniera, si voltano verso la direzione del mio sguardo, rimanendo anch'esse incantate.
Ad un tratto sento un mio compagno urlare e rivolgersi a lui «guarda! Quella ragazza seduta sopra il banco ti vuole» urla, indicandomi.
Quel troglodita non riesce mai a farsi i fatti suoi.
Mi volto piano, con gli occhi sgranati e non pronunciando una parola verso Mirco, vedendo con piacere che non è minimamente interessato a me e a quello che i miei compagni stanno dicendo. Con fare quasi meccanico guardo malissimo il mongolo del giorno. Se gli sguardi potessero uccidere, lui sarebbe già carbonizzato.
Appena suona la campanella dell'ultima ora mi precipito verso Sonia, che mi aspetta davanti al cancello
«Oggi ho fatto una gran figuraccia!» le confesso, mettendomi le mani sopra il viso.
Lei si gira verso me incuriosita «cosa è successo?»
Le racconto a grandi linee ciò che è capitato in classe, quando ad un tratto sento la voce di Mirco dietro di me «allora, chi sono?» concentro tutta la mia attenzione verso quella discussione, bloccando ciò che stavo dicendo a Sonia.
«Guarda, quella ragazza con i capelli corti e le ragazze davanti a lei» continuo a camminare cercando di essere più snodata possibile, sapendo già di sembrare un robot tremante
«Ah, va bene», bene! Poteva andare peggio? Penso di sì.
Comunque non mi sorprende il suo atteggiamento di indifferenza, come mi ha detto questa mattina Carla, sa di avere un sacco di ragazze ai suoi piedi, quindi per lui una in più o una in meno non gli farà differenza.
Peccato però che io non sono ai suoi piedi, cioè è effettivamente un bel ragazzo, ma la cosa alla fine finisce lì.
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