capitolo 56
I'll hold you when things go wrong
I'll be with you from dusk till dawn
Baby, I am right here.
Harry
Vorrei poter dire di aver dormito bene tutta la notte, ma non è così. Non pensavo che dormire con lei fosse così terribile. A parte il fatto che mi ha tirato certe gomitate nel sonno e si è lamentata continuamente, perché probabilmente stava male.
Non ho chiuso occhio quasi tutta la notte, perché avevo paura che si sentisse male e avesse bisogno di qualcosa. In ogni caso, non si è svegliata per niente e ha continuato a dormire. Non potrei dire la stessa cosa di me, che sto ancora cercando di addormentarmi del tutto, visto che non sono riuscito a chiudere occhio. Non è soltanto il fatto che lei mi abbia quasi ucciso nel sonno, ma ci ho riflettuto a lungo sui suoi atteggiamenti, sulle sue parole. Spesso cerca di alludere a qualcosa, e poi fa finta di niente. È come se volesse urlarmi qualcosa a pieni polmoni, ma non le è permesso.
Ora, finalmente, dorme beatamente accanto a me. Ha la testa sul mio petto, i suoi capelli per poco non finiscono nella mia bocca, inoltre mi fanno il solletico e mi viene da starnutire. Una sua gamba è tra le mie, il suo braccio è intorno alla mia vita, e sembra non voglia lasciarmi per niente.
Sto per crollare, ma la sento brontolare qualcosa nel sonno, penso, e cerca di alzarsi dal letto. Oh, no.
« Non provarci neanche. Continua a dormire, per favore. » le dico, senza aprire gli occhi.
« C'è una mela che mi fissa. » mormora, contro il mio petto. Ma che cavolo? Sta sognando?
« Non c'è nessuna mela, dormi. » le dico, sospirando. Apro un occhio e osservo la stanza buia. Quindi, tecnicamente, non è neanche l'alba. Potrei dormire un paio d'ore, se solo me lo permettesse.
« Mi mangerà. Le mele sono cattive. » mi stringe ancora più forte, e non capisco se sia sonnambula o sia ancora ubriaca.
« Sei al sicuro, nessuna mela ti mangerà. » le sussurro e l'abbraccio, mentre una mano si sposta tra i suoi capelli, accarezzandoli. Come diavolo potrebbe mangiarla una mela? Casomai è il contrario. Non smetterò mai di dirlo: è la ragazza più strana che io abbia mai conosciuto.
Sento il suo respiro farsi più regolare e allenta la presa intorno alla mia vita. Forse si è addormentata di nuovo. Non so cosa mi sta facendo, ma sto bene. La stringo a me e finalmente mi addormento.
****
Non appena apro gli occhi, la prima cosa che faccio è guardare la ragazza accanto a me. È un disastro anche mentre dorme.
Prendo il cellulare da sopra il comodino e guardo l'ora: le dieci e mezza. Beh, non mi sono riposato abbastanza, ma non mi lamento. Di sicuro ho dormito più delle altre volte. Ultimamente la mia mente sembra un tornado di pensieri. Non riesco a dormire bene, perché ho troppi pensieri per la testa, inoltre è come se dovessi ricordare qualcosa, ma non so cosa. Ogni volta che provo a concentrarmi, a focalizzare la mia attenzione su un'unica cosa, mi viene un mal di testa tremendo. Sono costretto a prendere quelle maledette medicine.
A volte mi sembra di avere le allucinazioni o di stare per impazzire. Vedo immagini, non chiare, ma le vedo. A volte sia da sveglio e a volte anche nei sogni. Mio padre dice che è normale, dopo il mio incidente. Quindi, il dottore mi ha prescritto queste medicine, che mi aiutano a tenere la mente fresca e senza cattivi pensieri. Onestamente, mio padre sembra più fissato di me. Ci tiene così tanto che io prenda queste pillole, che a volte mi chiama addirittura per ricordarmelo.
Mi stropiccio gli occhi e guardo di nuovo Maddie: ha la mano sotto il cuscino, mi dà la schiena, una gamba e un braccio sono a penzoloni verso il pavimento, e sta per cadere dal letto, me lo sento.
I suoi capelli le nascondono completamente il viso. È un casino. Un bellissimo casino, anche di mattina. La mia maglietta le si è alzata di poco, mentre i pantaloncini le stanno decisamente troppo grandi.
Sorrido e scendo dal letto, passandomi una mano tra i capelli, e vado verso di lei. La sposto delicatamente più in là, per impedirle di cadere a terra, e vado in bagno.
Mi guardo allo specchio e, non so per quale motivo, ma sorrido. Questa ragazza mi sta entrando, non soltanto sotto pelle, completamente nella testa.
Ritorno un attimo nella mia stanza e prendo dei vestiti puliti, poi ritorno in bagno e decido di farmi la doccia.
Non appena finisco, esco dal bagno, strofinando l'asciugamano sui miei capelli, per asciugarli un po'. Maddie dorme ancora, e questa volta occupa quasi tutto il mio letto, visto che dorme a pancia in giù, ma in una posizione strana.
Sta abbracciando il mio cuscino, così forte, come se stringesse me. Vado verso di lei e mi siedo sul letto, mentre inizio a scuoterla per la spalla.
« Altri cinque minuti, madre. » dice, con voce impastata dal sonno, stringendo ancora più forte il cuscino. Mi viene da ridere.
« Sono Harry, svegliati. » le dico, ma non dà alcun segno di vita. Quanto dorme?
Mi avvicino di più a lei, sporgendomi verso il suo viso, ma probabilmente le faccio il solletico con il mio respiro, perché alza una mano per colpirmi. Avvicino la bocca al suo orecchio per svegliarla, ma mi blocco, non appena la sento parlare.
« Harry...» brontola e mi mordo il labbro per non scoppiare a ridere. Mi sta sognando?
Sto per ribattere, ma parla di nuovo.
« Harry, no. No, no, no. » la sua voce si spezza, e penso sia il caso di svegliarla. Cerco di farla girare verso di me e noto già le lacrime scendere sulle sue guance.
« Ti amo, Harry. » e singhiozza. Porto il pollice sulla sua guancia e le asciugo le lacrime, dopodiché mi sdraio accanto a lei, e la stringo a me. Non so perché diavolo mi sta sognando, ma penso sia soltanto una cazzata. Non può amarmi, neanche mi conosce, penso. Ancora non ha risposto alla mia domanda. Sono sicuro che ci sia molto di più dietro alle sue parole. Il punto è che ho paura di scoprire la verità.
« Sono qui, Mads. Apri gli occhi, dai. » le dico, accarezzandole i capelli. Continua a mugugnare cose nel sonno, finché non apre gli occhi di scatto e si mette a sedere. Scruta la stanza e poi sospira.
« Buongiorno, Maddie! Finalmente ti sei svegliata. Ora vai in bagno, lavati, e poi raggiungimi in cucina, così facciamo colazione. » le dico, appoggiando la mano sulla sua spalla, ma lei non risponde. Ha la testa bassa, così mi piego leggermente, spostandole i capelli di lato.
Sta fottutamente dormendo. Di nuovo.
« Maddie, devi svegliarti, dai! » alzo la voce e mi spinge via, gemendo.
« Sono sveglia, cazzo. Non gridare. » si alza dal letto, tenendo gli occhi chiusi e ora sì che mi fa paura. Mi alzo e le guardo il viso. Apre un occhio e mi fissa, con la fronte corrucciata.
« Vedi? Sono perfettamente sveglia. » mormora e poi socchiude gli occhi, andando verso il bagno. Ma sembra uno zombie. Come fa a camminare ad occhi chiusi?
Scuoto la testa e mi dirigo in cucina.
Non so cosa è abituata a mangiare la mattina, quindi metto sul tavolo un po' di tutto.
Preparo le uova con il bacon, mettendole su due piatti, perché so che Michael si farà vedere soltanto per ora di pranzo, e tiro fuori anche i cereali, il latte, brioche, succo di frutta e della frutta.
La aspetto, ma non si fa vedere. Sospiro e vado verso il bagno, iniziando a bussare.
« Maddie, sei ancora viva? » le chiedo, ma non risponde. Mica è morta davvero?
Busso un'altra volta, ma non risponde. Decido, quindi, di abbassare lentamente la maniglia della porta e per fortuna non si è chiusa a chiave.
Ma quello che ho davanti mi lascia senza parole.
Maddie è seduta sul bordo della vasca, con la testa appoggiata al muro, lo spazzolino in bocca e il tubicino di dentifricio in una mano, mentre dorme.
Vado davanti a lei e appoggio le mani sulle sue spalle, scuotendola.
« Ti vuoi dare una svegliata, Mads? » grido e lei sussulta, aprendo gli occhi.
Toglie lo spazzolino dalla bocca e mi guarda male.
« Ti ho detto che sono sveglia, stavo facendo yoga. Ora ti raggiungo in cucina, vai. » mormora, alzandosi in piedi.
Ritorno in cucina, sperando che faccia veloce, dato che sto morendo di fame, ma voglio aspettarla. Mi siedo sullo sgabello e l'aspetto.
Entra in cucina, con ancora i miei vestiti addosso, e per poco non scoppio a ridere. Ci potrebbe entrare un'altra lei in quei vestiti. È piccola rispetto a me.
« Oddio, cibo! » esclama, sedendosi di fronte a me.
« Non so cosa ti piace mangiare, quindi ho preparato- »
« Mangio tutto. » mi interrompe, iniziando a mangiare.
« Tutto...in che senso? » le chiedo, iniziando a consumare anche io la mia colazione.
« Nel senso, tutto ciò che ho davanti, lo mangerò. Sei davanti a me, Harry. Dovresti preoccuparti un po'. » dice, seria.
« Ti piacerebbe, nanerottola. » dico, ridacchiando.
« Piacerebbe anche a te, fidati. » mi mostra il pollice in su e per poco non mi strozzo con il bacon.
« Scusami? Per caso sei ancora ubriaca? » le chiedo, guardandola male. Perché diavolo parla così?
« Sono sobria, idiota. Vuoi dire che non faresti sesso con me? » la sua domanda mi lascia senza parole. Cosa diavolo si è fumata in bagno?
« Non mi sembra opportuno parlare di queste cose, mentre stiamo facendo colazione. » mi schiarisco la gola, cercando di cambiare argomento.
« Mi ispiri sesso, Harry. Tanto sesso. » si prende il viso tra le mani, mentre continua a masticare e mi osserva. L'ho già detto che sa essere anche inquietante? Ma allo stesso tempo è... adorabile.
« Ti prego, mangia e stai zitta. » le dico, continuando a mangiare, sperando che stia zitta veramente.
« Mi desideri almeno un po'? » continua a chiedere e sento il tonfo della mia forchetta contro il piatto, mentre mi prendo la testa tra le mani.
« Non provocarmi, Maddie. Mangia la tua fottuta colazione in silenzio. » alzo lo sguardo verso di lei, e la trovo sorridente, mentre mi fissa in modo... malizioso?
« Tanto io e te faremo sesso, prima o poi. Ovviamente spero prima, che poi. »
« Sei vergine? » le chiedo, magari è questo il motivo del suo comportamento da pazza. Magari sta cercando qualcuno con cui perdere la verginità. Tipico.
« Cosa c'entra il segno zodiacale, ora? Sono capricorno, comunque. » continua a sorridere, divertita, e faccio finta di non aver sentito.
Continuiamo a mangiare in silenzio e per fortuna non apre più bocca per sparare cazzate. Davvero, io non capisco questa ragazza. Fino a poco fa stava dormendo in piedi, e ora mi sta provocando. È bipolare?
« Harry, sei Harry Potter. Lo sai? Quella cicatrice lì...» dice, indicando il mio sopracciglio « Come te la sei fatta? »
« Incidente stradale. » rispondo, non troppo felice di aprire questo argomento.
« Sei stato investito? » chiede, deglutendo.
« Qualcosa del genere...» rispondo, e sospiro, sperando che colga il significato. Non ne voglio parlare.
« In che senso? Puoi dirmelo, sai? » mi guarda, cercando di intenerirmi. Oh, fanculo.
« Non so esattamente cosa sia successo, in realtà. È un casino, Maddie, non ne voglio parlare. » mi prendo il viso tra le mani, e strofino i palmi sulle mie guance.
« È stato così terribile? » continua a chiedere, ma la sua voce si sta spegnendo poco a poco.
« È successo tre mesi fa, più o meno. È ciò che mi ha raccontato mio padre. Uh, ero, penso, ubriaco. Avevo litigato con una ragazza, apparentemente la mia ragazza. Non è una tra le persone migliori, a quanto pare. Mio padre mi ha raccontato soltanto poche cose, perché avrebbero potuto farmi male. Mi ha detto soltanto che era una...uh, una troia succhia soldi. È così che l'ha definita, ma io non ricordo nulla. Il dottore mi ha detto che non ricordo, perché l'impatto è stato troppo forte, quindi ho rimosso questo ultimo accaduto dalla mia mente. » mi mordo il labbro e alzo lo sguardo per incontrare i suoi occhi. Pensavo di trovarla con un'espressione dispiaciuta, invece sembra incazzata.
« Poi? » chiede, stringendo i pugni.
« Nulla, non ricordo lei, e onestamente non voglio ricordarla. Per me è morta, e ora sto bene così. Per colpa sua ho guidato da ubriaco, per colpa sua stavo per morire, quindi non voglio più parlarne. Se è un'altra delle puttane che cercano di infilarsi nel mio letto e nel mio portafoglio, allora preferisco chiudere il discorso, se non ti dispiace. » le dico, alzandomi in piedi. Prendo i piatti e li metto nella lavastoviglie, dopodiché mi giro verso di lei, ma la sua mente sembra altrove. Ha l'espressione triste, sembra che stia per piangere.
« Stai bene? » le chiedo e annuisce. Ma so che sta mentendo.
« Sai, c'è una frase che negli ultimi mesi ho continuato a ripetermi. » sorride tristemente e alza lo sguardo verso di me.
« A volte devi sanguinare, per imparare a curarti da solo le ferite. » dice e si alza in piedi, nascondendo il suo dolore dietro ad un sorriso.
« Già, è vero. Su, vieni con me, odio essere triste. » le faccio segno di seguirmi nella mia stanza e mi segue, senza dire niente.
Maddie
Ucciderò suo padre con le mie mani. Gli ha riempito la testa di stronzate, ora, se Harry dovesse scoprire la verità, probabilmente mi odierà ancora di più. Non sono una fottuta puttana, e glielo dimostrerò. Non gli ha detto neanche una minima cosa dell'accaduto, e lo ha mentito per tutti questi mesi.
Ora, da quando Harry mi ha confessato la "verità", sembra diverso. So che probabilmente è stato difficile per lui aprire l'argomento, ma dovevo sapere la verità. E ora che la so, rischio di andare in prigione. Oh sì, a costo di ammazzare suo padre. Nonostante mi abbia portata qui, nella sua stanza, per tirarmi su il morale, lui sembra comunque giù.
Odio vederlo così assente. È da dieci minuti che sta fermo, guardando un punto fisso, senza dire nulla. A volte vedo le sue labbra muoversi, come se volesse dire qualcosa, ma non so cosa gli passa per la testa. Non so come aiutarlo, non riesco a farlo. A questo punto penso che non si ricorderà più di me. La sua mente deve fare davvero schifo, se mi ha rimosso così facilmente dai suoi ricordi.
« Mads? » mi chiama, girandosi verso di me, e ho un colpo al cuore ogni volta che mi chiama così.
« Cosa c'è? » gli chiedo, ma ha lo sguardo smarrito, come se volesse dire qualcosa, ma non sa neanche lui cosa. A cosa pensi, Harry?
« Vuoi suonare con me? » chiede, di punto in bianco, alzandosi dal letto. Non sembra neanche interessato a sentire la mia risposta, perché prende la chitarra in mano e si siede su una sedia.
« Uhm...va bene, spero soltanto di non fare così schifo. » dico, e vado a sedermi davanti alla tastiera, leggermente emozionata. Penso sia la prima volta che suoniamo insieme, e sono nervosa. Voglio dire, tempo fa mi insegnava a suonare, e oggi suono per lui. Penso di stare per svenire.
« Harry? Cosa vuoi che suoniamo? » gli chiedo, e si prende il mento tra indice e pollice, riflettendo. Abbassa lo sguardo, mantenendo l'espressione seria, e dopo lo rialza.
« Suoniamo Happier, per favore. » il suo viso sembra sofferente, e non mi spiego il perché. Sembra turbato, quasi su un altro pianeta. Perché ha scelto proprio questa canzone?
« Non possiamo suonare un'altra? » chiedo, mordendomi il labbro, deglutendo.
« No, Maddie. Voglio suonare questa canzone, ora. » ribatte, leggermente nervoso.
« Ti senti bene? » gli chiedo, appoggiando la mano sul suo braccio e lui annuisce, senza guardarmi. Mi fa stare male vederlo così. Sembra in conflitto con se stesso.
« Sto bene. Voglio cantarla. » sento già i primi accordi, e lui mi guarda negli occhi.
« Hai detto che non suoni per le ragazze...hai detto che è una cosa intima. » mormoro, sempre più emozionata. Ma lui sembra totalmente ipnotizzato, perché inizia a cantarla, senza distogliere lo sguardo dal mio.
E inizio a suonare anche io, nonostante io giri la testa verso di lui quasi ogni secondo, per trovare il suo sguardo ancora puntato su di me.
« Ain't nobody hurt you like I hurt you, but ain't nobody love you like I do » sento la sua voce così carica di emozione, che mi fa stare con il nodo nella gola. Non posso suonare come se niente fosse, perché lui non sa quanto sia importante questa canzone per noi. Perché non si ricorda?
« But my darling, I am still in love with you. » la sua voce si affievolisce, mentre continuiamo a guardarci negli occhi, senza smettere di suonare, senza che lui smetta di cantare.
E lasciamo che la musica faccia fondere le nostre anime, che continuano ad amarsi in silenzio, mentre i nostri cuori cercano di raggiungersi, ma so che il buco nei suoi ricordi glielo impedisce.
« Baby, you look happier, you do, I knew one day you'd fall for someone new » continua a pizzicare le corde della chitarra, mentre io chiudo gli occhi, per impedirgli di leggermi dentro anche questa volta. Capisce tutto, e al contempo non capisce niente.
« Just know that I'll be waiting here for you.» non mi sono resa neanche conto che sia arrivato alla fine. Smette di suonare, ma io ripenso ancora alla sua voce. Mi è mancato così tanto sentirlo cantare, con me, per me. E non so perché, ma soffrire per lui, non è un problema. Se è il dolore a legarmi a lui, allora preferisco soffrire in silenzio, soltanto per sentirlo con me.
Ti amerò sempre, Harry.
« Mads... » mi chiama, ma non ho il coraggio di girarmi verso di lui. È troppo per me, per il mio cuore.
« Mads... Perché stai piangendo? » chiede, posando la chitarra a terra. E come faccio a spiegarglielo?
« Uh, mi emoziono sempre...» e non è del tutto una bugia, perché questa canzone mi fa emozionare ogni volta che l'ascolto, perché è stata la canzone con la quale Harry mi ha fatto capire di amarmi; la canzone con la quale aveva deciso di lasciarmi andare; la canzone attraverso la quale mi ha augurato di essere felice con un altro, senza di lui. Perché lui aveva rinunciato alla sua felicità, ancora una volta, per me.
E mi piego su me stessa, appoggiando la testa contro la tastiera, scoppiando a piangere. E vorrei essere più forte, ma fa male come la prima volta.
« Ehi, cupcake...» sento la sua voce più vicina, e due braccia che mi stringono da dietro. E non voglio illudermi, perché so che non sta ricordando niente. Stringo gli occhi, sentendo il mio corpo scosso dai singhiozzi. Perché lui parla, e neanche se ne rende conto di certe cose. Io continuo ad essere la sua Mads, il suo cupcake, il suo cuore lo sa.
E non so perché, ma resto in questa posizione, a testa bassa, mentre continuo a piangere e lui che mi stringe a sé.
E non so dove trovo la forza di girarmi verso di lui e guardarlo, trovandolo a testa bassa, con ancora le sue mani intorno alla mia vita.
« Harry? » la mia voce spezzata fa alzare il suo sguardo verso di me, e mi si blocca il respiro. Ha gli occhi lucidi e l'espressione triste, come ce l'aveva quando eravamo a New York, e ha pianto insieme a me.
« Perché? » mi chiede, abbassando nuovamente la testa, aumentando la stretta sulla mia vita.
« Cosa, Harry? » gli chiedo, in un sussurro.
Si alza in piedi, prendendosi la testa tra le mani, e inizia a fare avanti e indietro.
« Perché sto male, quando stai male tu? Perché mi fa così male? Perché ti sento così dentro di me, come se fossi un pezzo mancante? Dimmi perché! » grida, premendo le dita sulle tempie, accasciandosi a terra. E mi si spezza il cuore, perché non riesco a vederlo così.
Mi abbasso sulle ginocchia, strisciando verso di lui, ma si scansa.
Un gemito di dolore esce dalle sue labbra, quasi come urlo. E non so cosa fare, non so come comportarmi, io non so come aiutarlo.
« Harry? Dimmi cos'hai, ti prego. Stai male? » cerco di avvicinarmi di più, ma la sua espressione furiosa, mi fa gelare il sangue nelle vene.
« Vattene! Devi andare via. » ringhia, chiudendo gli occhi, stringendoli così forte, come se provasse dolore.
« Posso aiutarti- »
« Le mie medicine, ho bisogno delle mie medicine! » continua a gridare, alzandosi in piedi, ma barcolla, come se fosse ubriaco. Continua a tenersi la testa tra le mani e geme.
« Oddio, esci dalla mia testa! » urla, andando verso la porta, aprendola.
« Sono qui, Harry. Lasciati aiutare! » gli afferro il braccio, ma sembra totalmente fuori di sé.
« Sei ovunque! » urla un'ultima volta, prima di dirigersi verso il bagno e chiudersi dentro. Che medicine sta prendendo? Perché sta male? Forse si stava finalmente ricordando di me. Ma perché le medicine?
Batto il palmo della mano contro la porta, sperando che mi apra, ma lo sento mentre continua a gemere, e mi fa male non poterlo aiutare.
Non so quanto tempo sia passato esattamente, ma sono ancora seduta qui per terra, mezza addormentata, e Harry non è ancora uscito dal bagno.
« Maddie, che diavolo ci fai qui? » sento la voce di Michael, e alzo lo sguardo verso di lui. Ha l'espressione assonnata e confusa allo stesso tempo. Presumo che si sia svegliato ora.
« Harry si è sentito male, non cosa abbia, ma si è chiuso in bagno da troppo tempo e ho paura- »
« Oddio, di nuovo? » chiede, preoccupato. Serra le labbra e allunga la mano verso di me, per aiutarmi ad alzarmi. Che significa di nuovo?
« Perché di nuovo? » gli chiedo, sfregando le mani sul viso, confusa.
« Gli capita, ogni tanto. Prova dolore alla testa, soprattutto quando suona certe canzoni. » fa spallucce, come se fosse abituato.
« Per quale motivo? »
« Non lo so. Ma vede cose, a volte penso sia pazzo, e ha paura perfino lui. Mi ha raccontato spesso di vedere immagini sfocate, ma non riesce a reggere il dolore e deve prendere le sue medicine, che lo fanno tornare come prima. » mi spiega, e vedo il suo viso incupirsi. Non capisco, Harry avrebbe dovuto ricordare da tempo, allora perché prende le medicine?
« Sai, per caso, quando uscirà dal bagno? Fa sempre così? » gli chiedo, evitando il suo sguardo.
« Tra poco dovrebbe uscire, non preoccuparti. Non è una novità, ormai. L'ho visto già in queste condizioni, stai tranquilla. » cerca di rassicurarmi, ma non riesco a pensare ad altro, se non a lui e al suo sguardo addolorato.
« Vado a mangiare, mi trovi in cucina, se hai bisogno di me. » fa spallucce e si allontana, sbadigliando. Come fa ad essere così tranquillo?
Mi appoggio al muro e subito dopo la porta si apre e Harry esce come una furia, venendo verso di me.
La sua figura torreggia su di me, mentre mette le mani ai lati della mia testa.
« Sono io la persona che non si ricorda di te? Rispondi, ora. » me lo ordina, a denti stretti. Diamine, è incazzato, davvero molto incazzato.
« Harry, possiamo parlare quando ti calmi, davvero- » cerco di dire, ma ride in modo sarcastico.
« Sono io, vero? »
« Sì, sei tu, Harry. » sospiro, e non trovo più la forza di guardarlo negli occhi. Tira un pugno poco sopra la mia testa e si allontana da me.
« Sei tu la mia ex ragazza, vero? Sei tu quella per la quale sono quasi morto, giusto? » continua a chiedere, ridendo nervosamente. Oddio, sembra pazzo.
« Posso spiegare, Harry- »
« Puoi spiegare, un cazzo! Avrei dovuto capirlo prima. Dio, che stupido! » si colpisce la fronte, continuando a ridere nervosamente « Stavi cercando di fottermi la testa un'altra volta, vero? Ecco perché cerchi a tutti i costi di starmi tra i piedi. Ecco perché nel sonno hai detto di amarmi! Sei una fottuta doppiogiochista! Vattene, ora. » mi prende dal braccio e mi trascina verso la porta d'ingresso.
« Harry, non parlarmi così. Te ne pentirai, non farlo. Ti sentirai in colpa, perché sai anche tu che non è così, maledizione! Non sono una fottuta puttana, lo sembro, per caso? » grido, premendo i palmi delle mani sul suo petto, spingendolo. Lui mi guarda con odio.
« Vattene, ora. Esci dalla mia vita, cazzo. Non ti voglio vedere mai più. Non sei niente per me, sei soltanto morta. »
« Non è vero, Harry. Non puoi parlarmi così. Ti ho sempre dato tutta me stessa, così come hai fatto tu. Noi siamo molto più di questo. Non siamo così, non lo siamo mai stati. » ormai sto piangendo, ma lui sembra totalmente impassibile.
« Esci fuori, non lo ripeterò un'altra volta. »
« Devi smetterla di prendere quelle medicine, Harry. Devi ricordare, ti prego. » cerco di afferrargli il braccio, ma lui mi spinge verso la porta.
« Quelle medicine sono il rimedio al danno che tu hai fatto. Grazie a quelle sto bene, mentre per colpa tua sono stato quasi un mese in coma e non ricordo più un cazzo! »
« Harry, che cazzo stai facendo? » Michael ci guarda in modo confuso, ma Harry alza gli occhi al cielo.
« Mi stai distruggendo, Harry... Pensavo che la tua morte facesse male. Ma saperti vivo e senza ricordi, mi uccide davvero. E io non voglio e non posso più soffrire come mesi fa. Mi stai facendo cadere a pezzi, e non è da te. Il mio Harry mi avrebbe impedito di sgretolarmi davanti a sé. » dico, prima di uscire dal suo appartamento e andare verso il mio, nonostante abbia ancora i suoi vestiti addosso. Lo sento chiudere la porta, mentre suono il campanello.
Non appena Jack apre la porta, mi guarda, dopodiché mi abbraccia, e io crollo, di nuovo.
« Perché il dolore deve portare sempre il nome di una persona? » gli chiedo, abbracciandolo ancora più forte.
Povero Harry, ha la testa piena di stronzate, per colpa di suo padre. OMG. Però succederanno cose belle 😏
Lo ripeto per la millesima volta: aggiorno due volte alla settimana, ma non ho dei giorni stabiliti. Ho aggiornato oggi, e ora potrei aggiornare domani così come potrei aggiornare domenica. COME MI CAPITA. Quindi evitate di chiedermelo in continuazione, perché non vi risponderò, dato che non so. 😊
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