capitolo 46

Oggi è il mio compleanno, yee. 🙈


Sono passati giorni dalla morte di Harry, ed è come se avessi smesso di vivere.
Vorrei andare avanti, provare ad alzarmi, ma è inutile. Non saprei spiegare come mi sento, perché è troppo difficile. Che sia la prima volta che mi sento così, è ovvio. Forse con la perdita di Harry, ho imparato ad apprezzare di più la vita.
Ho capito il valore di un attimo, il valore dell'amicizia, dell'amore.

Prima dell'amore, c'è l'amicizia, è vero. Harry è stato per me il mio migliore amico, mio fratello, il mio guerriero, la mia anima gemella. L'unica cosa di cui mi pento, è non averlo ammesso prima.

E ho capito il valore di un attimo. Perché basta un attimo a fare sgretolare il castello costruito con i miei sogni, con le mie speranze. Non credo che arriverà mai il giorno in cui supererò davvero la morte di Harry. È come se fossi morta insieme a lui. La mia anima è vuota, sono soltanto un corpo che cammina. E mi aveva promesso che ci sarebbe stato per me sempre, che non avrebbe più permesso a nessuno di farmi male.

Lo aveva promesso, e io cosa gli ho promesso in cambio? Ha fatto sempre di tutto per me, ha messo sempre la mia felicità al primo posto.
Mi ha sempre dato un po' fastidio, quando metteva sempre me al primo posto, e mai lui. E so di non essere stata una migliore amica con i fiocchi.
So che, probabilmente, gli veniva naturale farlo, così come succedeva a me.

Ma tutte le volte che l'ho ferito, l'ho fatto inconsapevolmente. Inutile dire che il mio odio per me stessa stia aumentando, soprattutto per non essere riuscita a fare niente per lui.

L'ho stretto tra le mie braccia, e non sono riuscita a vedere altro, se non due occhi verdi che si stavano spegnendo. Due occhi che mi volevano comunicare tanto, forse avrebbe voluto dirmi ti amo un'ultima volta.

Non ha avuto neanche la forza di stringermi la mano. La vita è così ingiusta e anche la morte, perché non gli ha permesso di salutarmi prima di andare via. Si è semplicemente spento, non sopporto l'idea di non saperlo più con me, soprattutto di non aver visto il suo viso un'ultima volta. Me lo sarei meritata, più di tutti gli altri.

Odio suo padre, e odio me per abitare in un altro continente, sempre più lontana da lui. Non potrò neanche andare alla sua tomba e portargli i fiori.

Non potrò neanche sedermi accanto alla sua lapide e parlare con lui di tutto ciò che mi capita, giorno per giorno.
Non posso sentirlo vicino, neanche così.

L'unica cosa positiva nella mia vita, mi è scivolata tra le dita. Ed è inutile dire che ogni sera mi reco sul tetto a guardare le stelle, sperando che lui mi possa guardare. Inutile dire che negli ultimi giorni gli ho mandato messaggi, anche se non ho mai ricevuto risposta.

Eppure lo sento nel cuore, e vivo con la speranza che un giorno, pur sembrando una follia, il mio cellulare lampeggi e che io legga il suo nome.

E non posso, davvero, vivere senza di lui. Ho sempre pensato che la cazzata del ''non vivo senza di te" fosse scontata, ma ora che lo vivo sulla mia pelle, posso confermarlo. Certo, continuo ad essere viva, cammino, mangio, dormo, ma dentro sono morta. E imparerò a vivere di ricordi, perché almeno quelli non cambiano.

Qualcuno bussa alla porta della mia stanza, e non trovo neanche la forza di alzare la testa dal cuscino. Non mangio come prima, non dormo, ho saltato la scuola. Non ho voluto vedere nessuno, e continuo a respingere tutti.

« Tesoro... C'è Jolene, vorrebbe- »

« Falla andare via, non voglio parlare. » ribatto, restando con lo sguardo fisso sul soffitto. Aspetto che chiuda la porta, ma, anzi, si spalanca del tutto, ed entrano Jolene e Alex. Sospiro e chiudo gli occhi. Più che altro, so che mi diranno tutti la stessa frase.

Sei forte, Maddie. Harry non vorrebbe vederti così. Devi superarlo.

Jolene si siede sul mio letto, accanto a me, e mi guarda, addolorata. Alex, d'altro canto, si siede per terra, guardando in modo strano Nemo, che sta in un angolino, a non fare niente.

Forse gli ho trasmesso tutta la mia tristezza, perché negli ultimi giorni mi è rimasto accanto, come se capisse la mia situazione. E, onestamente, solo lui non ho mandato via.

« Non ti chiederò come stai, perché noi siamo nella tua situazione. So che il tuo dolore non è paragonabile al nostro, ma di certo non facciamo i salti di gioia. » mi prende la mano, accarezzandone il dorso, e annuisco.

« Io spero che lui esca dalla tomba e dica " Ah, vi ho fregati " » sussurra Alex, abbassando lo sguardo.

« So che non dovrei, ma vogliamo dirti di venire a scuola. Stare a casa ti fa male, perché non fai altro che pensare e pensare ancora. So che lo vedrai dappertutto, ma avrai noi, Maddie. Non ti lasceremo sola, te lo promettiamo. Non ti faremo sentire sola, ci puoi giurare. » ripete Jolene, sicura di sé.

« Io comunque ho parlato con il professore...» dice Alex, grattandosi la nuca, deglutendo. Alza lo sguardo verso di me e serra le labbra.

« Di cosa? » chiedo, aspettandomi, comunque, una brutta notizia.

« Mi ha detto di aver parlato con il padre di Harry, in ospedale. Sembra che abbia  ordinato al dottore di staccare la spina, dato che Harry era entrato in coma, e forse non ci sarebbe stata più alcuna speranza per lui...» corruga la fronte, pensieroso. Alex continua a farsi film mentali, forse peggio dei miei.

Mi tiro su, mettendomi a sedere, e appoggio i piedi per terra, guardando in faccia Alex.

« Si sarebbe potuto svegliare! Non erano passate neanche tre fottute ore, da quando eravamo arrivati in ospedale. Per quale stupido motivo avrebbe dovuto staccare la spina così in fretta? » grido, alzandomi in piedi, ma ho subito un capogiro. Jolene mi afferra il braccio, aiutandomi a sedermi di nuovo.

« Appunto... A meno che suo padre non l'abbia voluto morto, ma mi sembra un po' da pazzi. » borbotta Alex, alzandosi da terra.

« Siamo passati da Sarah in questi giorni, ma non c'è. È ovvio che sia partita. » Alex si appoggia al mio armadio, tenendo le braccia incrociate.

« Ti ha dato la colpa e non ti ha permesso di vederlo un'ultima volta, io non capisco il perché. Voglio dire, se fosse stato morto, che cosa gli sarebbe cambiato? Non avresti mica rubato il corpo...» alzo lo sguardo verso di lui, e non posso fare a meno di sorridere tristemente. Perché, se avessi potuto, lo avrei fatto davvero.

« Infatti, non capisco...» mormora, Jolene.

« Ti abbiamo portato delle cose, comunque... » afferma Alex, venendo nuovamente verso di noi. Fa un cenno col capo a Jolene e lei annusice, prendendo dallo zaino una macchina fotografica e una busta di carta.

« Pochi giorni prima della gita, Harry era venuto a casa mia, avevamo parlato un po', avevamo messo a confronto le nostre foto, e aveva dimenticato queste da me... Penso sia giusto che tu le tenga...» dice, allungandole verso di me. Questa è la macchina fotografica che gli ho regalato io.
Metto la busta di carta sulle gambe, e una lacrima scivola sulla mia guancia, bagnando la carta.

« Queste, invece, uhm... è merito mio, ma penso sia una cosa bella...» dice, sorridendo timidamente. Non ho mai visto Jolene a disagio, e ora la sua faccia è un misto di tristezza e imbarazzo.

Alex, invece, sorride tristemente e si abbassa sulle ginocchia, davanti a me, mettendo le mani sulle mie gambe.

« Andrà bene, Maddie... Ora noi usciremo fuori, tu prenditi il tempo necessario per guardare, e poi rientreremo, va bene? Ti vogliamo bene... » mi dà un bacio sulla fronte, e annuisco. Si alzano e mi guardano un'ultima volta, prima di uscire dalla mia stanza e chiudersi la porta alle spalle.

L'unica persona che non ho ancora visto, e non so neanche se riuscirò a vedere, è Shane. Ho vietato a mia madre di farlo entrare, ho chiuso bene la finestra, per non vederlo. Non posso dimenticare il fatto che mi abbia mentito e preso in giro. Anche se, so che non riuscirò ad evitarlo per sempre.

Non so se guardare prima la macchina fotografica, o aprire la busta.
Sospiro e inizio ad aprire la busta di carta, con il cuore che minaccia di uscirmi dal petto e le dita che mi tremano. Ho paura di ciò che potrei trovarmi davanti.

Di certo non sarà una mela, però...

Rido, tra le lacrime, e inizio a tirar fuori dalla busta delle foto.

Foto che ha fatto Jolene. Fisso attentamente la prima e stringo così forte i denti, che ho paura di romperli. Non posso credere a ciò che vedono i miei occhi.

La prima foto che ho tra le mani, è quella dove ho dato il primo bacio a Harry, davanti alla scuola.
Harry tiene il mio viso tra le sue mani, e soltanto ora capisco, quanto l'incastro tra le nostre labbra fosse perfetto. Perché, quel bacio è stato molto di più.

La seconda foto ritrae noi due al parco, abbracciati. E mi ricordo questa scena. È stato quando avevo beccato Harry e Jolene al parco, a fare foto. Ho disprezzato Jolene soltanto per la sua ostilità, e perché sembrava me lo volesse portare via.

Ma, ora, guardando tutte le altre foto, che ritraggono tutte me e Harry nei momenti più belli, non posso fare altro che piangere.

Piango, perché Jolene non ha fatto altro che fotografarci. Non capisco il perché, ma l'ha fatto. Ecco perché, quando era con noi, aveva sempre la macchina fotografica tra le mani, sempre ad armeggiare con il cellulare.

Io odio fare foto, e pensavo che non avrei mai avuto qualcosa di Harry. E, ora, vedere tutte queste foto di noi, è assurdo, è la cosa più bella che io abbia mai ricevuto.

Finisco di guardarle, e tiro fuori quella che assomiglia ad una specie di agenda. Sfoglio la prima pagina, leggendo il nome di Harry, riconoscendo subito la sua calligrafia. Sorrido spontaneamente, passando le dita sopra la scritta, e mi mordo il labbro per non urlare.
Stringo, poi, la macchina fotografica tra le mani e mi faccio forza, prima di accenderla.

All'inizio trovo un po' di tutto; Harry amava davvero fare foto. Secondo lui, le foto sono la creazione più bella, perché tutto resta uguale, anche quando le cose cambiano in realtà, anche quando invecchi, nelle foto resterai sempre giovane.

Tra le foto, mi soffermo su una in particolare, e mi sembra di averla già vista da qualche parte.

Inclino la testa, zoomando la foto e sgrano gli occhi, non appena capisco di essere io, girata di spalle, mentre dormo.

Non è tanto la foto ad avermi spaventata, ma il punto è che questa foto l'ho vista sul blog di quel ragazzo.

Afferro il cellulare da sotto il cuscino e, con dita tremolanti, apro la schermata di Google, entrando subito su quel blog.

Scorro tra le foto, sia sul blog, e sia su quelle che ci sono sulla macchina fotografica, e mi rendo conto che la maggior parte siano uguali.

E lui non avrebbe mai mandato le mie foto ad un'altra persona.

E non posso fare a meno di mordermi la lingua, piangendo a dirotto, perché so che è stato lui sin dall'inizio.
Dannazione, mi sento stupida anche per questo motivo. Mi biasimo, perché soltanto con lui ho tenuto i fottuti occhi chiusi tutto il tempo.

Il mio corpo è scosso da singhiozzi, non appena i miei occhi leggono una didascalia.
E il mio cuore non può reggere, semplicemente perché questo è troppo.

" E ti amerò, anche quando non te lo potrò dire. "

Ed è come se l'avesse pensata bene questa frase. È come se il destino ci stesse giocando un brutto scherzo.

Poso il cellulare e la macchina fotografica sul letto, prendendomi la testa tra le mani, continuando a piangere.

Riprendo l'agenda tra le mani, decidendo se leggere o no. Ormai sembro un fiume in piena, non riesco a fermarmi, non potrebbe farmi più male di così.

Singhiozzo, sfogliando ogni pagina, e mi fermo su una in particolare, dopo aver letto le sue idee, pezzi di canzoni, forse.

Mi hai chiesto cos'è l'amore, e non ho saputo risponderti. Mi hai detto di fingermi innamorato, perché volevi a tutti i costi una risposta da parte mia. Avrei potuto dartela, in realtà, senza fingere.
Sinceramente, ne è passato un bel po' di tempo, da quando non penso all'amore. Forse, perché dopo la mia ultima ragazza, mi sono quasi imposto di non innamorarmi più.
Non ho saputo risponderti, quindi mi sono messo a scriverlo, anche se non lo leggerai mai. A volte mettere i pensieri per iscritto, è molto più semplice.

Farò come hai detto tu, Mads. Fingerò di essere innamorato e ti risponderò.

Posso anche sbagliare, ma tanto so che queste parole rimarranno per sempre scritte qui, e non saranno mai sotto i tuoi occhi.

Dunque, se fossi innamorato di te, ti direi che l'amore crea davvero cose belle, basta vedere noi.
L'amore è apprezzare i tuoi piccoli difetti, anziché i pregi. I pregi li amano tutti, i difetti no. E, notare tutte quelle piccole cose, che gli altri danno per scontato, io lo chiamo amore.

Come quando sei arrabbiata e arricci il naso, assumendo quell'espressione carina. Forse l'amore è sapere le cose, che gli altri non sanno di te.

Non sanno che, prima di mangiare la frutta, la tagli, controllando pezzettino per pezzettino, perché hai paura che ti capiti qualche verme, dopo la tua esperienza con le mele.

Nessuno sa che, a volte, la mattina, ti lavi i denti prima di fare colazione e anche dopo.

Nessuno sa che ami più il cibo, che le persone. O, forse, questo si è capito già. Nessuno sa che, quando sei sola a casa, non ti togli il pigiama di dosso, e guardi serie tv, finché non rischi di mettere due mollette agli occhi, a costo di tenerli aperti ancora.

Nessuno sa cosa ami mangiare di più, e cosa no.
O forse che ti mangi sempre i pomodorini della mia insalata, perché la lattuga ti fa schifo.

Forse che ami di più i film d'azione, che quelli d'amore.

Non ti piace leggere, ma leggeresti a vita Harry Potter.
La maggior parte delle volte, vai in biblioteca soltanto per sentire l'odore dei libri, e non per studiare davvero.
Hai poca fiducia in te stessa, ma io credo in te. Sono sicuro che saresti anche più brava di me a scuola.

Odi le canzoni d'amore, ma le ami quando te le canto.
So che ami far impazzire tua madre, soprattutto quando rutti a tavola, soltanto per farla esaurire. Quello che non sai neanche tu, è che, quando dormi tra le mie braccia, ti svegli molto più tardi del solito.

Parli nel sonno e, a volte, le tue parole fanno male, perché non so cosa pensare. Non so neanche se sogni, oppure è la verità.

E, sai una cosa, Maddie? Forse l'amore sei tu.

E io ho appena realizzato di amarti davvero.

Chiudo l'agenda, mettendomi ad urlare, cercando di liberarmi di tutto il dolore che mi sta attanagliando l'anima.
Cado in ginocchio, le mani sulle orecchie,  le lacrime che continuano a scendere. Mi chiedo quante lacrime verserò ancora, quante me ne resteranno alla fine?

La porta si spalanca e Jolene e Alex entrano di corsa, mettendosi accanto a me. Mi abbracciano entrambi, confortandomi, ma loro sapevano che avrei reagito così.

Sono spezzata. Sono fottutamente a pezzi, brandelli, non sono più io. Alcuni pezzi sono sparsi nel vento, ed è questo il problema. Sono volati via. Non potrò essere mai più la stessa persona. Fa male, fa tanto male. Non doveva capitare a lui, non doveva.

« Riuscirai a ricomporti..» sussurra Jolene, come se mi avesse letto nel pensiero.

« No, mai. Lui era l'unico in grado di mettere i pezzi a posto. »

Ma ora i pezzi non combaciano più. A volte, alcuni, con tanta pazienza, riesci a metterli a posto. Ma che pezzi sostituiranno quelli volati via? Nessuno.
Sarò come un puzzle, che non potrà essere completato fino alla fine. Ci sarà sempre quel maledetto vuoto, che non potrà essere riempito da una qualsiasi  cosa, se non dal pezzo mancante. Dove diavolo è il mio pezzo mancante?

È questo ciò che sono. Sono un maledetto puzzle incompleto. 

« Andrà bene, ti prometto che andrà bene. » Alex mi stringe di più, e sento i loro singhiozzi al mio orecchio.

« Fallo smettere! Fa troppo male, troppo! » grido, portandomi una mano sul cuore, colpendomi da sola, come se potessi mettere fine a tutto.

« Non crollare, Maddie, non farlo. Sei abbastanza forte da resistere, hai capito? Siamo insieme, non sei sola. » e vorrei che le parole di Alex mi aiutassero davvero, ma mi sento davvero rotta dentro.

Io ora non lo so più. Non so più chi sono, cosa voglio, non so più se sono viva o morta.
Il dolore è come un mostro, che conficca i suoi artigli nella mia pelle. Mi sta graffiando, mi fa sanguinare, mi fa urlare. Un urlo così straziante, che sta squarciando il mio cuore in due.

Si diverte a farmi impazzire. Sento il dolore in tutto il mio corpo, è straziante. Conficca i suoi artigli nelle mie gambe, non permettendomi di alzarmi da terra. Non posso, sono bloccata. Ed è come se spostasse i suoi artigli verso le cosce, verso i fianchi, sono paralizzata.
Arriva fino alla mia vita, si dirige piano verso il cuore, finché non trova il punto fatale, e mi infilza così tante volte, che mi fa perdere il conto. Mi sta uccidendo, mi annebbia la mente, cerco di resistere.

Dolore, maledetto dolore. Perché mi fai questo? Perché mi fai sanguinare in questo modo? Perché mi vuoi lasciare le cicatrici fin dentro l'anima? Non ho nessuno pronto a curarmele, e io non ce la faccio. Non sono abbastanza forte da resistere a tutto questo. Non più.
Ed è come se sentissi il fiato del dolore sul mio collo, mentre si impossessa del mio corpo, sussurrandomi all'orecchio "Ora staremo insieme per sempre".

E sento il mio pianto fermarsi. Tutto si ferma intorno a me, come se i miei sentimenti fossero scomparsi nel nulla, come se mi avessero strappato il cuore.

E resto immobile, senza dire niente, mentre loro continuano ad abbracciarmi.

Andrà tutto bene. Se non è oggi, sarà domani, o dopodomani, o qualche altro giorno.

« Alex...» dico, facendolo staccare da me.
Lui si asciuga le lacrime, guardandomi con timore.
« Voglio farmi un tatuaggio...» la mia voce è neutra, priva di vita.

« Cosa? Perché? Che tatuaggio? » domanda, sempre più confuso. Jolene continua ad accarezzarmi la schiena e sorrido tristemente.

« Una frase e un'iniziale. » sussurro, premendo le dita proprio poco più sopra del seno.

"E ti amerò, anche quando non te lo potrò dire. "

E sarà sempre sulla mia pelle, così me lo dirai sempre.

E io te lo dirò, anche quando non potrai rispondermi.

Potrei sembrare stupida, ma ci tengo davvero ad avere questo tatuaggio sulla mia pelle. Penso sia una delle emozioni più grandi della mia vita, e merita di essere ricordata per sempre, così come lui si era tatuato la mia iniziale dentro il tatuaggio dei doni della morte.

E non mi vergogno di dirgli la frase che voglio imprimere su di me.
Alex sorride tristemente, allungando la mano verso il mio viso, asciugandomi una lacrima.

« Sarà fatto... Ma come mai questa frase? » domanda, accigliato. Jolene si alza in piedi, osservando le foto sparse sul mio letto e inizia a raccoglierle.

« No, aspetta...questa foto non l'ho fatta io. » dice ad un tratto, girando la foto verso di noi.

« Che diavolo è? » mi alzo in piedi di scatto, prendendole la foto tra le mani.
Alex si avvicina a me, sbirciando, ma la foto è sfocata, non si capisce bene.

« Sembra abbia fatto la foto ad un messaggio... » mormora Alex, osservandola meglio. Jolene continua a guardare tra le foto, ma non trova nulla. È sicura di non averla fatta lei, quindi probabilmente appartiene a Harry.

« Magari era nell'agenda, ed è caduta quando l'hai aperta. » suggerisce Alex, passandosi una mano sul viso, disperato.

« Sì, può darsi... Non si capisce, però.» osservo meglio il testo sfocato, ma è venuta talmente male, che a malapena si capiscono le prime due parole.
Perché avrebbe mai dovuto fare la foto ad un messaggio, tra l'altro venuta male?

« Io leggo un " Me la pa- » dice Alex, fermandosi, non capendo il resto. Jolene fa una smorfia e riprende la foto tra le mani, come se stesse analizzando ogni parola.

« Paghi, me la paghi. Il resto del messaggio non si capisce. » sbuffa, gettando la foto sul letto.

« Perché dovrebbe fare una foto ad una specie di minaccia? Esistono gli screenshot. » borbotta Alex, sempre più confuso.

« Magari non è per lui... Magari voleva conservare la prova, nessuno tocca le macchine fotografiche di Harry, me l'ha detto lui.» continua Jolene, facendo spallucce. Va a sedersi sulla sedia, immersa nei suoi pensieri e io ed Alex ci sediamo sul letto.

Che cosa mi nascondeva? Perché tutto sembra così dannatamente strano, anche dopo la sua morte? Alex cerca di darmi conforto, ma non posso non pensarci. Harry non c'è più, e io non posso vivere anche col dubbio, oltre al pentimento.

La vita è ingiusta, lo è stata soprattutto con lui.

« Quindi...il tatuaggio? » Alex cerca di cambiare argomento, storcendo il naso. Scommetto di avere un aspetto orribile, visto che Alex e Jolene non sembrano messi bene, immagino la mia faccia.
Trattengo le lacrime e prendo il cellulare, sbloccandolo, e apro la schermata di Google, per cercare il suo blog.

« Tutto bene, Maddie? » chiede, prendendomi il cellulare dalle mani, per controllare.

« È sparito il blog di Harry. Ci sono entrata poco fa, non c'è più! » grido, reprimendo l'istinto di lanciare il cellulare contro il muro.

« Harry aveva un blog? » chiede Alex, sgranando gli occhi, come se non se l'aspettasse.

« Aspetta, in che senso è sparito? » chiede Jolene, alzandosi in piedi, prendendosi la testa tra le mani.

Sembra semplicemente scomparso nel nulla. Non trovo più niente, nessuna foto. Era l'unica cosa bella che mi era rimasta di lui. Avrei passato il resto della mia vita a controllare il suo blog e rileggere le cose da lui scritte.

« Allora qualcuno ha il computer di Harry. » suggerisce Jolene.

« Chi è così crudele da voler cancellare ogni sua traccia, ogni suo ricordo? » singhiozzo, appoggiando la testa sulla spalla di Alex.  Potrebbe essere sua madre? Sarah non sembra questo genere di persona, o mi sono fatta un'idea sbagliata io. Mi sembra strano che tutto ad un tratto sia sparita. Lei avrebbe risposto ad una mia chiamata, so che l'avrebbe fatto.

« Non ci pensare, Maddie... È meglio per tutti, non farti i film mentali. Vedrai che insieme lo supereremo. Un giorno andremo a Londra, e così potremo dire addio a Harry come si deve, te lo prometto. » Alex di asciuga una lacrima e annuisco, restando in silenzio.

Potranno cancellare ogni cosa sua, ma non potranno cancellarlo dal mio cuore.

Wow, siete pronti? 😱

Cosa ne pensate? Scusate se vi faccio venire l'ansia, ma io me la faccio venire da sola quando scrivo, lol 😂❤

E scusate anche per la depressione, la smetto

Ciò che ha scritto Harry nell'agenda, si ricollega al capitolo 31.

Comunque nel capitolo 44 alcuni non hanno capito che il blog sia di Harry. Ma si capisce, perché Maddie legge la stessa frase, che poi Harry pensa prima di morire. Ovvero, "e ti amerò, anche quando non te lo potrò dire". Bastava prestare un po' d'attenzione. 😹

Comunque, tenetevi pronti  🌪🔥🔜

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