capitolo 9
Non appena apro la porta mia madre mi punta il mestolo contro.
Espressione arrabbiata, grembiule addosso, e con quel mestolo ho brutti ricordi.
« Mi ha chiamato la scuola! » dice, senza abbassare il mestolo.
Resto appiccicata alla porta e la guardo impaurita.
« Si, beh lo immaginavo..» mormoro, ridacchiando.
« Ma cosa c'è da ridere? Maddie, ma che signorina sei? Se quest'anno ti bocciano, andrai dallo zio Earl nel Wisconsin a portare a pascolo le pecore! »
« Certo, così improvvisamente mi trasformo in Heidi » brontolo e mia madre si prende la testa fra le mani.
Stringe quel mestolo così forte, che immagino l'immensa voglia che ha di strozzarmi.
Gira sui tacchi e mi fa segno di seguirla in cucina.
Eseguo gli ordini del capitano, poso lo zaino per terra, cosa che tra l'altro lei odia, e poi vado dritta in cucina.
Un profumino dolce arriva alle mie narici e chiudo gli occhi abbandonandomi a questo paradiso.
Peccato che mia madre ci pensa a risvegliarmi dal mio stato di trance con uno schiaffo sulla nuca.
« Non mangerai nessun biscotto. Non meriti niente. Non posso crederci che la mia unica figlia sia così irresponsabile! Ti abbiamo sempre lasciata libera, perché tuo padre è troppo buono con te. Usa sempre la scusa dell'adolescenza, ma ora basta! » grida, e si ferma per respirare.
Per un momento ho pensato che stesse per soffocare.
« Beh, non ha tutti i torti...ecco perché è un grande. » dico, ridendo.
« Maddie Jones! Sei in punizione per un mese intero, e guai se esci di casa. » mi ammonisce, puntandomi il dito contro.
« Ma ora vai a portare questi biscotti ad Emma, suvvia! » mi posa tra le mani un vassoio e lo avvicino al naso, ma ecco che mi arriva uno scappellotto. Va bene, non posso mangiarli, ho capito.
« Non posso uscire di casa, ma mi mandi da Emma... Sei incredibile mamma, ora capisco da chi ho preso. » ridacchio e lei mi fulmina con lo sguardo. Decido di chiudere la bocca, altrimenti sarebbe capace di scagliarsi su di me come una furia. Le mamme quando sono arrabbiate, fanno un po' paura.
Prendo il vassoio ed esco di casa, andando dritta verso la staccionata.
La scavalco e poi mi dirigo verso la casa di Shane.
Quando arrivo davanti alla porta, decido di scendere i gradini, ma poi li salgo per la seconda volta. Sono abbastanza indecisa.
Busso o li lascio davanti alla porta?
La porta si apre e Shane mi guarda con un cipiglio.
« Tu hai veramente qualche problema. » mi dice, con la fronte corrugata.
« Ti ho portato i biscotti », gli indico il vassoio « Cioè, non a te... Ma ad Emma. Ho portato i biscotti a tua madre. È in casa o no? » sbotto, battendo nervosamente il piede a terra.
« Maddie, cara!» spunta dietro Shane, prendendolo dal braccio e tirandolo all'indietro. La sua espressione in questo momento è tipo " l'hai vista, ma ora levati ".
« Ciao, Emma! Mia madre mi ha detto di portarti i biscotti, per non so quale stupido motivo, ma eccoli qui! » allungo il vassoio verso di lei, che mi sorride cordialmente.
« Stamattina abbiamo chiacchierato un po'. Mi aveva detto che avrebbe fatto i biscotti. È una ricetta nuova, così se mi piacciono, li farò anche io. » mi spiega e l'ascolto attentamente. Capisco, e ora?
« Uhm... sì, molto figo. » commento, ma vedo Shane coprirsi il viso con le mani.
« Ma entra, dai!» mi invita dentro e non ho neanche il tempo di replicare, che mi trascina letteralmente dentro con lei.
Guardandomi intorno, mi fa venire in mente il ricordo dell'altra sera, quando Shane mi ha portato a casa sua.
« Io esco. » dice lui, passandosi la mano tra i capelli davanti allo specchio, che c'è all'ingresso.
« E dove dovresti andare? Sei tornato da poco da scuola! » lo rimprovera sua madre.
« A farmi un nuovo tatuaggio » dice e alzo gli occhi al cielo.
Da piccolo ne era fissato. Mi diceva sempre che da grande si sarebbe riempito le braccia di tatuaggi e che, soprattutto, avrebbe fatto un tatuaggio dedicato a me. Seh, nei sogni.
« Un altro? Per l'amor del cielo, Shane! Basta tatuaggi! È colpa di quel tuo amico che te li fa gratis, perché se fossero stati a pagamento, col cavolo che ti avrei dato i soldi! » sua madre alza la voce e io mi faccio piccola. Quanto odio quando le mamme litigano con i figli davanti a me.
E i biscotti? Li vuole o no?
« A me piacciono, se non ti sta bene, cambia figlio. » risponde, con nonchalance. Forse è lui ad avere qualche problema.
Ridacchio ed entrambi si girano verso di me.
« Lo volete un biscotto? » chiedo, alzando il vassoio in aria.
Shane sbuffa e gli mostro il dito medio, da dietro il vassoio. Lui alza un sopracciglio e poi gira lo sguardo verso sua madre.
Lei lo prende dal braccio e lo trascina nel salotto.
Li seguo, non sapendo cosa fare, e lo fa sedere sul divano.
Mi invita a sedermi accanto a lui, ma resto in piedi come una statua.
« Insomma, li volete questi biscotti o me li mangio io? » chiedo, per la millesima volta.
Emma prende il vassoio e sorride, dopodiché fulmina suo figlio con lo sguardo.
« Siediti, Mallow » mi ordina, ma non gli do ascolto.
Appoggia la testa contro lo schienale del divano e mi osserva, impassibile.
Sua madre scuote la testa e sparisce dalla nostra vista, andando, forse, in cucina.
« Ti diverti proprio a farla impazzire.» dico, ridendo. Non che io sia diversa. È già tanto che mia madre non sia finita al manicomio, per colpa mia. Lui alza le spalle e continua a fissarmi. Cosa diamine ha da fissare?
« Maddie, siediti accanto a me.»
« Io mi siedo dove cavolo voglio! » e quindi mi siedo accanto a lui.
Se c'è una cosa che mi piace fare, per quanto possa sembrare infantile, è far impazzire gli altri. Infatti mi guarda in modo strano, ma poi si rilassa.
Lui ghigna e si gratta il mento. Noto la sua barbetta, che, tra l'altro, gli sta pure bene; lo rende più virile e uomo.
Oddio, è cresciuto davvero. Mi viene da piangere. I quasi due anni all'estero lo hanno cambiato totalmente. Da notare l'ironia.
I suoi occhi azzurri mi guardano con insistenza, e io ce la sto mettendo tutta a non sparare qualche cazzata delle mie.
« La prossima volta balli con me, Mallow. » mi dice, ovviamente riferendosi ad oggi.
« Ti ricordo che Mallow è morta, quindi se hai voglia di ballare, vai al cimitero » ribatto e abbozza un sorriso.
« Hai sempre la risposta pronta? » domanda e mi chiedo se sua madre si sia materializzata.
« Sì. Ma davvero Shane, la devi smettere di chiamarmi Mallow. Io odio essere chiamata così. »
« No, tu ami essere chiamata così. » alza le sopracciglia e si avvicina di più a me.
« Mi fa schifo essere chiamata così. » metto le mani sulle ginocchia e mi mordo il labbro. Beh, è davvero così. Non mi piace essere chiamata in questo modo, soprattutto da lui, perché ogni volta mi fa venire in mente dei brutti ricordi.
« Solo io ti chiamo in questo modo. Sei la mia Mallow. » dice, in tono duro.
« Cambia spacciatore, zio. » allungo una mano, per prendere le distanze da lui.
« Da piccola eri un uragano, ma non è che tu sia cambiata così tanto. Sei e sarai per sempre un danno. » si alza in piedi e si mette davanti a me.
Infila le dita nei passanti della cintura e i jeans si abbassano di poco, e noto i lineamenti della sua V, perfettamente pronunciata, che io ho avuto l'opportunità di vedere dalla mia finestra.
« Quando la smetterai di prendermi in giro? » gli chiedo, accavallando le gambe.
« Quando ti cresceranno le tette » risponde, toccandosi la barba con l'indice.
« Senti, coso...» inizio, alzandomi in piedi « Va bene tutto, ma non offendere le mie tette! Da poco mi è stato detto che ho delle tette favolose, quindi non illuderle, grazie! » gli punto il dito contro e lui fa un passo verso di me.
« Magari non ho visto bene...» sussurra « Potrei controllare meglio, che ne dici? » si lecca le labbra e sgrano gli occhi, scioccata.
Lui è sempre stato un ragazzo sveglio e sin da piccolo le ragazzine gli andavano dietro.
Era praticamente una calamita, e crescendo è diventato ancora peggio.
È incredibile, ancora oggi mi sento una stupida nei suoi confronti.
« Stammi lontano, per favore. » gli metto una mano sul petto, per spingerlo via.
Lui fissa la mia mano e sorride. E io perché non la tolgo ancora?
« Siamo cresciuti insieme, Mallow... Abitiamo proprio accanto. » dice e tolgo la mano, strofinandola sulla maglietta, come se potessi eliminare qualsiasi traccia di lui.
« Mi dispiace, Shane, ma cercherò di essere breve e chiara. Ti voglio lontano da me. Per me sei morto nel momento in cui mi hai messo da parte e hai iniziato a ridicolizzarmi davanti a tutta la scuola, così, senza motivo! Perché, sarai figo e popolare quanto vuoi, ma a volte sembra che il tuo cervello sia andato a farsi fottere. » grido contro di lui, per la prima
volta in vita mia. Infatti è rimasto sorpreso anche lui. E questa volta non abbasserò lo sguardo, perché l'ho fatto per anni.
Per anni ho sentito il bisogno di nascondermi, di diventare invisibile. C'erano momenti in cui desideravo semplicemente di sparire e non sapere più niente, perché non accettavo il fatto che il mio migliore amico fosse diventato il mio peggior incubo.
« Mi raccomando, non piangere proprio ora. » ribatte, seccato.
« Sei un maledetto stronzo! » gli tiro un pugno nel petto, tanto da farlo indietreggiare, e lui schiude le labbra, scioccato per la mia reazione.
Gli rivolgo uno sguardo gelido, sperando che capisca la serietà della situazione.
« Sei una stupida bambina. » ha la mascella tesa, evidentemente gli ha dato fastidio.
« E tu un coglione. » gli mostro il dito medio e lui ride, divertito.
« Non crescerai mai, sei noiosa. »
« Oh, scusami tanto, uomo vissuto! I tatuaggi, un po' di barba e una scopata al giorno, non ti rendono un uomo! »
« Ripetilo, se ne hai il coraggio. » digrigna i denti.
« In parole povere, mi fai schifo. » sorrido, sfidandolo.
« Smettila, Mallow. Stai esagerando! »
« Ma è la verità, Shane. Mi fa schifo chi sei diventato, tutto qui. Ci tengo alla mia felicità, è per questo che non voglio essere più circondata da persone come te. Mi basta Harry, a dire il vero. »
« Cosa cazzo c'entra quello ora? » grida, mettendo in risalto la vena del suo collo, che a momenti esplode.
« Mi pento...», sussurro, ad occhi chiusi « Mi pento di averti conosciuto e di aver trascorso tutti quegli anni con te. » apro gli occhi e lo vedo stringere i pugni.
Sono sincera, è questa la verità. E, per la prima volta, dopo tanto, riesco a dirglielo.
Non posso essere amica di un bullo. Semplicemente, è troppo per me. Tutto ha un limite, e io, onestamente, non voglio cedere e non voglio dargli il potere di buttarmi giù.
Gli piace infastidirmi, prendermi in giro, e so per certo che mi aspetteranno dei mesi da incubo.
E so anche che lui se ne andrà una volta finita la scuola.
Magari se ne ritorna in Europa, dato che gli piace tanto.
Tanto so che qui, forse, non rimarrà, ed è meglio così.
Siamo cresciuti insieme, per poi vivere lontani.
Non è più il bambino che si intrufolava nella mia stanza dalla finestra.
Non è il bambino che mi difendeva sempre.
Non è il bambino che andava fiero di avere una migliore amica come me.
Gli passo accanto, dandogli una spallata, e vedo sua madre mordersi il labbro, con espressione dispiaciuta.
Evidentemente si è divertita ad ascoltare la nostra conversazione, ecco perché pensavo fosse morta.
Le sorrido e poi vado dritto verso la porta, senza neanche salutare.
Lui è soltanto un montato del cavolo. Lui e i suoi amici bastardi, che si credono degli dei scesi in terra, quando in realtà non sono nessuno.
Torno a casa, sbattendo la porta e mia madre non tarda a precipitarsi verso di me.
Le lancio un'occhiataccia omicida e, per fortuna, capisce di doversi stare zitta.
Salgo le scale e mi chiudo in camera mia. Maledetto bastardo, mi ha rovinato la giornata.
E ora che cavolo faccio chiusa in casa?
Scommetto che mia madre non mi farebbe chiamare Harry, e come se non bastasse, anche Nemo ha deciso di non degnarmi con la sua presenza, oggi.
Potrei studiare qualcosa.
Ho detto bene, potrei.
Mi butto sul letto e chiudo gli occhi. Un gemito di frustrazione fuoriesce dalla mia bocca, così prendo un cuscino e me lo metto sulla faccia, per reprimere un urlo.
Potrei soffocare Shane con questo cuscino.
Mi alzo e mi affaccio alla finestra per prendere una boccata d'aria.
Questo ragazzo è incredibile, riesce a fare uscire il lato peggiore di me.
Appoggio i gomiti sul davanzale e mi prendo la faccia tra le mani. E menomale che Harry sperava che fosse cambiato, più maturo mi diceva.
È lo stesso stronzo di prima, soltanto più figo.
Lo vedo affacciarsi alla sua finestra, con i capelli scompigliati e lo sguardo puntato su di me. Lo odio. Dio, quanto lo odio!
Ha ancora l'espressione incazzata che aveva prima. Bene, mi fa piacere. Almeno non sono l'unica che ha voglia di spaccare qualcosa.
« Smettila di affacciarti, quando mi affaccio io! » grido, e lui alza gli occhi al cielo, come se si fosse già rotto le scatole.
« Mi affaccio quando mi pare e piace! Cresci, piccoletta! » grida di rimando.
Tiro bruscamente la tenda, mandandolo a quel paese mentalmente.
Sicuramente si sarà messo a ridere, tanto si diverte così tanto a vedermi incazzata, che è diventato il suo hobby preferito farmi impazzire.
Accendo il computer e collego l'iPod, dopodiché faccio partire la canzone di Taylor Swift, Bad Blood.
Questa canzone è ottima per immaginarmi con una mitra in mano, mentre faccio fuori Shane.
Però siccome la mia mente è malata, sto immaginando Nemo come compagno di squadra.
Alzo il volume al massimo e inizio a ballare da sola, o meglio dire, saltare.
Il cellulare vibra dentro la mia tasca, ma decido di ignorarlo.
Continuo a ballare, cambiando canzone, e mi lascio trasportare da questo momento, per evitare di commettere qualche omicidio.
Il cellulare vibra di nuovo, così sbuffo e lo tiro fuori.
Guardo il numero sconosciuto e mi acciglio.
Due messaggi da un numero che non conosco.
" Abbassa questa merda, sto per sboccare"
" Mallow, chiamo la polizia e ti denuncio. Cambia canzone "
C'è soltanto una persona che mi chiama così. Ha ancora il mio numero? La mia allegria svanisce, così spengo tutto e mi siedo sul letto.
Ha sempre avuto il mio numero e non mi ha mai scritto, anche se, tecnicamente l'ho bloccato su tutti i social.
Però le mie sono delle supposizioni.
Al diavolo Shane.
***
Il giorno dopo vado a sedermi sulla solita panchina, con gli auricolari nelle orecchie.
Non appena inizia una canzone, la lascio per circa trenta secondi, e poi passo alla prossima.
Sono ancora incazzata per ciò che è successo ieri, e non ho la minima intenzione di vedere Shane oggi. Non riuscirei a guardarlo senza mollargli un pugno in faccia.
Harry si siede accanto e allunga verso di me un bicchiere, con il simbolo di Starbucks.
Mi giro verso di lui e gli sorrido, anche se non spontaneamente.
Mi tolgo le cuffiette e lui alza le sopracciglia, aspettando una mia spiegazione.
« Ieri è andata malissimo con Shane. Sono andata a casa sua a portargli i biscotti e... » gli spiego, ma lui mi ferma subito.
« Aspetta, mi sono perso la fase in cui da " ragazza scorbutica" sei passata a " ragazza scout". » dice, serio. Guardo il cielo, prendendomi un secondo per elaborare una frase giusta, senza urlargli contro.
« Se fossi una ragazza scout, i biscotti me li mangerei tutti. » ribatto, mettendo l'iPod dentro lo zaino.
Lui ride e annuisce.
« In realtà li ho portati a sua madre, poi lei magicamente è sparita e mi ha lasciata da sola con lui. Immagina cosa è successo tra di noi, soli in una stanza...» dico, sospirando.
« Avete fatto sesso? » domanda, inarcando un sopracciglio. Mi giro verso di lui, molto lentamente, e sento il mio cuore smettere di battere a poco a poco.
Harry mi vuole morta. Vuole essere la causa dei miei infarti.
« Ma ti pare? » grido, sconvolta. Lui si posiziona meglio sulla panchina, allungando le gambe, aperte tra l'altro, e la testa rivolta verso l'alto, mentre inizia a giocherellare con il ciondolo che ha al collo.
« Che stupido, ovvio che non perderesti la verginità con il tuo nemico » sussurra, pensieroso, poi si gira di scatto verso di me. « Non lo faresti, vero? » chiede, preoccupato.
Evito di rispondere, perché sa già la risposta. Neanche morta andrei a letto con quello stronzo.
Afferro il bicchiere e tolgo il coperchio, dopodiché me lo porto alle labbra. L'odore del caffè mi fa impazzire, letteralmente.
« Vorrei essere Elsa..» mormoro, stringendo il bicchiere tra le dita.
« Così a caso...» brontola il mio migliore amico.
« Ma a caso un corno! Gli congelerei il pene in un batter d'occhio.» sogghigno e lui mi guarda quasi traumatizzato. Si sposta più in là e mi guarda con fare inquietante. Ma che ho detto di male? Non ho mica appena ammesso di aver ucciso una persona.
« Meglio evitare... Potresti farlo anche con me. » biascica, sorridendo lievemente.
« La mia sanità mentale non è a rischio del tutto... Tranquillo! » cerco di tranquillizzarlo, e gli passo il bicchiere.
Facciamo sempre così, uno lo beviamo in due.
« Il tuo amico si dà da fare già da ora...» finisce di bere il caffè e poi getta il bicchiere nel cestino della spazzatura, accanto alla panchina.
Ci alziamo e mi indica Shane, poco più lontano da noi, con la solita spilungona, povero cucciolo di giraffa in estinzione, che gli mangia la faccia.
Harry mi prende a braccetto e varchiamo il cancello, mentre Shane mi dà un'occhiata veloce, e giusto proprio ora le tocca il sedere. Non rimangio neanche una parola di tutto quello che gli ho detto ieri.
Lo ignoro e quando suona la campanella, io e Harry andiamo verso la classe. Prima ora: geografia, suicidio assicurato.
Già, non mi piace nulla. Forse se i professori rendessero più interessante le lezioni, presterei più attenzione.
Vado a sedermi al mio posto e Harry, nonostante sia un bravo alunno, si annoia anche lui durante questa lezione.
Appoggio la testa sul banco e guardo la professoressa, che dopo aver visto la classe riempirsi, non tarda a iniziare a spiegare.
Spiega sempre, ogni singolo secondo, fino alla fine dell'ora. È umanamente impossibile seguirla un'ora intera.
Nel bel mezzo della sua lezione, qualcuno bussa alla porta e dopo la apre, piano. Una ragazza minuta, dai capelli biondi, sorride cordialmente alla professoressa.
« Scusi, potrebbe uscire Jones? La professoressa di educazione fisica la vuole negli spogliatoi. » dice, con voce acuta. La guardo meglio e alzo gli occhi al cielo. È una delle cheerleader.
« Certo, vada Jones. » mi fa cenno di uscire e sbuffo. Spero soltanto che anche questa prof non mi dica di aver bisogno di ripetizioni.
Mi alzo e cammino verso la ragazza, con fare molto scocciato. Le cheerleader non le sopporto. Sono degli esseri malvagi, che si fingono buoni. È così nella maggior parte delle scuole. Difficilmente trovi una cheerleader simpatica.
Non mi dice niente, ma mi fa segno di seguirla negli spogliatoi femminili. Non so neanche perché diavolo mi fa da guida, dato che so benissimo la strada.
« Ecco, ti aspetta dentro. » dice, indicandomi la porta.
Sbuffo e le sorrido falsamente, dopodiché afferro la maniglia per entrare dentro, ma appena apro la porta, una secchiata di acqua fredda mi colpisce in pieno.
Cosa. Diavolo. È. Appena. Successo?
Osservo i miei vestiti, completamente inzuppati, e poi guardo il mostro davanti a me.
La ragazza con le gambe lunghe, quanto il collo della giraffa, mi sorride in modo perfido.
Ma che le ho fatto di male?
Deglutisco e conto fino a dieci, per non prenderla dai capelli.
« Ma che cazzo di problemi mentali ti affliggono? » grido e lei si porta la mano davanti alla bocca, ridacchiando come una scimmia in calore.
« E lo chiedi pure? » domanda, alzando un sopracciglio.
« Cosa dovrei fare altrimenti? Mettermi ad applaudire per la tua stupidità? Oh, aspetta » dico e inizio ad applaudire, ovviamente in modo sarcastico « Il miglior applauso per la cogliona dell'anno. »
« Scusa, sono una sbadata. » dice, continuando a ridere. Ma certo, chi sta intorno a Shane, è ovvio che abbia lo stesso comportamento infantile e idiota.
La spingo contro un armadietto e la guardo male. « Non ho paura di te. Anziché rendere la vita degli altri un inferno, dovresti tenere le gambe chiuse di più. »
Stringo i denti ed esco fuori, prima di beccarmi anche una sospensione.
Certe volte è meglio lasciare perdere gli ignoranti.
La maglietta gialla mi si è appiccicata addosso, dato che sono fradicia, e i jeans li sento come una seconda pelle.
Per non parlare dei capelli, che fanno schifo.
La campanella è suonata e non c'è momento peggiore, dato che il corridoio si riempie in fretta.
Ora mi guarderanno e rideranno tutti di me, come sempre.
Mi fermo davanti al mio armadietto e cerco disperatamente una maglietta di ricambio, ma non la trovo. Chiudo con forza lo sportello dell'armadietto, e appoggio la fronte ad esso. Fottuto liceo. Non vedo l'ora che finisca.
« Ehi, Harry ti sta cercando. » mi informa una voce, che appartiene ad una nostra compagna. Non ho il coraggio di girarmi.
« Perché? Per caso gli si è bucato il preservativo e ha bisogno di uno nuovo? » chiedo, ironicamente. La ragazza ridacchia, ma poi va via.
« Mallow, uno tsunami ti è passato di sopra? Oppure sei caduta nel cesso, di quanto sei piccola. » ride alle mie spalle, e stringo i pugni.
Mi giro verso di lui e lo vedo guardarmi in modo divertito.
« Brucia all'inferno, Shane. Tu e la tua ragazza! » ribatto, ma lui si acciglia.
« Di che stai parlando? » chiede, facendo finta di non sapere.
« Mi fai pena, sul serio. » sorrido amaramente e lui fa un passo verso di me.
« Che cosa è successo, Maddie? » chiede, contraendo la mascella. Ha pure la faccia tosta di mostrarsi preoccupato!
« A recitare fai decisamente schifo. Chiedilo alla tua spilungona, dato che è stata lei a ridurmi così. Complimenti, vi siete trovati alla perfezione! » gli faccio un applauso, ma lui mi prende per i polsi, fermandomi.
« Che cazzo ti ha fatto? » sibila, stringendomi i polsi.
« Ti conviene lasciarmi il polso, prima che io ti stacchi la testa.» mormoro e lui allenta le presa, senza distogliere lo sguardo dal mio.
« Rispondi, Mallow. »
« Mi ha gettato un secchio di acqua addosso. Contento? Scommetto che sei stato tu a darle questo ordine. » alzo gli occhi al cielo, e vedo Harry venire verso di me.
Se prima mi sembrava sorridente, ora è una furia.
Aumenta il passo e quando è abbastanza vicino, spinge Shane lontano da me, e mi si para davanti.
« Stai lontano dalla mia migliore amica! » gli dice, puntandogli il dito contro « Mads, chi cazzo ti ha fatto questo? »
« La spilungona. » mormoro, vedendo subito le sue nocche diventare bianche, per la forza che sta applicando nello stringere il pugno, e poi colpisce l'armadietto, accanto alla mia testa.
Ah, sì. Harry perde facilmente il controllo a volte.
« Ascolta bene, Wayland! Non me ne fotte un cazzo di chi tu sia, ma se scopro che ci sei tu dietro questa faccenda, giuro che ti spacco la faccia! Devi girare alla larga da lei. Non è un fottuto giocattolo. Non pensi sia l'ora di crescere un po'? » dice e poi mi prende la mano, trascinandomi davanti al suo armadietto. È incazzato nero.
Apre il suo armadietto e tira fuori una maglietta, porgendomela.
« Grazie... Tu sì che sei un amico. » gli dico, abbracciandolo, non curandomi dei vestiti bagnati.
« Sono il tuo migliore amico, Mads. » risponde, stringendomi più forte.
« Un'altra maglietta da aggiungere nel mio armadio? » gli chiedo, muovendo le sopracciglia e lui mi sorride.
« La devi smettere di rubarmi le magliette, dico davvero, nanerottola. » cercando di scompigliarmi i capelli bagnati, peccato che sia quasi impossibile.
« Harry, quando hai detto che mi proteggerai sempre, eri serio? » gli chiedo, appoggiandomi con la schiena contro l'armadietto.
« Pensavo di avertelo già dimostrato. » mi guarda con la coda dell'occhio « Sarò il tuo migliore amico, per tutto il tempo che vorrai. » incrocia le braccia al petto e lo ringrazio con un sorriso.
« Mi dai un passaggio a casa? » gli chiedo e lui annuisce.
Revisionato.
Battete una stellina se vi è piaciuto😍 siete incredibili❤ il prossimo capitolo sarà più divertente 😂
Questo è stato un capitolo "Shaddie".
Il prossimo preparatevi al disagio mentale degli Haddie 😂👏
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