capitolo 59

Leggete lo spazio autrice alla fine, è importante ❤

Harry

Sento qualcosa solleticarmi il naso e un brivido attraversa il mio corpo. Fa freddo. Perché diavolo sento freddo? Apro gli occhi e mi ritrovo i capelli di Maddie in faccia, inoltre sembra un involtino, dato che tutta la trapunta è intorno a lei e la finestra è aperta. Dio, ha dimenticato di chiuderla.
Mi alzo dal letto e vado a chiuderla, dopodiché mi rimetto accanto a lei, spostandole i capelli dal viso.

Mi piace guardarla mentre dorme, è sempre così bella.

« Mads, ho freddo. » le dico, sperando che non mi arrivi un pugno in faccia. So quanto odia essere svegliata così presto, inoltre fuori ancora è buio.
Mormora qualcosa nel sonno, ma continua a darmi la schiena, senza muoversi.

« Maddie, piccola, sento davvero freddo. » continuo a sussurrare al suo orecchio. Si gira verso di me e, anziché coprirmi con la trapunta, si mette sopra di me, appoggiando la testa sul mio petto e mi abbraccia forte. Continua a strofinare la guancia contro il mio petto e sorrido, cercando di coprire entrambi con la trapunta. La stringo a me e vorrei addormentarmi, ma non posso fare a meno di pensare a tutto ciò che è successo. Sembra un fottuto scherzo. Ovviamente mio padre pagherà per ciò che ha fatto, a costo di metterlo dietro le sbarre io stesso.

Non posso crederci che abbia provato a tenermi lontano dalla persona che amo, soltanto per i suoi egoistici motivi. Non posso neanche immaginare il dolore che ha dovuto sopportare Maddie, pensando che fossi morto. Ho sempre cercato di farla sorridere, ho sempre fatto di tutto per vederla felice, e il dolore più grande non l'ho potuto evitare.

A New York era già vulnerabile di suo. Ciò che ha fatto Shane probabilmente l'aveva distrutta. Lei si fidava di lui, aveva iniziato a dargli una possibilità, stavano recuperando il tempo perso. Quel brutto bastardo ha giocato con i suoi sentimenti per la seconda volta, e avrei voluto scoprirlo prima ed evitare tutto questo casino.

Farei di tutto per Maddie, darei la mia vita per lei. Non ho mai voluto legarmi alle ragazze; non ho mai voluto avere una relazione seria, perché nella mia mente c'era sempre lei. In un certo senso, la stavo soltanto aspettando. E ho cercato di farglielo capire in qualche modo, ma probabilmente dentro di sé lo sapeva, ma non voleva ammetterlo. Ogni volta che mi diceva quanto fortunata sarebbe stata la mia futura fidanzata, mi veniva da ridere, perché non riuscivo ad immaginarmi con nessun'altra, se non con lei.

Non mi sarei mai dimenticato di lei. Se non avessi preso quelle maledette medicine, sarei corso da lei sin dall'inizio.

Non credo all'amore a prima vista, ma appena ho incontrato lei, quel giorno, ho saputo che sarebbe diventata importante per me. È stato tutto strano per noi, perfino il nostro primo incontro. Forse, la cosa che amo di più del nostro rapporto, è la nostra complicità, in tutto. La amo, con tutto me stesso, ma prima di questo, lei resterà per sempre la mia migliore amica, la persona che mi ha fatto sorridere sempre, l'unica persona per la quale ho continuato a svegliarmi ogni mattina con il sorriso sulle labbra.

E ho provato a staccarmi da lei, quando avevo la convinzione di non essere altro che il suo migliore amico e che probabilmente lo sarei stato per sempre. All'inizio ero convinto che non sarebbe cambiato niente perché, lei, come me, è stata bravissima a nascondere i suoi sentimenti. Non sono un santo, e lei lo sa. Sono andato a letto con altre ragazze, è vero, perché l'unica che volevo davvero, non potevo averla. Ho provato a smettere di pensare a lei in quel senso, ma è stato praticamente impossibile. Al massimo ci riuscivo per qualche ora, ma il giorno dopo, non appena la incontravo, seduta sulla panchina della scuola, non potevo fare a meno di sorridere, di voler di più.

E odiavo vedere Shane intorno a lei, perché sapevo che non sarebbe andato bene. Non mi fidavo di lui, delle sue belle parole. Il modo in cui cercava di tenerla lontano da me mi dava fastidio. Se avessi perso lei, avrei perso una parte della mia vita.

****

Appena apro gli occhi, guardo l'ora. Sono le otto del mattino e ovviamente Maddie non si sveglierà mai a quest'ora. Le sposto il braccio che tiene intorno alla mia vita e scivolo lentamente dal letto. La copro e le accarezzo la guancia con il dito, mentre lei arriccia il naso.
È la solita dormigliona. Ci potrebbe essere un terremoto, e lei continuerebbe a dormire. Mi stiracchio e afferro la maglietta, che ho lasciato per terra, e la indosso. Vado davanti all'armadio di Maddie e lo apro, osservando i suoi vestiti.

Di solito, quando si sveglia, non sa mai cosa mettersi. So che le va bene tutto, ma resta per circa venti minuti davanti all'armadio, senza fare niente. Dieci minuti ad occhi chiusi e dieci minuti a fissarlo. Almeno questa volta risparmierà venti minuti della sua vita. Osservo le sue magliette e ne vedo una che le avevo regalato io...o probabilmente l'ha presa e basta. Ecco dove sono finite la maggior parte delle mie magliette.

Sorrido e prendo una maglietta nera con il logo dei Rolling Stones e una felpa leggera, con la zip davanti. Prendo anche un paio di pantaloni della tuta, magari starà più comoda. Penso che per l'intimo possa provvedere da sola. Poso i vestiti sulla sedia e poi vado da lei e le do un bacio sulla fronte.

Non appena apro la porta, Nemo entra subito nella stanza, miagolando, e corre verso il letto. Si arrampica su, mettendosi sul cuscino, accanto alla testa di Maddie e allunga la zampetta verso il suo viso.
Maddie mugugna qualcosa e poi allunga un braccio verso di lui, attirandolo più vicino a lei. Nemo si accoccola accanto alla sua padrona e chiude gli occhi. È una scena adorabile. È incredibile quanto possa essere grande l'amore tra i due. Si odiano, si amano, litigano, e poi fanno pace. È assurdo, ma bello.

Esco dalla stanza e vado dritto in cucina, dove trovo Alex, con una ciotola in mano, il grembiule addosso e sporco di farina.

« Buongiorno, chef Alex! » rido, andando a sedermi sullo sgabello.

« Al diavolo, ti sembra un buon giorno? Ho sbagliato a fare i pancakes due volte di seguito, mi sono rotto le palle. » sbuffa, mettendo la ciotola sul ripiano di marmo.

« Scusa, perché stai cucinando a quest'ora? E perché fai i pancakes, se non ci riesci? » gli chiedo e prende un tovagliolo, pulendosi la farina dal viso.

« Uh, in realtà ogni mattina preparo la colazione per tutti... cioè, almeno ci provo. Ma questa mattina sembra andare tutto male. » sospira, veramente dispiaciuto.

« Perché non aspetti le ragazze? Jolene si sveglia prima di Maddie, sicuramente. » suggerisco, ma lui scuote la testa.

« No, non faccio alcuna differenza tra di loro. Sono tutti miei amici e siccome non riesco a dormire di più, allora preparo la colazione. Non è niente di che, solo, è bello vederli sorridere non appena trovano il cibo in tavola. » annuisco e sorrido. Alex è così diverso da Shane.

« Andiamo, io faccio i pancakes tu prepara le altre cose.» dico e ci mettiamo a lavoro.

****

« Grazie, mi serviva proprio una mano! È bello riaverti di nuovo tra di noi, Harry. » mi dice, venendomi ad abbracciare. Alex sa essere davvero sentimentale, quando vuole. Se c'è una cosa che ho capito di lui è il valore che dà all'amicizia.

« Già... Alex, posso farti una domanda? » chiedo, mettendomi dei pancakes su un piatto.

« Riguarda Maddie, vero? » sorride, sedendosi accanto a me e annuisco.

« Quanto è stata male, quando ha saputo della mia morte...? » chiedo, quasi in un sussurro. Ho quasi paura di sapere la risposta.
Alex cambia espressione, diventa serio ed evita il mio sguardo. Inizia a giocherellare con la forchetta nel piatto e sospira.

« Per un momento ho pensato volesse togliersi la vita, dico davvero. Stava così male, Harry. Ho avuto paura anche io. Paura di non poterla aiutare, farla ragionare. Ma è Maddie, sapevamo tutti che in fondo ce l'avrebbe fatta. È stata la prima volta in cui ho visto una persona davvero distrutta. » smetto di mangiare e mi prendo la testa tra le mani. Non posso pensare a lei in questo senso. Se solo fossi stata con lei, se solo l'avessi avuta davanti a me, probabilmente avrei ucciso mio padre a mani nude.

La rabbia che provo in questo momento è troppo grande. Se mio padre pensa di passarla liscia, si sbaglia amaramente.

« Fanculo, lo ammazzo! » tiro un pugno nel bancone, e mi alzo in piedi per uscire dalla cucina.

« Harry, calmati. Che stai pensando di fare? » Alex cerca di fermarmi, ma non ho intenzione di fermarmi.

« Grazie per ciò che avete fatto per lei, lo apprezzo davvero tanto, Alex. Maddie non si sveglierà prima delle dieci, in tal caso lasciale la colazione da parte, io non penso di esserci per quell'ora. » gli dico, andando verso la porta d'ingresso.

« Sei matto? Dove stai andando? » mi afferra il braccio, cercando di capirci qualcosa nel mio sguardo.

« Nessuno fa stare male la mia ragazza. » mi libero dalla sua presa e apro la porta.

« La tua..? » chiede, alzando un sopracciglio.
Lo è sempre stata. Non in quel senso, ovvero come "fidanzata", ma è stata sempre la mia ragazza, e lei lo sa.

Non appena entro nel mio appartamento, trovo Michael di fronte alla porta del bagno. Si ferma, si gira verso di me e mi guarda con la fronte corrugata.

« Harry? Tutto bene con Maddie? » chiede e annuisco.

« Ho bisogno di quelle pillole, Michael. Ora. » gli dico e apre la bocca per ribattere, ma non appena mi avvicino a lui, annuisce e va nella sua stanza, per poi ritornare da me e darmele.

« Aspetta, hai intenzione di prenderle o cosa? » chiede, ma non gli rispondo. Vado nella mia stanza e prendo dei vestiti puliti, indossandoli velocemente. Non ho tempo per farmi la doccia, altrimenti ci metterei del tempo in più, e devo davvero andare via ora.
Prendo il cellulare e le chiavi ed esco dall'appartamento. Bene, ora facciamo a modo mio.

****

« Mamma! Sono a casa. » grido, non appena entra nella villa. Cerco di comportarmi come sempre, per non destare sospetti, soprattutto con mio padre.

Vado in cucina, dove la trovo seduta sullo sgabello, mentre sfoglia una rivista e beve il tè. Appena mi vede, si alza e viene subito verso di me, allungando le braccia per stringermi a sé, come ha sempre fatto.

« Harry? Come stai, tesoro? » chiede, e l'espressione sul suo viso è sempre così triste. Potrei giurarci che sia colpa di mio padre. So benissimo quello che è successo tra i miei genitori, quando ero ancora in America. Mio padre l'ha minacciata un sacco di volte, lei non me l'ha mai detto. L'ho dovuto scoprire da solo e raccogliere sempre più prove.

Avevo fotografato ogni singola lettera e ogni singolo messaggio che le mandava, avevo tutto. Non so che fine abbiano fatto le mie cose e ciò mi fa imbestialire ancora di più.

« Sto bene, non vedi? Dov'è papà? » chiedo, ma lei si acciglia e allunga la mano verso il mio viso.

« Perché cerchi tuo padre? È successo qualcosa? Puoi dirlo a me, Harry. » mi prende le mani tra le sue e mi supplica con lo sguardo.
Lascio le sue mani, per prenderle il viso tra le mani e guardarla negli occhi.

« Papà ti minaccia? Perché stai con lui, se a malapena vi guardate in faccia? » le chiedo e vedo i suoi occhi riempirsi di lacrime. Merda, quel figlio di puttana l'ha fatto davvero.

« Harry, no... Cosa te lo fa pensare? » dice, distogliendo lo sguardo.

« Ascoltami bene, mamma, perché non lo ripeterò una seconda volta. Ricordo tutto, e spero che tu non c'entri niente con il piano di merda di papà, altrimenti sarai morta per me, esattamente come lo è sempre stato lui. » non appena finisco la frase, lei solleva lo sguardo verso di me e scoppia a piangere, abbracciandomi.

« Oh, Harry...» sussurra, singhiozzando contro il mio petto « Pensavo che non ti saresti mai ricordato. Devi chiamare Maddie, Harry- »

« A Maddie ci penso io, per questo sono qui. Farò di tutto per vendicarmi di papà, e tu mi devi aiutare. Vero, che lo farai?» le chiedo, asciugandole le lacrime.

Sorride ampiamente, prendendomi il viso tra le mani, riempiendomi la guancia di baci. Oh, signore.

« Mamma, dai, basta. » mi lamento, ma lei non intende lasciarmi.

« Non devi dirlo a papà, per niente al mondo. Non ti deve sfuggire niente, promettilo. »

« Harry, non c'è neanche bisogno! Lo sai che ho solo te, Dio, l'ho fatto soltanto per te! Non potevo perderti, Harry. Puoi capirmi, vero? Sei il mio unico figlio, ha minacciato di rovinare te, se non avessi tenuto la bocca chiusa. » resto in silenzio, ascoltando le sue parole, e sento il sangue che ribolle nelle mie vene. Lo sapevo. Avrei dovuto capirlo sin dall'inizio.

Quel bastardo è talmente fissato con la fama, con i soldi, con il voler sempre di più, che è disposto a tutto. Crolleranno tutti i suoi fottuti sogni, rimarrà senza niente, e non vedo l'ora di ridergli in faccia, non appena succederà.

« Andiamo nella mia stanza, abbiamo un bel po' di cose da dirci.» le dico, facendole segno di seguirmi.

Maddie

Mi sveglio con Nemo sulla mia testa. Ovviamente mi aspettavo di svegliarmi abbracciata a Harry, ma lui non c'è. Apro gli occhi e guardo l'ora: le dieci e dieci. Oh, perfetto.
Sposto Nemo e mi metto a sedere. Mi stropiccio gli occhi e sbadiglio, dopodiché, come uno zombie, vado davanti all'armadio. Oh, signore.

Nemo inizia a miagolare come posseduto e giro lo sguardo verso di lui. Sale sulla sedia e inizia a giocare con i miei vestiti. Ma, cosa?
Vado verso di lui e afferro i vestiti dalla sedia. Sono sicura di non averli tirati fuori dall'armadio.
Sospiro e vado a prendere l'intimo pulito, per poi prendere i vestiti e andare in bagno. Dove diavolo è finito Harry?

Non appena finisco di prepararmi, ritorno nella mia stanza e prendo il cellulare, ma non trovo alcun messaggio da parte sua.
Sospiro e vado in cucina, dove gli altri hanno iniziato già a mangiare.

« Ciao.» dico, sedendomi al mio posto.

« Woah, qualcuno non ha trovato il suo amorino- » dice Alex, ma Jolene gli dà uno scappellotto.

« Fottiti. » dico, iniziando a mangiare.

« Fottimi.» inizia a muovere le sopracciglia e faccio una smorfia di disgusto.

« Nah, vogliamo parlare di quello che è successo quella notte? » gli chiedo, incrociando le braccia al petto.

« Ero ubriaco, stai zitta. Inoltre, non so neanche chi era. Forse si chiamava Elizabeth, Elisa, Elena, non ricordo. » alza gli occhi al cielo e lascio perdere il discorso, altrimenti qui finisce male. Soprattutto perché gli altri ci guardano in modo confuso.
Già, loro non sanno di quello che Alex stava facendo con quella tizia, dietro il bancone. Dio, che schifo. Mi sta passando pure l'appetito.

Il cellulare vibra e sorrido non appena leggo il suo nome.

"Hey, piccola, pomeriggio ti porto da una parte. Portati il cambio, non ritorneremo a casa subito. "

Ah.

Ma è fantastico!

****

« Harry, dove andiamo? » forse è la millesima volta che glielo chiedo, da quando sono salita in macchina.

« In un posto più isolato. Così posso ucciderti e nascondere il corpo, senza essere visto. » mi fa l'occhiolino e gli colpisco il bicipite.

« Idiota. » borbotto, alzando gli occhi al cielo.

« Mi ami per questo. » sorride e giro la testa verso il finestrino, altrimenti rischio di iniziare a dire parole in azteco antico, e poi mi porterebbe in un manicomio. Sì, so che ha ragione, ma ancora non sono completamente abituata a dirlo con tanta tranquillità.

Voglio baciarlo.

« Manca tanto? » chiedo, dato che non posso più stare seduta. Forse è passata circa un'ora da quando sta guidando. Dove diavolo stiamo andando?

« Sì, siamo arrivati. » dice, imboccando una stradina, che porta verso un...bosco? Ma che cazzo?

« Uhm, Harry, mica dicevi sul serio prima? » chiedo, guardandolo male. Lui scoppia a ridere e scuote la testa, per poi appoggiare la mano sulla mia coscia, come se lo facesse da una vita.

« Vuoi stare zitta, Mads? Sto pianificando la tua morte, se parli, non riesco a concentrarmi. » alza gli occhi al cielo, con fare drammatico e ferma la macchina. Perché diavolo siamo qui?

Scendiamo dalla macchina, prendendo la mia roba e lui viene verso di me, prendendo la mia mano.

« Stavo scherzando, idiota. Vieni, ti piacerà. » mi trascina con con lui, ma al momento questo non mi piace. Ancora non mi ha detto dove ha passato l'intero giorno, sta quasi tramontando, e questi alberi mi inquietano.

« Fidati di me, piccola. » mi accarezza il dorso della mano e lo seguo, con il cuore che batte come impazzito. Va bene, questo è strano. È bello essere qui, ma sarebbe ancora più bello se mia mente la smettesse di farsi i film mentali.

Davanti a noi si presenta una casa... Anzi, più di una. Cosa cazzo è?

« Quella è la mia. Anni fa venivamo qui in vacanza. Mio padre paga ancora una signora che mantiene la casa pulita, inoltre ho portato da mangiare io. E, ehi, abbiamo anche dei vicini. » dice, indicando le altre famiglie più in là. Probabilmente sono qui in vacanza.

Harry apre la porta e la chiude con un tonfo. Mi guardo intorno, ma non ho neanche tempo di ispezionare la casa, perché Harry mi afferra per la vita, facendomi girare verso di lui.
Lo zaino mi cade dalle mani, mentre una sua mano si intrufola tra i miei capelli e l'altra la tiene sulla mia vita. La sua bocca raggiunge la mia, quasi in un bacio disperato, probabilmente non vedeva l'ora di farlo, esattamente come me.
Mi tiene stretta a lui, come se potessi scappare da qualche parte, mentre allaccio le braccia intorno al suo collo, attirandolo di più verso di me. Voglio di più.

« È da ieri sera che volevo farlo. Lo necessitavo. » mormora contro le mie labbra e sorrido, guardandolo negli occhi.

« Vieni, ti mostro la casa. » dice, ma non so perché, rimango delusa. Dovrei calmare i miei ormoni, lo so, ma lo desidero davvero. 

****

Guardare le stelle insieme a Harry ha sempre suscitato in me una strana emozione. È una cosa che non mi piace fare con gli altri, al massimo mi rifugio da sola sul tetto di casa mia e le guardo da sola. Alcuni non ci trovano niente di interessante, insomma, stare minuti interi, magari anche al freddo, a fissare il cielo, a quale proposito? Probabilmente le stelle ci hanno fatto da spettatrici nei momenti più belli, dove eravamo soltanto noi due, circondati dal buio, sotto il manto di stelle. Notti trascorse a dare nomi alle stelle, a trovare le costellazioni. Mi sono sentita piccola e indifesa tante volte, ma ho avuto accanto a me la persona più importante della mia vita. Mi ha tenuto la mano nei momenti bui, mi ha stretta tra le braccia quando volevo soltanto crollare, ha continuato ad amarmi in silenzio e mi ha fatto dare un morso alla felicità. Già, aveva ragione lui. Ho smesso di indossare la museruola con lui e ho sempre dato un morso alla felicità ogniqualvolta lui era con me. E ho capito che essere con lui, non è come essere con chiunque; che mi offre la felicità su un piatto d'oro, e ogni volta, come un leone, vorrei affondarne i denti, sbranarla, fino ad esserne piena. Voglio scoppiare di felicità come una supernova e brillare insieme a lui come abbiamo sempre voluto e sognato.

E ora siamo qui, nella sua stanza, affacciati alla finestra, mentre osserviamo lo spettacolo davanti a noi. E non potrei chiedere niente di più, se non essere amata da lui, e non dico per sempre, ma quasi. Perché io non voglio amare un'altra persona, che non sia lui.

« Ti piace, piccola? » e la sua voce è così melodiosa, così piena di speranza. Si preoccupa sempre per la mia felicità e penso sia la qualità che più amo e odio di lui. Apprezzo il fatto che mi metta sempre al primo posto, ma vorrei che pensasse di più anche a se stesso.

« È meraviglioso, Harry. » dico, appoggiando i palmi delle mani sul davanzale. E non potrei chiedere niente di meglio, in questo momento. Il cielo è privo di nuvole, questa sera. Sembra che il tempo abbia deciso di stare dalla nostra parte, perché le stelle si vedono benissimo, inoltre la luna piena si riflette nel laghetto davanti a noi, e mi sembra quasi una visione.

Un brivido mi attraversa la spina dorsale, mentre le braccia di Harry mi circondano, facendo aderire la mia schiena contro il suo petto. Entrambe le sue mani sono sulla mia pancia, mentre si abbassa, appoggiando il mento sulla mia spalla. Sento il suo respiro caldo contro la mia pelle, mandando in subbuglio il mio stomaco.

E so che quello che sto per dirgli lo coglierà di sorpresa, ma ne ho bisogno io, come ne ha bisogno lui.

Metto le mani sopra le sue e lentamente mi giro verso di lui. La luna illumina abbastanza la stanza da poterlo vedere. I suoi occhi brillano e potrei perdermici dentro per sempre.

« Vorrei poterti spiegare a parole l'amore che provo per te, ma sento che nessuna parola sia all'altezza di quello che sento. Penso che i gesti valgano molto di più, in questo caso. » sorrido, allungando le dita verso la sua guancia.

« Maddie- » gli metto un dito sulle labbra, impedendogli di andare avanti.

« Per quanto io odi la frase "Sei mia", io in questo momento voglio essere tua, Harry. Completamente tua. » sento il mio cuore battere come impazzito, ma cerco di restare calma.

« Non dirò mai che sei mia, come se fossi un oggetto. È bello sapere di appartenere a qualcuno, ma allo stesso di sentirsi liberi e felici. È questo ciò che io intendo, quando dico "Sei mia", perché in fondo, lo sei sempre stata. Sei stata e continui ad essere tutto, Maddie. Sei la mia migliore amica, sei la mia compagna di avventure, sei tutto ciò che desidero. »

Avvicina il viso al mio, le nostri fronti si toccano, ci guardiamo negli occhi. La sua mano resta appoggiata sul mio fianco, mentre l'altra mi accarezza dolcemente la guancia.

CONTINUAZIONE NELL'ALTRO LIBRO -> MISSING MOMENTS. LA TROVATE SUL MIO PROFILO.

Non voglio che la storia esca dalla classifica, dato che finirebbero per segnalarla, quindi ho postato lì la continuazione! 😊 Spero vi piaccia.

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