capitolo 57

I've been down the darkest alleys
Saw the dark side of the moon
To get to you, to get to you

Le parole di Harry mi hanno fatto male. Troppo male. Forse merito tutto ciò, o forse no. Ha ragione lui, in fondo è colpa mia. Sarei dovuta essere io al suo posto. Lui ha salvato me, ma è colpa mia se ci troviamo in questa situazione. Se non fossi corsa via, lui ora sarebbe lo stesso Harry di sempre. Non penso di essermi mai sentita più in colpa di così.

Da una parte Harry mi ha aperto gli occhi. Non mi sono fermata neanche un attimo a pensare al casino che ho combinato. Volevo soltanto prendermi un po' di tempo per riflettere. Volevo soltanto essere lasciata stare. Non volevo sapere più niente di lui e di Shane. Volevo soltanto stare da sola, e dimenticarmi per un attimo le loro parole, le loro azioni.
Non avrei mai pensato che il mio stesso migliore amico, la persona che amo, sarebbe arrivato a odiarmi. Perché sono venuta a Londra, di preciso? Non faccio altro che stare male, ancora e ancora.

Non voglio essere egoista, ma sono stati tre mesi da incubo, e non posso sopportare altro dolore e, soprattutto, essere vista come una puttana succhia soldi. Sono venuta a Londra per dire addio a Harry, ma non avrei mai pensato di trovarlo vivo e senza ricordi. Non mi ha dato neanche il tempo di spiegare. Mi ha umiliata, mi ha cacciata fuori dal suo appartamento come se fossi spazzatura.

Lui merita di essere felice. Merita di avere nuovi ricordi, una nuova vita, anche senza di me. Ha il diritto di innamorarsi e amare. E non posso crederci di averlo appena pensato. Sto per rinunciare a lui, perché forse è meglio così. Il senso di colpa mi attanaglia l'anima, il suo odio mi uccide. E non dimentico tutte le volte in cui Shane diceva di volerlo morto.

Non dimentico tutte le volte in cui ho pensato a Shane, e non a come si sarebbe potuto sentire Harry. Lui c'è sempre stato, lui mi ha amata sempre, e ho fatto lo sbaglio più grande. È umano sbagliare, giusto? Da quando, amare una persona, è diventato così difficile?

Solitamente si combatte fino alla fine, ma penso di aver finito le forze. Se mi ama, si ricorderà di me, prima o poi. Ora come ora, io non posso costringerlo ad amarmi. Non posso costringerlo a ricordarsi di me. Ci ho provato, ma mi sento stanca. E potrei lottare per lui a vita, ma ora penso soltanto al fatto che lui meriti qualcosa di più. Forse sarà più felice senza di me. In fondo, ai suoi occhi sono soltanto una ragazza strana, una pazza, che cerca di entrargli sotto pelle. E so che dovrei rimboccarmi le maniche e continuare a lottare per lui, ma non mi vorrà più vedere. Non mi sono goduta la vacanza, i giorni passano, e mi sento come se tutto ciò che ho fatto fino ad ora sia stato inutile.

Non ho raccontato ai miei genitori di Harry, neanche Shane lo sa. Non so più cosa fare, dove andare, cosa fare.

Avrei voluto dargli molto di più, prima di lasciarlo andare. Perché sento di aver finito qui il mio lavoro. Già, sarò anche stupida, ma forse non sono fatta per sopportare tutto ciò. Abbiamo ancora una vita davanti, e magari si ricorderà di me un giorno, anche fra vent'anni. Magari un giorno ci incontreremo di nuovo e mi dirà " Tu eri la mia migliore amica, una volta, ne è passato di tempo". Sarò un ricordo piacevole della sua adolescenza.

Tornerò a casa prima, non ha più senso stare qui. Sono felice che lui sia vivo, ma non penso di essere in grado di sopportare il suo odio e il fatto che mi abbia rimosso dalla sua mente.

Me ne sarei andata lo stesso. Soltanto, anticipo la mia partenza.

Perché non faccio altro che piangere e maledirmi. E posso davvero farlo ogni giorno? Non voglio diventare nuovamente pessimista. Non voglio essere depressa. Dio, darei tutta me stessa per i miei amici, e so che ne varrebbe la pena. Ma perfino il mio cuore si è stancato di soffrire.

« Ehi, Maddie... Ci dirai cosa è successo? » Alex appoggia la mano sul mio braccio, facendosi più vicino a me. Non so neanche da quanto tempo sto seduta qui, sul divano.

Non ho quasi chiuso occhio, ho passato l'intera notte a piangere e a disperarmi.

" Non puoi respingere la persona che ami", eppure non fa altro che respingermi. Non vuole neanche lasciarmi spiegare. Dà ascolto al suo fottuto padre. Forse è il destino. Forse lui deve stare qui, in fondo è cresciuto a Londra. Ha passato quasi tutta la sua vita in questo posto, forse è meglio per lui.

« Mi ha dato fuoco con le sue parole e sono rimasta davanti a lui a bruciare insieme ai miei sentimenti, mentre lui mi guardava impassibile. E la mia anima continua a bruciare dentro di me, finché non arriverà il momento in cui non resterà più niente di me, se non le ceneri. Ci ho provato, Alex. Sono stanca. » chiudo gli occhi e lo sento abbracciarmi. Non ho più lacrime da versare.

Mi sento vuota e colpevole.

Qualcuno suona il campanello e Jolene va ad aprire. Alzo lo sguardo e vedo Michael entrare in salotto, con espressione dispiaciuta. Uh, già. Ha dovuto assistere alla sfuriata di Harry.

« Disturbo? » chiede, guardando me. Per un secondo ho pensato fosse Harry.

« No, siediti pure. » gli dico, e Alex si sposta di lato, per fare sedere Michael tra noi due.
Jolene, Annabelle e Jack sono seduti sulle poltrone, e ascoltano in silenzio.

« Mi dispiace per il casino di ieri. Devo dire che è stata la prima volta in cui ho visto Harry così arrabbiato. » serra le labbra, giocherellando con le sue dita, mi guarda di sottecchi.

« Non dispiacerti, non è colpa tua. Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere. » in fondo è un bravo ragazzo, non posso prendermela con lui.

« Ho sentito la vostra discussione, era impossibile non sentirla, dato che stava praticamente urlando. Harry non è così, Maddie. Lo conosci già, ma come? Sei venuta qui in vacanza, sei americana. È tecnicamente impossibile che sia tu la ragazza che suo padre ha definito puttana, dato che l'incidente è avvenuto a Londra, o almeno così ha detto. » dice e giro la testa verso di lui. Già, almeno lui ci è arrivato.

« Harry viveva in America da ormai due anni, insieme a sua madre. Era il mio migliore amico, ci amavamo, Michael. Non starò qui a dirti ogni singola cosa, ma io conosco già lui, tutti noi lo conosciamo. » gli dico, trattenendo le lacrime. « Eravamo in gita, a New York, sono successe un paio di cose spiacevoli. Ero confusa, triste, e sono corsa via, senza neanche guardare la strada. Una macchina mi stava per prendere in pieno e Harry mi ha spinta via, prendendo il mio posto. »

Chiude e apre gli occhi un paio di volte, totalmente incredulo, e ha le labbra schiuse, come se volesse dire qualcosa, ma non sa cosa. È a corto di parole, quindi continuo a spiegargli.

« Suo padre ha mentito tutti noi. Ha corrotto i medici. Ci avevano dato la notizia della morte di Harry. Sono venuta a Londra, dopo tre mesi, per andare a trovarlo al cimitero e dirgli addio. Il giorno in cui ho cercato di fregarti la macchina, stavo per investire Harry, per la seconda volta. Cosa devo dirti, Michael? Non ce la faccio più. » mi prendo la testa tra le mani e cerca di darmi conforto, accarezzandomi la schiena.

« Lo abbiamo capito tutti che Harry sia ancora innamorato di te, Maddie. Ti guarda come tu guardi il cibo la maggior parte delle volte. » dice Jack, e alzo gli occhi al cielo.

« Beh, l'ho notato perfino io. In questi tre mesi non è stato con nessuna ragazza, te lo posso confermare. In ogni caso, ho sentito anche delle medicine... Non so se ho fatto la cosa giusta, ma le ho nascoste. » fa spallucce, come se fosse una cosa da niente.

« Michael, benvenuto nella nostra squadra! » Alex gli batte il cinque e Michael ride.

« Voglio vedere cosa accadrà, quando non le prenderà. Dovrebbe ricordare, almeno un po'. Non abbatterti Maddie. Non conosco benissimo suo padre, ma lui e Harry non vanno molto d'accordo. Lui neanche va a visitarli, ci va a volte soltanto per sua madre. A volte sparisce per giorni, va in giro, gli piace viaggiare, preferisce stare in hotel, dimenticarsi di tutti e si dedica alle cose che gli piace fare. »

« Vorrei che si ricordasse di me, non chiedo molto. Potrebbe anche continuare a odiarmi, ma non voglio essere dimenticata del tutto. » sospiro, mordendomi il labbro, e abbasso lo sguardo.

« Stasera volete venire con me? C'è una specie di concerto che si terrà all'Hyde Park, sarà divertente. Ci sarà anche Harry, non si lascia sfuggire queste cose. Potresti...tipo...farlo ingelosire? » chiede, piegando la testa, alzando le sopracciglia.

« Perché dovrei? A cosa aiuterebbe? » gli chiedo e sento i miei amici sospirare. Non sono così stupida, ho capito cosa cerca di fare, ma dubito che funzionerebbe.

« Perché, se ti ama, come dici tu, allora dentro di sé lo sentirà. Suvvia, è soltanto un po' di gelosia, inoltre non avrà le medicine con lui. Penso sia una buona possibilità per ricordare. » si alza in piedi e i miei amici mi fanno segno di dire di sì.

« Penso abbia ragione, bisogna provarci. » dice Annabelle, emozionata. Non ci sta più nella pelle, perché ogni volta che speriamo di fargli ricordare le cose, ci fa emozionare sempre troppo, e puntualmente finisce male.

« Bene, ci saremo. Faremo uscire pazzo Harry. » dice Alex, saltando in piedi. Perché penso sia comunque una cattiva idea? Ho un brutto presentimento.

« Spero tu non mi prenda a ciabatte in faccia, se ti darò un bacio davanti a lui. Anzi, sono gentile, ti ho avvisato in anticipo. » dice Michael, con un ghigno.

Fanculo la mia vita.

« Mi prendi in giro? » chiedo, alzando la voce.

« Scusa, tesoro, ma deve sentirlo sulla pelle, cosa si prova a perdere ciò che si ama. E non per colpa di una maledetta amnesia, comunque. Fidati di me. » mi fa l'occhiolino e ci dice gli ultimi dettagli, dopodiché ci saluta e va via. Va bene, questo è stato strano. Non avrei mai pensato che Michael sarebbe stato dalla nostra parte. Da una parte ne sono felice, dall'altra sono preoccupata. Ho paura di non peggiorare le cose, grazie al suo piano strano. Non voglio nessuno, oltre ad Harry. Cosa sarà mai un bacio?

Non so se mettermi in un angolino a deprimermi, o spaccare davvero la faccia a Harry. Voglio dire, ma troia, chi? Avrei dovuto dargli un pugno in faccia, magari si sarebbe ripreso.

****

« Voglio stare io davanti! Maddie vai dietro, perché so cosa cercherai di fare. Tu cambi canzone sempre. » si lamenta Alex, da quando siamo arrivati nel parcheggio. Michael sembra combattuto, in fondo lui non è ancora a conoscenza del nostro vero modo di fare.

« Va bene, non avrei fatto niente di esagerato, comunque. » alzo gli occhi al cielo e saliamo in macchina. Mi dispiace aver lasciato ancora una volta Nemo in casa. Per fortuna mi dà ascolto, ma mi sarebbe piaciuto portarlo in giro con me.

Sono seduta tra Jolene e Jack, e personalmente odio stare in mezzo. Preferisco sempre stare vicino al finestrino e, proprio per questo motivo, quando siamo più persone in macchina, finiamo per fare la gara o la guerra per il posto migliore. Stessa cosa succede quando dobbiamo prendere l'autobus.

Siccome Michael ci ha detto che sarà un concerto di cantanti emergenti, quindi le loro canzoni saranno cover, abbiamo deciso di indossare delle magliette con il logo di alcune band. Io ho deciso di vestirmi come sempre: una felpa nera, leggera, con il logo bianco dei Beatles, un paio boyfriend jeans e le vans old skool. Diciamo che è il mio solito look, soltanto così mi sento me stessa. Jolene ha voluto truccare i miei occhi, dato che odia vederli così semplici. Beh, non potrei dire la stessa cosa di lei, visto che si è truccata come sempre in modo eccessivo, ma è come sempre bellissima. Mi chiedo se non abbia freddo, dato che indossa un paio di pantaloncini corti e di sotto ha le calze nere, ma fa comunque freddo, inoltre sembra che stia per piovere.

Jack e Annabelle hanno deciso di vestirsi come sempre, come se non stessero andando ad un concerto, sono piuttosto tranquilli. Ovviamente è tutta apparenza. Ormai ho capito come sono fatti loro due.

Quando arriviamo vicino al parco, Michael per fortuna trova un posto libero, visto che c'è una fila senza fine. Scendiamo dalla macchina, e ci dirigiamo verso il marciapiede, ma Alex vuole fare lo sgambetto a Jolene.

« Joly-holy, stai più attenta...» la rimprovera, facendo finta di niente.

« Tu stai scegliendo di morire, vero? » gli chiede, andando verso di lui. Alex muove le sopracciglia, guardandola in modo malizioso e sento gli altri sospirare.

« Fanno sempre così? » chiede Michael, affiancandomi. Mette un braccio sulle mie spalle e faccio una smorfia.

« Già, si divertono a stuzzicarsi a vicenda. » la voce di Jack sembra allegra, come se si stesse godendo lo spettacolo. In effetti, i loro litigi fanno ridere.

« Ehi, Jolene... Sei single? » chiede Michael e Alex lo fulmina con lo sguardo. Oddio, no.

« Quale parte del "Sono lesbica" non hai capito? » domanda lei, irritata.

« Già, quale parte, eh? » la voce di Alex sembra infastidita, infatti si appoggia a Jolene, guardandolo male.

« Vale la stessa cosa anche per te, coglione. » Jolene spinge via Alex e lui si finge offeso.

« Amore, smettila di fingere! Abbiamo dei bambini insieme! Insensibile. » si diverte a prenderla in giro e lei finge un pianto disperato.

« Beh, tesoro... » dice, enfatizzando l'ultima parola « Non è colpa mia se ho scoperto di essere lesbica, dopo aver partorito i nostri gemelli. » gli punta l'indice contro e vedo Jack appoggiarsi ad un palo, perché sta per soffocare a causa delle sue stesse risate.

« Mi sento confuso...» mormora Michael accanto a me e scoppio a ridere. Beh, come biasimarlo? Fa bene a sentirsi confuso, anche io mi ci sento a volte.

« Io ti amo ancora! » grida, spalanco le braccia verso di lei.

« Riposa in pace nella friendzone, Alex. »

« Andrai all'inferno, lo sai? Tutte le persone che mi rifiutano andranno all'inferno. Sono fantastico, simpatico, scopo bene. » conta sulle dita, pensieroso, e Annabelle si schiaffeggia la fronte.

« Un tuo difetto? » chiede Jack, e Alex si mette a pensare, come se non ne trovasse neanche uno.

« Beh...Mi piace stare in bagno per ore, senza fare niente. Semplicemente mi siedo sulla tazza del water e mi metto a cazzeggiare o a pensare a tutto quello che ho fatto nei miei diciott'anni. »

« Certo... Sicuramente non ti ricordi neanche cosa hai mangiato ieri. » dice Jolene, sbuffando.

« A tre anni volevo scappare di casa, a quattro anni ho dato il mio primo bacio. Io ricordo, ero tremendo da piccolo. » ci giriamo tutti verso di lui, perplessi.

« E ti ricordi così bene, perché...? » chiede Michael, ma Alex si avvicina a lui, gli dà una pacca amichevole sulla schiena e ridacchia.

« Perché prima di uscire non avevo niente da fare, quindi sono stato in bagno un'ora e ho meditato. » è impossibile non ridere, visto che spara soltanto cazzate.

« Io propongo di fare un salto da quel locale ancora aperto e prendere qualcosa da mangiare, da portare via. » suggerisce Michael e attraversiamo la strada, tutti.
Non appena entriamo nel locale, Alex mi dà una gomitata e mi indica con un segno del mento Melanie con dei suoi amici, tra cui Harry.

Fanculo.

« Se questa è una coincidenza, allora io sono una persona seria. » dico, rivolta a Michael, che si limita a fare spallucce, ridacchiando. Oh, bastardo. Appoggia il braccio sulle mie spalle, attirandomi verso di lui, facendomi l'occhiolino. Lo so che se ne sta approfittando. Perché diavolo lo sto facendo? Giro la testa verso Harry, e lo trovo con gli occhi puntati su di noi. Ha la mascella tesa, la fronte corrugata, e sembra voglia uccidere Michael.

Bingo.

Sorrido civettuola e faccio finta di niente. Melanie si avvicina a noi, ma un cameriere la ferma.

« Posso portarti qualcosa da bere? » chiede, sorridendole gentilmente.

« Sono fidanzata! » squittisce, alzando gli occhi al cielo, infastidita.

« E io sono il cameriere. » risponde il ragazzo, irritato.

Scoppio a ridere e mi avvicino a lui. « Questa mi è piaciuta, amico. Batti il cinque! » dico.

Il ragazzo mi sorride, scuotendo la testa e va dagli altri ragazzi, lasciandola di stucco. Melanie mi lancia un'occhiata carica d'odio e le sorrido genuinamente.

« Che hai da ridere, nefanda? » chiede, alzando un sopracciglio. Il suo trucco e i suoi capelli sono impeccabili, è davvero bella.

Ma anche idiota.

« Tu. Fai ridere. » rispondo, ma sbircio verso Harry, che non ci toglie gli occhi di dosso. Per quale stupido motivo è venuto con lei? È sempre così bello, dannazione. Nonostante il suo outfit sia nero, come sempre, è davvero perfetto ai miei occhi.

« Smettila di fissare il mio ragazzo. » sibila verso di me, con un tono minaccioso.

« È lui che guarda me. » faccio spallucce e ritorno dai miei amici. Hanno ordinato da mangiare e da bere, quindi, prima di uscire dal locale, guardo un'ultima volta Harry, che si decide a distogliere lo sguardo e sorrido lievemente.
Forse Michael non ha tanto torto.

****

« Oh, mio dio! » esclama Alex, saltando in continuazione, insieme a Jolene.

« Amo questa canzone, oddio sto per venire. » dice Michael e faccio una smorfia, soltanto al pensiero.
Prima dell'esibizione di alcune band poco conosciute, hanno deciso di animare l'atmosfera mettendo un po' di musica.
E non facciamo altro che saltare e ballare, come impazziti.

« It's the final countdown! » gridiamo tutti insieme, saltando e battendo le mani. Amo andare ai concerti, o ovunque ci sia musica a tutto volume ad aria aperta. Mi piace divertirmi, amo scatenarmi, soprattutto insieme ai miei amici. Per la prima volta oggi, sento la mia mente completamente vuota. Zero pensieri negativi, zero tristezza. Forse è vero che la musica cura le ferite, sempre.

La musica si stoppa e dei ragazzi salgono sul palco, salutando la folla e introducendo loro stessi. Riconosco subito la canzone che stanno suonando, quindi istintivamente mi giro, guardandomi intorno, alla ricerca di Harry. È a pochi passi più lontano di me, insieme ai suoi amici, ma non sembra per niente felice.

E, mentre il solista inizia a cantare I want to break free, dei Queen, sorrido. Io e Harry amiamo le canzoni che molti definiscono "vecchie", io le trovo affascinanti e ricche di emozioni. Mi sembra di fare un salto negli anni ottanta, e, decisamente la musica che ormai nessuno ascolta più, mi emoziona molto di più rispetto alla musica commerciale di oggi.
Almeno c'è ancora qualcuno a cui piace la vera musica.

Ho passato nottate intere ad ascoltare, insieme a Harry, le canzoni dei Pink Floyd, Nirvana, Beatles, Queen e Oasis, fino ad arrivare a cantarle anche nel sonno.

La folla inizia ad applaudire

E mentre iniziano a cantare Drown, dei Bring me the horizon, vedo Harry avvicinarsi ancora di più a me, facendo finta di niente. Non mi guarda, ma fa di tutto per essere più vicino.

Sento una mano sul mio fianco e un'altra sul mio collo, e non appena mi giro, Michael posa le sue labbra sulle mie.

Cosa.cazzo.sta.facendo?

La sua mano si infila tra i miei capelli, premendo di più la bocca contro la mia, finché qualcuno non mi afferra il braccio, tirandomi indietro.

« Posso parlarti? » Harry grida per farsi sentire e deglutisco. Sembra incazzato, ma anche pentito. Annuisco e mi fa segno di seguirlo. Melanie ci segue, afferrando il braccio di Harry, ma lui si ritrae dalla sua presa.

« Non ora. Sparisci. » le dice, e poi mi prende la mano, trascinandomi con lui. Chi se ne frega della sua poca delicatezza, mi ha preso la mano!
Ci allontaniamo, finché non troviamo un punto più tranquillo e meno rumoroso.

« Perché sei venuta qui con Michael? » chiede, con tono accusatorio.

« Avrei dovuto chiederti il permesso, per caso? Sono libera di uscire con chi voglio. » rispondo, infastidita. Sono stanca del suo sguardo infastidito, del suo tono accusatorio, dei suoi modi di fare.

« Uh, già. Dimenticavo...sei una ragazza poco di- » non lo lascio finire, perché il mio pugno è già entrato in contatto con il suo viso.

Resta fermo, con la testa girata di lato e si porta la mano sulla guancia. Poi si gira per guardarmi e un'espressione arrabbiata gli dipinge il viso.

« Perché cazzo l'hai fatto? È ciò che sei! » e gli tiro un altro schiaffo, sull'altra guancia.

« Cazzo, smettila! »

« Sei venuto qui per insultarmi o per parlare? Perché, ti avviso, il prossimo obiettivo saranno le tue palle. Scegli bene le parole, Harry. » ghigno e lui trasecola, venendo, poi, verso di me.

« Bene, voglio sapere la verità. Tutta la verità. » ordina, con tono glaciale.

« La verità è che ti amo. Mi vuoi sposare? » sorrido e alza gli occhi al cielo, esasperato.

« Che ti devo dire, Harry? Non sono una puttana, non siamo mai stati una coppia, eravamo migliori amici. Mi hai conosciuta ad Orlando, in America, non a Londra. Hai vissuto lì, con tua madre. Tuo padre è uno stronzo. Un maledetto stronzo. Giuro che se lo avrò davanti a me, lo prenderò a sprangate nel muso! » grido, iniziando a fare gesti strani con le mani, ma Harry resta fermo, a fissarmi. Sembra si stia prendendo del tempo per assimilare le cose che gli ho detto. Uh, forse ho esagerato, perché sembra parecchio turbato.

« Sei per caso schizofrenica? » mi chiede, di punto in bianco.

« Sono seria, Harry! Hai avuto un incidente, è vero. Mi hai salvato la vita, sì, mi sento già abbastanza in colpa, va bene? Ci avevano detto che fossi morto. Ho passato dei mesi infernali, il dolore di saperti morto e di non poterti rivedere più, mi stava uccidendo ogni giorno. No, non eri ubriaco. Una macchina ti ha preso in pieno, perché sarei dovuta essere io al tuo posto! Non puoi darmi della puttana, Harry, perché se ricordassi, ti prenderesti a pugni da solo. » non mi rendo conto di star piangendo, finché una lacrima non mi bagna il labbro. Mi affretto ad asciugarle, perché odio mostrarmi debole proprio ora, davanti a lui, mentre potrebbe benissimo distruggermi con le parole.

« Sei una bugiarda. Ho sempre vissuto qui, non è vero ciò che stai dicendo. Sei una fottuta bugiarda! » grida, facendo un passo indietro, prendendosi la testa tra le mani. Appoggia l'avambraccio sulla corteccia ruvida dell'albero, e appoggia la fronte di sopra.

« È la verità. Non ho alcun motivo di mentire. Non ci guadagnerei niente, visto che tra un paio di giorni me ne ritornerò in America. Ero venuta a Londra per visitare la tua tomba, non per trovarti qui vivo e vegeto. » mi avvicino a lui, mantenendo comunque un certo limite di distanza e sospiro.

« Ti amavo? » chiede, senza girarsi.

« Mi ami. » rispondo, avvicinandomi sempre di più, con il cuore in gola.

« Tu mi amavi? » continua a chiedere, e il suo tono di voce si affievolisce sempre di più.

« Ti amo. » gli dico, circondandogli il busto con le braccia, da dietro, appoggiando la guancia contro la sua schiena.

« Cosa ci faccio qui, allora? Perché non riesco a ricordare nulla? Perché non so neanche chi sei? Come faccio a sapere che non mi stai prendendo in giro? » mi stacco da lui e si gira verso di me.

« Segui il tuo cuore....che ne so, prendilo per mano e andate a farvi una passeggiata romantica, mentre ti darà consigli su cosa fare, perché sei davvero idiota, in questo momento. » dico e non riesce a trattenere un sorriso.
Mi fissa intensamente, e grazie alla luce del lampione, riesco a scorgere un lampo di speranza nei suoi occhi. Vuole ricordare, lo so. So che una parte di sé crede in me.

« Uh, certo. Se è vero che mi ami, perché stavi baciando il mio fottuto coinquilino? » cambia nuovamente atteggiamento, e giuro che tra poco sbatterò la testa contro l'albero, almeno saremo in due a non ricordare nulla.

« È stato lui a baciare me, mica il contrario! » alzo la voce, difendendomi, ma lui sbuffa una risata, passandosi le dita tra i capelli.

« Sì, immagino. » ribatte, scocciato, e fa per andare via, ma allungo la gamba e gli faccio lo sgambetto. Il problema è che l'ho preso talmente alla sprovvista, che perde del tutto l'equilibrio e cade a terra, sbattendo la testa.

« Ma porca puttana, quanto diavolo sei sfigato con 'sta testa! » grido, ma non dà alcun segno di vita. Oddio.
Mi inginocchio accanto a lui, iniziando a scuoterlo e lo sento mormorare qualcosa di incomprensibile.

« Sì, sì, capisco tutto, basta che non muori. » dico, dandogli qualche schiaffetto, finché non sento più niente. Non si muove più.

Ho ucciso il mio migliore amico.

« Svegliati, cazzo! È un pessimo momento per morire, Harry. » sono totalmente travolta dal panico. Tra poco muoio anche io di crepacuore.

« È così che sveglieresti un morto? » chiede, aprendo un occhio. Cosa? Mi stava fottutamente prendendo in giro? Apre anche l'altro occhio e mi scruta, con un sorriso da ebete in faccia. Cosa cazzo...

« Oddio, pensavo di averti ucciso! Imbecille. » grido, e tiro un sospiro di sollievo, alzando lo sguardo verso il cielo.

« Mads? » mi chiama, ma sono così arrabbiata con me stessa e con lui, che sto per piangere di nuovo. Oh, fottuta vita.

« Mads, penso di sentirmi male...» mormora, prendendosi la testa tra le mani. È un maledetto bipolare. Mads, un cazzo! Non ci casco più.

« Vai al diavolo, non è divertente. » gli dico, provando ad alzarmi in piedi, ma mi afferra il braccio, attirandomi verso di lui.

« Stai per piangere? Che ti è successo? » è così stordito, da sembrare ubriaco. Mi sta davvero prendendo in giro?

« Ma lo fai apposta? Sappi che non è divertente! Non puoi giocare così con i miei sentimenti, vaffanculo! Sei un killer di emozioni, devi marcire in prigione. » singhiozzo, ma lui prova a mettersi a sedere, allungando le braccia verso di me, stringendomi a lui.

« Piccola, giuro che se c'entra Shane, questa volta lo ammazzo davvero. Ho fatto qualcosa di male? » chiede, ma io resto pietrificata.

Cosa cazzo ha appena detto?

« Mads...mi spieghi dove diavolo siamo? » appoggia la fronte sulla mia spalla, gemendo dal dolore, ma non riesco ad aprire bocca. Sto sognando?

« Harry? Sei il mio Harry? » gli chiedo, prendendogli di scatto il viso tra le mani. Fa una smorfia di dolore e poi mi guarda in modo confuso.

« No, sono Nemo travestito da Harry. Ma che cavolo di domande fai? » chiede, arricciando il naso, guardandomi come se fossi pazza.

« Vorrei sapere perché la mia migliore amica mi sta guardando come se fossi un extraterrestre, anziché aiutarmi, perché penso di stare per vomitare o svenire da un momento all'altro. La mia testa, mi fa male. » si porta due dita sulla tempia, ma penso di stare per svenire io, prima di lui.

Uh, Harry :) Non ho nulla da dire, esprimetevi voi.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top